Roby2000 ha scritto:
Con una cinquantina di visite di collezionisti, oltre alle altre anomalie,nessuno ha visto che manca l'affrancatura della lettera e vi è solo l'espresso?
Roby
Forse Roberto il mio intervento non è stato chiaro.
Ho specificato che non mi pronuncio sui segni di tassazione o almeno ritenendo tali quei ghirigori, di sapore ottocentesco, fatti a penna (probabilmente vuol essere un 3 di trenta?) . Mi sarei aspettato di trovare almeno una T quale segno di tassazione.
Inoltre non mi sono pronunciato sulla mancanza di segnatasse sottintendendo che avrebbero dovuto esserci ma che di fatto non ci sono e visivamente scontando che l'affrancatura per il porto lettera fosse mancante.
Teniamo però pure presente che i segnatasse avrebbero potuto anche trovarsi applicati su una busta di servizio per la consegna della posta tassata.
Vedendo annullato il francobollo sebbene dall'ufficio di destinazione sarei curioso di comprendere se la busta sia stata consegnata in espresso (ma probabilmente non lo sapremo mai)
Inoltre visto che non ne fai menzione nel tuo intervento originario ti chiedo se al retro è presente qualche timbro o altro "segno".
Di seguito riporto un riassunto di massima sulle varie disposizione susseguitesi sul trattamento degli espressi non od insufficientemente francati.
Armatevi di pazienza e leggete.
Fin dall'inizio di questo servizio con il “Regolamento generale per il servizio delle poste” del 1890 all'articolo 120 del Capo XV Delle corrispondenze da recapitarsi per espresso si legge “ gli oggetti da essere recapitati nel detto modo debbono avere scritta nella parte dell'indirizzo l'indicazione “per espresso”, più il nome, cognome e recapito dei rispettivi mittenti, essere francati per intiero, compresa la sopratassa, di cui all'articolo 50 della legge postale ( testo unico) ed essere direttamente consegnati agli uffici postali di partenza.”
In pratica non essendo previsto un francobollo specifico per il servizio espresso ma l'utilizzo di francobolli ordinari, se la tassa per la corrispondenza non era assolta del tutto i francobolli erano considerati per concorrere al raggiungimento della tariffa base.
Con il bollettino postale nr XVI, dicembre 1894 paragrafo 461 titolo “Corrispondenze da essere recapitate per espresso” al punto 8 “ Sono però trattati quali oggetti da essere recapitati peer espresso anche quelli immessi nelle buche o cassette postali, fisse o viaggianti, purchè abbiano le indicazioni ( Per espresso) dato pure che manchino di quelle ( relativa la mittente) e la francatura di essi oggetti comprenda pure la relativa sopratassa. Gli oggetti diretti nell'interno del regno, la cui francatura risultasse irregolare, per effetto di semplice errore di pesatura, ma che abbiano i francobolli per la sopratassa e la indicazione Espresso, sono ammessi eccezionalmente, tassandoli a carico dei destinatari; mentre quelli per l'estero hanno corso in via ordinaria
questa “condizione” era prevista dal regolamento. Infatti come previsto dall' articolo 6 delle "Istruzioni sul servizio delle corrispondenze per espresso" entrato in vigore dal 1 gennaio 1904 prevedeva che ""gli oggetti ordinari non affrancati od affrancati insufficientemente, che fossero muniti del francobollo speciale degli espressi o della dichiarazione "per espresso", hanno corso, ma come corrispondenze ordinarie ; e sono eventualmente tassati, tenendo però conto del valore del francobollo speciale, e cancellando la sovrappostavi parola Espresso""
ma con la pubblicazione del testo "Istruzione per il servizio delle corrispondenze postali” del 1908 all'articolo 276 si trova specificato che “......e sono eventualmente tassati, senza tener conto del valore del francobollo speciale, il quale non deve essere annullato, non essendo valido per l'affrancazione delle corrispondenze.”
Proseguendo negli anni anche oltre la data della lettera in questione nel Regio Decreto del 1920 nel capitolo sulle Corrispondenze da recapitarsi in espresso si specificò che “ Gli oggetti ordinari affrancati insufficientemente che fossero muniti del francobollo speciale degli espressi hanno corso, ma come corrispondenze ordinarie, salvo il rimborso del prezzo del francobollo speciale al mittente o al destinatario che ne facesse richiesta esibendo la relativa busta.”
Il Bollettino nr 15 del 1923 al paragrafo 356 titola “Espressi non od insufficientemente affrancati”
“ A modificazione dell'articolo 276 dell'Istruzione per il servizio delle corrispondenze, si dispone che tutti gli oggetti di corrispondenza non od insufficientemente francati, muniti del francobollo speciale espresso, debbano aver corso in via ordinaria tenendo conto del valore del francobollo speciale agli effetti della francatura ordinaria. Tali oggetti dovranno quindi essere sottoposti a sopratassa solo quando l'importo della francatura complessiva, compreso anche il valore del francobollo espresso, sia inferiore a quello stabilito per ciascuna specie di corrispondenza”
Rivista delle comunicazioni nr 18 del 15 settembre 1926 paragrafo 492 “Trattamento espressi non od insufficientemente francati.
“A modificazione delle norme impartite con paragrafo 356 bollettini anno 1923 si dispone che con effetto immediato tutti gli oggetti di corrispondenza non od insufficientemente francati, purchè siano muniti di regolare francobollo speciale espresso, debbano essere recapitati per espresso. La consegna è subordinata però al preventivo pagamento da parte dei destinatari della sopratassa dovuta per la mancata o non completa francatura ordinaria.
Rassegna delle poste dei telegrafi e dei telefoni nr 4 aprile 1932.
Con riferimento al Paragrafo 492 della Rivista delle comunicazioni del 1926 si chiarisce che le corrispondenze non od insufficientemente francate, munite, anziché del francobollo speciale espresso, di francobolli ordinari per l'importo non inferiore a L 1,25 e semprechè rechino la relativa indicazione, vanno recapitati per espresso. S'intende che la consegna è subordinata al preventivo pagamento da parte dei destinatari della sopratassa dovuta per la mancata o non completa francatura ordinaria .
Conclusione? il funzionario postale non ci ha capito un fico secco!