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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Bollo ACS
MessaggioInviato: 10/01/2013, 13:37 
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Iscritto il: 10/01/2013, 13:02
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Ripropongo un quesito che non ha ancora avuto alcun riscontro.
E’ assodato che il bollo ACS, in diverse forme, veniva apposto nei territori liberati dagli Alleati sulla corrispondenza che transitava dall’Ufficio di Censura senza essere ispezionata.
Sinora la sigla è stata considerata l’acronimo di “Allied Censorship Service”.
Non credo che l'interpretazione sia corretta.
Nel "Postal Manual" a cura del Civil Censorship Gruop pubblicato nel novembre del 1944 ritrovato da Russ W. Carter negli archivi USA e diffuso dalla Military Postal History Society (ed in vendita in Italia presso Vaccari Editore) gli uffici di censura vengono definiti sempre e solo “STATION”.
A ragione di ciò ritengo che l’acronimo A.C.S. stia per “Allied Censorship Station” ovvero Ufficio di Censura Alleato. Invero, l'interpretazione in uso "Servizio Alleato di Censura" è in contrasto con la circostanza pacifica (e confermata dalle istruzioni contenute nel pamplet citato) che tale timbro veniva apposto su corrispondenza non censurata.
Che ne pensate?


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 Oggetto del messaggio: Re: Bollo ACS
MessaggioInviato: 24/01/2013, 13:23 
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Iscritto il: 07/09/2012, 11:53
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Argomento per me interessante, del quale però ho soltanto qualche infarinatura e mi ritengo fortemente ignorante.
A seguito del precedente messaggio, però, mi pongo alcuni quesiti.

Anzitutto, se ACS veniva apposto su corrispondenza non censurata, come mai lo si riscontra anche su missive all'apparenza decisamente censurate, ovvero missive aperte, esaminate, e quindi richiuse con relative fascette "Verificato per censura"? Alcune sono apposte in arrivo, quindi fuori territorio alleato, e d'accordo.. ma in altri casi vi sono proprio segni di esame alleato, tipo ad esempio timbrini manuali "Examined by n. XX ACS".
Di esempi del genere, anche articolati, ve ne sono diversi, senza andare troppo lontano, nella collezione di Gabbini sull'argomento pubblicata sul sito della nostra associazione:
http://www.aicpm.net/collezioni/gabbini ... abbini.htm

Se "S" sta per "Station" e non per "Service", era presente un unico ufficio per tutto il vasto territorio? Ma se erano presenti più uffici, come trasparirebbe dal manuale del 1944, come mai non hanno identificato con dei numeri i diversi uffici come, normalmente, avviene per la posta militare?

Saluti, Marco.


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 Oggetto del messaggio: Re: Bollo ACS
MessaggioInviato: 28/01/2013, 14:27 
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Iscritto il: 10/01/2013, 13:02
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Caro Marco,
rispondere ai Tuoi dubbi richiederebbe molto tempo e spazio.
E' vero il timbro ACS compare anche su buste effettivamente censurate. Le spiegazioni possono essere varie.
La più semplice è quella che il timbro ACS sia stato apposto da ufficio provinciale diverso da quello che ha operato la censura (questo sì individuabile giacché ogni censore aveva a disposione un proprio numero ed il timbro non poteva essere ceduto, per i controlli gerarchici a cui erano sottoposti i censori).
Quella incomprensibile (legata al primo periodo di uso dell'ACS) è la sicura attribuibilità dell'ACS al medesimo ufficio che ha ispezionato la lettera. Soprattutto in Puglia e Sicilia accanto alla censura vera e propria (a ponte con il numero del censore) sovente compare il bollo ACS (un classico a Bari). Forse eccessiva solerzia dell'ufficio di censura.
Nelle cartoline e corrispondenze aperte il bollo ACS attestava solamente il transito per l'ufficio senza materiale ispezione (che comportava anche la tenuta dei registri, il riassunto, etc...). Serviva per garantire che la corrispondenza era passata dall'ufficio (e forse evitare la censura in arrivo) ma che non era stata ritenuta opportuna la sua censura (che nel periodo non era totalitaria).
I bolli ACS erano in dotazione ad alcuni uffici provinciali (non tutti) e si differenziano solamente per la foggia. Puntuali informazioni al riguardo si possono tranne negli articoli di Luigi Sirotti apparsi sulla rivista della Associazione e nel lavoro del Prof. Gerini e Giancarlo Magnoni che non mi risulta pubblicato.
Il bollo "Examined by n. XX ACS" è un vero e proprio bollo di censura in uso in Sicilia nel primissimo periodo di introduzione del controllo postale alleato. Non è parente con bollo lineare, rettangolare, ovale o tondo ACS. Lo anticipa e conferma il riferimento alla Station intesa quale ufficio.


