Bravo Seref avevi ragione tu riguardo i proiettili di tipo CHINA, sono stato depistato dalle indicazioni dei vari venditori su web, ed anche dal fatto che effettivamente esisteva una possessione a TIENSIN.Quindi il proiettile tipo CHINA, dovrebbe essere quello che è presente al centro della tavola, (accanto al bottiglione di vino) nella foto che hai postato, di cui vado ad elencare alcune note tratte da Wikipedia. L'Impero Austriaco era consapevole dell'importanza della sua frontiera meridionale, che era dominata dalle Alpi, inoltre anche le frontiere meridionali (in particolare la Bosnia) erano prevalentemente montuose come la buona parte dei Balcani; quindi era necessario produrre artiglierie che fossero in grado di operare in ambiente montuoso, quasi privo di strade, ma fornito prevalentemente di mulattiere. Il pezzo da montagna allora in servizio, il 7 cm Gebirgsgeschütz M. 99, era di progettazione obsoleta, ad affusto rigido. Date queste premesse il pezzo doveva essere scomponibile in carichi di peso non eccessivo per un mulo e, dal punto di vista balistico, doveva avere un angolo di tiro quanto più elevato possibile, pur non arrivando ad essere un mortaio. Il primo pezzo prodotto fu il 10 cm Vz. 10, ma, successivamente, per aumentare la maneggevolezza, il calibro fu diminuito a 75 mm, producendo il materiale da montagna 7,5 cm Vz. 13 , che ebbe un limitato successo di esportazione. Del Vz. 13 furono utilizzati dall'Imperial-Regio Esercito solo 52 pezzi, sequestrati all'inizio della prima guerra mondiale, con la denominazione M.14 tipo Cina. Intanto era stato progettato un pezzo simile, ma scomponibile più facilmente, denominato 7,5 cm Vz. 15. L'impiego nel Regio Esercito Il Regio Esercito fin dal 1915 utilizzò sul fronte albanese un numero imprecisato di pezzi Skoda vz 13 75 mm, destinati originariamente al governo cinese, trasportati dal piroscafo Bayern, internato a Napoli nel 1914 (cioè nel periodo di neutralità dell'Italia) e successivamente sequestrato all'atto dell'ingresso in guerra. Una volta constata l'efficienza del pezzo vz 15, ed avendone catturati alcuni esemplari, lo Stato Maggiore ne decise la riproduzione dando una commessa all'Ansaldo nel 1918, commessa che fu interrotta a causa della conclusione della guerra. Al termine della prima guerra mondiale furono recuperati 392 pezzi come preda bellica mentre altri 268 pezzi completi e 55 bocche da fuoco furono ceduti dall'Austria in conto riparazioni dei danni di guerra, questi pezzi furono distribuiti alle batterie da montagna a partire dal 1920. Rispetto al pezzo da 65/17, che era l'arma standard per l'artiglieria da montagna italiana nel corso della Grande Guerra, questo pezzo presentava sensibili vantaggi balistici (maggiore angolo di elevazione e possibilità di utilizzare cariche di lancio multiple), ma aveva un peso superiore, che richiedeva il someggio su 7 carichi, invece dei 5 del 65/17.Riccardo.
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