Cacciatorpediniere Fulmine, franchigia spedita in data 6.11.1941, ci sono già delle cartoline mostrate in questo post, quella che inserisco ha una particolarità, è sicuramente l'ultima del sacco postale portato a terra a Napoli prima che la nave salpasse per non fare più ritorno.
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Da Wikipedia:
Nella mattinata dell'8 novembre 1941 il Fulmine (al comando del capitano di corvetta Mario Milano) salpò da Napoli per aggregarsi alla scorta del convoglio «Duisburg»: tale convoglio, formato dai trasporti Duisburg, San Marco, Sagitta, Maria, Rina Corrado, Conte di Misurata e Minatitlan (con a bordo in tutto 34.473 t di rifornimenti, 389 automezzi, 243 uomini) era diretto a Tripoli con la scorta dei cacciatorpediniere Maestrale, Grecale, Libeccio, Euro e Alfredo Oriani (cui si aggiungevano, come scorta indiretta, anche gli incrociatori pesanti Trento e Trieste e 4 cacciatorpediniere)[17].
Nella notte successiva il convoglio fu attaccato e distrutto dalla "Force K" britannica (incrociatori leggeri Aurora e Penelope e cacciatorpediniere Lance e Lively): vennero affondati tutti i mercantili, mentre il Grecale riportò gravi danni[17]. Nel combattimento il Fulmine – che si trovava sul lato destro del convoglio – fu tra le prime navi attaccate dalle unità inglesi: cercò di contrattaccare, ma contro la nave aprirono fuoco dapprima il Lance, poi l’Aurora ed infine il Penelope, centrandolo con sei proiettili (senza contare svariate schegge) e spazzandolo con le mitragliatrici pesanti: il primo colpo centrò l'apparato motore e lo mise fuori uso, poi saltò la corrente, il comandante Milano fu gravemente ferito, l'armamento semidistrutto; solo il complesso binato di prua continuò a funzionare, sotto la direzione del tenente di vascello Giovanni Garau, direttore di tiro, sparando in tutto otto colpi[18][19].
Immobilizzato e devastato dai colpi, mitragliato accidentalmente anche dai mercantili, il Fulmine, scosso dall'esplosione di una caldaia, si capovolse e colò a picco all'1.06 del 9 novembre, dopo 12 minuti di combattimento, portando con sé gran parte dell'equipaggio: tra le vittime il comandante Milano, morto dissanguato in mare dopo essere rimasto a bordo sino alla fine, ed il tenente di vascello Garau, inabissatosi volontariamente con la nave[18][19].
Altre vittime si ebbero quando, nella mattinata del giorno successivo, anche il cacciatorpediniere Libeccio, che aveva recuperato i superstiti del Fulmine, fu silurato ed affondato dal sommergibile HMS Upholder[18][19].