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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 06/04/2019, 20:56 
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gentili amici,

di ritono da Bologna (ieri ero Bophilex) propongo un oggetto insolito appena acquisito, che invita a qualche riflessione di storia postale.

Sul fronte c'è un'affrancatura per 2.50 lire annullata a Milano, destinata per la città: subito appare che manca il porto semplice per il distretto (50cent.).
Fermandosi a riflettere, però, risulta assente anche la "T" di tassazione doppia prescritta sul fronte: sarà forse sfuggita la carenza?
No. Voltando l'oggetto ed osservandone il retro si riconosce il prescritto segno di tassazione con la relativa consequenziale riscossione, asdolta tramite il valore da 1lira, pari al doppio del porto semplice dovuto per il distretto (50cent. x 2). La lettera è, inoltre, ancora completa di testo, per cui è riscontrabile che il suo peso complessivo resta al di sotto dei 20 grammi previsti nel secondo tariffario di RSI.

Grattandomi in capo, ho iniziato a domandarmi le ragioni della segnalazione di tassazione "T" sul retro, piuttosto che sul fronte, tuttavia dal colore dell'inchiostro è pressochè certo che questa possa essere stata apposta assieme all'annullo sul francobollo da 1 lira: è più che credibile che il segno sia stato apposto, quindi, in consegna.

Purtroppo non ricordo la norma allora vigente che definiva le procedure di tassazione delle corrispondenze, ma fino ad oggi ho sempre creduto che il simbolo "T" potesse essere apposto esclusivamente sul fronte ed in partenza (e sul retro ed non in arrivo): ritenuto ciò, ho quindi supposto che la tassazione doppia avrebbe potuto essere imposta solo se un'eventuale mancanza fosse stata rilevata in partenza.
Nel caso di mancanze scoperte in transito o in arrivo, queste dovevano essere comunque annotate sul fronte e, per quel che sapevo, tassate esclusivamente in tassa semplice, ad integrazaione, quindi, del mancante.
Potrei tranquillamente essere in errore nel ragionare o anche ricordare male, per cui sarebbe utile ed opportuno poter avere pareri di conferma o smetita a riguardo.

Ad ogni modo, leggendo l'interno e consultando i dati del mittente debitamente compilati sul retro, emerge che chi scriveva era un militare temporaneamente in ospedale militare per un malanno stagionale: questa missiva dev'essere stata consegnata a qualcuno che si è recato da Baggio (poco ad ad est di Milano) a Milano per imbucarla.
Partendo con l'annullo meccanico di "Milano ferrovia" immagino che il latore dell'oggetto magari potrebbe essere stato un altro militare che si recava alla stazione centrale: in tal modo avrebbe forse garantito più discrezione al contentuto della missiva, poichè se la posta nel distretto veniva poco censurata, quella dei soldati -sebbene in ospedale- veniva invece con più certezza letta dalla censura militare.
Fa sorridere, tra l'altro, che fra l'ospedale in Baggio e la via della destinataria passino circa soli 5km di strada: un fatto accennato anche nel contenuto dello scritto.

Giova ricordare che dal 19.03.1944 i militari di RSI avevano acquisito diritto di corrispondere e di ricevere posta in franchigia di porto: rimanevano, invece, da affrancar esclusivamente i servizi aggiuntivi, come nella fattispecie... quello espresso! Sembra non fosse necessario il bollo militare del reparto, ma bastava l'indicazione del soldato.

E' interessante notare che al momento dell'accettazione e della prima lavorazione della corrispondenza, prima del suo inoltro, questa franchigia di porto sia stata correttamente riconosciuta, mentre magari all'arrivo un altro uffico milanese deve aver pensato ad una mancanza sfuggita in accettazione, operando quindi la tassazione doppia.

Che ne pensate? Per voi la tassazione era dovuta? ... e se sì, quale: tassa semplice o doppia?


