In questo post dovremmo mettere le corrispondenze di coloro che per idee politiche contrastanti il regime fascista si trovarono confinati o a domicilio coatto. Le corrispondenze non beneficiano della franchigia e sono riconoscibili esternamente essenzialmente dai timbri di censura della questura o di organi di polizia statale. Anche se il periodo di corrispondenze di questo genere o cronologicamente più lungo, ritengo che siano più difficili da trovare anche per la difficoltà ad un pronto riconoscimento.
Vedremo di postare alcuni esempi appena possibile .

ecco un intero spedito da Trieste, città di residenza del confinato politico, così recita l'indirizzo, Umberto Greatti, commesso, di idee repubblicane. Arrestato a 26 anni per appartenenza a Giustizia e Libertà, fu confinato a Ponza per 5 anni dal 'ottobre 1932 fino all' 11/8/1938.
Si noti la presenza in arrivo del timbro lineare con stemma sabaudo DIREZ. COLONIA CONF.POLITICO PONZA VERIFICATO per CENSURA. La corrispondenza è del 18/11/33.

Buongiorno a tutti,
quella che segue è una raccomandata spedita dall'isola di Ventotene il 9 ottobre '42 dal confinato politico René Gori, diretta in Belgio, affrancata per 2 lire e 75 centesimi (1,25 lettera per l'estero e 1,50 raccomandata)
I vari timbri permettono di seguirne l'iter di di lavorazione: sul retro vi sono il timbro della Direzione della Colonia , l'etichetta compilata a macchina da parte dell'Ufficio Postale "Presentata allo sportello da parte della Direzione Colonia confino", il timbro e nastro per risigillare dopo l'ispezione dell'Ufficio Censura Posta Estera I di Roma; sul frontespizio vi è il piccolo tondo blu con la lettera A e 2 timbri lineari con i numeri della censura tedesca, in quanto il Belgio era sotto occupazione.
In merito al mittente, non ho informazioni. Il cognome però è illustre nella storia dell'anarchismo italiano: Pietro Gori, infatti, è l'autore della canzone "Addio Lugano bella...". Non ho elementi, tuttavia, per dedurne una parentela.

bella testimonianza veramente, grazie di averla postata Maria.
Non so se se Rene' alla francese, ma in verità Renato Gori, fosse parente di Pietro, cmq da Ventotene passò con altri 70 anarchici circa a Renicci (agosto-settembre 43). Allo sbandamento del campo a seguito dell'armistizio, partecipò alla lotta partigiana. Posto una sua foto su tessera del 1945.
buon forum.

Ringrazio il creatore del post e gli intervenuti, e con l'occasione segnalo che sul nostro forum ce n'è un altro altrettanto valido dai contenuti simili: viewtopic.php?f=17&t=3471&p=10718&hilit=ponza#p10718
Scrivo, inoltre, perchè mi piacerebbe conoscere qualcosa in più, se possibile, in merito allo "sbandamento" che si verificò nel campo di Ponza dopo la comunicazione dell'armistizio.
Ho rinvenuto la cartolina che propongo che fu spedita da un internato del campo.. e ne ho trovate altre inviate dall'R.S.I. verso la Grecia per mano dello stesso mittente, che successivamente si dichiarava domiciliato in un albergo di Roma: orbene prima di leggere delle sorti di quella struttura detentiva in questo post del forum mi sembrava improbabile che lo stesso mittente potesse esser stato scarcerato .. o spostato addirittura in un albergo! ...e per di più in una storica residenza del centro dalla capitale!
Comincio ad immaginare che vi fu la fuga e la dispersione dei suoi detenuti: mi piacerebbe, dunque, poter approfondire l'argomento.
Questa circostanza giuridica potrebbe inoltre spiegare le ragioni per le quali il soggetto nelle successive cartoline rinvenute non presentava la propria corrispondenza presso lo sposrtello postale per la necessaria identificazione del mittente prima dell'inoltro all'estero (verso la Grecia): forse egli potrebbe esser stato verosimilmente un evaso.. e, quindi, un ricercato.

