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 Oggetto del messaggio: colonne celeri e gruppi nominativi
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vista la varietà di argomenti, ne introduco uno anche io...
nella guerra di movimento (quindi soprattutto in scenari quali quelli africani e anche dell'est europeo) si disaggregarono spesso reparti di grandi unità in più piccoli reparti funzionali.
alcuni di questi presero poi, come usava per gli alleati tedeschi, il nome dal comandante.
E' questa la casistica che voglio proporre, soprattutto per i due scenari che ho citato, ove veloci reparti di movimento quali le "colonne" furono spesso usate nel primo periodo di guerra (ricordiamo il raggruppamento Maletti, il più conosciuto).
In questo caso propongo la Colonna Celere Santamaria.
Da Digilander:
"Se O Connor avesse proseguito nella sua avanzata, avrebbe incontrato il deserto della Sirte con un solo presidio a difesa composto da articelere e reparto Santamaria. Questo reparto del Maggiore Santamaria Nicolini (alpino) era costituito da 2 plotoni di fanteria armati di Mitragliatori e fucili, una mitragliera da 20 mm su autocarro Fiat 626 un plotone carri L (35) e una batteria di 4 cannoni da 77/28 con ruote in legno e cerchioni in ferro trasportabili solo su camion. Il reparto faceva puntate verso En Nofilia sulla strada percorsa dagli italiani in fuga, per recuperare, armi e ricambi."


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Interessante la Colonna Celere Santamaria. Complimenti.
Aggiungo Colonna Celere "Gialo" 21.10.41
Ciao
Roby


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Gialo è un importantissimo nodo carovaniero. Nell'oasi, infatti, s'incrociano due grandi carovaniere, e cioè una che dalla costa del Mediterraneo porta a Cufra e nell'Uadai, l'altra che unisce le oasi del 29° parallelo. Attualmente Gialo può essere raggiunta da Agedabia con automezzi senza grandi difficoltà (260 km.).

Bella la franchigia della colonna celere di Gialo, sopra descritta da Ardito Desio nel 1932 per l'enciclopedia Treccani. Era la colonna celere Gialo una di quelle poste a presidio delle carovaniere che si incrociavano in quel punto, pronta ad essere presente per qualsivoglia emergenza.
La difesa statica delle oasi e dei confini desertici coi fortini fu messa a dura prova dalle colonne meccanizzate tipo Long Range Desert Group. La nostra risposta furono piccole unità mobili sempre pronte.

La colonna Santamaria, come quella Lequio, aveva compiti anche tattici, non solo di presidio, ma anche veloce risposta in caso di avanzata.


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MessaggioInviato: 28/08/2020, 8:00 
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Enrico e a tutti, chiedo aiuto per decifrare l'appartenenza militare di questo soldato: 1^ colonna (se ho letto bene).......nucleoA P.M.85.
Grazie
Roby


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Credo sia fanfulla....in passato avevo avuto un pezzo con tale indicazione ceduto ad un amico


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MessaggioInviato: 28/08/2020, 10:21 
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Grazie David. Colonna "Fanfulla" l'avevo decifrato anch'io, ma pensavo di sbagliare perchè non sono mai riuscito a trovare notizie con quel nome sia su internet che sui 4 libri della guerra di Libia editi dallo S.M.E. Chi era questo Fanfulla?
Ciao
Roby


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E se fosse un riferimento a Fanfulla da Lodi, quello della disfida di Barletta?

_________________
Riccardo Bodo


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credo abbia ragione Riccardo. anch'io dovrei cercare, mi sembra di averne una della colonna Fanfulla.


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come promesso...


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come dicevo La colonna Gialo era una di quelle "sempre pronte" di stanza nell'oasi. qui infatti è definita "Comando Presidio Gialo Motorizzato" mentre ina ltra franchigia lo stesso soldato fa riferimento alla colonna celere...


