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MessaggioInviato: 30/08/2016, 18:59 
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Nel controllare la tariffa dell'assicurata con francobolli per Lit. 78,50, mi è venuto un dubbio sulla raccomandata espresso affrancata per complessive lit. 40 e cioè 13 francobolli da Lit. 3 + due da c. 50 totale Lit. 40. Infatti 1° porto Lit. 1+espresso Lit. 2,50+raccomandata Lit. 1.50+assicurazione di Lit. 5.000.=
(prime Lit. 200 Lit. 1,50 più 48 volte c. 75 per le Lit. 4.800 residue pari a Lit. 36) quindi: Lit.1+2,50+1,50+1,50+36 farebbero un totale di "Lit. 42,50" e non di "40" come indicato nella presentazione del documento. Poiché non sono esperto come altri nel calcolare le tariffe, invito gli intervenuti a provare anche loro a risalire alla tariffa che doveva accompagnare il documento. Se ho sbagliato mi scuso fin d'ora del tempo che avrò rubato a coloro che avessero la compiacenza di dire la loro.
Saluti cordiali, Michele Mainenti.


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MessaggioInviato: 30/08/2016, 19:51 
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michele mainenti ha scritto:
Nel controllare la tariffa dell'assicurata con francobolli per Lit. 78,50, mi è venuto un dubbio sulla raccomandata espresso affrancata per complessive lit. 40 e cioè 13 francobolli da Lit. 3 + due da c. 50 totale Lit. 40. Infatti 1° porto Lit. 1+espresso Lit. 2,50+raccomandata Lit. 1.50+assicurazione di Lit. 5.000.=
(prime Lit. 200 Lit. 1,50 più 48 volte c. 75 per le Lit. 4.800 residue pari a Lit. 36) quindi: Lit.1+2,50+1,50+1,50+36 farebbero un totale di "Lit. 42,50" e non di "40" come indicato nella presentazione del documento. Poiché non sono esperto come altri nel calcolare le tariffe, invito gli intervenuti a provare anche loro a risalire alla tariffa che doveva accompagnare il documento. Se ho sbagliato mi scuso fin d'ora del tempo che avrò rubato a coloro che avessero la compiacenza di dire la loro.
Saluti cordiali, Michele Mainenti.


La busta con i 13 francobolli da 3 Lire "Monumenti Distrutti" è una ASSICURATA per Lire 5.000 (dattiloscritto) e come tale è descritta.
Non c'è scritto da nessuna parte ASSICURATA ESPRESSA!
La tariffa è perfetta: 1 Lira per il primo porto per l'interno + L.39 per l'assicurazione.

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michele mainenti ha scritto:
Comunque per essere sicuri del tutto per le assicurate bisogna vedere se sul retro ci siano, sempre per quel poco che ne sappia, anche i sigilli neri della posta e la corda tra questi per non fare aprire le buste agli estranei. Credo comunque che in questo caso ci siano stati i sigilli neri e la corda tra di essi.
...


Non esiste alcun "sigillo nero della posta" e la legatura non era più utilizzata in RSI: i sigilli in ceralacca (nella stragrande maggioranza dei casi, per non dire nella totalità) erano realizzati con ceralacca in diverse tonalità di rosso, apposta dal mittente e non dalla posta, che poteva utilizzare anche sigilli in carta incollata al posto della ceralacca.

Restava l'obbligo per l'ufficio postale di apporre i francobolli con uno spazio fra uno e l'altro, annullandoli singolarmente, in modo da impedire che la busta potesse essere tagliata ed il taglio nascosto da un gruppo di francobolli.

Posto qualche esempio di realizzazione dei sigilli in ceralacca e di affrancatura su versi di assicurate in RSI:

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Recto e verso

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Ricercatore ha scritto:
michele mainenti ha scritto:
Nel controllare la tariffa dell'assicurata con francobolli per Lit. 78,50, mi è venuto un dubbio sulla raccomandata espresso affrancata per complessive lit. 40 e cioè 13 francobolli da Lit. 3 + due da c. 50 totale Lit. 40. Infatti 1° porto Lit. 1+espresso Lit. 2,50+raccomandata Lit. 1.50+assicurazione di Lit. 5.000.=
(prime Lit. 200 Lit. 1,50 più 48 volte c. 75 per le Lit. 4.800 residue pari a Lit. 36) quindi: Lit.1+2,50+1,50+1,50+36 farebbero un totale di "Lit. 42,50" e non di "40" come indicato nella presentazione del documento. Poiché non sono esperto come altri nel calcolare le tariffe, invito gli intervenuti a provare anche loro a risalire alla tariffa che doveva accompagnare il documento. Se ho sbagliato mi scuso fin d'ora del tempo che avrò rubato a coloro che avessero la compiacenza di dire la loro.
Saluti cordiali, Michele Mainenti.


