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MessaggioInviato: 12/01/2019, 17:56 
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Cari amici, propongo un oggetto apparentemente banale, la cui ricostruzione della genesi sembra meritare difficile, quanto curiosa, interpretazione.

A guardarla bene, infatti, è affrancata con un primo gruppo di francobolli (i 3 a destra) annullati con il guller "PADOVA CORRISPONDENZA PACCHI - 23.11.1944 ore 13" e con un secondo gruppo (gli altri due a sinistra) con "PADOVA CORRISPONDENZA (ACCETTAZIONE RACC.TE) - 23.11.1944 ore 10".
Insolitamente sono stati usati due timbri diversi ed è, quindi, ipotizzabile che i rispettivi annullamenti possano essere avvenuti in due momenti ben distinti: a riscontro di quest'ultima deduzione, infatti, è la porzione di impronta del primo tipo "PADOVA CORRISPONDENZA PACCHI" che finisce certamente sotto i dentelli del valore da 50cent. "Monumenti Distrutti".

A questo punto ci sarebbe da chiedersi come mai una timbratura "PADOVA CORRISPONDENZA..." che ha l'orario alle ore "13" possa essere in posizione sottostante ad una successiva "PADOVA RACCOMANDATE..." che indicherebbe le 10! Immagino che l' "1" di quel "10" avrebbe dovuto essere il "2" di un più ragionevole "20", ossia le ore otto di sera, opzione che troverebbe giustificazione nell'errata rotazione della cifra delle decine dell'orario.

Ad ogni modo, che potrebbe essere accaduto?

Io ho ragionato su due ipotesi.

Ipotesi 1: La lettera pesava tra i 16gr. ed i 20gr. ed erroneamente allo sportello potrebbe essere stata accettata seguendo il primo tariffario, per cui le lettere che superavano i 15gr.(fino ai 30gr.) dovevano essere nel secondo porto, la raccomandazione chiusa costava 1.25lire e l'espresso 1.25lire, per complessivi 3.50lire, come complessivamente affrancate nel blocco di destra.
A quel punto sarebbe stata aggiunta la targhetta di raccomandazione ed i tre francobolli di destra sarebbero stati annullati "PADOVA CORRISPONDENZA...".
Qualche ora più tardi (forse alle ore 20?!) l'ufficio accettante si sarebbe accorto dell'errore e, come da norma, avrebbe integrato il proprio errore all'accettazione con quanto mancante (come da norma per altro già discussa tempo fa in questo forum per le raccomandate scoperte carenti...).
Nel secondo tariffario una lettera che pesava tra i 16gr. ed i 20gr. sarebbe, dunque, rimasta nel primo porto (che arrivava fino a 20gr.) e sarebbero, quindi, state necessarie solo 1.50lire. come affrancato nel blocco di francobolli a sinistra. Non sarebbe forse un caso che il valore da 1 lira della serie "Imperiale" avrebbe i dentelli sopra la targhetta di raccomandazione, quasi a confermare la sua apposizione successiva alla targhetta.

Questa prima, per quanto insolita, sembrerebbe una ricostruzione plausibile, se non fosse per alcuni indizi che non si allineerebbero:
1. se già dall'inizio si fosse trattato di una raccomandata in espresso, difficilmente per il primo annullamento avrebbero adoperato un guller per la posta non raccomandata;
2. la posizione della targhetta di raccomandazione in alto a sinistra è stata posta proprio in corrispondenza dei valori successivamente aggiunti, laddove ci sarebbe stato spazio per apporla comodamente altrove;
3. il valore complessivo del secondo gruppo di francobolli (i due a sinistra) corrisponde esattamente all'importo del servizio di raccomandazione nel secondo tariffario, nonchè il primo gruppo (i tre sulla destra) affrancherebbe il costo complessivo del porto semplice 1 lira sommato a quello del servizio espresso 2.50lire nel secondo tariffario.

Questi tre indizi in supposta contraddizione alla prima ricostruzione mi fanno scartare questa prima ipotesi, per provare a cercarne un'altra capace di giustificare tutti i segni postali secondo l'ordine in cui questi siano stati apposti.

Ipotesi2: la lettera era stata correttamente affrancata per il porto e per il servizio espresso, come già detto, assolti dal gruppo dei tre francobolli a destra, annullata (con un guller non per raccomandate) e predisposta all'inoltro: inizialmente, suppongo, che non vi sarebbe stata alcuna volontà di raccomandazione. Successivamente, invece, ad ora più tarda (verso alle 20?!), il mittente si sarebbe presentato all'ufficio postale (n.b.: giova ricordare che il regolamento postale prevedeva finanche il ritiro della corrispondenza da parte del mittente, finchè questa fosse ancora nella disponibilità delle poste) con la volontà di aggiungere il servizio di raccomandazione alla missiva già consegnata.
In questa seconda ricostruzione anche i predetti tre indizi (1.2.3.), che precedentemente non collimavano nella prima ipotesi, nella seconda troverebbero giustificazione.