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colonna celere Gialo


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ancora colonna celere Gialo su busta propagandistica


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la colonna Lequio prese il nome dal suo comandante, colonnello Tommaso Lequio che assunse il comando del Raggruppamento Esplorante Corazzato (R.E.Co.) "Cavalleggeri di Lodi" alla cui testa partì per l’Africa settentrionale, prendendo parte alla campagna di Tunisia. Figlio di generale, grande cavallerizzo, partecipò a tre olimpiadi conquistando 3 medaglie (oro, argento e bronzo). Altrettanto importante il medagliere militare. Per le note biografiche rimando online a Wiki e ad un prossimo post dedicato.
Nella storia riportata che segue vengono citati anche altri gruppi tattici con nomi di comandanti, quali Mannerini e Imperiali.
Spero così di aver dato altri spunti per le inserzioni in questo forum. A presto.



STORIA DELLA CAMPAGNA DEL Re.co.
Alla fine di marzo del 1942 il R.E.C.A.M. venne sciolto e al suo posto venne istituito il R.E.Co., il Raggruppamento Esplorante Corazzato, costituito a Pinerolo il 15 febbraio 1942 come Raggruppamento Esplorante Corazzato (R.E.Co.) "Cavalleggeri di Lodi" al comando del colonnello Tommaso Lequio di Assaba ed equipaggiato con carri leggeri L-6/40 semoventi controcarro L40 da 47/32 ed autoblindo AB-41, che dopo una fase di duro addestramento venne destinato in Africa settentrionale e dal nome del suo comandante venne anche chiamato Raggruppamento "Lequio".

La formazione del R.E.Co era la seguente:

comando
squadrone comando
I Gruppo
Squadrone autoblindo
2º Squadrone motociclisti
Squadrone carri L6/40[5]
II Gruppo
Squadrone motociclisti
Squadrone carri
Squadrone contraerei da 20 mm
Squadrone semoventi controcarro L40 da 47/32
In un primo tempo, però, giunse in Africa solo il materiale dello squadrone carri L/40, col personale trasferito in volo, che venne destinato nell'Oasi di Giofra, in quanto gli altri convogli vennero attaccati duramente durante la traversata, causando la perdita di tutti i mezzi dello squadrone semoventi da 47/32[9] e lo squadrone carri non poté partire che molto più tardi, dopo che i carri vennero sostituiti da autoblindo AB41 e raggiunse il R.E.C.O. alla fine del ciclo operativo, mentre un'altra nave venne dirottata a Corfù, giungendo solo a metà novembre a Tripoli. Tutto il rimanente personale, avviato per via aerea tra il 20 ed il 25 novembre, in partenza dagli aeroporti di Sciacca e di Castelvetrano, venne attaccato da aerei da caccia americana ed ebbe fortissime perdite.

Nel momento che le prime aliquote del R.E.Co. raggiunsero Tripoli il 21 novembre 1942[9] vi era stato lo sbarco degli Anglo-Americani in Africa settentrionale francese e a quel punto il compito del R.E.Co. diveniva, in luogo della difesa del Sahara libico, diveniva l’occupazione e la difesa della Tunisia e una volta riuniti i reparti arrivati alla spicciolata il reggimento partì alla volta della Tunisia.

Il 24 novembre, lasciata Tripoli, i reparti del R.E.Co. raggiunsero Gabès, già occupata, occupando poi, il 25 novembre, Médenine dove venne lasciato il comando del I Gruppo, col 2º squadrone motociclisti, un plotone del quale era rimasto a Tripoli, per rimettersi in efficienza, ed un plotone armi controcarro, mentre il 1º squadrone motociclisti, lo squadrone autoblindo e lo squadrone cannoni contraerei proseguirono per Gabes, subendo, durante la marcia, delle perdite a causa di attacchi aerei alleati.

Il Raggruppamento Esplorante Corazzato (R.E.Co.) "Cavalleggeri di Lodi" era così frazionato: un'aliquota ancora in Italia, elementi a Gabes, con il colonnello Lequio, il grosso del I Gruppo nel sud tunisino, lo squadrone carri L40 nel sud libico, con il Raggruppamento sahariano "Mannerini".