La busta con i 13 francobolli da 3 Lire "Monumenti Distrutti" è una ASSICURATA per Lire 5.000 (dattiloscritto) e come tale è descritta.
Non c'è scritto da nessuna parte ASSICURATA ESPRESSA!
La tariffa è perfetta: 1 Lira per il primo porto per l'interno + L.39 per l'assicurazione.


A dire la verità c'è un timbro rosso con scritto raccomandata espresso, presumibilmente apposto dal mittente.
Io penso che l'ufficio postale non l'abbia nemmeno accettata come espresso, per ovvie ragioni di impossibilità ad eseguire il servizio, visto il momento. Resterebbe quindi un'assicurata semplice, affrancata per Lire 1 + 1,50 di raccomandazione + 37,50 di assicurazione. Non ci vedo grossi problemi...

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Andy66

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MessaggioInviato: 30/08/2016, 20:40 
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andy66 ha scritto:
Ricercatore ha scritto:
michele mainenti ha scritto:
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Saluti cordiali, Michele Mainenti.


La busta con i 13 francobolli da 3 Lire "Monumenti Distrutti" è una ASSICURATA per Lire 5.000 (dattiloscritto) e come tale è descritta.
Non c'è scritto da nessuna parte ASSICURATA ESPRESSA!
La tariffa è perfetta: 1 Lira per il primo porto per l'interno + L.39 per l'assicurazione.


A dire la verità c'è un timbro rosso con scritto raccomandata espresso, presumibilmente apposto dal mittente.
Io penso che l'ufficio postale non l'abbia nemmeno accettata come espresso, per ovvie ragioni di impossibilità ad eseguire il servizio, visto il momento. Resterebbe quindi un'assicurata semplice, affrancata per Lire 1 + 1,50 di raccomandazione + 37,50 di assicurazione. Non ci vedo grossi problemi...


Il timbro Raccomandata Espresso è evidentemente frutto di una predisposizione delle buste, ma quando il mittente decise di spedire la busta, la inoltrò come assicurata con recapito ordinario.
Del resto, se la tariffa per il servizio espresso non era assolta in partenza, la busta doveva viaggiare per regolamento postale per via ordinaria, come avvenne.

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MessaggioInviato: 30/08/2016, 20:46 
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Mi trovo d'accordo con Andy66 riguardo la sua disamina sul timbro rosso RACCOMANDATA ESPRESSO che verosimilmente è stato apposto dalla segretaria dello studio tecnico dopo averne dattiloscritto il fronte e apposto in alto a sinistra, il timbro (con lo stesso inchiostro) dell''indirizzo del mittente. Quindi la busta è stata inoltrata all'Ufficio postale che per i motivi già descritti, non ha preso in considerazione l'indicazione della raccomandazione, ed è stata inviata in perfetta tariffa come assicurata semplice. Distinti saluti Marangoni Riccardo.


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...e per concludere aggiungo che, se fosse stata accettata come espresso, l'ufficio mittente avrebbe applicato l'apposita etichetta mod.24

buona serata

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Andy66

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MessaggioInviato: 31/08/2016, 10:32 
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Sempre restando in tema sull'uso postale del francobollo da 3 LIRE Monumenti Distrutti vado a postare questo documento tratto da un mio catalogo d'Asta cartaceo inerente all'Asta Viennafil del 13 Novembre 2015. Si tratta di una ASSICURATA per LIRE 1300 spedita da Pozzolo Formigaro (Alessandria) in data 10 Aprile 1945 per Novi Ligure affrancato per LIRE 12,25 con 25 Cent. verde soprastampato e quartina angolo di foglio del 3 LIRE Monumenti distrutti. Distinti saluti Marangoni Riccardo.