Voi che ne pensate?


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MessaggioInviato: 12/01/2019, 18:35 
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rogerbarrett ha scritto:
Cari amici, propongo un oggetto apparentemente banale, la cui ricostruzione della genesi sembra meritare difficile, quanto curiosa, interpretazione.

A guardarla bene, infatti, è affrancata con un primo gruppo di francobolli (i 3 a destra) annullati con il guller "PADOVA CORRISPONDENZA PACCHI - 23.11.1944 ore 13" e con un secondo gruppo (gli altri due a sinistra) con "PADOVA CORRISPONDENZA (ACCETTAZIONE RACC.TE) - 23.11.1944 ore 10".
Insolitamente sono stati usati due timbri diversi ed è, quindi, ipotizzabile che i rispettivi annullamenti possano essere avvenuti in due momenti ben distinti: a riscontro di quest'ultima deduzione, infatti, è la porzione di impronta del primo tipo "PADOVA CORRISPONDENZA PACCHI" che finisce certamente sotto i dentelli del valore da 50cent. "Monumenti Distrutti".

A questo punto ci sarebbe da chiedersi come mai una timbratura "PADOVA CORRISPONDENZA..." che ha l'orario alle ore "13" possa essere in posizione sottostante ad una successiva "PADOVA RACCOMANDATE..." che indicherebbe le 10! Immagino che l' "1" di quel "10" avrebbe dovuto essere il "2" di un più ragionevole "20", ossia le ore otto di sera, opzione che troverebbe giustificazione nell'errata rotazione della cifra delle decine dell'orario.

Ad ogni modo, che potrebbe essere accaduto?

Io ho ragionato su due ipotesi.

Ipotesi 1: La lettera pesava tra i 16gr. ed i 20gr. ed erroneamente allo sportello potrebbe essere stata accettata seguendo il primo tariffario, per cui le lettere che superavano i 15gr.(fino ai 30gr.) dovevano essere nel secondo porto, la raccomandazione chiusa costava 1.25lire e l'espresso 1.25lire, per complessivi 3.50lire, come complessivamente affrancate nel blocco di destra.
A quel punto sarebbe stata aggiunta la targhetta di raccomandazione ed i tre francobolli di destra sarebbero stati annullati "PADOVA CORRISPONDENZA...".
Qualche ora più tardi (forse alle ore 20?!) l'ufficio accettante si sarebbe accorto dell'errore e, come da norma, avrebbe integrato il proprio errore all'accettazione con quanto mancante (come da norma per altro già discussa tempo fa in questo forum per le raccomandate scoperte carenti...).
Nel secondo tariffario una lettera che pesava tra i 16gr. ed i 20gr. sarebbe, dunque, rimasta nel primo porto (che arrivava fino a 20gr.) e sarebbero, quindi, state necessarie solo 1.50lire. come affrancato nel blocco di francobolli a sinistra. Non sarebbe forse un caso che il valore da 1 lira della serie "Imperiale" avrebbe i dentelli sopra la targhetta di raccomandazione, quasi a confermare la sua apposizione successiva alla targhetta.

Questa prima, per quanto insolita, sembrerebbe una ricostruzione plausibile, se non fosse per alcuni indizi che non si allineerebbero:
1. se già dall'inizio si fosse trattato di una raccomandata in espresso, difficilmente per il primo annullamento avrebbero adoperato un guller per la posta non raccomandata;
2. la posizione della targhetta di raccomandazione in alto a sinistra è stata posta proprio in corrispondenza dei valori successivamente aggiunti, laddove ci sarebbe stato spazio per apporla comodamente altrove;
3. il valore complessivo del secondo gruppo di francobolli (i due a sinistra) corrisponde esattamente all'importo del servizio di raccomandazione nel secondo tariffario, nonchè il primo gruppo (i tre sulla destra) affrancherebbe il costo complessivo del porto semplice 1 lira sommato a quello del servizio espresso 2.50lire nel secondo tariffario.

Questi tre indizi in supposta contraddizione alla prima ricostruzione mi fanno scartare questa prima ipotesi, per provare a cercarne un'altra capace di giustificare tutti i segni postali secondo l'ordine in cui questi siano stati apposti.

