Ho trovato su internet la storia del 3° Stormo da cui ho estrapolato qualcosa che può interessare:
Il 15 maggio 1942, sull’aeroporto di Torino Mirafiori, il 18° e il 23° Gruppo vengono di nuovo inquadrati nel ricostituito 3° Stormo al comando del Ten. Col. Falconi. Il Reparto adotta un nuovo stemma: una vespa arrabbiata (che ora viene chiamata, tutto attaccato, l”apecheronza) che indossa guantoni da pugilato e stringe un pugnale, a riferimento ai ruoli assegnati ai due gruppi: per il 18° quello di bombardamento a tuffo (i guantoni da pugilato) e per il 23° quello di caccia pura (il pugnale). I velivoli in dotazione sono Fiat G.50bis, Macchi Mc.200 e, dalla fine del mese di maggio, i nuovi Mc.202. Lo Stormo concluso un breve periodo di addestramento, viene inviato in zona di operazioni il 7 luglio 1942. Parte per primo il 23° che il 17 ha già raggiunto l’aeroporto egiziano di Habu Haggag, a difesa delle truppe italiane e tedesche che, al termine di una sanguinosa avanzata, sono schierate sul fronte di El Alamein. Il 23 luglio lo raggiungono il 18° Gruppo e il Comando dello Stormo. Da subito il Reparto è impegnato in una serie di ricognizioni, scorte, bombardamenti “a tuffo”, crociere che lo impegneranno praticamente senza soluzione di continuità sino alla conclusione di questa durissima campagna. Diventano pressoché quotidiani i duelli aerei contro formazioni di 40 o 50 modernissimi caccia impegnati a scortare bombardieri in volo verso le retrovie italo-tedesche. Molti di questi duelli finiscono in modo rocambolesco con atterraggi di fortuna nel deserto, sulla spiaggia e perfino su campi minati. Alcuni piloti, dati per dispersi, rientrano il giorno successivo a quello del loro abbattimento, dopo aver attraversato tratti di deserto ed essere stati fortunosamente recuperati da automezzi militari in transito. Il 12 agosto delle bombe a spillo lanciate sugli accampamenti uccidono sette piloti del 18°Gruppo. Il 30 agosto allo Stormo viene richiesto di intensificare ulteriormente la propria attività in coincidenza con una nuova offensiva con la quale le truppe dell’Asse tentano lo sfondamento verso Alessandria, offensiva che si concluderà con un nulla di fatto a fine settembre. Il logoramento di piloti, velivoli e specialisti si consuma proprio mentre aumenta la superiorità numerica dei velivoli avversari: in questa fase il rapporto fra i velivoli italo-tedeschi e quelli dell’aviazione avversaria è di uno a dieci. Alla fine di ottobre sono gli inglesi a prendere l’iniziativa dopo aver preparato con cura e dovizia di mezzi il contrattacco: è la battaglia di El Alamein, l’inizio della fine della nostra presenza in Africa settentrionale. Anche lo Stormo è chiamato a coprire la ritirata arretrando di base di fortuna in base di fortuna e impegnando i propri velivoli contro le numerosissime formazioni di Spitfire, Curtiss P.40, di Hurrricane e contro gli onnipresenti cacciabombardieri Bristol Beaufighter. L’8 novembre 1942 con lo sbarco degli americani in Marocco si apre un secondo fronte ad ovest delle nostre truppe. Tra il luglio e il dicembre 1942 lo Stormo ha al suo attivo quasi 5000 ore di volo e l’abbattimento di 77 velivoli avversari (più 32 probabili). Alla fine del gennaio 1943 i velivoli del 3° Stormo sono gli ultimi della Regia Aeronautica a lasciare la Libia ormai definitivamente perduta.
Andrea
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