Allegati:
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ricky1964 ha scritto:
Sempre restando in tema sull'uso postale del francobollo da 3 LIRE Monumenti Distrutti vado a postare questo documento tratto da un mio catalogo d'Asta cartaceo inerente all'Asta Viennafil del 13 Novembre 2015. Si tratta di una ASSICURATA per LIRE 1300 spedita da Pozzolo Formigaro (Alessandria) in data 10 Aprile 1945 per Novi Ligure affrancato per LIRE 12,25 con 25 Cent. verde soprastampato e quartina angolo di foglio del 3 LIRE Monumenti distrutti. Distinti saluti Marangoni Riccardo.


Senza nulla togliere alla disponibilità di ricky1964, che è sempre gentile e laborioso (per cui lo ringrazio), mi sento di dover censurare la corrispondenza "Dogliotti" perchè composta da oggetti costruiti per fini collezionistici.
Gli appassionati più esperti e smaliziati certamente non hanno bisogno di questa mia indicazione, ma preferisco intervenire per coloro che magari possono esser tentati dall'appariscenza di queste creazioni, di cui posto qualche deprecabile esempio... ben certificato.
Se a qualcuno -tipo ancaria- la mia sembrerà una crociata contro la filatelicità, si prepari alla pugna! :D


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MessaggioInviato: 31/08/2016, 14:05 
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Caro Martino non ero assolutamente a conoscenza di tutta questa corrispondenza filatelica denominata " DOGLIOTTI " in quanto non esperto di R.S.I., ed ho postato la busta trovata cercando altro su un catalogo cartaceo, per mettere in evidenza la quartina del 3 LIRE.
Sono d'accordo con te sul mettere in " allerta " i collezionisti meno esperti da tale costruzioni filateliche (io sono un purista e le creazioni filateliche artefatte le ho sempre odiate! Sono stati usati fiumi di inchiostro sulla disamina di questo tema!) che purtroppo abbondano in molti settori di storia postale e la R.S.I. (aihmè) ne è una testimonianza importante. Distinti saluti Marangoni Riccardo.


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MessaggioInviato: 31/08/2016, 16:13 
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rogerbarrett ha scritto:
Se a qualcuno -tipo ancaria- la mia sembrerà una crociata contro la filatelicità, si prepari alla pugna! :D

:) :) :) :) :) :) :) :) :)
Ciao Martino
Sebbene gli anni passino, vedo che la tua irruenza giovanile non si placa. Anzi cerca lo scontro (amichevole) anche attraverso le pagine di questo Forum.
Ben venga, così magari sarà l'occasione per sentire il parere anche degli altri Forumisti - Vuoi mai vedere che loro riusciranno a farti diventare un po' meno pseudo-TalebanFilatelico di quello che sei :lol: :lol: :lol: :lol: .

Visto che hai lanciato il sasso, ora non ritirare la manina
e comincia con lo spiegarci quando, a tuo avviso, un oggetto postale si deve considerare Filatelico.
PER NON ANDARE TROPPO FUORI TEMA, SUPPONGO SIA CONSIGLIABILE APRIRE UN APPOSITO ARGOMENTO.
Molto amichevolmente, Agostino

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Colleziono Storia Postale d'Italia dal 1943 al 1946.
Mi diverto inoltre a collezionare "Annulli a Targhetta" e Chiudilettera Antitubercolari.

Continuo ad aggiornare, anche con gli ultimi anni, la mia collezione di Francobolli d'Italia.


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MessaggioInviato: 31/08/2016, 20:46 
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Non sono d'accordo con gli intervenuti e continuo a sostenere che il documento non è in tariffa fino a quando chiunque intervenga non dimostri solo a parole ma con argomenti seri che l'assicurata sia incompatibile con il servizio espresso. Ricordiamoci che la busta riportava a caratteri cubitali: "RACCOMANDATA ESPRESSO" e la posta in partenza non ha cancellato la parola "ESPRESSO". All'arrivo il sottoscritto, ufficiale di posta) l'vrebbe tassata.
Alla prossima, sempre cordialmente, Michele Mainenti.


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Caro Michele può anche essere verosimile che l'addetto postale si sia dimenticato di depennare la dicitura ESPRESSO, tra l'altro in inchiostro rosso uguale all'intestazione, collocata proprio nello stesso spazio visivo (confondendola con l'intestazione del mittente). Ricordiamo il periodo storico in cui operavano gli addetti postali e la velocità con cui avvenivano queste operazioni (qualche decina di secondi), che richiedevano nel caso di questo tipo di inoltri maggior tempo rispetto a quelli ordinari. Saluti da Riccardo.