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MessaggioInviato: 07/04/2019, 13:08 
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rogerbarrett ha scritto:
gentili amici,

[...]

Purtroppo non ricordo la norma allora vigente che definiva le procedure di tassazione delle corrispondenze, ma fino ad oggi ho sempre creduto che il simbolo "T" potesse essere apposto esclusivamente sul fronte ed in partenza (e sul retro ed non in arrivo): ritenuto ciò, ho quindi supposto che la tassazione doppia avrebbe potuto essere imposta solo se un'eventuale mancanza fosse stata rilevata in partenza.
Nel caso di mancanze scoperte in transito o in arrivo, queste dovevano essere comunque annotate sul fronte e, per quel che sapevo, tassate esclusivamente in tassa semplice, ad integrazaione, quindi, del mancante.
Potrei tranquillamente essere in errore nel ragionare o anche ricordare male, per cui sarebbe utile ed opportuno poter avere pareri di conferma o smetita a riguardo.

[...]



Eccomi a dovermi subito correggere: continuando a cercare ho rilevato altri esempi di corrispondenza gravata da tassazione doppia riscossa a destinazione, sebbene non rilevata in partenza, senza indicazione della prescritta "T" sul fronte.
Ne posso, quindi, dedurre che anche in arrivo si potesse tranquillamente riscuotere il doppio del mancante, anche senza l'indicazione della "T" apposta in partenza.

Resta sospesa, invece, l'interpretazione della franchigia di porto concessa a tutti i militari, che in occasione di un invio da o per militari dopo il 19.03.1944 avrebbe dovuto essere franca dal pagamento dei porti ordinari ed affrancata dei soli eventuali servizi accessori.

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MessaggioInviato: 13/05/2019, 17:51 
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Per quanto riguarda la più probabile ragione della tassazione inizio a credere che per la corrispondenza inviata dai soldati (che godevano dal 19.0301944 della franchigia dei porti lettera) poteva essere necessaria l'impronta del reparto militare (o anche della struttura militare, che nella fattispecie era un ospedale) per poter accedere a questa riduzione tariffaria.
L'annullamento di partenza, invece, dimostrerebbe che questa missiva sia stata immessa direttamente nel circuito civile della posta dei civili, senza alcuna annotazione di passaggio (e censura) per quella militare.

I colleghi collezionisti appassionati ed esperti di posta militare, gentilmente, che idea si sono fatti a riguardo? :)
Che possa essere stato un mero errore in fase di tassazione dovuto alla caoticità del momento? Oppure la tassazione fu correttamente applicata a seguito di quest'ultima ricostruzione?
Che possa essere esistito un criterio univoco, ma con svariate interpretazioni temporanee e locali?

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MessaggioInviato: 13/05/2019, 18:42 
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caro Roger
sono sollecitato dall'invito , ma come più volte ho dichiarato non capisco nulla di tariffe postali, e devo dire mi ci perdo e quindi ti esento da spiegarmele.. Ti dirò che per venire incontro ad una precisa volontà di dare una qualche parvenza di scientificità a questa mia, ho cercato il riferimento della normativa da te richiamata del marzo 44, ho cercato sul secondo volume del Marchese se vi fossero riferimenti diretti per il settore militare , ma non ne sono venuto a nulla. Non ho al momento guardato sul Buzzetti-Vironda, magari lì c'è qualcosa... :mrgreen:
Sicuramente ci sono storici postali molto in gamba tra di noi e spero qualcuno possa dare una risposta più precisa.
Per quanto mi riguarda navigo nelle ipotesi, più volte abbiamo sottolineato che non ci sono certezze nell'applicazione dei regolamenti postali per la posta militare e il periodo a cui ci si riferisce comportava una certa disapplicazione delle norme anche nella posta civile.
Ritengo che il mittente, scrivendo da un ospedale ed affidando la missiva alla posta civile, sarebbe stato forse facilitato nella "disapplicazione" con l'applicazione di un timbro dell'ente ma non ne abbiamo la certezza (per quello da te detto forse anche la censura ne avrebbe rallentato l'inoltro)e quindi ha preferito così; d'altronde non da una indicazione precisa del suo status, è si presso un ospedale militare ...ma lui è un militare?Lo sappiamo solo leggendo l'interno,può darsi che con quel dubbio, l'impiegato postale lo abbia considerato un civile...Se così fosse andrebbe bene la tassazione doppia?


