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MessaggioInviato: 30/09/2017, 18:58 
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Iscritto il: 09/09/2012, 20:39
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concordo con la lettura di Maria, due documenti interessanti. grazie Yoda22.
ci raccontano di due campi di raccolta nel momento della liberazione degli internati/ex pow.
certamente vedessimo anche qualche corrispondenza da quei luoghi...rare a dir poco!


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MessaggioInviato: 22/11/2017, 20:28 
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Alla moglie a Porto Said il 24/7/1944 scrive un internato a Fayed - Egitto


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MessaggioInviato: 16/11/2019, 15:52 
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marittimo imbarcato sul Conte Verde internato a Shangai , la lettera inviata al colonnello del Genio Navale Giuseppe Ceretti a La Spezia da suo ex attendente ora cuoco sul transatlantico, prigioniero sbarcato , per la interessante storia dell'internamento rimando a http://conlapelleappesaaunchiodo.blogsp ... verde.html
la lettera partita da Shangai il 14/11/1940 arrivò a La Spezia il 13/12.


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MessaggioInviato: 16/11/2019, 22:46 
Una cosa che mi sorprende non poco: la lettera di un internato italiano a Shangai messa in una busta con destinatario ed indirizzo indicati a stampa. Oltre che cuoco, l'internato era anche tipografo?
Michele


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MessaggioInviato: 17/11/2019, 0:40 
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Iscritto il: 09/09/2012, 20:39
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Del fatto che il mittente fosse un internato,non ho dubbi,il fatto che avesse stampato l' indirizzo del destinatario è una particolarità che non inficia la rarità del pezzo, anzi.
Può essere che essendo stato attendente del colonnello ed avendo interessi in comune con lui, avesse predisposto buste già pre stampate (stampate in Italia) e che via via ne usufruisse durante i viaggi che il transatlantico svolgeva sulle rotte usuali, che erano quelle dell'estremo oriente ( collegamento tra Trieste e Shanghai attraverso Suez, Bombay, Colombo, Singapore e Hong Kong).


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MessaggioInviato: 17/11/2019, 11:08 
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Comunque, anche per gli altri che leggono il thread, ecco qua una ulteriore busta, senza indirizzo "pre stampato".
Non vorrei si pensasse che sono un taroccatore o uno sprovveduto.....partecipo al forum per fare due chiacchiere come al bar e passare del tempo (prezioso), se devo stare attento a ciò che ci faccio lo lascio ad altri. ciao ciao.


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MessaggioInviato: 17/11/2019, 14:56 
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Enrico, non essere troppo permaloso! Noi siamo abituati a vedere posta di chi scriveva con molta frequenza alla stessa persona , come le famiglie dei prigionieri guerra, con gli indirizzi predisposti in tipografia. È normale che chi non maneggia posta di tipo ripetitivo si stupisca. Questo non significa che sta mettendo in dubbio l'autenticità del pezzo, semplicemente non gli è familiare quell'abitudine postale.
Complimenti per i 2 pezzi, sei il solito fortunato.


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MessaggioInviato: 17/11/2019, 15:05 
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grazie Maria dei complimenti, fatti da te che sei una esperta di prigionieri valgono doppio :D


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MessaggioInviato: 17/11/2019, 16:49 
p.m.pistoia ha scritto:
Del fatto che il mittente fosse un internato,non ho dubbi,il fatto che avesse stampato l' indirizzo del destinatario è una particolarità che non inficia la rarità del pezzo, anzi.
Non ho minimamente voluto mettere in discussione la rarità del pezzo e tanto meno la sua autenticità. Ma continuo ad essere sorpreso dal fatto che un internato si sia portato dietro le buste prestampate nel suo luogo di internamento. Evidentemente sbarcando dal Conte Verde si è portato dietro un bagaglio talmente striminzito da avere spazio per le sue indispensabili buste prestampate.
Ma sono veramente basito dalla reazione di Enrico e ringrazio Maria per aver cercato di riportarlo con i piedi per terra.
Michele


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MessaggioInviato: 17/11/2019, 18:04 
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I marinai del Conte Verde non erano rinchiusi in un campo di internamento. Erano bloccati con la loro nave in un porto, Shangai, che era sotto il controllo del Giappone, che aveva sottoscritto un patto di alleanza con l'Italia. Le lettere sono della fine del 1940, non successive all' armistizio del 1943.
Non per questo sono meno interessanti.


