Si tratta di una corrispondenza molto interessante, proveniente da una zona, il Nyasaland, un protettorato britannico, in cui vi erano pochissimi prigionieri, poche decine. E' probabile si tratti di un civile che era impegnato in qualche attività lavorativa al momento in cui l'Italia dichiarò la guerra e quindi internato. Successe la stessa cosa anche nel Congo Belga, in quel caso i lavoratori erano un po' di più e i campi sono più numerosi, ma ugualmente rara la corrispondenza da essi proveniente. L'utilizzo di strutture e moduli della Croce Rossa della Rodesia del Sud credo sia dovuto al fatto che nel Nyasaland non ve ne erano, data la scarsa consistenza dei prigionieri. I timbri della censura egiziana non devono stupire, appaiono molto spesso sulla posta degli internati civili proveniente o diretta in Africa, l'Egitto era un po' il crocevia di questa posta. Più difficile spiegare il timbro della censura USA, la prima ipotesi che mi viene è che ci sia stato un errore nell'avviamento, cioè che gli impiegati postali italiani non abbiano compreso, quella volta, che il Nyasaland era in Africa. Un altro elemento interessante che si rileva è il fatto che l'internato pagava e allegava i coupons per la risposta della moglie. Penso pagasse l'inoltro per via aerea, essendo la posta ordinaria esente. Ti ringrazio per aver condiviso questa bellissima testimonianza della posta dei prigionieri.
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