p.m.pistoia ha scritto:
veramente un bel pezzo, mi immagino vista la cronologia e la destinazione estera che abbia avuto anche un bel riscontro monetario in asta.
il campo 28era il Knightharpe Camp, Ashby Road, Longhborough, Leicester.
Grazie per l'indicazione, ma il "riscontro monetario" è ancora in divenire: francamente non ne ricordavo verso questa destinazione, con tutta l'accortezza che merita il tema.
Sull'argomento, infatti, si è provato più volte a confrontarci fra collezionisti di storia postale di RSI, ma senza giungere ad un effettivo punto di vista coralmente condiviso: la posta dei prigionieri, in quanto inoltrata attraverso i canali umanitari della Croce Rossa, non attraversava i confini seguendo le linee di posta ordinaria. Per alcuni questi documenti sarebbero, dunque, su un piano di minore pregio economico, perchè benché testimoni di un fatto storico-postale del loro tempo non sono oggetti che dimostrano l'esistenza di un effettivo collegamento postale di corrispondenza civile.
Vorrei provare ad argomentare meglio il concetto magari senza sembrare che mi stessi arrampicando buffamente sugli specchi
, per cui provvederei ad un esempio.
Proprio il messaggio in questione, indirizzato ad un campo della zona di Leicester (Gran Bretagna) costituisce una destinazione non raggiungibile (dio mio... erano in guerra!
) dalla posta civile dell'RSI: una destinazione altrimenti impossibile, se non per i soli messaggi destinati all'inoltro con i canali della Croce Rossa.
Medesime considerazioni si potrebbero fare per i messaggi per gli Stati Uniti, per l'India, l'Africa...
Se da un lato è coerente rappresentare in una collezione di storia postale di RSI l'esistenza di questo servizio, dall'altro vi dovrebbe essere un'opportuna distinzione di valutazione fra oggetti
"forwarded" (diranno forse così quelle bravi?
) e gli altri invece recanti dimostrazione del funzionamento del collegamento con i paesi alleati o neutrali.
Ovviamente sarà solo il collezionista che, in fine, potrà definire personalmente la misura economica di tale distinzione che dovrebbe esserci nei fatti, ma potrebbe anche non manifestarsi nei criteri di valutazione economica.