Devo dire che, prima di leggere gli articoli del Socio Gabbini sulla nostra rivista, non avevo mai neanche preso in considerazione che la sopratassa aerea potesse applicarsi a scaglioni di 15 grammi come per il territorio metropolitano.
L'unica cosa che non capivo era come mai una certa quantità di corrispondenza, specie cartoline, fosse affrancata 1 lira per il porto aereo.
Sono quindi assolutamente d'accordo con quanto hai riportato qui sopra ed è esattamente la tesi che sostengo nella mia collezione che esporrò a Vasto, supportata da documentazione d'epoca.
Peraltro credo che ci siano alcuni elementi decisivi che avvalorano la tesi tua e mia:
- l'uso generalizzato delle buste e dei fogli di carta da lettere speciali per la posta aerea, che sarebbe stato superfluo se la tariffa fosse stata di 50 centesimi ogni 15 grammi
- la percentuale abnorme di affrancature "sbagliate" che deriverebbe dall'assunto che la tariffa fosse di 50 centesimi ogni 15 grammi. (57 su 136 secondo Gabbini)
- le affrancature delle lettere raccomandate: se è plausibile che i privati potessero sbagliare ad affrancare una lettera o una cartolina, lo è molto meno che a sbagliare fossero, in maniera sistematica, gli ufficiali postali.
Rivedendo le statistiche di Gabbini da questo nuovo punto di vista, scopriremmo che i documenti affrancati in eccesso si ridurrebbero ad una manciata e sono prevalentemente cartoline. Non va peraltro dimenticato che spesso i mittenti affrancavano in eccesso per "arricchire" la corrispondenza utilizzando più francobolli di diverse colonie, da cui la grande varietà di affrancature che si riscontra.
Vediamo ad esempio come si risolverebbe l'apparente enigma di questo plico appartenente alla collezione di Gabbini e pubblicato nell'articolo dello stesso autore "I servizi postali all'interno dell'AOI" nel n. 94 della rivista dell'AICPM
immagine pubblicamente consultabile nel sito dell'AICPM
A parte che di affrancature più alte di questa ne ho viste in quantità, questo plico affrancato per 42 Lire, a mio parere non pesava 1.100 grammi (cosa piuttosto difficile, viste le dimensioni) e non era affrancato in eccesso (perché avrebbero dovuto scriverci sopra L. 42?)
Io penso che si tratti in realtà (o meglio, si trattava quando c'erano tutti i francobolli) di un plico di manoscritti raccomandati in perfetta tariffa del peso di 400 grammi: 0,60 (Manoscritti fino a 200 gr) + 0,20 x 4 (ogni 50 gr in più) + 0,60 (raccomandazione) + 0,50 x 80 (porti aerei) = L. 42,00
Teniamo comunque conto che Emanuele Gabbini, nel 2005, ha potuto censire solamente 136 documenti viaggiati per via aerea all'interno dell'AOI, mentre oggi, grazie alla rete, abbiamo a disposizione una base di dati molto più ampia. Sono quasi certo che, alla fine del censimento che stiamo portando avanti qui
viewtopic.php?f=22&t=2516, supereremo il totale di 250 pezzi che Emanuele Gabbini ipotizzava fossero i documenti ancora esistenti ai giorni nostri.