Lo squadrone carri L40 della zona di Giofra e poi di Hon, il 18 dicembre 1942 ricevette ordine, dal Comando del Sahara libico, di portarsi a Sebha, dove passò ai suoi ordini, costituendo tatticamente il Nucleo automobilistico del Sahara libico, con 10 autoblindo. Il 4 gennaio 1943 iniziò il ripiegamento da Sebha, dopo aver distrutto tutti i carri, per mancanza di carburante raggiungendo il 1º febbraio El Hamma, dove lo squadrone si riunì al proprio I Gruppo.

All'inizio del 1943, reparti del RECo si spinsero ancora più in profondità fino ad entrare in territorio algerino.

A fine gennaio del 1943 i reparti del "Lodi" del settore di Gabes passarono alle dipendenze della L Brigata speciale "Imperiali", mentre i reparti del I Gruppo, rimasti nella zona di Kebili, passarono alle dipendenze della Divisione corazzata Centauro trasferita in Africa per sostenere le forze italiane impegnate su quel fronte.

La battaglia di Kasserine vide impegnati tutti gli squadroni del "RECo Lodi", che operò dalle operazioni preliminari fino alla fine dell'offensiva, che alle dipendenze, e in cooperazione con la 21. Panzer-Division tedesca e reparti del RECo si distinsero nella battaglia difensiva e controffensiva, svoltasi tra il 21 marzo e il 7 aprile, ad est ed a sud-est di El Guettar.

Del I Gruppo sottoposto a feroci bombardamenti aerei sino al 23 marzo e anche con artiglierie il 24 e il 25 marzo, pochi uomini riuscirono a salvarsi dall'offensiva della 8ª Armata britannica e quasi tutti caddero e vennero catturati; il Gruppo venne ricostituito con i Gruppi "Nizza" e "Monferrato", con una batteria semoventi da 75/18 ed una da 65 su autocarro Fiat 634[15] in cui l'affusto originale con il pezzo veniva installato sul telaio di una piattaforma, che ruotava su un sistema ricavato dall'anello di torretta del carro M13/40

Il 9 aprile il ripiegamento della 5ª Armata tedesca a nord ha come conseguenza, l'aggiramento della 1ª Armata italiana; il RECO Lodi" sbarra le provenienze da Hammam Lif, sulla strada di Tunisi, con azioni ritardatrici, per coprire il fianco della 1ª Armata.

Dopo la battaglia del Mareth le truppe italo-tedesche arretrarono il fronte alla zona di Enfidaville. Il 13 aprile ciò che era rimasto del I Gruppo, ridotto solamente al 2º squadrone motociclisti ed un plotone cannoni da 20, venne assegnato alla Divisione "Pistoia", col Gruppo corazzato "Novara" ridotto ormai ad una sezione mitraglieri. Il 22 aprile il comando della 1ª Armata decise di riunire al "RECo Lodi", che aveva perduto, in 5 mesi di lotta, il 50% del personale e il 60% del materiale, tutti i reparti corazzati esistenti in Tunisia, e assorbendo tutti gli elementi meccanizzati italiani il Reco passò agli ordini dell'Africa Korps per la difesa di Capo Bon.

Vennero costituiti due Gruppi tattici, assegnati uno alla Divisione "Giovani Fascisti", presso Bouficha, ed uno alla Divisione "Pistoia", presso Saguaf, impegnati, dal 24 al 30 aprile, alle ali dello schieramento della grande unità, con un plotone motociclisti distaccato presso Hammamet, per difesa costiera.