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michele mainenti ha scritto:
Non sono d'accordo con gli intervenuti e continuo a sostenere che il documento non è in tariffa fino a quando chiunque intervenga non dimostri solo a parole ma con argomenti seri che l'assicurata sia incompatibile con il servizio espresso. Ricordiamoci che la busta riportava a caratteri cubitali: "RACCOMANDATA ESPRESSO" e la posta in partenza non ha cancellato la parola "ESPRESSO". All'arrivo il sottoscritto, ufficiale di posta) l'vrebbe tassata.
Alla prossima, sempre cordialmente, Michele Mainenti.


Il documento in questione è una assicurata per 5.000 Lire, recapitata per posta ordinaria.
Così ha dattiloscritto il mittente e così è stato fatto dall'addetto postale nel calcolare l'importo dovuto, in perfetta tariffa.

Mi pare evidente che non sia una raccomandata espresso, visto che si tratta di una assicurata; il servizio espresso non è incompatibile con la assicurazione, ma semplicemente il mittente non pagò per tale servizio e quindi non venne contemplato nella tariffa.
Si vede forse traccia postale che provi un recapito per espresso?

Il costo del recapito espresso andava sempre pagato anticipatamente dal mittente e l'eventuale tassazione a destinazione doveva riguardare solamente l'importo mancante per coprire il porto ordinario; in assenza di copertura dell'importo del servizio espresso, la corrispondenza viaggiava come ordinaria - come avvenne a questa assicurata, senza alcuna tassa a destinazione se la tariffa per il porto ordinario era regolarmente assolta.

Questa assicurata, viaggiata quindi per posta ordinaria come ho sempre scritto, venne affrancata e viaggiò in perfetta tariffa e nel pieno rispetto del regolamento postale vigente, che lei sia d'accordo o meno.

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MessaggioInviato: 31/08/2016, 22:49 
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Analizziamo l'oggetto secondo regolamento (gentilmente correggetemi se sbaglio):

1. l'utente si presentava in posta con l'assicurata da affrancare
2. avveniva la verifica e la prima pesatura dell'oggetto da parte dell'addetto postale
3. venivano applicati i sigili, con spago e ceralacca forniti dall'ufficio
4. avveniva la seconda pesatura dell'oggetto
5. venivano apposti i francobolli ben distanziati in relazione al peso, al valore dichiarato di assicurazione ed ai servizi aggiuntivi a francatura obbligatoria (espresso, raccomandazione, assicurazione, etc..).

Cosa accadeva se il conteggio del porto di una raccomandata (n.b.: le assicurate erano ebitamente raccomandate) era stato sbagliato per difetto?
Comprenderete che la responsabilità era in capo all'addetto che l'aveva accettata, commettendo l'errore nell'affrancatura in difetto.
Una volta accettato l'oggetto partiva lo stesso con i servizi obbligatori chiesti, anche se non integralmente corrisposti per errore non imputabile al mittente, il quale errore, se veniva scoperto, l'oggetto doveva esser integrato per l'affrancatura mancante in partenza o all'arrivo, a carico dell'addetto responsabile.
Il costo dei francobolli aggiuntivi, magari persino anticipati dall'ufficio di destinazione, doveva essere risarcito dall'addetto postale che aveva commesso l'errore.
Se un "verificatore postale" fosse venuto a conoscenza del fatto (se fosse stato avvisato o se lui stesso avesse scoperto il difetto), allora avrebbe redatto un verbale dell'accaduto, a cui poi avrebbe fatto seguito relativa sanzione (pecuniaria e/o disciplinare) per il dipendente responsabile.

Fin qui l'applicazione più rigida del regolamento. Ora passiamo alla realtà dei fatti, che come spesso accade è fatta dagli uomini e assai poco dai regolamenti.

--------------------------

Ipotesi 1: l'ammanco non è stato notato.
In questo caso l'oggetto avrebbe dovuto proseguire per espresso, con solerte consegna con apposito fattorino.

