Dallo scarso materiale correttamente (ed effettivamente) tassato si è dedotto che larga fu la tolleranza per questi valori nonostante utilizzati ampiamente fuori corso.
C'è anche da richiamare un fatto arcinoto, ossia che spesso la tassazione per gli espressi veniva apllicata (anche senza riguardo delle norme) semplicemente riducendo l'invio ad un inoltro per posta ordinaria... nonostante l'annullamento dei valori riconosciuti fuori corso.
In fine, per curiosità segnalo che pochi giorni fa c'è stato un animato confronto circa la precisa data di termine validità relativo ai francobolli recanti effige reale: si cercava, infatti, di comprendere se già il 15 marzo 1944 fossero o meno già fuori corso
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In sintesi, i testi di storia postale frequentemente recano che oltre quella data erano fuori corso, mentre l'unica norma fruibile a riguardo prescrive che quello fosse il termine, ossia che in quella data (da intendersi essa compresa) quei valori sarebbero diventati inutilizzabili.