Nelle valutazioni dei pezzi ci sono dati oggettivi e dati soggettivi. Alcuni (oggettivi) possono essere incontrovertibili; talvolta però per il singolo può prevalere quello soggettivo. L'esempio citato da Roby ne è una prova, tra i due limiti ci sarà una quotazione più veritiera. Difficile è riportare le sensazioni dei dati (oggettivi e soggettivi) traducendoli in scale di punteggio in un catalogo. Fare un catalogo è veramente difficile, anche se si avverte l'esigenza dei più a rimettere le mani su quello di Marchese giunto alla terza edizione. E' intenzione futura anche del AICPM. Ma un conto è emendare qualcosa di esistente, altro fare ex novo un catalogo; per certi versi potrebbe essere sostenuto come una quarta versione che implementi le tabelle suppletive di valutazione e che magari aggiunga le valutazioni per reparto, magari anche in maniera generica per unità, rimettendo mano anche al secondo volume, quello di storia postale, con un capitolo apposito non solo sui timbri, ma anche sulle aggiunte manoscritte. Per me che sono un appassionato di storia militare è chiaro che una stima dei diversi tipi di timbro usati non aggiunge plusvalore (a meno che il timbro non sia marcofilisticamente raro per il breve uso). Mi piace più pensare che alcune unità, di poche centinaia di militari, esistite per un battito d'ali di farfalla, abbiano corrispondenze con un plusvalore, rispetto a corrispondenze divisionali e magari stazionarie. Ma la difficoltà sta proprio nel dar loro un giusto valore di mercato, aldilà del dato di fatto oggettivo cronologico o numerico. Eppoi ci sono i momenti per cui sul mercato sono più ricercate corrispondenze da un punto che non quelle da sette... Comunque la prospettiva a breve è una riedizione del Marchese: questo appuntamento dovrà vedere gli specialisti del settore 2g.m. pronti a darsi regole per lavorare assieme. E' un augurio.
|