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 Oggetto del messaggio: FOTO AFRICANA
MessaggioInviato: 04/10/2017, 16:52 
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Salve ho rinvenuto questa, a mio avviso bella foto coloniale, dove c'è uno scultore che riproduce la scena impostata frontalmente. Riccardo.


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 Oggetto del messaggio: Re: FOTO AFRICANA
MessaggioInviato: 04/10/2017, 19:05 
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molto bella
per caso hai un riferimento per capire chi sia lo scultore ?
e in che anno circa..
grazie
umberto


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 Oggetto del messaggio: Re: FOTO AFRICANA
MessaggioInviato: 04/10/2017, 20:26 
Riccardo, potresti mandarmi l'immagine intera e ad alta risoluzione? Ho visto che con Photoshop si riesce a ridurre molto l'invasività delle macchie brune (e con po' di pazienza posso ridurre anche l'evidenza dello strappo o piega).
La mia mail è michele(punto)caso(chiocciola)gmail(punto)com, ovviamente con la sostituzione delle parentesi con il loro contenuto.
Ciao
Michele


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 Oggetto del messaggio: Re: FOTO AFRICANA
MessaggioInviato: 04/10/2017, 22:46 
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michele.caso ha scritto:
Riccardo, potresti mandarmi l'immagine intera e ad alta risoluzione? Ho visto che con Photoshop si riesce a ridurre molto l'invasività delle macchie brune (e con po' di pazienza posso ridurre anche l'evidenza dello strappo o piega).
La mia mail è michele(punto)caso(chiocciola)gmail(punto)com, ovviamente con la sostituzione delle parentesi con il loro contenuto.
Ciao
Michele

Ringrazio Michele per aver ritoccato l'immagine con Photoshop e la vado a ripostare sotto.Un ringraziamento anche a Umberto per l'apprezzamento, e purtroppo dietro la foto non vi era nessuna indicazione...comunque penso che l'immagine sia databile intorno alla meta degli anni '30...e per quanto riguarda lo scultore...vediamo se qualche detective del forum riesce a scovarne l'identità.Saluti Riccardo.


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 Oggetto del messaggio: Re: FOTO AFRICANA
MessaggioInviato: 05/10/2017, 19:14 
Forse ho esagerato col contrasto; il giallo non l'ho eliminato, l'ho solo trasformato in grigio così lo scultore sembra avere pantaloni grigi e non bianchi.
Trovate che ci sia una somiglianza tra il nostro e lo scultore del ritratto a carboncino?
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Il riporto sembra fatto al contrario tra le due immagini, ma mi sembra che il profilo sia simile.
Michele


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 Oggetto del messaggio: Re: FOTO AFRICANA
MessaggioInviato: 05/10/2017, 19:31 
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Michele a mio avviso hai fatto un ottimo lavoro e ti ringrazio nuovamente, e rilevo una notevole somiglianza con il ritratto da te postato. In particolare nel profilo dello scultore, trovo il mento e le orecchie similari a quelle mostrate dalla foto.Saluti Riccardo.


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 Oggetto del messaggio: Re: FOTO AFRICANA
MessaggioInviato: 05/10/2017, 22:50 
Se la foto e il disegno ritraggono la stessa persona, il nostro scultore è Guido Calori, autore tra l'altro di una statua di una portatrice d'acqua abissina, titolata "Gente dell'impero".
Michele


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 Oggetto del messaggio: Re: FOTO AFRICANA
MessaggioInviato: 06/10/2017, 8:54 
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michele.caso ha scritto:
Se la foto e il disegno ritraggono la stessa persona, il nostro scultore è Guido Calori, autore tra l'altro di una statua di una portatrice d'acqua abissina, titolata "Gente dell'impero".
Michele

Grazie Michele, penso proprio che tu abbia ragione, e facendo una ricerca sul web ho trovato una sua foto con i nipotini scattata a Sansepolcro nel Luglio del 1943, dove porta anche gli occhiali e mi sembra proprio similare alla foto scattata in A.O.I.Saluti Riccardo.

GUIDO CALORI (Roma, 1º maggio 1885 – Roma, 20 aprile 1960) è stato uno scultore e ceramista italiano. Si dedicò anche alla scrittura e a saggi di teoria dell'arte.

Si formò a Roma, frequentando in modo saltuario diverse scuole artistiche (Scuole comunali preparatorie di arti e mestieri, Scuola degli Incurabili di via San Giacomo, Museo artistico industriale, Scuola di anatomia del prof. Morini, Scuole libere del nudo di via di Ripetta).

Nel gennaio del 1902, con la scultura Ero e Leandro, vinse il secondo premio del concorso nazionale "Albacini", indetto dall'Accademia nazionale di San Luca e ottenne le prime commissioni da parte di privati: nel 1905 l'opera Il carriolante fu acquistata dal re Vittorio Emanuele III.