Chi mi può aiutare?

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Ciao Martino, bentornato sul forum, ti posto il link di un articolo sul campo di Ponza che ritengo interessante.Riccardo.

www.ponzaracconta.it/.../a-ponza-dopo-l ... lappendi...

Grazie Riccardo, ma non ero andato via : mi sono astenuto solo dal commentare ulteriormente il post sulla G.N.R. di Brescia, in quanto sebbene concepito e creato originariamente sotto un'ottica di storia postale s'è poi evoluto in altro ambito, tanto da non appartenermi più nelle competenze e da non rispecchiarmi più nei toni. Capita! Sfortuna ha inoltre voluto per me di non aver più trovato, almeno finora, altri argomenti da proporre e condividere nel forum.

Ho letto il link che mi hai proposto: è interessante.
Per quanto riguarda gli avvenimenti successivi alla caduta di Mussolini quel racconto fa emergere che alcuni detenuti furono liberati, mentre altri furono trasferiti per esser condotti in altra struttura di detenzione, giacchè il campo fu chiuso tra il 7 e l'8 settembre 1943, a ridosso delle date della liberazione per opera degli Inglesi.
Dalle due altre cartoline del greco Isidoro Tzallas nelle date 24.01.1944 e 01.02.1944 si nota che indicava domicilio in un noto albergo di Roma: il mittente doveva aver lasciato il confino dell'isola di Ponza. In assenza di ulteriori dettagli si posson solo avanzare congetture considerando date tra l'agosto ed il settembre del 1943.
E' però da scartare l'ipotesi secondo cui la sua liberazione possa esser avvenuta con l'arrivo degli Alleati (a settembre), giacchè per Isidoro sarebbe stato impossibile raggiungere la capitale, allora in territorio R.S.I., quando egli si trovava oltre le linee già liberate.

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Ciao Martino, mi fa piacere che hai trovato interessante il link sul campo di Ponza evidenziato, e sono d'accordo con te, riguardo le tue considerazioni, espresse in merito al successivo trasferimento nella capitale del greco ISIDORO TZALLAS, che ritengo molto verosimili. Saluti Riccardo.

Ecco un'altra raccomandata di Gori da Ventotene per Jacqueline Wallez: qui il mittente si indica come Renato. A differenza dalla lettera postata da Maria su questa c'è solo il bollo della censura italiana, senza fascetta, come se la lettera non fosse stata aperta, forse confidando che la direzione della colonia di confino avesse effettuato un controllo preventivo della lettera prima di portarla all'ufficio postale. Ritengo che il sigillo dattiloscritto "Presentato allo sportello...." fosse apposto dalla direzione della colonia e non dall'ufficio postale: in questa mia lettera lo evidenzia anche il bollo della direzione sopra al sigillo.


La busta è stata aperta in basso ma guardando all'interno si vede in alto, nella parte accessibile prima della chiusura della busta Per mia Moglie, scritto nella grafia di Renato Gori: forse un altro pezzetto da aggiungere alla sua biografia (il "forse" perchè in entrambe le raccomandate Jacqueline Wallez è indicata come M.elle, Madamoiselle e non M.me, Madame: un'abitudine rimasta dalle lettere scritte da fidanzati?).
Michele

Segnalo che il riconoscimento dell'identità dei detenuti che inviavano corrispondenza all'estero dagli istituti di pena era in capo al direttore.

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Martino, grazie per la documentazione.
Michele

ecco una corrispondenza post armistiziale, con timbro della colonia confinati di Ustica.
Non so avanzare ipotesi sul mittente che al 1/9/45 risultava ancora confinato...