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 Oggetto del messaggio: Re: Bollo ACS
MessaggioInviato: 19/06/2013, 11:24 
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Iscritto il: 09/09/2012, 9:37
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Ciao a Regency e Marco.
Si dice e si scrive che il bollo ACS venisse apposto su corrispondenza che transitava dall'ufficio di censura SENZA essere ispezionata.
Resta fermo pero'(a mio parere), che, sia le cartoline che le corrispondenze aperte, comunque "subivano" una lettura censuaria da parte del personale addetto, al fine di scongiurare frasi o scritti compromettenti ed inerenti a operazioni belliche. O no?
Saluti
Fabio


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 Oggetto del messaggio: Re: Bollo ACS
MessaggioInviato: 30/06/2013, 10:19 
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Iscritto il: 10/01/2013, 13:02
Messaggi: 13
Ciao Fabio,
trascrivo le istruzioni contenute nel "Postal Manual" del Civil Censorship Group Italy del 1 dicembre 1944 (ritrovato da Russ Carter nel United States National Archives e pubblicato dalla Military Postal History Society): "to denote that a piece of correspondence has passed through a Civil Censorship Group provincial censorship station but has not [sottolineato nel testo] been opened and examined, the following stamp will be used: ACS [riprodotto nel testo]".
Credo che formalmente non vi possano essere dubbi sulla funzione del bollo.
I segni di censura sono la manifestazione materiale di una complessa attività di raccolta dei dati, catalogazione, report, etc... che necessita di adeguato tempo. L'occasionale lettura di una cartolina o di un intero postale e la presa di conoscenza del contenuto credo sia attività diversa dalla censura della stessa. La censura richiedeva l'attento esame dell'oggetto, del mittente e del destinatario, del luogo di partenza e di arrivo, la presenza di segni grafici particolari, la verifica di possibili scritte sotto i francobolli, la redazione di un rapporto per ogni oggetto ispezionato, etc....
Immagino un ufficio ove un addetto appone il timbro ACS sulle cartoline senza neppure guardarle, prelevando una aliquota da consegnare ai censori per l'ispezione.
Mauro


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 Oggetto del messaggio: Re: Bollo ACS
MessaggioInviato: 30/06/2013, 11:37 
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Iscritto il: 09/09/2012, 9:37
Messaggi: 301
Ti ringrazio per la risposta.
Allora devo pensare(ad esempio) che, le cartoline che presentano solo il timbro Acs, non siano state controllate, mentre quelle che presentano anche il timbro "a ponte" o simili, abbiano subito invece un'attenta lettura da parte del censore e quindi sottoposte a censura?
Fabio


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 Oggetto del messaggio: Re: Bollo ACS
MessaggioInviato: 02/07/2013, 7:18 
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Iscritto il: 10/01/2013, 13:02
Messaggi: 13
A mio parere sí. Certamente quelle con il bollo a ponte sono state censurate mentre quelle con l'acs no. Tuttavia ci sono alcuni oggetti singolari ed usi anomali del bollo acs


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 Oggetto del messaggio: Re: Bollo ACS
MessaggioInviato: 13/03/2018, 16:15 
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Iscritto il: 30/10/2012, 14:25
Messaggi: 5846
Lettera da Orio Litta, Milano per Venezia 21.4.45. Rimasta bloccata dagli avvenimenti e recapitata a Venezia il 25.5.45 con l'annullo ACS


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