Nel 1906 ottenne un incarico annuale come direttore artistico delle Fabbriche riunite per la ceramica in Civita Castellana

Nel 1907 partecipò di nuovo al concorso nazionale "Albacini", con Virgilio e Sordello, aggiudicandosi il primo premio. Nell'anno successivo, tre sue sculture furono presentate alla "LXXIX esposizione internazionale della Società di amatori e cultori di belle arti in Roma" e vinse il Pensionato artistico nazionale per il quadriennio 1908-1912. Realizzò il gruppo scultoreo Il Mediterraneo per il ninfeo centrale dell'Esposizione internazionale del 1911 e collaborò con lo scultore Ettore Ximenes all'esecuzione del monumento a Giuseppe Verdi in Parma. Nel maggio del 1910 un suo scritto sulla scultura, Il mito di Pigmalione, era stato premiato nel concorso "Poletti" indetto dall'Accademia nazionale di San Luca.

I difficili rapporti col mondo massonico della capitale, in preda a dissidi interni e dominato dalla figura dello scultore Ettore Ferrari, lo portarono alla decisione di allontanarsi da Roma e nel 1912 andò ad insegnare disegno e ornato nell'Istituto tecnico industriale di Chieti dove restò per cinque anni, in un ambiente artistico pervaso da suggestioni dannunziane.

Verso la fine del 1917 ottenne incarichi per l'insegnamento di plastica ornamentale e della figura, presso l'Accademia di belle arti di Firenze, che mantenne fino al 1925.

In collaborazione con Galileo Chini, su committenza del comune di Borgo San Lorenzo, realizzò la spada d'onore per il generale Pecori Giraldi e la targa onoraria per la 1ª Armata della città di Trento. Nel 1920 partecipò a diverse mostre collettive, tra cui, a Roma, alla I edizione della Biennale romana d'arte, con le opere Mater dolorosa, Ave Maria, Cerbiatta, Ritratto di Gabriele D'Annunzio e Maternità. Collaborò ancora con Galileo Chini per le decorazioni plastiche delle Terme di Salsomaggiore. Del 1924 sono il frontone e la Fontana della Najade delle terme Tettuccio di Montecatini, mentre all'anno successivo risale il Monumento ai caduti per la città di Orte. Nel 1921 vinse inoltre nuovamente il premio Poletti con lo scritto L'anima dell'arte nella pittura.

Dal 1925 al 1927 divenne titolare della cattedra di figura nell'Accademia di belle arti di Bologna, dove realizzò varie opere, tra cui gli ornamenti per la chiesa del Sacro Cuore di Gesù e una targa a Giulio Giordani, nel salone di palazzo d'Accursio. Entrò a far parte della commissione edilizia di Bologna e divenne come membro onorario dell'Accademia delle arti del disegno di Firenze.

Nel 1927 si trasferì a Napoli, entrando in contatto con la scultura di matrice realistico-popolare di Vincenzo Gemito e della sua scuola. Qui eseguì le decorazioni del salone della Banca italiana di sconto e il frontone della stazione di Mergellina. Con il Ritratto di Giuseppe Bottai, partecipò inoltre alla 1ª Mostra del sindacato fascista artisti della Campania.

Nel 1930 fu "comandato" alla cattedra di plastica della figura nell'Accademia di belle arti di Roma e, nel medesimo anno, partecipò alla XVII Biennale di Venezia, con l'opera Italica Gens, vincendo il premio della Confederazione degli agricoltori. L'anno seguente, partecipò ancora, con due opere, alla I Quadriennale di Roma.

Nel 1932 presentò alla XVIII Biennale di Venezia l'opera La beffa, che fu esclusa alla vigilia dell'inaugurazione come "moralmente offensiva".

A partire da questa vicenda le commissioni pubbliche diminuirono, anche se continuò a ricevere riconoscimenti e attestati: divenne membro della Pontificia accademia dei virtuosi al Pantheon e accademico corrispondente dell'Accademia nazionale di San Luca. Nel 1937, anche grazie ai buoni uffici del ministro Bottai, che conosceva da anni, espose Il vasaio alla Mostra di arte italiana dal 1800 a oggi in Berlino. Nel 1939 espose alla terza Quadriennale romana.

Partecipò ancora a due Biennali di Venezia, quella del 1940 e quella del 1942, ed eseguì la statua della Fisica per il palazzo della Civiltà italiana all'EUR.

Nel 1940 ebbe l'incarico di realizzare la statua equestre di Vittorio Emanuele III, da collocare nell'atrio della stazione di Roma Termini, progettata dall'architetto Mazzoni, che tuttavia non venne mai realizzata a causa della guerra.

Nel 1948 partecièò per l'ultima volta alla Quadriennale di Roma, denominata quell'anno Rassegna nazionale delle arti figurative.

Gli ultimi anni della sua attività furono dedicati prevalentemente alla pittura e con lo pseudonimo di Dyonisos partecipò come pittore ad alcune collettive (nel 1950 alla Mostra d’arte ispirata alla danza e nel 1951 al premio Roma per la pittura). Nel 1953 due sui dipinti furono esposti alla terza edizione della Mostra nazionale d'arte in vetrina a Torino.


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GUIDO CALORI CON NIPOTI NEL 1943.jpg
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