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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 13/02/2017, 11:38 
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Iscritto il: 19/05/2015, 19:41
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Località: COLLEGNO (TORINO)
Salve volevo affrontare con voi, questo tema, che ritengo davvero interessante, di cui però ho una conoscenza pari a zero, e a mio avviso poco divulgato, e cioè quello dei CAMPI D'INTERNAMENTO MILITARI SVIZZERI.A seguito del rinvenimento sul web di questa lettera scritta da un militare italiano il 15 settembre 1943 (pochi giorni dopo l' armistizio) ad Erlach, in Svizzera, da un campo di internamento svizzero per militari, dell ' Ymca, ed un altra missiva con il timbro del CAMPO DI INTERNAMENTO SVIZZERO di WINTERTHUR che di seguito vado a postare.La prima domanda che mi sono posto, non essendo la Svizzera in guerra, chi era recluso in questi campi di internamento? Una possibile spiegazione potrebbe essere che qui trovavano rifugio tutti coloro (militari, civili, disertori, etc..) che riuscivano ad evadere dal loro paese in guerra e cercavano riparo nella neutrale Svizzera, ma è solo una mia ipotesi,che cerca conferme nei vostri interventi, cari amici del Forum.Riccardo.


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MessaggioInviato: 13/02/2017, 18:42 
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Iscritto il: 14/10/2015, 14:53
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Ciao Ricky,
avendo trovato analogo materiale tempo fa riferito ad una rifugiata in Svizzera che fu ospite in vari campi di raccolta, mi interessai all'argomento ed in internet trovai un interessante articolo di Antonio Piga, che qui ti posto il link.

http://www.lanternafil.it/Articolo%20Pi ... izzera.htm

Saluti


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MessaggioInviato: 14/02/2017, 9:43 
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Località: COLLEGNO (TORINO)
Grazie Gigi per essere intervenuto sollecitamente in mio aiuto.Ho letto con attenzione il link con l'articolo di A.Piga e l' ho trovato interessante e esaustiivo.Sicuramente sull'argomento in questione, a mio parere, c' é ancora molto da indagare e scoprire.Saluti Riccardo.


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MessaggioInviato: 14/02/2017, 15:51 
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Iscritto il: 19/05/2015, 19:41
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Località: COLLEGNO (TORINO)
Aggiungo altri tre documenti relativi al thread. Il primo è una busta fronte/retro inviata dal campo di CAZIS dove si vede la fascetta della censura militare elvetica, il secondo è una cartolina YMCA inviata dal campo di quarantena di LUTERBACH alla Croce Rossa Internazionale di Ginevra ed infine il terzo una cartolina dal campo di DATTWIL. Riccardo.


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MessaggioInviato: 19/02/2017, 15:43 
Il numero speciale di "Tell", rivista dell' American Helvetia Philatelic Society, dedicato agli aspetti postali della Svizzera durante la guerra è disponibile qui:
http://stamps.org/userfiles/file/articl ... c_2012.pdf
La trattazione dei campi d'internamento copre la maggior parte delle 57 pagine della rivista.
Michele


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MessaggioInviato: 19/02/2017, 15:55 
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Grazie Michele per l'informazione fornita. Saluti Riccardo.


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MessaggioInviato: 20/03/2017, 20:53 
Un piccolo contributo all'argomento, con una busta di servizio partita dal campo di La Rosiaz, presso Losanna (un campo per donne con bambini o in gravidanza) e spedita tramite la Posta da Campo.
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Michele


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MessaggioInviato: 20/03/2017, 23:45 
A cose fatte mi accorgo che la busta che ho postato è decisamente OT: il thread è sui campi per l'internamento di militari mentre il campo (in effetti era un edificio già collegio femminile) di La Rosiaz era un campo per civili.
Perdonatemi
Michele


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MessaggioInviato: 21/03/2017, 9:46 
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Località: COLLEGNO (TORINO)
michele.caso ha scritto:
A cose fatte mi accorgo che la busta che ho postato è decisamente OT: il thread è sui campi per l'internamento di militari mentre il campo (in effetti era un edificio già collegio femminile) di La Rosiaz era un campo per civili.
Perdonatemi
Michele

Si tratta in ogni caso di un documento interessante, Michele, e ti ringrazio per averlo condiviso con ii forum.Riccardo.


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MessaggioInviato: 04/05/2017, 19:04 
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campo internamento militare di Buren


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MessaggioInviato: 05/05/2017, 16:36 
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p.m.pistoia ha scritto:
campo internamento militare di Buren


