Buongiorno,
per cercare di comprendere questo strano insieme di affrancatura tedesca annullata a Trieste nel novembre del 1943, l'unica spiegazione che ho ipotizzato è che si tratti di posta di servizio tedesca.
Ma non avrebbe dovuto essere dichiarato sull'invio postale e non erano richiesti dei requisiti per fruirne?
Oppure si tratta banalmente di distrazione dell'ufficio postale che non si è accorto che si trattava di una cartolina postale tedesca?
Grazie per le vostre spiegazioni

E' da ritenersi corrispondenza "normale" anche se certamente non comune.
Trieste e la sua provincia (come Udine, Gorizia Fiume, Pola, Lubiana e relative province) dal settembre 43 facevano parte dell' Operationszone Adriatisches Küstenland (OZAK) cioè della Zona d'operazione del Litorale adriatico, sottoposto alla diretta amministrazione militare tedesca, che avocò ogni potere civile e militare.
Di fatto l'OZAC era una Provincia Tedesca come l'Alpenvorland.
Forse il settore più adatto al documento (ma è una mia personale opinione) era la storia postale RSI od addirittura la storia postale estera intesa come Germania.

Grazie Roberto

Intervengo sull'ottimo Roberto per far notare un particolare, a mio avviso, curioso.
Se è vero che l'oggetto è stato recapitato il 05.03.1944, allora lo stesso deve aver subito il blocco della corrispondenza per l'estero post 08 settembre 1943.
E se l'ha subito, qualcuno deve aver ritenuto che Trieste fosse Italia e che fosse quindi la destinazione Germania fosse all'estero.
Se l'Alpenvorland era provincia tedesca, perchè bloccarne la corrispondenza eventualmente interna al Reicht?

Bho?


P.s.: per me l'oggetto molto interessante.
Io colleziono solo espressi, per lo più di RSI, ma se l'avessi trovato sebbene non viaggiato in espresso avrei cercato di acquisirlo.

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https://espressirsi.wordpress.com/

Grazie Martino.
Ho avuto uno scambio di e-mails con Sirotti per questa cartolina: anche lui concorda con Roberto che non può essere viaggiata con la posta di servizio tedesca.
A questo punto io un'idea di come è nato questo oggetto me la sono fatta. I tedeschi pretendevano, pena la restituzione al mittente, che si rispondesse ai prigionieri solo utilizzando il
modulo di risposta allegato allo scritto inviato dal prigioniero. Qualche eccezione era ammessa solo per i territori controllati dagli Alleati, nei quali, all'inizio, prima che giungessero i moduli di risposta, che impiegarono più tempo che nel Nord Italia, si potevano usare le cartoline e i biglietti postali specifici della posta dei prigionieri di guerra con i simboli della Croce Rossa.
Colui che inviò la nostra cartolina, che ha pure il testo scritto in tedesco, pensò che usando una carta valori tedesca non sarebbe incorso nel divieto. Così avvenne, perché la cartolina giunse a destinazione, come dimostra il timbrino di censura del campo, anche se incappò nel blocco della posta estera, come ha evidenziato Martino.
Forse c'era un po' di confusione, sia tra i cittadini che tra gli addetti postali.