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Rjkard: premesso che mi sembra impossibile rispondere con precisione (mancano i necessari riscontri), se non con congetture, suggerisco di ripartire dalla disamina del Piga per riflettere assieme.
Nell'esempio alla figura n°4 mi pare sia più probabile che la tassazione occorsa sia stata comminata per il valore annullato fuori corso (N.B.: dal 15.03.1944). La cerchiatura, infatti, attiene al francobollo e non contiene l'annullamento.
L'esperienza insegna che l'assenza di segni d'avvenuta riscossione può dir tutto o nulla: è, infatti, possibile che sia stata applicata la mezza busta prevista che si è magari staccata senza lasciar alcun segno, può essere che la cartolina sia stata inserita in una busta per le corrispondenza tassate e così trasmessa al destinatario, può essere che in fase di consegna con eventuale altra corrispondenza allo stesso destinatario la prevista tassazione possa essere stata ricompresa in un pagamento cumulativo, può essere che abbiano soprasseduto a riscuotere il mancante, etc... A mio modesto avviso può persino essere che per il breve testo
non di natura "epistolare", ma di pochi "convenevoli", abbia fatto considerare la cartolina un oggetto postale da cestinare o da restituire al mittente: questa mi sembra la ricostruzione più rispettosa della norma postale.
Nell'esempio alla figura n°5 mi pare che la ricostruzione tariffaria sia stata errata sia dal Piga, che dall'ufficio postale di arrivo (Torino): la tariffa ridotta delle cartoline illustrate "solo data e firma" nonché "5parole convenevoli" era stata sospesa, per cui a quella data dall'RSI tutte le cartoline per l'interno dovevano essere affrancate per 50cent. Nel dettaglio, considerando correttamente corrisposto il solo parziale pagamento di 20cent. (francobollo annullato in partenza), restavano da corrispondere 30cent in misura di tassazione semplice, oppure 60cent. per la tassazione doppia... e non certo 10cent. come riportato nell'esempio, per cui pare insolito che un simile errore potesse avvenire nell'importante centro postale di Torino!
Con riferimento alla natura del testo (anche qui son poche parole di convenevoli), l'oggetto postale avrebbe dovuto essere considerato a francatura obbligatoria..,e quindi rifiutato/cestinato/rimesso al mittente... e non certo inoltrato per essere tassato a destinazione, come accadeva per le cartoline con testo di natura epistolaria.
Giova ricordare che la "t" minuscola a mò di tassazione, come quella segnalata in partenza, non mi è nota in altro uso.
La figura n°6, in fine, non assegna una data alla cartolina, ma accenna al periodo di massimo splendore della struttura recettiva: a chi avesse voglia di approfondire l'ingrato e/o divertente compito di spulciare gli elenchi pubblicati nella pagina dell'Accademia di Prato, nella pagina della quale è già stato fornito indirizzo, per verificare se e quando questo ufficio postale potesse essere rientrato nel novero ministeriale.
Al momento per quel poco che si sa, ossia quanto ci ha riferito lo stimato Piga, per me è impossibile dire di più: spero però che l'evidente scarsità dei riscontri assieme alle inesattezze segnalate possano invitare ad una certa prudenza.