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MessaggioInviato: 24/03/2018, 21:48 
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Iscritto il: 21/02/2016, 12:19
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Ciao

Mi collego a un articolo di Maria scritto ne "Il Postalista" (http://www.ilpostalista.it/pow/008.htm) per parlare di posta scritta da donne internate, confermando quanto da lei scritto circa la difficoltà a trovare del materiale postale.

La mia raccolta di prigionieri e internati in Australia è abbastanza estensiva, però di corrispondenza di donne internate ho trovato solo 1 documento.

Per capire quanto sia poco comune quel tipo di corrispondenza, basti pensare che i residenti in Australia internati come “enemy aliens” furono essenzialmente uomini, poiché donne e bambini vennero tenuti in custodia e sotto sorveglianza senza essere detenuti.
Diverso è il discorso di invio di internati in Australia dai paesi alleati (UK, Palestina, Iran, Indie Orientali, Nuova Zelanda e Nuova Caledonia), dove vennero inclusi anche donne e bambini. Dalle statistiche degli sbarchi che avvennero negli anni 1940 e 1941 arrivarono 425 enemy aliens italiani di cui solo 45 donne e 47 bambini.
Donne e bambini vennero internati nei campi di Tatura n.3 e n.4 che erano gli unici dotati ad accogliere famiglie.

Di seguito il documento in mia possesso inviato da una donna italiana arrivata in Australia dalla Palestina sulla nave Queen Elizabeth e internata nel campo di Tatura n.3. La donna scrive ai parenti del marito in Guatemala facendo riferimento nello scritto (in inglese) alla nascita del figlio proprio durante il periodo dell’internamento (nato nel 1942).

Sarebbe interessante condividere altri documenti di donne internate durante la Seconda Guerra.

Grazie

Enrico


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MessaggioInviato: 24/03/2018, 21:59 
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Ciao Enrico,é molto importante il documento inerente alle donna internata da te presentato, e dato che, come affermi sarebbe interessante condividere altri documenti di donne internate durante la Seconda Guerra, volevo segnalarti questo link aperto da Riccardo : viewtopic.php?f=17&t=3968 .Saluti Riccardo.


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MessaggioInviato: 24/03/2018, 22:47 
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Enrico,leggendo bene il report della nascita del bimbo, mi è sorto il dubbio: siamo sicuri che la Signora JUANA CRUZ OLIVEROS in LONGODORNI (il marito è CARLO LONGODORNI) scrive ai parenti del marito in Guatemala, oppure scrive ai propri parenti ed in particolare alla sua Zia Domitila?Riccardo.


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MessaggioInviato: 25/03/2018, 9:24 
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Anche se la donna scrive ai suoi parenti in Guatemala, lei, probabilmente, ha assunto la cittadinanza italiana con il matrimonio.
Da quando ho scritto l'articolo, la mia raccolta sulle donne internate non è affatto migliorata.
Vuoi solo posta spedita da donne internate o anche quella ad esse diretta?


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MessaggioInviato: 25/03/2018, 9:56 
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Ciao
Confermo sia quanto scritto da Riccardo e poi specificato da Maria.
La donna di origini sudamericane ha sposato un italiano, da cui ha preso la cittadinanza.
Non è stato facile trovarla negli archivi australiani usando quanto scritto al retro del documento (Juana Longo Dorni); infatti venne registrata come Giovanna Longodorni.

Maria, secondo me è un’opportunita’ apprezzare i tuoi documenti sia spediti che ricevuti da donne internate.
Grazie
Enrico


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MessaggioInviato: 25/03/2018, 10:12 
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Enricodm ha scritto:
Ciao
Confermo sia quanto scritto da Riccardo e poi specificato da Maria.
La donna di origini sudamericane ha sposato un italiano, da cui ha preso la cittadinanza.
Non è stato facile trovarla negli archivi australiani usando quanto scritto al retro del documento (Juana Longo Dorni); infatti venne registrata come Giovanna Longodorni.

Maria, secondo me è un’opportunita’ apprezzare i tuoi documenti sia spediti che ricevuti da donne internate.
Grazie
Enrico

Mi sembrava palese che la donna sia stata considerata italiana dopo aver sposato un italiano e aver avuto con esso un figlio che come riporta chiaramente il report acquisisce anch' egli tale cittadinanza.Riccardo.


