marco lazzerini ha scritto:
Non ero a conoscenza che a Stagno fosse presente un campo smistamento prigionieri a meno che non si intenda quello di Coltano :
https://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_ ... di_ColtanoSi riporta provincia di Pisa ed'è in realtà così ma geograficamente è a pochi Km da Livorno , dietro l'abitato di Tirrenia anche oggi chiamato Tombolo.
michele.caso ha scritto:
Indubbiamente i POW avevano un numero invariante per tutto il periodo di prigionia, ma qui si trattava di civili italiani internati in Italia, da cui la mia ipotesi, rivelatasi comunque errata visto che i due numeri identificavano due diversi internati e non il medesimo.
Michele
Gentili amici, anche a me sono venute le stesse perplessità vostre, ho dato una risposta in base ai documenti in mano, ma non è detto che sia l'assoluta verità...quindi ho voluto vedere se riuscivo a trovare qualche altra notizia che ci confortasse nel delimitare ancora meglio una ipotesi la più plausibile. Sapendo di avere da qualche parte la pubblicazione di Jannaci sui "lager dei vinti", mi sono messo a ricercarla ed in una terza fila di volumi l'ho finalmente ritrovata e ne traggo le seguenti notizie.
Innanzitutto rispondo a Marco, che conosce meglio di me la realtà territoriale a lui limitrofa...ho un collega che abita a Coltano e mi rammentavo che appunto mi diceva della contiguità territoriale tra Coltano, Tombolo e Stagno, forse non separati tra loro, essendo zona paludosa, alluvionale che poi si inverdisce nella macchia mediterranea e la famosa pineta costiera, se non da centinaia di metri o appena qualche chilometro...anch'io avevo pensato a Coltano, dove oltre al campo 337 esisteva anche un campo 338, mentre a Tombolo esisteva il pow camp 336(ospitante secondo Jannaci militari russi e tedeschi e qualche sporadico italiano vedasi pag.80). Non vi è traccia di Stagno, ma capite che il nome è venuto fuori nelle pagine del "diario poetico" di Renato Ferrigno. Siccome era pisano, conoscitore anche lui del suo territorio, e lo cita come campo di smistamento, io propendo per accreditare quindi un quarto campo (esistito magari per esiguo tempo, giusto per svolgere tale funzione e poi convogliare i prigionieri verso altri campi come molti dei lager dei vinti), che neanche Jannaci (anche lui reduce da Coltano) ha censito. Quindi rispetto all'elenco di Jannaci, uno in più.
Per Michele... sono andato a vedere i pz. in mio possesso di pow, ma come giustamente dici tu qui si tratta di civili italiani... credo che venissero effettivamente registrati all'ingresso del campo principale in un registro attinente al campo e in questo caso visto il basso numero di matricola, specificatamente relativo a quel campo. Ho cercato sia tra le corrispondenze di civili fascisti internati in altri campi e non ho trovato tracce di matricole, se non in quello di Terni (che poi è Collescipoli per la precisione, quel borgo arroccato su di un colle che si vede nel brevetto d'internamento disegnato alle spalle dell'uomo che cammina); anche da un primo rapido esame del testo dello Jannaci , lui parla di corrispondenze con matricole solo per il campo "R" e ne riporta l'immagine di due/ tre pezzi con numeri simili a quelli già conosciuti (matricola con centinaia).
Per lo status degli internati, per le corrispondenze dal campo R utilizzavano spesso biglietti con l'indicazione bilingue italiano/inglese di internato civile, ma il campo, come altri fissi dopo il 1945, tratteneva sia civili (collusi col regime caduto) che ex militari dell'Esercito Repubblicano. I militari che erano transitati negli anni precedenti nei campi nord africani avevano avuto numeri di matricola più lunghi, ma secondo me, una volta abbandonato lo status di prigionieri di guerra, parificati a internati civili (la R del campo di Collescipoli sta per Recalcitrants ci dice Jannaci), venivano reimmatricolati se subivano un passaggio di campo. Non ho però prove cartacee della cosa (passaggio tra campi visto il breve periodo credo bisognerebbe avere parecchia fortuna) e Jannaci non ci assiste nel suo scritto.
Ora l'autore citato a pagina 10 ci illumina sul fatto che nell'estate del '45 alcuni campi passarono sotto giurisdizione italiana e che ormai , cito, "...non si parla più di prigionieri di guerra ma di internati, non risultano più esistere campi di concentramento ma campi di internamento".
Concludo con una annotazione..di costume... Jannaci a pagina 40 parla del campo di Collescipoli (poi vi scannerizzo le pagine) e riporta la presenza tra i circa 1500 internati anche di 15 partigiani comunisti. Potrebbe sembrare strano, ma nei campi per personaggi scomodi al governo militare alleato finirono effettivamente anche dei partigiani, lo confermo perchè la storia ..è pistoiese, conosciuta nella mia città, perfino una medaglia al valore militare (data dalla Repubblica italiana, si capisce!) nostro concittadino , non comunista ma comunista libertario (che era cosa assai diversa, tant'è che questi si rifacevano al movimento anarchico in contrasto con i comunisti ortodossi) vi finì...lì conobbe alcuni altri pistoiesi della parte avversa ivi internati, prevalse poi sulle idee l'appartenenza di comunità cittadina e tra loro nacque una amicizia sincera, poi sancita dal matrimonio tra la figlia dell'uno e il figlio dell'altro...una storia direi a lieto fine , una volta tanto...