Sono colpito.... In questo campo e' stato brevemente internato come militare mio padre. Non possiedo alcun documento relativo a questa sua breve permanenza perche' mio padre ''evase'' ben presto dal campo e rientro' in Italia per continuare a combattere contro i tedeschi. Mi permetto qui di raccontare brevissimamente la sua vicenda che puo' chiarire l'esistenza di campi di internamento di militari in Svizzera durante la seconda guerra mondiale.
Mio padre l'8 settembre 1943 era sottotenente di fanteria nella zona di Porto Valtravaglia, quindi vicino al confine svizzero: ma ne' il suo comandante (Ten Col Croce, poi insignito di medaglia d'oro) ne' lui pensarono di fuggire al di la' della linea confinaria. Ritenevano che il loro dovere fosse quello di resistere alle truppe tedesche che stavano assumendo il controllo del paese. Ne nacque un reparto di circa 150 uomini tra militari italiani decisi a combattere e qualche prigioniero alleato fuggito dai campi di prigionia e desideroso di riprendere le armi. I tedeschi in novembre decisero di spazzarlo via. Vennero inviate truppe consistenti, dotate di artiglieria e persino di qualche aereo. Il reparto (di cui fecero parte non solo mio padre ma anche mio zio allora diciottenne e chiamato alle armi pochi giorni prima dell'armistizio) si asserraglio' nella vecchia fortificazione di frontiera del Monte San Martino (Provincia di Varese). Dopo qualche giorno di scontri e di bombardamenti venne deciso di rompere di notte l'accerchiamento e di rifugiarsi in Svizzera, vista la grande disparita' di forze. Il reparto disarmo' i militari collaborazionisti presenti in una caserma sul confine e entro' in svizzera marciando, regolarmente inquadrato e con le armi (fatto che suscito' reazioni sorprese tra i militari svizzeri schierati al confine, abituati a veder affluire italiani sbandati e disarmati). I membri del gruppo furono ovviamente disarmati e distribuiti appunto in campi di internamento militare. Come ho gia' anticipato, mio padre e mio zio non si rassegnarono: falsificarono i documenti di viaggio e in pieno inverno raggiunsero il confine svizzero con la Valtellina e riuscirono a rientrare in Italia valicando un passo in alta quota, conosciuto dai contrabbandieri: si aggregarono ad una formazione partigiana e continuarono a combattere sino alla Liberazione; il col. Croce qualche giorno dopo varco' anch'egli il confine ma fu intercettato e perse la vita.

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Riccardo Bodo


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MessaggioInviato: 05/05/2017, 18:13 
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Grazie per aver condiviso la bellissima storia di tuo padre. Così grazie al ns. forum abbiamo la possibilità di risvegliare ricordi e rendere più bella la nostra discussione. Grazie ancora. Purtroppo non ho altro di Buren da inserire...


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MessaggioInviato: 05/05/2017, 18:16 
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Località: COLLEGNO (TORINO)
Riccardo mi associo a quanto detto da Enrico e ti ringrazio per aver descritto e condiviso con il forum le vicissitudini dei tuoi cari.Posto sotto una cartolina YMCA di un prigioniero Polacco scritta nel 1945 dal Campo Militare d' internemento di Buren, spedito alla Croce Rossa Internazionale di Ginevra.Riccardo


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MessaggioInviato: 05/05/2017, 20:10 
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Iscritto il: 30/10/2012, 14:25
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Mi unisco agli amici e con te che hai raccontato una delle tante storie che meriterebbero di essere conosciute e che con leggerezza colpevole sono considerate vicende minori.Grazie anche a uomini come tuo padre che abbiamo riconquistato la dignità di uomini liberi.Un omaggio a tutti i caduti senza nome, ma che hanno fatto delle scelte consapevoli, conoscendo i rischi, per dare a tutti noi un avvenire migliore.
Roby


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MessaggioInviato: 06/05/2017, 7:58 
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Iscritto il: 20/09/2012, 9:47
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Cari amici, vi ringrazio delle gentili parole. Mio padre e' sempre stato assai fiero della sua partecipazione alla guerra di Liberazione, di non essersi mai arreso, di essere stato ferito in un'azione partigiana: ma non l'ho mai sentito pronunciare parole di odio o di violenza vendicativa. Ha avuto una vita lunga e serena: e' morto a 95 anni, nel 2010.

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Riccardo Bodo


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MessaggioInviato: 06/05/2017, 15:26 
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Aggiungo questa cartolina del 1944 inviata dal Campo d'Internamento Militare di Ursenbach, che presenta la dicitura " Agli Internati Italiani Schweiz, Kathol, Jungmannschaftsverband Lucerna ", dove erano internati principalmente aviatori di varie nazionalità catturati in Svizzera, obbligati spesso ad atterrare sul suolo elvetico per averlo sorvolato o precipitati su di esso.Nel corso della seconda guerra mondiale più di 230 aeromobili si sono schiantati o sono stati costretti ad atterrare in Svizzera. Il numero maggiore era di 186 velivoli dell'esercito Americano Air Force, seguito da 53 per l' Aviazione tedesca Luftwaffe, 12 per il Royal Force, cinque per l' Aviazione Militare Italiana, e una per ciascuna delle Aviazioni aeree Canadesi, Francesi e Ungheresi.Riccardo.


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MessaggioInviato: 14/06/2017, 17:06 
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Aggiungo questa missiva inviata da un internato Italiano nel CAMPO di INS al Comitato della Croce Rossa di Ginevra.Riccardo.


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MessaggioInviato: 18/09/2017, 14:11 
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Da Roma Marzo 45.


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MessaggioInviato: 18/09/2017, 17:40 
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grazie Fabio, interessante la busta con l'annotazione PARTITO(busta accattivante per le censure, il timbro di pm svizzera e l'affrancatura con fbollo PM).

Il capitano di Marina, era evidentemente rimpatriato, forse in un campo di raccolta a Ravenna( da verificare l'annotazione a lapis nella girandola di reindirizzi)...
sono andato a guardare se trovavo qualcosa ad nomen ed in effetti il capitano è stato comandante di porto a s.Margherita Ligure nell 1948(fino al 1951) e poi promosso ten.col. della capitaneria di porto di Portoferraio dal 1954 al 1961...
per questo prigioniero possiamo dire...tutto è bene quel che finisce bene...


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MessaggioInviato: 18/09/2017, 18:03 
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Enrico il COMPAMARE di Ravenna è relativo alla Capitaneria di Porto di Ravenna.P.S.Fabio potresti postare anche il retro della busta per favore.Saluti da Riccardo.


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