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MessaggioInviato: 17/11/2019, 20:47 
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MessaggioInviato: 18/11/2019, 10:57 
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Le vicende dei marittimi delle navi impossibilitate a rientrare nel Mediterraneo a causa della dichiarazione di guerra dell'Italia nel giugno '40 sono così complesse che meriterebbero una discussione specifica. Fin da subito la sorte fu diversa a secondo che fossero costretti ad approdare in porto nemico (Gran Bretagna, Canada, Palestina, Sud Africa, Australia, ecc.), in porto amico o in porto neutrale. Ma alleanze, neutralità e vicende politiche dell'Italia, nel corso del conflitto, cambiarono ed anche coloro che erano approdati in porto amico, come nel caso di Shangai, si trovarono in porto potenzialmente ostile, se non optanti per la R.S.I.
La busta che posto è testimonianza del caso di navi che approdarono in porto neutrale, in particolare è una delle molte che erano alla fonda negli Stati Uniti.
Nonostante la neutralità, gli Stati Uniti requisirono le navi italiane fin dalla fine di marzo del 1941, quasi 9 mesi prima di trovarsi in guerra con l'Italia. I marittimi che si opposero, con sabotaggi delle navi, furono incarcerati.
La busta che allego fu spedita dall'Italia il 7 ottobre del '41, diretta ad un marittimo della nave "Alberta", che, prima del sequestro, aveva indirizzo presso l'Italian Line a New York.
Come si può vedere dal timbro rosa su 3 righe, il marittimo in questione riceverà la sua lettera nella prigione federale di Petersburg, in Virginia.
La busta mi sembra interessante non tanto per la destinazione, che è la più comune tra la posta delle navi rimaste fuori dal Mediterraneo, quanto per una serie di elementi tra il politico e il postale.
La busta è affrancata 4 lire (1,25 per la lettera I porto e 2,75 per la tassa aerea), fu imbucata il 7 ottobre '41 a Trieste, censurata l'11 ottobre a Roma dall'Ufficio di Censura del Ministero della Marina (non dall'Ufficio censura posta Estera I, trattandosi di un marinaio), e il 28 ottobre '41 si trova a New York, come dimostra il timbro postale. Viaggiò, quindi, effettivamente per posta aerea. Gli Stati Uniti non la sottoposero nemmeno a censura. Nonostante un atto ostile come il sequestro di una decina di navi e l'incarcerazione di parecchie decine di italiani, tra l'Italia e gli Stati Uniti tutto procedeva come tra 2 Paesi che non avevano alcuna ostilità. 2 mesi dopo, la guerra, dichiarata dall'Italia.


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MessaggioInviato: 18/11/2019, 11:24 
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Iscritto il: 30/10/2012, 14:25
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Un documento molto interessante Maria. Grazie per averlo condiviso con il Forum.
Roby


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MessaggioInviato: 18/11/2019, 12:33 
mariamar ha scritto:
I marinai del Conte Verde non erano rinchiusi in un campo di internamento. Erano bloccati con la loro nave in un porto, Shangai, che era sotto il controllo del Giappone
Questo cambia completamente la prospettiva: quindi non un internato in un campo, ma un internato a bordo della sua nave e di cui continua a utilizzare le attrezzature, tra cui verosimilmente c'era anche la tipografia di bordo, ormai non impegnata per il lavori destinati ai passeggeri e quindi disponibile per lavori come la stampa degli indirizzi sulle buste della corrispondenza dell'equipaggio (almeno di qualche membro).
Roby2000 ha scritto:
Un documento molto interessante Maria. Grazie per averlo condiviso con il Forum.
Roby
E questo lo condivido totalmente.
Michele


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MessaggioInviato: 18/11/2019, 16:01 
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Iscritto il: 11/10/2014, 12:23
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Ho letto che eccezionalmente parte della corrispondenza di alcune navi fu trasportata in valigia diplomatica: una buffa circostanza.
Spero francamente che p.m.pistoia continui ad intervenire, sennò altrimenti a Verona mi toccherà inseguirlo per tutta la fiera per fargli il solletico :)


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MessaggioInviato: 18/11/2019, 19:56 
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Iscritto il: 09/09/2012, 20:39
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Riposto l'iniziale link con la storia del Conte Verde, una storia veramente bella, per chi la vuole leggere, che spiegava bene la situazione particolare della nave; nel sito indicato anche la lista dei relativi deceduti in prigionia, se qualcuno avesse ulteriori corrispondenze.
http://conlapelleappesaaunchiodo.blogsp ... verde.html
io non so se vi fosse a bordo una tipografia, può darsi, visto che nei lunghi viaggi avranno avuto da stampare inviti, menù e quantaltro...comunque sbarcando a Shangai anche un cuoco avrebbe ugualmente potuto usufruire di tale servizio in città. Non ho trovato nelle schede delle navi, oppure ricerca con riferimento alle compagnie di navigazione, specifiche circa la presenza di tale servizio a bordo.

