Scusatemi il lungo silenzio, ma ogni tanto vengo travolto dagli impegni "non ludici" e devo trascurare i miei giocattoli. Eccomi con un altro passaporto: questa volta c'è poco da "leggere in filigrana" in questo passaporto, usato dal diciottenne titolare per un unico viaggio a Vienna, ma desidero approfittare delle conoscenze di Nenad per chiarirmi alcuni punti che mi restano oscuri.
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In ogni caso desidero mettere in evidenza una cosa, già intuibile dalla copertina, ma molto evidente nel frontespizio:
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Tutti i testi del passaporto sono, oltre che in croato, in tedesco ed in italiano e manca del tutto la lingua diplomatica del tempo, ovvero il francese. L'impiego delle lingue dei due "referenti" della Croazia a quel tempo non sorprende ma c'è da chiedersi come sarebbe stato "letto" tale passaporto in caso di un viaggio, improbabile quanto si voglia ma perfettamente possibile, verso un paese neutrale come la Svezia o la Turchia, raggiungibili attraversando solo paesi sotto controllo tedesco. E da notare che per evitare di creare gerarchie di fatto, i testi ovviamente vedono sempre il croato al primo posto ma alternano più o meno sistematicamente l'ordine del tedesco e dell'italiano.
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Nulla da commentare sulle pagine anagrafiche del documento
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Qui invece un commento, e una domanda, ci stanno: il passaporto ha avuto un solo mese di validità. Infatti è stato rilasciato il 9 aprile 1943 e scadeva il 9 maggio dello stesso anno: forse perché il titolare aveva obblighi di leva? (e qui spero che Nenad possa darci qualche informazione)
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E qui siamo ai punti per me oscuri. Prima faccio notare che il solo ottenimento del passaporto non consentiva di andare all'estero: occorreva anche un visto di uscita: anche qui il timbro usato per i testi ripetitivi è trilingue.
Sulla stessa pagina del visto ci sono i due timbri di uscita (IZLAZ) e di entrata (ULAZ) della frontiera croata di Savski Marof. A questa località oggi Google Maps attribuisce 35 abitanti e sulla mappa risulta essere su un ramo secondario di una ferrovia che termina in tale località, staccandosi qualche chilometro prima dalla linea principale. Quindi prima domanda: il percorso delle linea ferroviaria è stato modificato dopo la guerra? Oggi Savski Marof è vicina al confine con la Slovenia, ma nel 1943 la Slovenia era da tempo stata annessa in parte all'Italia (la provincia di Lubiana) ed in parte alla Germania. Il visto tedesco prescrive l'ingresso in Germania, e l'uscita, da "Brückel Stazione" (Brückel BHF) ed infatti ci sono i timbri della Polizia di confine di Brückel in entrata il 13 aprile e in uscita il 23. Ma Google Maps non "conosce" alcuna località con questo nome e guardando la mappa della zona si vede che c'è in Slovenia una località appena oltre il confine con una stazione con un piuttosto esteso fascio di binari, che fa pensare ad una stazione di qualche importanza: Dobova. Qui la seconda domanda, ovviamente non solo per Nenad: durante il periodo in cui la Slovenia orientale era stata annessa alla Germania, Dobova era stata ribattezzata Brückel?
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Michele