eugeniobruno.bolleri ha scritto:
Scrivendo questa frase (Più nello specifico, quando si incontra l'annullo circolare a lunette piene di Genova in accoppiata con l'impronta numerica in inchiostro rosso serve tenere a mente che possa trattarsi di una manipolazione postuma.) è un pò come dire che al momento ci sono forti dubbi che sia falsa.
No, non ci sei proprio. Ho scritto un chiaro e ripetuto invito alla prudenza ragionato e suffragato da elementi di riscontro. Se non vuoi leggere e preferisci interpretare, ribadisco che sono responsabile di quel che scrivo e non di quel che capisci tu mal interpretando.
eugeniobruno.bolleri ha scritto:
Non consideri minimamente l'origine, e l'insieme della lettera, anche il timbro ovale, un'altro particolare dovrebbe essere il retro della busta, che al momento la devo cercare. Questo servizio postale a Genova c'e stato, pertanto malgrado tutti i dubbi che possono starci, esistono anche le lettere autentiche. [/u]
Va a rileggere con calma e magari ti renderai conto che ho già accennato alla necessità di prudenza da usare anche in caso di corrispondenza certamente viaggiata, a cui potrebbe essere stata apposta manipolazione postuma. Leggi: è tutto scritto lì: se hai problemi a comprendere, puoi benissimo chiedere con gentilezza e ti sarà risposto in italiano.
eugeniobruno.bolleri ha scritto:
Poi fai notare che quando c'è l'incontro tra l'annullo circolare e l'impronta numerica con inchiostro rosso possa trattarsi di una mamipolazione postuma, sei certo che nelle lettere buone questo abbinamento non possa esistere, dove è la prova. [/u]
Almeno per ora, con quel poco che si sa, non c'è modo di avere prove certe, tuttavia dall'osservazione del poco materiale emerso e fin qui raffrontato si potrebbero solo fare congetture. E' quindi improbo, quanto avventato e sciocco, affermare che TUTTE le corrispondenza tassate con quelle due impronte siano fasulle. Chiunque lo scriva in errore, o è un imbecille, o è in mala fede.
Ammettendo che le impronte viste sulle quartine siano tutte originali, al momento sembrano stagliarsi solo due ipotesi, che riassumo:
1. all'interno degli uffici postali si è verificato un abuso coevo accoppiato dei due timbri per il collezionismo.
2. i timbri sono finiti entrambi in mani di falsari, che li hanno riusati su corrispondenza realmente viaggiata.
Nel secondo caso, assai più inquietante, eventuali altri segni postali potrebbero non essere dirimenti dell'originalità della tassazione, gettando discredito indiscriminato sugli oggetti mancati da quelle impronte.
eugeniobruno.bolleri ha scritto:
Antonio Piga con cui ero amico l'aveva vista è più volte si era offerto di comprarla, e quando non riusciva ad acquistare qualcosa che gli piaceva si arrabiava molto al punto che a volte stava delle settimane senza parlarti.
Ecco... che tu avessi giocato a cavallina con Piga
, o a nascondino con Bertazzoli...
, o ad acchiapparello con Macrelli...
non è attinente alla questione: più che l'umanissimo parere (anche fosse di un esperto) che non adduca anche prove e confronti, qui sta cercando l'osservazione di dati riscontrabili e, quindi, comprovabili per cercare di venire a capo dell'abuso di quei timbri.
Per un sano approccio storico postale (che non può che essere intrinsecamente revisionista e metodicamente scientifico) si dovrebbero anteporre i fatti alle prestigiose opinioni, altrimenti si rischierebbe di essere tifosi, più che amanti, ricercatori, custodi, divulgatori, etc.. della più probabile verità storico-postale.
Spero che ora ti sia più chiaro il significato del mio intervenire, ma se tu avessi bisogno di ulteriori chiarimenti il mio numero è il tre-due-otto-sei-cinque-quattro-millenovecentoottantadue, così per telefono non avrai da faticare con la grammatica.