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mariamar: ciao, ti rispondo volentieri
Accetto che tu abbia inteso il mio intervento fuori luogo, ma -abbi pazienza- sinceramente non comprendo perché esso lo sia. Se tu avessi voglia di spiegarlo, anche privatamente se preferisci (così non rischiamo di annoiare gli altri), sarà un piacere parlarne con te.
Trovo che la memoria con il suo racconto possa essere al limite dello stucchevole finché questa resta un'esperienza univoca (trasmessa da una fonte ai soggetti, senza uno scambio), sorda (anche per effetto della predetta univocità, per la tendenza a non creare parallelismi nell'attualità), obsolescente (da vecchi per vecchi, che poco o nulla sanno delle generazioni seguenti, che per lo più partecipano solo in ambito scolastico perché costrette), etc...
Cosa si potrebbe fare per evolvere questo racconto, che così rischia di esser ridotto ad una brutta poesia? Ecco, già il fatto che la sua narrazione possa essere messa in discussione (a torto o a ragione) è un primo passo, poiché ne segue un dialogo.. e non un monologo, a cui i più giovani studenti devono partecipare, pur di scampare un altro ordinario giorno in classe. Questo buon proposito mi spinge ad intervenire ed a scrivere qui.
Assunti i dati storici (ndr.: la mera conoscenza dei fatti), proseguendo nella possibile evoluzione, si potrebbe inoltre provare a ricontestualizzare il tema cercando similitudini nell'attualità, come magari sta già silenziosamente ripetendosi nelle "prigioni" giusto sull'altra sponda del Mediterraneo, o magari sottolineando la persistenza di certe pessime pruriginose intolleranze verso omosessuali e zingari, ossia verso elementi di vita quotidiana di cui tutti possiamo aver fatto o fare esperienza, senza dover essere entrati in biblioteca.
Penso che manchi interesse perché manca dialogo... e viceversa, per cui muovere obiezioni e cercare sponda in quanti la pensano diversamente è (per me) il modo giusto per innescarlo.
Se ritieni che non sia questa la sede (anche) per confrontarsi su storia e storiografia, nonché sui loro risvolti nella società e nella cultura, allora dovrei essere stato inopportuno, perché avrei travisato il senso di questa pagina del forum.
Col sorriso immagino, in fine, che tu non intenda voler porre un limite ad una partecipazione critica: converrai che, visto il contesto, sarebbe un paradosso.
