Durante la Repubblica Sociale Italiana, nei territori che si trovavano sotto il controllo di quest’ultima, sono stati utilizzati i seguenti francobolli segnatasse per tale finalità specifica:
a) segnatasse della emissione del Regno del 1934, che erano in corso all’8 settembre 1943. Trattasi dei valori da 5, 10, 20, 25, 30, 40, 50 e 60 centesimi, nonché da 1 lira, 2 lire, 5 lire, 10 lire e 20 lire (numeri da 34 a 46 del Catalogo Sassone). Ogni valore reca lo stemma sabaudo con fasci; stampa in rotocalco in fogli di 100 (x4); filigrana corona coricata; dentellatura 14¼ x 14 a blocco (Fig.1);
b) segnatasse della emissione del Regno del 1934 (ad eccezione dei valori da 10 lire e 20 lire), soprastampati G.N.R., emissione del 20 settembre 1943 di Brescia (il valore da 5 lire ha la soprastampa capovolta). Hanno avuto corso fino al 15 agosto 1944 (Fig.2 - Collezione Manieri);
c) segnatasse della emissione del Regno del 1934 soprastampati G.N.R., emissione di Verona del gennaio/febbraio 1944. Gli stessi non hanno avuto effettivo corso postale e sono stati distribuiti esclusivamente a fini collezionistici. Sono stati ritirati il 15 agosto 1944. A differenza della emissione G.N.R. di Brescia, quella di Verona ha per oggetto tutti i valori della serie dei segnatasse del Regno (e quindi anche i valori da 10 lire e 20 lire);
d) segnatasse della emissione del Regno del 1934 con soprastampa tipografica in nero di un piccolo fascetto (cosiddetti “provvisori” - numeri da 60 a 72 del Catalogo Sassone). Sono stati realizzati a Roma nell’aprile 1944. Le prime date di uso conosciute sono della metà del mese di maggio 1944 (Fig. 3);
La carenza dei francobolli ordinari conseguente agli eventi bellici e al generale stato di disorganizzazione sussistente nell’apparato amministrativo della Repubblica Sociale Italiana, ha generato, tuttavia, l’esigenza di utilizzare i segnatasse (in particolare quelli del Regno del 1934 e i soprastampati con il fascetto), oltre che per la loro specifica finalità, anche per affrancature di emergenza sostitutive dei francobolli ordinari stessi (Fig. 4, Fig. 5 e Fig.6).
Tale utilizzazione di emergenza ha, peraltro, contribuito all’esaurimento delle scorte dei segnatasse, con la conseguente necessità, da parte degli uffici postali, di ricorrere a segnatasse di emergenza.
Tale uso emergenziale veniva, quindi, disciplinato dal Ministero delle Comunicazioni della RSI, come risulta dalla circolare n. 88 del 15 novembre 1944 della Direzione Provinciale P.T. di Novara, nella quale si legge, tra l’altro, testualmente “Vista la mancanza dei segnatasse da fornire agli uffici per applicarli sulla corrispondenza da sottoporre a tassazione il Ministero autorizza l’uso dei francobolli comuni in luogo dei segnatasse. Gli uffici hanno però l’obbligo di annullare tali francobolli con il bollo T” (Fig.7).
In concreto, gli uffici postali hanno operato la tassazione anche mediante francobolli di posta aerea (in particolare il 50 cent colore bruno, emissione 1930), marche per il recapito autorizzato e francobolli per i pacchi postali con o senza la soprastampa RSI (nella corrispondenza di cui alla Fig. 8 viene utilizzata la prima parte di un francobollo per pacchi postali del Regno da 10 cent soprastampato RSI.).
E’ interessante notare che, in molti casi, sono stati utilizzati francobolli recanti emblemi regi per recuperare il costo della corrispondenza del nuovo stato repubblicano. Si tratta di una delle contraddittorietà generate dalla caoticità del momento che ha avuto significativi riflessi anche sulla organizzazione postale. In tale contesto si segnala, altresì, che, nel corso del 1944, la Direzione provinciale delle poste di Venezia, per sopperire alla mancanza dei prescritti segnatasse, ha autorizzato l’apposizione sui francobolli della serie “Monumenti distrutti” della dicitura “per segnatasse” mediante un timbro lineare a mano, di mm 45 x 5. (Fig.9)
Per quanto riguarda i francobolli segnatasse soprastampati con il fascetto, la relativa utilizzazione è avvenuta nel nord Italia, fino alla Toscana. Nelle altre zone più a sud, facenti parte dei territori della RSI, sono conosciuti solo usi inequivocabilmente filatelici.
I valori soprastampati da 10 lire e da 20 lire non sono stati posti in vendita presso gli sportelli postali, sicché sono conosciuti usi degli stessi esclusivamente di favore.
In alcuni rari casi i segnatasse soprastampati con il fascetto, sono stati frazionati per supplire alla carenza dei bassi valori (Fig. 10 e Fig. 11).
Sono note anche affrancature miste di segnatasse del regno e soprastampati (Fig. 12) e corrispondenze spedite da Bologna, tassate a carico del destinatario con segnatasse del Regno soprastampati a mano con un fascetto rosso (fig.13).
Bibliografia
-Storia postale d’Italia-La Repubblica Sociale Italiana, I Servizi di posta civile nel territorio metropolitano, Luigi Sirotti, AICPM, 2010.
-Catalogo Enciclopedico Italiano 2005, Repubblica Sociale Italiana, Luogotenenza, Comitati di Liberazione, Trieste A e B, C.E.I. Milano.
-Catalogo Sassone 2023, 82a edizione.
-Segnatasse d’emergenza 1943-1947, Fermo Casarico, 1976.
-Sito web “Storia postale della RSI” di Enrico Manieri (http://www.storia-postale-rsi.blogspot.com).
-Sito web “Francobolli della Repubblica Sociale Italiana” di Giorgio Bifani (http://www.giorgiobifani.net).
-Affrancature miste e sistema di tassazione durante la RSI, Renzo Rossignoli, Il Filatelico n.1-2, gennaio- febbraio 1960;
-Sulla tassazione della corrispondenza durante la Repubblica Sociale Italiana, Renzo Rossignoli, Il Filatelico n.10, ottobre 1961