Cito questo post di Martino solo per evidenziare che Ponza cessò di esistere come colonia confinaria (per confinati politici, per capirci, e in questo thread di costoro si parla) nel 1939.
Con ordine del 15 luglio 1939 tutti i confinati vennero trasferiti a Ventotene e San Nicola di Tremiti (eccetto Camerini, Nenni, Rossi e Zaniboni che rimasero a Ponza sino al 1943), mentre dal 1942 fino alla caduta del regime Ponza divenne ‘campo di internamento’ per prigionieri greci, albanesi e montenegrini.
Ciao

Oppure potrebbe essere che la moglie di Renato Gori di cui non conosciamo il nome fosse temporaneamente alloggiata presso Madamoiselle Jacqueline.
Ciao

Grazie per lo scan, Martino, davvero utile.
Ciao

No, infatti, "confinato politico" sicuramente no, la colonia decadde nel luglio 43.
Ma nel 1945, al termine del conflitto, venne ripristinata la colonia per coatti comuni (ai quali nel 1955 si aggiunsero affiliati della ‘ndrangheta calabrese, pastori di Orgosolo processati per omicidio, borsaioli palermitani e contrabbandieri toscani) che venne chiusa (dopo infinite discussioni tra i residenti e il consiglio comunale) nel 1961.
Nei primi anni di funzionamento della colonia per coatti comuni, evidentemente si utilizzarono (sebbene impropriamente) i bolli di censura del confino politico. Tu hai mostrato questa cartolina del settembre 1945, ma in conferenza ho mostrato una cartolina addirittura del novembre 1948 bollata con "Direzione Colonia Confino / USTICA / Verificato per Censura".
Non ho contezza di testimonianze postali successive.
Ciao

Posto la lettera destinata ad un detenuto politico nel carcere di Castelfranco Emilia, spedita dal fratello in servizio presso l'aereoporto B.F. (Cat) Posta Militare Ae 7 -Aerolibia, come scritto all'interno del testo.
Il destinatario della lettera, Elio Spaziani, nacque a Isola della Scala (VR) il 04/12/1901. Giovanissimo partecipò all'impresa dannunziana a Fiume. Fu un fascista della prima ora, si allontanò dal fascismo dopo il delitto Matteotti e divenne un dissidente politico da sorvegliare. Il 1° settembre 1938 fu condannato a 5 anni dal Tribunale Speciale per la difesa dello Stato, che scontò nel carcere di Castefranco Emilia. Uscito dal carcere, il 26 settembre '43 promosse a Verona la prima riunione per organizzarvi la resistenza all'occupazione tedesca. Fu accusato di favoreggiamento verso i prigionieri di guerra inglesi e il 1° aprile '44 fu arrestato dalla G.N.R. , condannato a 6 mesi di reclusione e incarcerato prima a Padova, quindi a Venezia ed infine nel campo di Bolzano, da dove fu trasferito a Mauthausen il 05/08/44 (trasporto n. 73), venendo classificato come deportato per motivi precauzionali. Il 5 agosto fu rilasciato dal Konzentrazionslager e inviato a Linz destinato ai lavori forzati, da dove fuggì durante un bombardamento alleato, ritornando a Verona.
Nel dopoguerra divenne un pacifista e fondò insieme ad Aldo Capitini la sezione italiana dell'Unione Universale per la pace e la fratellanza fra i popoli. Morì nel 1973.
Il testo della lettera, con alcune cancellature della censura, è assai interessante a proposito dei sentimenti che correvano tra gli italiani e i "simpaticissimi camerati tedeschi", ma non vi sono riferimenti alla condizione del fratello se non, indirettamente, nell'affermazione che appena ricevuta la paga avrebbe provveduto a spedirgli del denaro . E' comunque significativo che abbia preferito servirsi della posta e della censura civile al posto dei relativi uffici militari.
Sulla busta sono presenti timbro e nastro dell'Ufficio Provinciale di censura T di Tripoli e sul testo segni in lapis rosso e blu del controllo della direzione del carcere.