Riflessioni sparse a voce alta e di getto, quindi ci saranno imprecisioni di sicuro.
Si certo David, fu precettato , lo si legge nell'indirizzo che restò per volere delle autorità italiane, ho sbagliato nello scrivere che restò volontariamente.
Il personale medico era cmq tutelato e particolarmente apprezzato anche dei nemici, vista la situazione e quindi avrà prevalso il senso del dovere (perchè chi controllava la precettazione durante l'occupazione?
). Forse non eroe, ma comunque "beyond the enemy lines"....
Ancora il timbro poteva essere stato messo in salvo dall'ufficiale postale e riutilizzato appena riaperto l'u.p.(se chiuso); e d'altronde in A.O.I. gli uffici postali italiani funzionarono anche durante l'occupazione britannica ed utilizzarono proprio i timbri italiani per molto tempo ancora. Come era garantito dagli occupanti una presenza sanitaria, avrebbero potuto usufruire delle strutture postali? Avrebbero potuto saccheggiare (attenzionare), ma avrebbero potuto anche sfruttare qualsiasi cosa in quei tempi di carenza di tutto (vedasi cartoline decapitate in AOI o ns. franchigie utilizzate come comunicazioni di cattura in A.S.).
Il timbro riporta l'ora (ore 10), non ha indicazione di E.F. (ma poteva essere già così di suo).
Il giorno di entrata mi risulta il 4, ma non sono andato a vedere nei diari e nella memorialistica.
Piuttosto in questo sito, di cui allego il link, si dice che durante l'occupazione gli australiani praticamente distrussero tutto...
https://archiviostoricogalvanin.altervi ... 1941-1942/Evidentemente si, i sacchi postali , come "genere di ristoro", viaggiarono assieme alle truppe, almeno in questo particolare caso...d'altronde non vedo segno alcuno che rimandi ad istradamento tramite Croce Rossa.