E' probabile che fossero principalmente gli ex militari italiani che avevano accettato una qualche forma di collaborazione con i tedeschi ad usare questi moduli per corrispondere con la famiglia, tuttavia, ci sono parecchi casi degli stessi moduli usati anche nei grandi dulag come il 185, quindi è probabile che fossero distribuiti anche ai prigionieri, occasionalmente, ma questo vale anche per i collaboratori. Del resto, distinguere i prigionieri dai collaboratori quando utilizzano un indirizzo di feldpost non è sempre agevole, a meno che non si servano delle apposite cartoline o biglietti postali per prigionieri o non indichino espressamente la loro condizione. Io ho in collezione una lettera proveniente da un campo della TODT con indirizzo Feldpost 45083U dove nell'indirizzo di ritorno il mittente non si indica come prigioniero ma all'interno nella lettera si descrive come tale. D'accordo completamente, invece, sul fatto che i moduli Croce Rossa furono utilizzati per corrispondere con l'Italia controllata dagli Alleati, oppure con le località sulla linea del fronte. La comunicazione verso l'Italia controllata dagli Alleati per chi aveva un indirizzo di Feldpost fu difficile anche per coloro che erano prigionieri e utilizzavano l'apposita cartolina: io, nei miei pezzi, sono riuscita a trovarne tre. La situazione appare confusa ora, probabilmente era assai più confusa allora e forse era lo stato giuridico di questi militari a non essere ben definito e questo non favorì la corrispondenza verso il Sud. Una osservazione da fare è che utilizzarono il mod. 61 (in Italia denominato mod. 3) per corrispondere, sistema che nasce per i civili liberi residenti in Paesi nemici. Probabilmente, a situazioni di emergenza furono date risposte in emergenza. La stessa Croce Rossa Internazionale nel corso del 1944 creò per i prigionieri di guerra e i civili internati i "Messages Express", ma di questi io finora non ho travato traccia per i nostri militari in mano ai tedeschi. Allego modulo ufficiale scritto il 2 giugno 1944 nel dulag 185 nei Balcani, inviato a Pescara, liberata il 10/06/1944, quindi sulla linea del fronte nel momento in cui fu scritto.
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