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MessaggioInviato: 25/03/2018, 16:12 
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Dirette alla stessa donna in 2 campi diversi, Collescipoli e il 370 di Rimini. Chiaramente, un'internata per fascismo militante, forse una ausiliaria dell'esercito della R.S.I.


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MessaggioInviato: 25/03/2018, 16:20 
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Diretta al campo "aereporto" o "aviazione" di Dire Daua, in Etiopia, proveniente dal campo 360 di Ndarugu, in Kenia


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MessaggioInviato: 25/03/2018, 16:34 
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Lettera, in francese, dal "centre de séjour sourveillé" femminile di Akbou, in Algeria, uno dei moltissimi campi francesi, in questo caso della Francia di Vichy, per "indesiderabili" : rifugiati spagnoli, esuli dai Paesi dell'Asse, comunisti, naturalmente anche ebrei ma quelli, durante il regime di Petain, finirono in altro tipo di campo. Ho seri dubbi che si tratti di un'italiana, anche se il cognome del destinatario è un cognome che esiste in Piemonte; quello della mittente, io leggo Vitrallo" non è un cognome italiano. Forse una rifugiata spagnola


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MessaggioInviato: 25/03/2018, 16:53 
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mariamar ha scritto:
Lettera, in francese, dal "centre de séjour sourveillé" femminile di Akbou, in Algeria, uno dei moltissimi campi francesi, in questo caso della Francia di Vichy, per "indesiderabili" : rifugiati spagnoli, esuli dai Paesi dell'Asse, comunisti, naturalmente anche ebrei ma quelli, durante il regime di Petain, finirono in altro tipo di campo. Ho seri dubbi che si tratti di un'italiana, anche se il cognome del destinatario è un cognome che esiste in Piemonte; quello della mittente, io leggo Vitrallo" non è un cognome italiano. Forse una rifugiata spagnola

Maria, grazie per aver condiviso questi interessanti documenti, e riguardo il destinatario della missiva MARIO PENT, penso (come te) che potrebbe essere un Piemontese proveniente dalla Bassa o Alta Valle di Susa, questo posso affermarlo in quanto abito in Piemonte vicino a tale vallata e ho conosciuto nella mia vita persone che portano tale cognome.Riccardo.


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MessaggioInviato: 25/03/2018, 19:55 
Enricodm ha scritto:
La donna scrive ai parenti del marito in Guatemala facendo riferimento nello scritto (in inglese) alla nascita del figlio proprio durante il periodo dell’internamento (nato nel 1942).
E la burocrazia non aveva previsto internati nati sul posto, quindi nella scheda dell'internato Giovanni Daniele Longodorni ai punti 2 e 3 c'è questa sequenza:
Nato il 26 settembre 1942
Catturato il 26 settembre 1942
Internato il 26 settembre 1942
e il luogo di cattura è l'ospedale dove è nato!
Se il tutto non avesse un'origine certamente non comica, indurrebbe ad un sorriso divertito.
Michele

PS: cercando sulle pagine bianche il cognome Longo Dorni senza indicare località si trovano solo 9 abbonati, tutti della stessa zona (Da Domodossola a Verbania): considerata questa scarsissima diffusione c'è da pensare che gli internati di cui al documento siano collegati a qualcuno (o a tutti) questi.


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MessaggioInviato: 13/07/2018, 14:33 
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Busta di una lettera inviata il 23 maggio 1941 da una suora dal cognome italiano, veneto per la precisione, dal convento di Saint Joseph a Belgaum nell'India Nord occidentale.
Sia dall'indirizzo della mittente, sia per il modo di comunicare scelto, cioè una raccomandata diretta al Comitato della Croce Rossa Internazionale di Ginevra, deduco che non era internata.
Suppongo che la busta contenesse un messaggio Croce Rossa, che poi sarebbe stato inviato in Italia a cura del Comitato della C.R. di Ginevra.
Un'altra conferma che, in parecchi contesti, le donne sono escluse dall'internamento, anche quando i loro equivalenti maschili, cioè i missionari, vengono internati.


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MessaggioInviato: 13/07/2018, 19:04 
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saluterei questa parte di forum a me caro, andandomene un po in ferie per cui vi leggero soltanto..., con una cartolina postale francese scritta durante la campagna di Tunisia, quasi alla fine, da campo di Mecheria in Algeria, di cui vediamo il timbro amministrativo, a ragazza italiana internata a Akbou.


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