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MessaggioInviato: 14/05/2019, 10:35 
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Sul Buzzetti-Vironda trovo il testo di una circolare del 18 aprile 1944 che recita (confermando quanto gia' avevo visto da altre fonti): sono ammesse ''lettere chiuse o aperte in via ordinaria spedite da militari o ad essi dirette in esenzione di tasse postali con peso massimo sino a 100 grammi. Quelle spedite da militari DEBBONO AVERE IL TIMBRO A DATA DI UN UFFICIO DI POSTA DA CAMPO O FELDPOST E NON POSSONO ESSERE IMPOSTATE NELLE CASSETTE POSTALI CIVILI. Qualora se ne dovessero rinvenire non vanno distribuite ma consegnate al piu' vicino ufficio di posta da campo''.

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Riccardo Bodo


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MessaggioInviato: 14/05/2019, 12:00 
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Ringraziando gli intervenuti con preziose osservazioni, provo a fare il punto della situazione.

La missiva non rispettava le prescrizioni per la corrispondenza inviata dai militari sia epr la mancanza dell'annullo di posta da campo, che per l'assenza di più opportune specificazioni ad indicare che il mittente fosse -appunto!- un soldato: per queste due ragioni non poteva essere accordata la franchigia di porto riconosciuta ai militari dal 19.03.1944, per cui venne correttamente tassata.

Si potrebbe continuare a congetturare che il mittente abbia deliberatamente evitato di immettere la sua posta nel canale di posta militare (ovviando alla censura) per ragioni di maggior discrezione e/o di velocità di recapito: se così fosse, troverebbe giustificazione anche la mancanza di annotazioni relative all'essere un soldato. Secondo la nota postata da Riccardo, infatti, se il mittente lo avesse segnalato avrebbe rischiato che la sua lettera, impostata nella posta civile, avrebbe potuto essere reimmessa nel canale di posta militare.

E' un piacere collaborare: più esperienze e sguardi diversi messi a confronto possono arricchire sia noi, che cerchiamo di ragionare assieme, quanto eventuali futuri ricercatori di queste notizie.

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rogerbarrett ha scritto:
Ringraziando gli intervenuti con preziose osservazioni, provo a fare il punto della situazione.

La missiva non rispettava le prescrizioni per la corrispondenza inviata dai militari sia epr la mancanza dell'annullo di posta da campo, che per l'assenza di più opportune specificazioni ad indicare che il mittente fosse -appunto!- un soldato: per queste due ragioni non poteva essere accordata la franchigia di porto riconosciuta ai militari dal 19.03.1944, per cui venne correttamente tassata.

Si potrebbe continuare a congetturare che il mittente abbia deliberatamente evitato di immettere la sua posta nel canale di posta militare (ovviando alla censura) per ragioni di maggior discrezione e/o di velocità di recapito: se così fosse, troverebbe giustificazione anche la mancanza di annotazioni relative all'essere un soldato. Secondo la nota postata da Riccardo, infatti, se il mittente lo avesse segnalato avrebbe rischiato che la sua lettera, impostata nella posta civile, avrebbe potuto essere reimmessa nel canale di posta militare.

E' un piacere collaborare: più esperienze e sguardi diversi messi a confronto possono arricchire sia noi, che cerchiamo di ragionare assieme, quanto eventuali futuri ricercatori di queste notizie.

Caro Martino mi è piaciuta la tua frase "E' un piacere collaborare". Hai colto l'anima e la ragion d'essere del Forum.
Grazie
Roby


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