Per quanto riguarda le navi internate rimando al bel articolo di Antonio Pasquini apparso sulla nostra rivista qualche anno fa, coloro che hanno partecipato a questo thread sicuramente già lo conoscono ma per gli altri il rimando è al sito AICPM, rivista n.123 (2012).

Mi associo ai complimenti per il pezzo di Maria e a Martino, grazie per l'articolo riprodotto, dico che non mi dovrà rincorrere a Verona, con gli amici mi trovo sempre volentieri.


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MessaggioInviato: 19/11/2019, 16:57 
p.m.pistoia ha scritto:
io non so se vi fosse a bordo una tipografia, può darsi, visto che nei lunghi viaggi avranno avuto da stampare inviti, menù e quantaltro...comunque sbarcando a Shangai anche un cuoco avrebbe ugualmente potuto usufruire di tale servizio in città. Non ho trovato nelle schede delle navi, oppure ricerca con riferimento alle compagnie di navigazione, specifiche circa la presenza di tale servizio a bordo.
Non ho evidenze della presenza di una tipografia a bordo del "Conte Verde" ma tale attrezzatura era molto diffusa sui transatlantici e se su quelli con pochi posti di 1ª classe forse si limitava ad una pedalina con composizione manuale di menù, inviti e liste passeggeri, sulle navi maggiori c'era addirittura la linotype, con cui si preparava un quotidiano con le notizie ricevute via radio e questo già dagli anni 20. Per quella postbellica dell'Andrea Doria, si veda http://www.linotipia.it/oceano.htm .
Michele


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MessaggioInviato: 01/09/2022, 16:05 
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Messaggio spedito da Aquilonia (Avellino) ad una religiosa residente a Malta , il 14/12/1941. Inoltrata a Roma , bollo : Ufficio Prigionieri-Ricerche e Servizi Connessi della CR , riparte da Roma il 16/1/42 e giunge alla sede centrale della CR di Ginevra il 20/4/1942 ( Bollo + datario). Presente anche il bollo di censura italiano .
A destino riceve l'annullo della censura inglese ma il destinatario non viene rintracciato per cui la missiva viene rispedita al mittente . All'arrivo ad Aquilonia viene protocollata dal comune di Aquilonia il 15/10/42 come attesta il bollo di archiviazione al recto e l'appunto dattiloscritto appuntato : "Destinatario Sconosciuto all'Indirizzo".


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MessaggioInviato: 02/09/2022, 13:56 
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Iscritto il: 08/09/2012, 13:53
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Bellissima, destinazione molto rara. Bisognerebbe approfondire perché non fu consegnata, perché esiste una vicenda di deportazione in Uganda di maltesi di origini italiane e di sentimenti filoitaliani, anche se mi sembra difficile che possa aver coinvolto una suora. Esiste anche una consuetudine inglese di raggruppare i religiosi di una certa area, per esempio in India furono raggruppati missionari italiani provenienti dalla Birmania e da altre zone del sud est asiatico sotto controllo inglese. Quest’ultima mi pare un’ipotesi praticabile, ma non so quanto probabile per una donna. Ho trovato un esempio in India di missionaria italiana non internata.
In conclusione, dopo tutte queste ipotesi, accontentati del tuo interessantissimo documento, non si può avere tutto dalla vita.


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MessaggioInviato: 02/09/2022, 15:48 
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Iscritto il: 30/08/2018, 13:13
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Grazie Maria !

Si sembra che gli Italiani residenti a Malta furono deportati in Uganda nel 1940.
http://www.intratext.com/IXT/ITA2413/_P4.HTM
Questo documento lo devo ancora esaminare , possibile trovare qualche indicazione.
Tu lo conosci già ?

https://www.archivioapostolicovaticano. ... 2_vol1.pdf


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