Sono pochi i pezzi noti con segni interessanti dell'intervento di censura durante l'RSI.
Le ragioni andrebbero ricercate non tanto nel presumere che i censori lavorassero poco o fossero indulgenti (anzi...), ma piuttosto perchè si ritiene che la corrispondenza più
meritevole di censura venisse trattenuta ed inviata agli organi competenti (la questura) perchè questi svolgessero le conseguenti spiacevoli indagini.
Invito gli amici forumers a postare qui di seguito le immagini eventualmente reperite di altri oggetti simili al fine di provare a costituire una sezione specifica, che possa essere utile al confronto ed all'approfondimento.
La fattispecie è una lettera (bordata a lutto) inviata il 2103.1944 in tariffa raccomandata in espresso dall'allora piccolo comune di San Piero a Sieve (FI) verso il quartiere Sanpierdarena di Genova, dove giunse il 24 e fu verificata dalla censura provinciale del capoluogo ligure. Non è dato sapere cosa contenesse il testo (che manca), ma sta di fatto che la lettera fu rinviata al mittente con una piccola striscia di carta (fortunatamente bollata) incollata nella bandella di ri-chiusura della censura.
Non credo che sia un'eventualità comune, ne' tuttavia conosco i procedimenti (mi pare tutt'oggi
ancora secretati...
) della censura, ma mi sembra insolito che quell'ufficio rispedisse al mittente, giacché mi è noto che interveniva o segnalando in una nota un problema al destinatario, o sequestrando busta e contenuto, o coprendo con la china indelebile tratti di testo per renderli illeggibili.
Un'altra curiosità consisterebbe nel riuso emergenziale di un modulo postale come striscia su cui annotare il rinvio al mittente: può essere che le censure provinciali fossero ubicate in settori separati degli stessi uffici di postali?
Voi avete informazioni a riguardo?