Ciao Andy66, ti leggo con piacere e ti rispondo dividendo l'intervento in più punti, nella speranza i risultare più preciso e leggibile.
andy66 ha scritto:
Ciao Martino, se vuoi ti do il mio parare, sempre riguardo al connubio 'storia postale e filatelia'. Andrea
Siam qui apposta per parlarne e confrontarci: benvengano i pareri.
andy66 ha scritto:
Quello che tu scrivi è corretto dal punto di vista di un purista storico postale, cioè quello che conta è il tipo di servizio fatto da un oggetto di corrispondenza, a prescindere da quello che si sia appicicato sopra (cioè, ai fini dell'espletazione di quel servizio qualsiasi francobollo è uguale). Andrea
Temo tu abbia inavvertitamente estremizzato un concetto che non mi appartiene.
E' noto che mi diverto a scherzare con gli amici (vedi con quell'
amabile filibustiere di
ancaria ) su una certa ortodossia con cui seguo questa passione, ma è altrettanto vero che anch'io mi occupo (secodariamente) anche di aspetti meramente filatelici.
Ci tengo ad esser chiaro in questo senso per non trasmettere un messaggio eventualmente equivocabile: per me conta -eccome!- cosa affranchi un oggetto postale.
L'affrancatura è uno degli elementi che caratterizza l'oggetto e va tenuto in debita considerazione.
Per far un esempio cito: le prime date note di una serie, gli usi non reperibili di alcuni francobolli in determinate zone geografiche, la diffusione nell'uso di una varietà, etc... sono aspetti
non principali per il mio modo di intendere la storia postale, ma che hanno relativo spazio e dignità all'interno del mio modesto intendere e collezionare.
E' di recente, come forse ricordi, il mio acquisto di un oggetto filatelicissimo
(conteso, tra l'altro, con un altro forumer interista, che in quell'occasione non è riuscito a segnare al '92 minuto, come nel derby): è un espresso che ho voluto acquisire sia perchè testimonia sfacciatamente l'asservimento delle Poste della Repubblica Sociale alle operazioni speculative concepite e realizate da noti operatori del tempo in quel preciso territorio e sia perchè è un bel "balocco" regalato al
mio bambino interiore che in quei giorni compiva gli anni.
Molto labilmente anche un oggetto filatelico ha qualcosa da raccontare: ovviamente dal punto di vista filatelico la sua storia avrà più rilievo che da quello storico-postale.
Spero di esser stato più chiaro in proposito.
andy66 ha scritto:
Riguardo a quell'assicurata di cui si parlava, può sicuramente essere che ci sia stata una volontà di 'creazione filatelica', non potremo mai stabilirlo con certezza a meno che si reperiscano altre lettere così affrancate partenti da quell'ufficio o da quel mittente, però devi ammettere che un'assicurata da 6000 Lire, correttamente tariffata, comunque non è un oggetto storico postale comune in RSI, anche se fosse stata affrancata con valori ordinari e non GNR. Andrea
Se per ogni volta che si vuol dare un parere si deve star a dimostrare passo per passo il procedimento logico del proprio ragionamento, allora raramente verremmo mai a capo di qualcosa...
Alcune osservazioni si fanno sulla scorta dell'esperirenza, che assai spesso è indimostrabile.
Io non mi son rivolto a quell'assicurata con l'intento di denigrarla: giammai!
Benvenga il compleanno di ciascuno e regaliamoci balocchi del genere!
Ho richiamato l'oggetto citato da
Gampers in funzione di un ragionamento che giustamente considera anche la rarità dell'uso di un alto valore GNR in affrancatura, ma che
dovrebbe prediligere aspetti di ordinaria autenticità rispetto ad eccezionalità (frutto del caso???) pressochè irripetibili.
Personalmente, infatti, poco inciderebbe un oggetto del genere per il mio modestissimo e limitato ambito collezionistico incentrato sul servizio espresso.. seppur si tratta di un'assicurata in espresso per ben seimila lire.
Se l'avessi in mano, ad esempio, io girerei subito la busta e vi cercherei segni della sua eventuale consegna in espresso: ho il sospetto (purtroppo dalle fonti normative non trovo ancora conferme o smentite) che oltre un certo importo assicurato queste buste forse non avrebbero potuto non esser consegnate in espresso a destinazione, ma solo ritirate presso l'ufficio postale.
E' un argomento che meriterebbe miglior approfondimento, proprio come quello delle censure della posta assicurata.
andy66 ha scritto:
Anche io, ad esempio, non sono un grande amante delle emissioni GNR dal punto di vista storico postale (avrò si e no un paio di pezzi), proprio perchè fu un'emissione 'borderline', al limite tra l'ufficiale e l'ufficioso, e con un'esagerata produzione di corrispondenza puramente filatelica o a scopo di lucro.
Qui occorre far chiarezza per quelli un pò tardi a capire, come me
.
Finora si è scritto che l'emissione GNR di Brescia non sia nata per motivi filatelici: le speculazioni economiche si sono verificate dopo, ben distanti dagli attori originali della loro sovrastampa.
Vi immaginate i militari fascisti collusi con i collezionisti? Direi che è difficile da credere che un intrepido e sfacciato attivista sfida apertamente il proprio partito per poi piegare il suo gesto politico a mere ragioni di mercato. Letta così, sembra una barzelletta
.
Quel che è accaduto dopo è storia piuttosto nota (e triste!), ma poco c'entra con la natura della genesi (politica) dei GNR di Brescia, che merita di esser riabilitata e non confusa colla monopolizzazione del mercato che ne è poi seguita... o con i pallidi esempi esclusivamente speculativi organizzati a Teramo ed ad Alessandria.
I fondati sospetti dovuti all'esagerata produzione di corrispondenza di dubbia autenticità nel proprio intento comunicativo non devono, quindi, macchiare l'intera serie GNR di Brescia, ma dovrebbero ricadere solo sui suoi usi filatelici.
Non propongo di scartare aprioristicamente
questi usi, ma di ricontestualizzarli per il loro effettivo pregio storico-postale senza celebrarli (come ha purtroppo fatto il Sirotti nella sua monumentale opera ancora troppo incentrata su una visione della storia postale
"filatelicentrica" ) e senza metterli al rogo.