riprendo il thread inaugurato tempo fa nel subforum dell'aviazione, trasferendo qui l'introduzione e le immagini. Un breve riassunto dell'argomento:
Mezzi e operazioni dell'Aviazione Legionaria
Dopo l'invio dei primi nove Savoia Marchetti SM81, Mussolini diede il via ad una vera e propria escalation fornendo a Franco un quantitativo sempre maggiore di aiuti militari d'ogni tipo, tra cui molti aerei, piloti, specialisti e istruttori. Il 14 agosto del '36 giunsero via nave a Melilla (Marocco) i primi 12 caccia biplani Fiat CR32. E alla fine di agosto , con l'inoltro di altri contingenti di CR32, si formò a Caceres la famosa Squadriglia Cucaracha che successivamente si trasformerà nel XVI Gruppo Caccia. Sempre per quanto concerne gli intercettatori, nell'aprile del 1937 vennero formati il XXIII Gruppo Asso di Bastoni e il VI Gamba di Ferro. I CR32 equipaggeranno anche il X Gruppo Caccia Baleari e la Squadriglia Autonoma Caccia e Mitragliamento Frecce. Dalla metà di marzo del 1939 (cioè due settimane prima della fine della guerra), l'Italia fornirà a Franco anche 11 nuovissimi caccia monoplani Fiat G50 che verranno dislocati sulla base di Ascalona. Questi aerei, tratti dalla pre-serie di 45 esemplari, verranno inquadrati nel Gruppo Sperimentale Caccia ma non avranno occasione di essere provati in combattimento. Per quanto riguarda le specialità della ricognizione tattica e dell'assalto, l'Aviazione Legionaria italiana ebbe in dotazione i biplani Romeo Ro37 bis, che andarono a formare il XXII Gruppo Linci e, a partire dall'aprile 1937, i primi 12 grossi monoplani assaltatori Breda Ba65, seguiti da altri 6 esemplari, che andarono a costituire la 65ma Squadriglia Assalto inquadrata nel XXXV Gruppo. Molto incisivo risultò anche il contributo italiano nel settore del bombardamento aereo, con l'inoltro in Spagna di 50/55 robusti trimotori SM81 (inquadrati nel 21º Stormo Bombardamento Pesante e nelle Squadriglie 251ma e 252ma Pipistrelli delle Baleari) e 99 più moderni SM79, affiancati da 16 bimotori Fiat Br20. I primi sei Br20 iniziarono il loro ciclo operativo nell'estate del 1937, inquadrati nella 230ma Squadriglia Bombardamento Veloce e successivamente, a partire dal luglio del '38, nella 231ma. Come complemento l'Aviazione Legionaria ricevette 25 biplani monomotori Ro.41 (utilizzati in buona misura per l'addestramento avanzato), dieci assaltatori C.A.B. AP1, qualche addestratore Breda 28 e Fiat CR20B e 16 esemplari di bimotori tuttofare Caproni Ca.310, soprannominati scherzosamente dagli spagnoli "caproncini". Data la frequenza delle operazioni navali e il carattere peninsulare della regione iberica, l'Aviazione Legionaria venne anche dotata di un certo numero di idrovolanti. Nell'aprile del '37 entrarono in linea nove idrovolanti monoscafi, monomotori, Cant Z.501, che vennero dislocati sulla base di Alcudia (Baia di Pollensa, Isole Baleari) dove nel luglio del '38 giunsero anche 4 più grossi e moderni trimotori, a due scarponi, Cant Z.506. Notevolissimo fu il contributo umano conferito dagli oltre 6.000 tra piloti e specialisti italiani (5.699 militari e 312 civili) dell'Aviazione Legionaria (è da notare che l'Italia nel corso della Guerra Civile fornì a Franco anche una certa aliquota di aerei e personale che andarono a rimpolpare i neonati reparti "spagnoli" dell'arma).
Complessivamente, nel corso del conflitto, gli "italiani" totalizzarono ben 135.265 ore di volo, portando a termine, tra l'altro, 5.318 azioni di bombardamento nel corso delle quali vennero lanciati 11.524 tonnellate di bombe e spezzoni (complessivamente, gli aerei italiani da caccia, da bombardamento e da assalto spararono più di 1 milione di cartucce da 12,7 e 7,7 millimetri). Oltre che a colpire, in appoggio diretto alle forze terrestri franchiste, concentramenti di truppe, centri ferroviari, stradali e logistici nemici, i bombardieri dell'Aviazione Legionaria infersero anche duri colpi a quasi tutti i principali porti e città in mano ai repubblicani, tra cui Barcellona, Madrid, Alicante, Almeria, Valencia, Murcia, Tarragona, Port Mahon e Porto Rosas, ostacolando spesso le operazioni di rifornimento effettuate da naviglio appartenente ai paesi simpatizzanti per la Repubblica. Importantissimo si rivelò anche il contributo della caccia italiana, montata sui Fiat CR32. Questi manovrieri seppur non velocissimi intercettori abbatterono infatti quasi il 50% degli aerei messi in campo dall'aviazione repubblicana, compresi molti caccia I-15 e non pochi temibili I-16 forniti a Madrid dall'Unione Sovietica. Dal luglio del 1936 al marzo del 1939, i velivoli della Legione italiana distrussero 943 tra caccia, bombardieri e ricognitori repubblicani (40 dei quali al suolo) colpendo 224 unità navali nemiche. Dal punto di vista militare, si trattò di un indiscutibile successo che costò però ai legionari italiani 175 morti e 192 feriti, più 74 caccia, 8 bombardieri, 2 assaltatori e 2 ricognitori abbattuti o distrutti. Alla fine della guerra, dei circa 730 aerei impiegati dall'Italia ne rimanevano 276 (145 inquadrati nell'Aviazione Legionaria e 131 in quella spagnola) (4). Il 12 maggio 1939, gli uomini e i mezzi dell'Aviazione Legionaria parteciparono, infine, alla grande parata della vittoria che si tenne sull'aeroporto di Barajas, vicino a Madrid. E di lì ad alcuni giorni, dopo avere ceduto i propri mezzi all'Aviazione Nazionalista spagnola, tutto il personale fece rientro in patria imbarcandosi a Cadice sulla motonave Duilio e su altre unità.
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