Ipotesi 2
: l'ammanco è stato notato da un addetto postale all'arrivo, ma -mosso a compassione o da cameratismo professionale- per evitare i guai al suo collega che sarebbero certamente scaturiti a seguito della denuncia di questa scoperta, egli ho fatto finta di nulla:

Ipotesi 2a: l'assicurata ha proseguito come espresso - è un'ipotesi indimostrabile, in quanto non si ravvedono segni di consegna per espresso. Pare l'unica motivazione, per quanto infondata, che spiegherebbe la mancata cancellazione della parola "espresso" dal fronte dell'oggetto.
Ipotesi 2b: l'assicurata ha proseguito come posta ordinaria, applicando quanto prescritto dalla norma: verificato il mancato pagamento del servizio espresso (mancano 2.50), non fu recapitato come tale. Non resta che ipotizzare che la mancata cancellazione della parola "espresso" possa esser stata o una mera distrazione, o il mal celato timore di un addetto postale all'arrivo ad intervenire su un oggetto di un certo grado di complessità d'interpretazione della tariffa...

Considerazione finale: se il mittente, recatosi allo sportello, avesse desistito dall'originaria volontà dell'inoltro in espresso, la parola "espresso" avrebbe dovuto esser cancellata sul fronte, anche se capitava spesso che questo non avveniva.
A mio parere :D secondo regolamento l'oggetto, poichè raccomandato, avrebbe dovuto esser integrato a destino e, quindi, procedere come espresso.
Nel caso specifico, invece, finì tutto nel silenzio... e verosilmilmente l'oggeto proseguì come posta ordinaria.
A riscontro della mai tesi per cui in caso di scoperto ammanco di affrancatura a destino su una raccomandata espresso l'integrazione era dovuta ed il servizio espresso doveva esser espletato, propongo di osservare l'ultimo esempio a pag. 411 del Sirotti (seconda edizione), che mostra un integrazione di dieci centesimi a destinazione su una raccomandata in espresso.
Per chi non disponesse di quel testo perchè ci sta ammazzando le zanzare, può più comodamente osservare la stessa lettera all'esempio n°9 con approfondita didascalia qui: https://espressirsi.wordpress.com/2015/ ... i-tassati/

--------------------------

Detto ciò, passo alla fanta-storia postale :) e propongo un dubbio da leggenda metropolitana, che ancora riesco a chiarire per via della mia ignoranza :oops: .
Ricordo di aver letto che alcuni oggetti di valore (scatole di preziosi) non potevano essere affidati al recapito a domicilio: per essi vigeva l'obbligo di rimanere custoditi all'ufficio postale di arirvo, con l'accortezza di avvisare il destinatario del loro arrivo, affinchè egli si recasse personalmente a ritirarli.
Per pura ipotesi, se fosse vero, sebbero da riconsiderare i recapiti per espresso di assicurate gravate da un cospicuo certo valore dichiarato.
Vi prego di prendere con ampio beneficio del dubbio quest'ultimo paragrafo del mio intervento, perchè verosimilmente temo di essere in errore.

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Martino, non ho capito perché citi la busta a pagina 411 della seconda edizione del volume AICPM, che non ha proprio nulla a che vedere con questo caso.

L'esempio citato é una raccomandata espresso, spedita nel novembre 1944 da Bologna per Reggio Emilia, la cui tariffa sarebbe stata: 1L. + 1,50 L. raccomandazione + 2,50 L. espresso.

La busta riportava in partenza da Bologna i seguenti francobolli:

2 x 1.25 L espresso Monumenti Distrutti
1 x 10 cent Imperiale
4 x 20 cent Imperiale
5 x 30 cent "fascetto"

Quindi:

la tariffa raccomandata era coperta: 1,50 L diciamo dai 5 x 30 cent "fascetto";
la tariffa espresso era coperta da 2 x 1.25 L espresso;
la tariffa del porto ordinario era coperta per 90 cent, anziché 1 Lira come previsto dal tariffario vigente, quindi la busta venne correttamente tassata per 10 sent a Reggio Emilia (tassa semplice, bontà loro!)

Mi spieghi cosa c'entra con la mia assicurata?

Nella mia busta la tariffa espresso NON è coperta dal mittente, quindi la assicurata NON è viaggiata per espresso, come da regolamento e perciò era in perfetta tariffa per il porto ordinario.

