marco lazzerini ha scritto:
somalafis ha scritto:
Caro amico, senza alcune polemica devo confessare che il mio scetticismo resta assolutamente intatto nonostante la tua risposta. Cerchero' di spiegarmi. Localizzate forme di ''fair play'' tra forze opposte con modalita' eccezionali forse incentivate da una pausa degli scontri sono sempre ipotizzabili. E nel settembre 1944 ancora si poteva immaginare che le forze alleate avrebbero presto superato la Linea Gotica per dilagare in pianura padana. Tuttavia il documento continua a lasciarmi piu' che perplesso. Perché una tale restituzione? E perché diretta alla direzione postale ''repubblichina'' di Torino? Una sorta di ''captazio benevolentiae? Un voler mostrare che nelle fila dei resistenti non c'era tolleranza per ladri e briganti? A quale scopo? E per di piu' con tanto di timbro, carta intestata a stampa e persino il ''numero di protocollo'' di burocratica memoria?
Se posso dire la mia (ripeto senza voler innescare un'inconcludente polemica) non e' la prima volta che mi capita di dibattere su documenti inusuali riguardanti il periodo bellico e ne ho sempre tratto l'impressione che (complice forse il prolungatissimo periodo di pace che fortunatamente abbiamo vissuto) non sempre sia valutata appieno la ferocia di quei tempi, i rischi che si potevano correre e la convinzione da entrambe le parti che si stesse avvicinando una generale ''resa di conti''. E lo dico anche per avere parlato a suo tempo con protagonisti di quella stagione (mio padre e mio zio, tanto per precisare la mia collocazione familiare antifascista, sono stati partigiani ed hanno combattuto i tedeschi fin dall'indomani dell'armistizio del 1943, prima in una formazione militare e poi nelle bande ''garibaldine'')
Nessuna polemica anzi , il dibattito è sempre costruttivo e i motivi dei tuoi dubbi sono pienamente condivisibili. Perchè la restituzione ?
Cosa conteneva il plico ? Semplice posta ? Non si sa... come tu dici "una buona azione" in quel periodo pare proprio impensabile.
La mia impressione , prendendo in mano il documento è che sia autentico. I bolli , i caratteri della macchina da scrivere , la carta intestata , la grafia della firma . Certo che se è un falso è proprio fatto bene...e poi mi domando perchè un falso del genere ? E' in mio possesso dalla fine degli anni 70. Mi sembra difficile che un falsario abbia perso tempo per costruire un documento così fantasioso agli albori del collezionismo di posta militare.
Io credo che invece i falsi siano anche precedenti alla data da te citata, e costruire un documento analogo, con l'esempio dei documenti della Decima Mas, non sia una cosa difficile da realizzare anche agli inizi degli anni 70.D'altronde la rarità di tali documenti favorisce i falsari, in quanto vi è minore possibilità di confronto.Basta una macchina per scrivere di quel periodo (non comprendo perchè è stato usato l'inchiostro rosso, poco visibile sulla busta arancione), due annulli riprodotti, un foglio in bianco di carta intestata (a volte nei mercatini si trovano rimanenze di tale materiale) una comune busta arancione, aggiungere l'anonima firma e recitare il "copione" inverso dei documenti, recuperati dalla Decima Mas, impreziosito da uno slogan antifascista ad effetto.Saluti Riccardo.