Come promesso ecco qualche cartolina con i ruoli invertiti rispetto a quello a cui siamo abituati. La propaganda è dovunque uguale. Vale sempre il concetto “nostri belli e coraggiosi” solo che qui i nostri non sono italiani.
A. Cartolina austriaca di propaganda militare, spedita da Pola il 15 novembre 1914 per Costantinopoli. Timbro di arrivo in caratteri arabi e visto della censura turca. Parte del timbro di arrivo è visibile anche sul fronte, con la data parzialmente in caratteri arabi e il nome in caratteri arabi e latini GALA(TA), uno dei quartieri odierni di Istanbul. Eloquente l’immagine e la scritta, in tedesco, “Ogni sparo un Russo !”. L’alfabeto arabo è stato utilizzato in Turchia fino alla riforma promossa nel 1928 da Atatürk.
B. Nell’iconografia militare i “nostri” sono sempre belli e vittoriosi. Litografia a colori di Marussig, con i timbri della Feldpost ed il visto della censura militare, che mostra una fase della battaglia in cui quattro soldati austroungarici mettono in fuga numerosissimi nemici,
C. Cartolina con un soldato pluridecorato che innalza la bandiera dell’Impero, mentre i versi in basso, scritti in croato, dicono: “Dio fa’ che davanti al nostro stendardo muoia ogni nemico e che sopra di noi sorga di nuovo lo splendore della preziosa pace!” D. Cartolina illustrata della 42a Divisione dell’esercito austroungarico formata da soldati croati e denominata “Diabolica” (Vražja). Venduta “in favore degli orfani degli eroi croati morti”.
E. Cartolina di produzione croata del 1919 con i volti poco rassicuranti di D’Annunzio e dei soldati italiani.
Un cordiale saluto a tutti, Nenad.
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