Sulla busta potevo anche scrivere Posta Aerea, ma ciò non significa che la busta dovesse viaggiare per posta aerea...
Ciao

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Purtroppo non è facile trovarne altre più pertinenti, per scarsità del mio archivio :)
Cito quell'esempio, perchè sostengo (magari a torto) che a mio parere -secondo regolamento- l'oggetto, poichè raccomandato, se fosse stato scoperto l'ammanco a destino avrebbe dovuto esser integrato e, quindi, procedere come espresso, proprio perchè l'addetto che accettava una raccomandata si faceva carico di eventuali errori nel calcolo dell'affrancatura.

Provo a far un esempio, così magari riusciamo a coinvolgere anche altri.
Pensiamo ad una busta integralmente non affrancata, con la scritta raccomandata espresso sul fronte, che venisse accettata, etichettata ed elencata da un addetto (ubriaco? :) "Lugana!" -cit.: Lucio), come verrebbe tratta a destino? Io penso che verrebbe completamente integrata a carico dell'addetto accettante, che per allora avrà smaltito la sbornia e se vedrà con le sanzioni.
Io immagino che sarà integrata per i porti e per i servizi per i quali è stata accettata: raccomandazione ed espresso.
Se fosse nel primo tariffario di RSI e considerassimo ipoteticamente un solo porto, avremmo: 50 cent. di porto + 1.25 di raccomandazione chiusa + 1.25 lire di espresso = 3 lire a carico del beone :) .

Non voglio volgere l'onere della prova a te, ma temo che non sia facile trovare una raccomandata tassata per il doppio del porto mancate. Mi apr di ricordare che le poche viste fossero solo integrazioni.
Se quella che ti chiedo non si trova, la sua assenza di certo non provarà che io abbia ragione (non dispongo di altri esempi, visto che raramente sbagliavano le raccomandate e poi le integravano a destino... come quella che ti ho mostrato), ma almeno potrebbe indurti a credere che io potrei non aver torto :) .
Se mi sbaglio...mi corriggerete (C.W.) :) ..ed assieme avremo imparato qualcosa di nuovo, tutt'altro che scontato.
Poi siam qui per confrontarci e migliorarci: benvengano le lezioni.

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rogerbarrett ha scritto:
Purtroppo non è facile trovarne altre più pertinenti, per scarsità del mio archivio :)
Cito quell'esempio, perchè sostengo (magari a torto) che a mio parere -secondo regolamento- l'oggetto, poichè raccomandato, se fosse stato scoperto l'ammanco a destino avrebbe dovuto esser integrato e, quindi, procedere come espresso, proprio perchè l'addetto che accettava una raccomandata si faceva carico di eventuali errori nel calcolo dell'affrancatura.

Provo a far un esempio, così magari riusciamo a coinvolgere anche altri.
Pensiamo ad una busta integralmente non affrancata, con la scritta raccomandata espresso sul fronte, che venisse accettata, etichettata ed elencata da un addetto (ubriaco? :) "Lugana!" -cit.: Lucio), come verrebbe tratta a destino? Io penso che verrebbe completamente integrata a carico dell'addetto accettante, che per allora avrà smaltito la sbornia e se vedrà con le sanzioni.
Io immagino che sarà integrata per i porti e per i servizi per i quali è stata accettata: raccomandazione ed espresso.
Se fosse nel primo tariffario di RSI e considerassimo ipoteticamente un solo porto, avremmo: 50 cent. di porto + 1.25 di raccomandazione chiusa + 1.25 lire di espresso = 3 lire a carico del beone :) .

Non voglio volgere l'onere della prova a te, ma temo che non sia facile trovare una raccomandata tassata per il doppio del porto mancate. Mi apr di ricordare che le poche viste fossero solo integrazioni.
Se quella che ti chiedo non si trova, la sua assenza di certo non provarà che io abbia ragione (non dispongo di altri esempi, visto che raramente sbagliavano le raccomandate e poi le integravano a destino... come quella che ti ho mostrato), ma almeno potrebbe indurti a credere che io potrei non aver torto :) .
Se mi sbaglio...mi corriggerete (C.W.) :) ..ed assieme avremo imparato qualcosa di nuovo, tutt'altro che scontato.
Poi siam qui per confrontarci e migliorarci: benvengano le lezioni.


Il problema, Martino, è solo capire la forza probante dell'esempio portato: se come esempio si porta un caso in cui il regolamento postale venne completamente disatteso, significherebbe forse che il regolamento non vigesse più per tutti?
No, ovviamente.