Ipotesi2: la lettera era stata correttamente affrancata per il porto e per il servizio espresso, come già detto, assolti dal gruppo dei tre francobolli a destra, annullata (con un guller non per raccomandate) e predisposta all'inoltro: inizialmente, suppongo, che non vi sarebbe stata alcuna volontà di raccomandazione. Successivamente, invece, ad ora più tarda (verso alle 20?!), il mittente si sarebbe presentato all'ufficio postale (n.b.: giova ricordare che il regolamento postale prevedeva finanche il ritiro della corrispondenza da parte del mittente, finchè questa fosse ancora nella disponibilità delle poste) con la volontà di aggiungere il servizio di raccomandazione alla missiva già consegnata.
In questa seconda ricostruzione anche i predetti tre indizi (1.2.3.), che precedentemente non collimavano nella prima ipotesi, nella seconda troverebbero giustificazione.

Voi che ne pensate?

Ciao Martino io penso che la tua seconda ipotesi sia la più verosimile, e cioè che il mittente, probabilmente sollecitato da qualche informazione, giunta alla Antica Drogheria,successivamente al primo inoltro della missiva, sull'urgenza di recapitare in raccomandazione la busta, si sia recato all'ufficio postale in un secondo tempo per aggiungere appunto il servizio di raccomandazione.A questa richiesta del mittente giunta probabilmente "in zona Cesarini" questi è corso in posta, dove l'ufficiale postale ha ritagliato subito, alla veloce, (lo si può notare dalla forma abbastanza irregolare) la bandella della raccomandazione e l'ha incollata immediatamente a sinistra e di seguito ha quindi applicato i f.bolli per coprire la tassa, (tra l'altro il Cesare Imperiale è sovrapposto proprio parzialmente sopra la bandella).Da notare inoltre come l'inchiostro usato per gli annulli di raccomandazione sui f.bolli a sinistra e quelli sulla bandella siano dello stesso inchiostro, e più scuro rispetto ai guller apposti sul gruppo dei valori di destra,il che a mio avviso confermerebbe che la totale affrancatura della busta è avvenuta certamente in due tempi diversi.Saluti Riccardo.


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MessaggioInviato: 15/01/2019, 14:15 
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Anche io propendo per l'ipotesi 2, cioè integrazione tariffaria postuma. L'unico indizio che non corrisponderebbe è l'ora del datario, però la modalità di apposizione di fb e targhetta aggiunti, fa pensare a qualcosa di affrettato, in premura, quindi ci sta che l'impiegato abbia preso il primo timbro disponibile, diverso dal precedente, senza aggiornare l'orario.

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Andy66

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MessaggioInviato: 15/01/2019, 16:30 
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Complimenti per il bel pezzo trovato.
In assoluto Non credo sian molte le lettere integrate come queste su richiesta del mittente.

Ora credo sarebbe giusto chiedersi perchè abbiano richiesto la raccomandazione della lettera!
A me è balzata all'occhio la prima parola della seconda riga dellelenco merceologico trattato dal negozio :lol: :lol: :lol:
Vuoi vedere che volevano essere certi della consegna, eludendo i controlli cinofili? :lol:

A parte le battute di spirito anche io concordo pienamente per la seconda ipotesi e come ha ben detto Andrea la nota curiosa dell'orario errato nel timbro che annulla l'affrancatura integrativa sarebbe giustificabile con l'uso di un timbro utilizzato nella mattina e non più aggiornato.

Anche la non presenza della censura ( fatto in se non raro) potrebbe essere spiegata con l'urgenza dell'inoltro all'ultimo istante.


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MessaggioInviato: 18/01/2019, 16:59 
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C'è un particolare strano da non trascurare: il timbro di arrivo. Un espresso da Padova a Milano arriva dopo 7 giorni?


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MessaggioInviato: 20/01/2019, 0:10 
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giubeck ha scritto:
C'è un particolare strano da non trascurare: il timbro di arrivo. Un espresso da Padova a Milano arriva dopo 7 giorni?


Bhè, il fatto che fosse un invio fosse espresso non ne accelerava di certo il transito, ma solo la consegna dall'ufficio postale d'arrivo alla dimora del destinatario, anticipandola al massimo di solo qualche ora rispetto ai recapiti di posta non in espresso.
Poi c'è da considerare che il tratto di strada percorso da questa lettera fu di quasi 200km, da attraversare in un periodo (fine del 1944) in cui il funzionamento del servizio di trasporto postale iniziava a mostrare serie difficoltà di funzionamento per evidenti carenze di mezzi (i camion erano stati sequestrati dai militari), di benzina (che scarseggiava), di pneumatici (anchessi requisiti), nonchè per i danni alle linee causati dai bombardamenti.
Non a caso proprio in quei mesi cominciarono ad organizzarsi sempre più frequenti iniziative (sia di posta civile o ufficiale, che militare) di trasporto alternativo della corrispondenza, poichè uffici, civili e militari dimostravano di diffidare del servizio.

