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MessaggioInviato: 05/08/2019, 18:25 
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Iscritto il: 30/12/2018, 20:24
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Buongiorno a tutti!

Rieccomi con un espresso da Brescia a Reggio Emilia 08/07/1944 e chiedo a voi esperti cosa ne pensiate, premetto che non ho belle sensazioni comunque lascio a voi la parola, anche per capirne un po' di più!

allego il fronte ed il retro


GRAZIE 1000!!


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MessaggioInviato: 06/08/2019, 0:25 
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Iscritto il: 11/10/2014, 12:23
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Sul fronte non ci siamo.... Foggia delle cifre assai inconsueta e inchiostrazione improbabile delle impronte degli annulli.
C'è almeno un lato positivo: il retro sembra originale :)

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MessaggioInviato: 06/08/2019, 3:40 
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Iscritto il: 11/08/2016, 17:31
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Non mi ricordo di aver visto un annullo che dice "corrispondenza".
È abbreviato "corrisp.", oppure "corrispondenze" .


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MessaggioInviato: 06/08/2019, 7:07 
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Cifre del datario chiaramente fasulle...Il 7 (mese) e' una L capovolta.....
Fabio


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MessaggioInviato: 06/08/2019, 13:40 
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Confermo i dubbi sul documento. La prima cosa che mi è saltata all'occhio è l'inchiostrazione degli annulli, poi trovo improbabile quell'etichetta parziale remboursenemt che non ha nessun senso. Io per curiosità proverei a staccare i fb per vedere cosa c'è sotto, visto che il documento sembra originale.

Andrea

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Andy66

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MessaggioInviato: 06/08/2019, 17:19 
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Iscritto il: 30/12/2018, 20:24
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Grazie a tutti, i miei dubbi quindi erano ben motivati, la cosa che mi intristisce è l'aver sacrificato un espresso 1,25 milanese..


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MessaggioInviato: 12/08/2019, 10:24 
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Danilo C. ha scritto:
Grazie a tutti, i miei dubbi quindi erano ben motivati, la cosa che mi intristisce è l'aver sacrificato un espresso 1,25 milanese..

Qualche mese fa ho preso (e ben pagato :oops: ... ma era necessario, per cui lo ringrazio ;) ) una lezione da un perito, che ha avuto l'accortezza di spiegarmi nel dettaglio cosa si può osservare per avere certezza che gli annulli possano essere coevi alla loro datazione.
Piuttosto che verificare la geometria delle forme delle impronte (come io stesso uso fare di solito), che costitituisce certamente il metodo analitico più intuitivo, ma che non può escludere la possibilità della compresenza di più timbri in uso o di annullamenti mal impressi o di annullamenti postumi, l'osservazione peritale verteva sulle ordinarietà della foggia delle sbavature che l'inchiostrazione certamente dell'epoca produceva in fase di timbratura, secondo l'assunto d'esperienza che gli inchiostri dell'epoca creano in esse forme del tutto simili.
Danilo se guardi, infatti, alle impronte della busta che mostri, ti renderai conto che queste abbiano un inchiostro che sbava e copre uniformemente e che si allarga come fosse più liquido dell'ordinario: la busta che proponi all'attenzione offre l'opportunità di rilevarlo con facilità -anche per un filatelista che si incurisisce alla storia postale :) - in quanto la discrepanza stavolta è particolarmente evidente.

Se siamo in tanti intervenuti a confermare che la foggia di queste impronte non meriterebbe nemmeno di perderci altro tempo :D per via delle vistose incongruenze con gli altri bolli del periodo, si potrebbe provare a fare di più, ovvero a fornire elementi oggettivi per costituire un criterio di valutazione soggettivo: mi riferisco all'opportunità di invitare a comprendere metodo e ragioni per andare oltre la "reverenziale" accettazione del più stimato parere.

Benvengano, quindi, queste occasioni! :)

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MessaggioInviato: 12/08/2019, 14:41 
La sentenza c'è già stata, con incontrovertibili motivazioni, quindi ulteriori prove non servono ma penso che altre angolazioni dello sguardo possano servire a futura memoria.
La prima, basata sulla visione diretta della bollatura manuale delle lettere nell'ufficio postale quando ero un ragazzo (quindi tanto tempo fa) è che il bollatore una volta impugnato il bollo in pratica non lo lasciava fin quando non aveva finito il lavoro, che si trattasse di una sola busta o di una pila bella alta: il bollo "volava" dal tampone alla busta e veniva impresso quante volte era necessario, la busta bollata veniva spostata con la sinistra accanto a quelle da bollare, il bollo poi tornava sul tampone e così via e senza interruzioni. Ho visto un impiegato andare avanti così per un buon quarto d'ora, mente un collega gli passava via via altre pile di buste e metteva quelle bollate nel sacco. Questo modo di bollare comportava due cose: che tutte le impronte avevano sostanzialmente lo stesso orientamento (salvo la minima rotazione dovuta allo spostamento dell'avambraccio per imprimere bolli successivi al primo; l'altra, che dipendeva da quanto bene fosse inchiostrato il tampone, è che nel caso di impronte multiple quelle successiva alla prima tendevano ad essere più o meno palesemente più sbiadite. Questo secondo aspetto poteva non esserci se il bollatore era uno di quelli che alternavano sempre il tampone alla busta, così che tutte le impronte erano impresse con il timbro ben inchiostrato. Finito il "romanzo del bollatore", ecco cosa salta all'occhio in questa lettera: le impronte hanno due orientamenti diversi, come se due fossero state impresse in un momento successivo all'impressione delle prime due, riprendendo in mano il timbro che era stato lasciato dopo la prima metà del lavoro. Ovviamente tutto è possibile ma già questo dovrebbe essere un campanello di allarme.
Guardando poi le singole impronte è subito evidente che almeno quelle sui due francobolli in alto sono state impresse sui francobolli prima che questi venissero attaccati alla busta, dove hanno preso il posto di francobolli rimossi: lo si nota dalle discontinuità del cerchio esterno nei punti dove questo sarebbe dovuto essere impresso sulla busta e non si raccorda perfettamente con quello già impresso e, specialmente sul "propaganda di guerra" dove fuoriesce in tre punti, finisce col dare un'impronta a patata e non circolare.
Ma il buontempone che ha preparato il tutto, in un sussulto di pentimento, ha messo una bandiera rossa per avvertire del pericolo: cosa diavolo si intendesse fare incollando il ritaglio di un'etichetta delle spedizioni in contrassegno lo sa solo l'autore !!
Michele


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