cari amici,
ho appeno letto la mail dell'AICPM nella quale si fa riferimento ad un disavanzo positivo di cassa, per il quale l'associazione ha deciso di regalare copie del libro sulla Libia.
Un regalo è pur sempre un regalo, per cui ben venga!
A voler ben guardare va debitamente premesso che un libro nuovo costituisca una buona acquisizione -in regalo ancora meglio!
- nella circostanza in cui questo rientri negli interessi di chi lo vorrà leggere. Se, infatti, ci regalassero la biografia del Gabibbo
, molti di noi difficilmente riuscirebbero persino a sfogliarla... figuriamoci ad apprezzarla!
Regalare libri è, quindi, decisamente difficile perchè presuppone una conoscenza dei gusti del destinatario che raramente è possibile, se non fra stretti amici.
Regalar libri resta una scommessa azzardata: vale la pena rischiare?
E' per giunta vero che chiunque aveva intenzione di acquistare e leggere il testo sulla Libia sicuramente l'avrà già prenotato, mentre gli altri soci che lo avranno scientemente evitato
probabilmente non dovrebbero potersi considerare interessati.
Grattandomi il capo, mi chiedo qui in pubblico:
non c'erano modi più costruttivi per investire quel disavanzo di cassa?In più occasioni, ad esempio, abbiamo lamentato la necessità di ristrutturare il forum, riorganizzandolo: si poteva pensare a remunerare qualche esperto di siti web?
Questa mia proposta di spesa alternativa è soltanto la prima che m'è tornata in mente (in qualche modo avevamo già avviato l'idea di un progetto di riorganizzazione), e probabilmente non sarà nemmeno la migliore: in un periodo che non brilla per l'offerta (circoli ed associazioni fanno fatica a riunirsi ed a produrre attività utili ai soci), mi sono semplicemente domandato se
spendere denaro per un libro non chiesto possa costituire l'interesse della maggioranza dei soci.
Un'ulteriore alternativa di spesa sarebbe potuta compiere sulle aste sociali, che mostrano partecipazione e buoni risultati: sembrano un buon veicolo per coinvolgere tanti collezionisti e fidelizzarli all'associazione.
Un'ultima proposta, e poi mi fermo, potrebbe essere quella di sviluppare un progetto per riunire la digitalizzazione di più riviste sociali sotto un'unica biblioteca consultabile on line dai vari soci: a chi non piacerebbe un'indicizzazione unica sui testi specializzati nei vari ambiti?
Ovviamente non credo di scoprire la proverbiale acqua calda: le mie idee non sono nuove, ma con un po' di denaro potrebbero sembrare più fattibili.
Lo scrivo con tutta la gentilezza possibile, perchè l'interesse non produrre sterile polemica, ma sensibilizzare i soci al tema e suscitare riflessioni da condividere a confronto qui fra quanti vorranno intervenire.
Magari il volume sulla Libia sarà anche un ottimo testo, ma merita un investimento collettivo? A chi andranno i proventi della sua vendita?