In fine non mi sono mai troppo curato di badare ai lunghi tempi di consegna, trovandoli normali, poiché le ragioni dei ritardi potrebbero essere molte e difficilmente individuabili con precisione, se non motivati da segni chiari rilevabili sugli oggetti. Ad ogni modo, tutto ciò considerato trovo più che ragionevole che la posta arrivasse persino con maggior ritardo di una settimana. Infatti proprio stasera leggevo nel testo di una lettera del 1944 le più frequenti lamentele dei ritardi del recapito della corrispondenza e non ricordo quante altre volte gli utenti abbiano lasciato traccia simili nei loro scritti del periodo.

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MessaggioInviato: 21/01/2019, 23:20 
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Sarebbe interessante iniziare a censire questi 'ritardi' del '44-'45 lungo le linee più importanti, come la Venezia-Milano. In teoria tutta la corrispondenza spedita quel giorno da quel luogo dovrebbe aver avuto un ritardo simile...
Facilmente molti ritardi furono dovuti ai bombardamenti alleati della rete ferroviaria

Andrea

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MessaggioInviato: 07/04/2019, 12:10 
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A suffragio dell'ipotesi II sovviene una possibilità specificatamente normata nel regolamento "Istruzione per il servizio delle corrispondenze postali interne ed internazionali" del 1908 8sì..era ancora parzialmente vigente in RSI! :) ) , che a pag.460, al capitolo che tratta la modificazione di spedizione delle corrispondenze da parte dei mittenti, all'articolo 1092 recita:
"I mittenti delle corrispondenze per l'interno e per l'estero impostate, ma non ancora partite, hanno diritto:
a) di francarle o di completarne la francatura, se impostate senza francatura o con francatura insufficiente;
b) di richiederne la raccomandazione, se ordinarie, o l'assicurazione, se ordinarie o raccomandate; [...]"


E' buffo che, magari proprio mentre si ricerca altro, si possa sempre e comunque inciampare in quanto magari finalmente risponda alle ricerche rimaste sospese nel tempo.

Direi, quindi, che ci troviamo di fronte ad un oggetto per il quale il mittente, fulminato sulla via di Padova (...ma non era di Damasco? :D ), in qualche ora successiva all'inoltro abbia richiesto ed ottenuto l'integrazione postuma di raccomandazione.

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MessaggioInviato: 07/04/2019, 20:25 
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a proposito di ritardi vi posto un espresso
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spedito da rho a asciano pisano il 31 maggio 44 e come si può vedere anche dal timbro di censura alleata arrivato ad asciano l'11 aprile ma del 45
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retro asciano.jpg [ 319.16 KiB | Osservato 3395 volte ]

La zona del pisano è stata liberata il 2 settembre 44 ma evidentemente anche nei mesi precedenti i collegamenti postali non erano per nulla regolari...
umberto


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MessaggioInviato: 07/04/2019, 20:32 
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ho ricontrollato e trovato un altro ritardo del genere
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sada retro 44.jpg
sada retro 44.jpg [ 257.18 KiB | Osservato 3395 volte ]

spedito da san pietro all'olmo il 15 giugno 44 ed arrivato in Apuania il 31 maggio del 45 sempre verso la direzione della linea gotica nello stesso periodo
Umberto


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Buongiorno. In riferimento alla raccomandata spedita da Rho, stranamente risulta censurata a Roma col timbro a ponte N. 4043. La numerazione di Roma era 4000/4200. Quindi in teoria sarebbe giunta nella capitale e poi da li inviata a destinazione.


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L'espresso (non raccomandata) da Rho parte il 31 maggio 44 e viene (sembra) consegnato 11 aprile 45. La censura presente è quella alleata. Mi sembra che la cosa possa avere un senso. Probabilmente la busta rimase in giacenza in qualche deposito in attesa di tempi meno tribolati. Quindi con la normalizzazione fu distribuita. La censura di Roma potrebbe essere che parte della posta in sospeso fosse stata portata a Roma.


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MessaggioInviato: 08/04/2019, 10:53 
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Gia'...espresso....pardon.
Fabio


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