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MessaggioInviato: 18/03/2019, 22:24 
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Iscritto il: 21/02/2016, 12:19
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Ciao,

chiedo un aiuto a decifrare questa lettera inviata in Egitto con alcuni timbri della Croce Rossa. Timbro di partenza da Trieste del 18.9.45.

Perché questa lettera riporta timbri della Croce Rossa?

Che tipi di timbri sono? Uno sembra bilingue (Croce Rossa per il Goriziano), l'altro si legge TRST che è Trieste in sloveno.

Grazie

Enrico


Allegati:
09.1945 - 18.9.45 ITALY Trieste to EGYPT 1945 Red Cross.jpg
09.1945 - 18.9.45 ITALY Trieste to EGYPT 1945 Red Cross.jpg [ 900.84 KiB | Osservato 3293 volte ]
09.1945 - 18.9.45 ITALY Trieste to EGYPT 1945 Red Cross_B.jpg
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MessaggioInviato: 18/03/2019, 22:37 
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ce n'è un terzo al retro di Trieste anche questo bilingue.
molto interessante la corrispondenza, con una bella striscia di fbolli rsi, ti diranno gli specialisti di pow e filatelia al riguardo. Il periodo per quella terra di confine era un "triste" periodo mi immagino(si vede anche dal fatto dei timbri bilingue della Croce Rossa locale): penso che da Gorizia sia passata a Trieste per l'inoltro in Egitto e che sia transitata a destinazione tramite qualche canale alleato, mi sembra di vedere sui fbolli il timbro ovale di censura alleata sulla striscia sul primo fbollo di sx. I timbri della Croce Rossa credo funzionassero in qualche modo, visto il territorio ed il periodo, da "salvacondotto" alla corrispondenza.
Complimenti, mi attira molto questa corrispondenza! ;)


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MessaggioInviato: 18/03/2019, 22:48 
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Iscritto il: 21/02/2016, 12:19
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Grazie della risposta.

Effettivamente anche il timbro della Croce Rossa sul retro è diverso dai due al verso.
Il timbro ovale è quello di censura e di transito utilizzato dall’ufficio di censura della posta estera di Genova.


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MessaggioInviato: 19/03/2019, 9:58 
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Complimenti anche da parte mia per la bella busta, una sintesi dei drammatici avvenimenti e degli sconvolgimenti politici che ebbero a vivere le popolazioni della Venezia Giulia alla fine della seconda guerra mondiale.
Riassumendo in brevissime parole Trieste era stata occupata dall'Armata Rossa Jugoslava dal 2 maggio al 12 giugno 1945 per poi passare sotto il Governo Militare Alleato. Ma gran parte della provincia di Trieste rimase agli Jugoslavia, insieme a tutta l'Istria ad esclusione della città (città, non provincia) di Pola. Quella jugoslava era la cosidetta "zona B", Trieste e pochissimi comuni intorno la "zona A". Anche Gorizia ebbe lo stesso periodo di occupazione Jugoslava e dal 12 giugno 1945 passò all'Amministrazione Militare Alleata, con una parte della sua provincia, l'altra rimase agli Jugoslavi.
La busta riprodotta ha origine in zone sotto occupazione militare e oggetto di contenzioso, non mi stupirei se a breve distanza di tempo dall'occupazione jugoslava e in una situazione in cui gli Jugoslavi incalzavano gli Alleati per non perdere Trieste (e Gorizia), ogni occasione fosse buona per riaffermare questa pretesa, compreso un Ente come la Croce Rossa.
Io penso che la tua busta abbia avuto origine in provincia di Gorizia (zona Alleata, penso), sia arrivata a Trieste a mano e qui avviata postalmente. I Comitati della Croce Rossa avevano i timbri che riflettevano la situazione politica, con bilinguismo imposto e forse nemmeno cambiati dopo la fine dell'occupazione jugoslava.
Mi sentirei di escludere che 2 zone sotto occupazioni militari diverse avessero un solo comitato Croce Rossa che serviva sia quella sotto occupazione militare jugoslava che quella sotto occupazione Alleata, così come mi sentirei di escludere un passaggio postale tra una zona politica e l'altra per spedire della posta verso l'estero.

Ho anch'io un paio di documenti postali in cui è presente il timbro "Croce Rossa per Trieste e Territorio" in italiano e sloveno, e mi ricordo che chiesi a Corrado Bianchi, autore di una collezione su Trieste presente sul sito dell'AICPM, il senso di questa denominazione di Trieste e mi rispose che era quella relativa al periodo storico e che rifletteva la complessa e provvisoria situazione politica della città.
Allego i 2 documenti.
Il primo è una cartolina per prigionieri di guerra in mano jugoslava spedita da Vipacco - Gorizia (Vipava - Gorica in sloveno), datata 14/09/1945 (quindi una data vicinissima alla tua busta), diretta a Gallesano d'Istria, nella zona B della provincia di Pola e, in alto verso destra, un po' confuso tra le scritte, si può notare il timbro della Croce Rossa per Trieste e Territorio.
Il secondo, in data 28/1/46, introduce un ulteriore elemento di complessità: il Partito Comunista (usato dalla famiglia come intermediario per un prigioniero in Jugoslavia) si definisce ancora "del territorio giuliano - Trieste", a ribadire come il Partito Comunista fosse favorevole all'annessione di Trieste alla Jugoslavia.
I timbri riflettono la fluidità e precarietà della situazione politica.


