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 Oggetto del messaggio: PRIGIONIERI ITALIANI IN GRAN BRETAGNA
MessaggioInviato: 29/01/2022, 17:37 
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Iscritto il: 09/09/2012, 20:39
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nonostante aver scorso le 15 pagg. del subforum, non ho visto un argomento generale inerente. Lo inizio, con l'augurio che anche per questa importante parte del forum l'amministratore riesca in una riorganizzazione per temi ampi (suggerisco la basilare differenziazione temporale ww1 e ww2 per esempio e anche qui per aree di concentramento); gli esperti di questa area sapranno sicuramente essere di aiuto, anch'io rimango a disposizione.

Inserisco uno dei moduli utilizzati per la corrispondenza, in questo caso il Gp.698 stampato nel 1941 in 45mila esemplari. Usato il 3/4/42.

Notizie sui campi e la modulistica possono essere reperite nel libro di Luciano Previato edito nel 2000 dal CIFR (Centro Italiano Filatelia Resistenza).


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MessaggioInviato: 26/04/2022, 10:36 
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questa altra viene da un pow italiano inquadrato in un Italian Labour Battalion a guerra finita. Dal campo 148 Castlethorpe Hall Camp nel Lincolnshire.
Scritta su normale modulo Army Form W.3493 tipo con stampigliature Great Britain e Service des prisonniers de guerre.
Vista la tarda data fa però parte delle ultime stampate che Previato indica per l'edizione del 1945 in color nocciola pallido, mentre questa è come usuale in carta bianca.


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MessaggioInviato: 01/06/2022, 8:16 
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Suppongo che di questo documento possa essere utile lasciare traccia: proviene da una recente vendita.
Da quel poco che leggo, si dovrebbe trattare di un italiano che scrive dall'RSI verso il campo di concentramento n°28 in Gran Bretagna utilizzando il servizio di trasporto aereo (2.50lire): allego anche stralcio della rivista sociale per offrire maggiori dettagli.


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MessaggioInviato: 01/06/2022, 15:44 
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Iscritto il: 09/09/2012, 20:39
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veramente un bel pezzo, mi immagino vista la cronologia e la destinazione estera che abbia avuto anche un bel riscontro monetario in asta.
il campo 28era il Knightharpe Camp, Ashby Road, Longhborough, Leicester.


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MessaggioInviato: 04/06/2022, 11:22 
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p.m.pistoia ha scritto:
veramente un bel pezzo, mi immagino vista la cronologia e la destinazione estera che abbia avuto anche un bel riscontro monetario in asta.
il campo 28era il Knightharpe Camp, Ashby Road, Longhborough, Leicester.


Grazie per l'indicazione, ma il "riscontro monetario" è ancora in divenire: francamente non ne ricordavo verso questa destinazione, con tutta l'accortezza che merita il tema.
Sull'argomento, infatti, si è provato più volte a confrontarci fra collezionisti di storia postale di RSI, ma senza giungere ad un effettivo punto di vista coralmente condiviso: la posta dei prigionieri, in quanto inoltrata attraverso i canali umanitari della Croce Rossa, non attraversava i confini seguendo le linee di posta ordinaria. Per alcuni questi documenti sarebbero, dunque, su un piano di minore pregio economico, perchè benché testimoni di un fatto storico-postale del loro tempo non sono oggetti che dimostrano l'esistenza di un effettivo collegamento postale di corrispondenza civile.

Vorrei provare ad argomentare meglio il concetto magari senza sembrare che mi stessi arrampicando buffamente sugli specchi :D , per cui provvederei ad un esempio.
Proprio il messaggio in questione, indirizzato ad un campo della zona di Leicester (Gran Bretagna) costituisce una destinazione non raggiungibile (dio mio... erano in guerra! :D ) dalla posta civile dell'RSI: una destinazione altrimenti impossibile, se non per i soli messaggi destinati all'inoltro con i canali della Croce Rossa.
Medesime considerazioni si potrebbero fare per i messaggi per gli Stati Uniti, per l'India, l'Africa...

Se da un lato è coerente rappresentare in una collezione di storia postale di RSI l'esistenza di questo servizio, dall'altro vi dovrebbe essere un'opportuna distinzione di valutazione fra oggetti "forwarded" (diranno forse così quelle bravi? :) ) e gli altri invece recanti dimostrazione del funzionamento del collegamento con i paesi alleati o neutrali.

Ovviamente sarà solo il collezionista che, in fine, potrà definire personalmente la misura economica di tale distinzione che dovrebbe esserci nei fatti, ma potrebbe anche non manifestarsi nei criteri di valutazione economica.

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