Il 10 maggio Capo Bon viene investito da notevoli forze corazzate. Il RECo resiste, ma l'avanzata delle forze anglo-americane, ora sostenute anche da quelle francesi, superiori per uomini e mezzi, che provenivano contemporaneamente dalla Libia e dall'Algeria, causò gravissime perdite ai reparti italo-tedeschi e l’11 maggio 1943, dopo aver combattuto a nord ovest di Boufichia, sino ad ogni possibilità umana, ciò che rimaneva del R.E.Co. fu annientato in durissimi combattimenti e il 13 maggio 1943 il RECo venne disciolto. Il Bollettino di guerra n.1083 del 13-14 maggio 1943 citò per nome il Raggruppamento Esplorante Corazzato (R.E.Co.) "Cavalleggeri di Lodi".


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Nei teatri bellici dell'est, ma soprattutto in quelli balcanici, vi furono fenomeni di intitolazione di raggruppamenti truppe, omogenee per funzionalità ed appartenenza; il caso più famoso è quello del raggruppamento a cavallo Barbò, in Russia.
Ma in Albania diverse unità di MVSN/CC.NN. presero il nome dal proprio comandante.
Propongo qui il caso di un legionario empolese, appartenente alla 93 Legione Giglio Rosso di Empoli, confluita nel raggruppamento Biscaccianti.
Il console Alessandro Biscaccianti era a capo della 180 legione legione Farnese di Parma durante la guerra di Etiopia, che nella seconda guerra mondiale divenne la 80 Legione CC.NN. d'assalto; questa il 13 aprile 1941 entrò momentaneamente a far parte del Raggruppamento Camicie Nere d'Assalto "Struga" sotto il comando del medesimo Biscaccianti. Il raggruppamento "Struga" comprendeva anche la 93ª legione d'assalto "Giglio Rosso" di Empoli e la 109ª legione d'assalto "Filippo Corridoni" di Macerata.
Il 21 aprile il comando della legione fu assunto dal console Antonio Petti proveniente dal 72º Battaglione "Modena". La "Farnese" nella campagna di Jugoslavia ebbe 12 caduti tra cui il console Meneghetti che fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare.
Dopo la resa della Jugoslavia la "Farnese" svolse solo compiti di presidio in territorio albanese tra cui Pojan e Pogradec.

La corrispondenza scritta il 18/4 con UPM 70 testimonia quindi il breve periodo (13-21 aprile 41) in cui al raggruppamento venne imposto il nome del proprio comandante.


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Raggruppamento Galbiati formato in Albania con 8°, 16° e 29º battaglione CCNN che operò sul fronte greco fino all'aprile 1941, intitolato al proprio comandante Enzo Emilio Galbiati, per le operazioni sul fronte greco guadagnò una medaglia d'argento al V.M. e la croce di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia (fu a lui che si debbono i battaglioni "M").

La corrispondenza, timbrata all'arrivo a Como, scritta il 10/4/41 dall'Albania.


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torno nel deserto con questa corrispondenza dalla Tunisia, con la pm51 del 20/1/43 a cui era dedicata, per la L Brigata Speciale (Imperiali)


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il ricercato Raggruppamento Maletti, a cui abbiamo dedicato un thread apposito


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Tunisia " L" Brigata Speciale 13.2.43


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Il 1º squadrone motociclisti, lo squadrone autoblindo e lo squadrone cannoni contraerei proseguirono per Gabes, subendo, durante la marcia, delle perdite a causa di attacchi aerei alleati. A Gabes c'era Lequio.

Ci racconta Paolo Colacicchi nel suo libro "L'ultimo fronte d'Africa": tra il 13 e il 14 gennaio 1943 il Generale Calvi di Bergolo a al colonnello Lequio di andare con una propria colonna a Gabes: la colonna era formata da cavalleggeri e lancieri, delle autoblindo del gruppo Monferrato, un battaglione di mortai, a cui poi si aggiunsero carristi appiedati, già della Ariete e della Littorio, del personale eterogeneo che era stato della Div. Trieste e dei complementi.

Si cita anche il gruppo di combattimento Cantaluppi, formato dai carri superstiti dell'Ariete, della Littorio e della Centauro appena arrivati sul suolo della Tripolitania.


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