Allegati:
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trieste cri.jpeg
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MessaggioInviato: 19/03/2019, 18:14 
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ritaglio da http://www.postaesocieta.it/magazzino_t ... nsura.htm#

Nel periodo il controllo censorio Alleato degli invii per il nord era ubicato a Udine, perchè i Titini avevano escluso che tale controllo potesse essere effettuato sul suolo conteso di Trieste o del suo hinterland.
Bisogna ricordare anche che la censura andò ben oltre la durata della guerra; per esempio al nord Italia la censura militare cessò solo alla fine del 1945; esclusa la zona "calda" di Trieste dove si protrasse ancora per tempo considerevole.
La censura militare U.S.A. era ancora in funzione nel Nord Italia, e fu attiva fino
alla fine del 1945. Continuò ancora nei territori contesi dagli jugoslavi di Trieste
e dintorni ancora sotto il loro controllo.


Non sarei così certo che la posta , in questo caso l'esempio di questo thread, non fosse finita in mani alleate tramite la Croce Rossa, anche perchè la destinazione in Egitto all'epoca doveva per forza passare dalla censura britannica per sfera di influenza. Il timbro ovale, anche se è quello della censura estera di Genova e non quello di pari foggia statunitense, testimonia che quello fu il percorso di instradamento verso l'Egitto. Io propendo per questa interpretazione (Gorizia-Trieste-Genova-Egitto).
D'altronde non era ancora calata la cortina di ferro, la situazione era molto fluida, e esodi , più o meno forzati, imprigionamenti di civili, censure militari e altre forme erano sia di restrizione che di salvaguardia e tutela. Porto alla memoria per chi si volesse leggere una storia"di quei giorni" il thread sul passaporto da Belgrado di un nostro connazionale rimpatriato tramite i canali alleati...per far capire quanto non fosse facile interpretare il proprio destino, fosse esso affidato ad un pezzo di carta (passaporto, cartolina, etc.)...


Ultima modifica di p.m.pistoia il 19/03/2019, 18:21, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 19/03/2019, 18:18 
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visto che non mi riesce citarla la riporto qua...

"Sebastian Ritchie nel suo libro "Our man in Yugoslavia: The Story of a Secret Service Operative" ci racconta che il 16/5/1945 Usa e Uk chiesero a Tito di ritirarsi dai territori della Venezia Giulia e Trieste occupati dal Korpus jugoslavo. Come prova di forza vennero chiuse prima la Missione statunitense a Zagabria (lo stesso 16/5) e il 26 dello stesso mese la 37 Missione Militare britannica.
In quel periodo il Consolato britannico ebbe anche il compito di assistere oltre ai propri cittadini già prigionieri dei tedeschi e tenuti a lavorare forzosamente in Yugoslavia(pochi), anche ca. 50 piloti americani, alcuni cittadini britannici residenti a Zagabria con vincoli parentali croati ed una manciata di ebrei. A questi si sommarono ca. 150 cittadini francesi ivi presenti.
I collegamenti aerei per il trasferimento di queste persone erano attraverso l'aeroporto di Stupnik , ma dopo che il 23/5 la missione americana fu evacuata assieme a 2 pow e 7 ebrei, il ponte aereo fu soppresso. I trasferimenti sarebbero quindi avvenuti via terra, col raggiungimento dei territori ex italiani ora affidati all'Amministrazione Alleata. Nel frattempo intorno a Zagabria si era radunata una mole sempre in crescita di cittadini di varia nazionalità che volevano raggiungere l' occidente: via via che venivano rilasciati ex pow americani e britannici, ma anche polacchi, cechi, francesi si concentrarono in quella zona. Fortunatamente a Zagabria venne formato un ufficio della UNRRA (United Nations Relief and Rehabilitation Administration) che supportò l'azione di smistamento dei civili ed ex prigionieri.

Si rifa quindi a quel periodo questa sorta di passaporto che posto qui. E' un permesso di trasferimento da Belgrado verso l'Italia e più precisamente verso quelle zone di Italia controllate dagli Alleati come si legge nel fronte. Come si vede in questo caso ad essere aiutato fu un cittadino italiano (ex pow?). Il lasciapassare fu emesso dalla 37 Military Mission proprio il giorno della sua chiusura, forse come ultimo atto di garanzia verso la salvaguardia del nostro connazionale.
Il rimpatrio avvenne sotto l'egida dell' UNRRA."

Ecco il link viewtopic.php?f=57&t=3562


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