Non servono, quindi, gli esempi di questo o di quel caso, a maggior ragione se difficili da trovare (quindi essi stessi, per definizione, eccezioni e non regola), ma serve capire un fatto fondamentale: una busta è in tariffa quando la tariffa rispecchia esattamente il costo previsto dal tariffario vigente in quel momento per i servizi di cui la busta effettivamente godette, alla luce dei fatti POSTALI oggettivi presenti sulla busta (niente fantasie e niente costruzioni ipotetiche).

Ti posto un esempio per farti capire cosa intendo: applicheresti la tua ipotesi di tassazione di un espresso basandoti su questo esempio? :roll: :roll: :roll: 8-)

Questa busta viaggiò forse per espresso?
Perché una tassazione doppia del teorico importo della busta primo porto per l'interno viaggiata per espresso, cioè L. 3,50 (L.1,75+L1,75)?
Dove è scritto che andava applicata una normativa simile?

Immagine

Immagine

Ovviamente ai più smaliziati non sarà sfuggito che:

- i francobolli scaduti di validità non sono stati annullati;
- i francobolli non annullati avrei potuto applicarli io;
- manca l'indirizzo del destinatario;
- al retro non c'è manoscritto l'indirizzo del "vero mittente";
- non è presente alcun timbro con l'indirizzo cui restituire la posta inesitata;
- sono presenti 4 indirizzi del mittente e non si sa quale sia quello giusto;
- manca persino l'indicazione di espresso!

La busta da dove sarà partita? Milano, Torino, Genova o Roma? :lol: :lol: :lol:
Forza, ricominciamo con la sarabanda dei commenti :twisted:

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Ultima modifica di Ricercatore il 01/09/2016, 17:52, modificato 3 volte in totale.

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Ricercatore ha scritto:
...
- manca l'indirizzo del destinatario;
- al retro non c'è manoscritto l'indirizzo del "vero mittente";
- non è presente alcun timbro con l'indirizzo cui restituire la posta inesitata;
- sono presenti 4 indirizzi del mittente e non si sa quale sia quello giusto;
- manca persino l'indicazione di espresso!
La busta da dove sarà partita? Milano, Torino, Genova o Roma?
Forza, ricominciamo con la sarabanda dei commenti

Per quanto riguarda la busta tassata, direi che una parte degli interrogativi non ha forse ragione di essere:
1) nel paesino di Mati Canavese (il comune, il cui nome originario di Mathi venne 'italianizzato' in Mati nel 1939, aveva meno di tremila abitanti) immagino che tutti sapessero dove recapitare la posta delle cartiere e che la famiglia Bosso avesse un ruolo sociale di particolare spicco. Su una cartolina presa a caso dal web come illustrazione del paese viene proposta ''Villa Bosso'' !
Allegato:
mati.JPG
mati.JPG [ 150.94 KiB | Osservato 6437 volte ]

2) come mittente ai fini postali figura a stampa la ragione sociale dell'azienda che ha sede a Torino (anche se ha filiali sparse altrove)
3) la mancanza dell'indicazione ''espresso'' non sarebbe fondamentale; in teoria almeno, l'uso del francobollo espresso gia' da' testimonianza dell'intenzione del mittente (anche se in quel periodo l'uso dei francobolli per servizi come francobolli ordinari si fece assai frequente)
Il pezzo continua peraltro a presentare interrogativi (oltre a tutto a me sembra di leggere l'annullo di partenza come ''Mondovi' Breo'', rione di Mondovi' dotato di ufficio postale in provincia di Cuneo).... Tuttavia nel dizionario biografico Treccani leggo che il fondatore dell'azienda Giacomo Bosso fra le sue prime attivita' imprenditoriali acquisto' una cartiera a Torre Mondovi' cui aggiunse poi quella di Mathi Canavese.

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Riccardo Bodo


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Ciao Riccardo,
sono assolutamente convinto che certe obiezioni siano del tutto inconsistenti e non abbiano motivo di essere poste, ma siccome sembra che qualcuno si diverta nel trascinare le discussioni con obiezioni del tutto risibili, questa volta ho anticipato gli interventi, condendoli con qualche faccina, giusto per far capire che stavo ironizzando.

Se non è chiaro a cosa mi riferisco, dai un'occhiata alla discussione sulla busta doppio porto nel distretto viaggiata per posta pneumatica a Milano.
:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Un salutone e grazie per il tuo intervento, sempre cristallino nella spiegazione. Ciao

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