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 Oggetto del messaggio: Un espresso per l'Argentina?
MessaggioInviato: 04/12/2018, 17:03 
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gentili amici,

nella nuova asta Quattrobajocchi c'è anche una piccola sezione di storia postale di RSI che reca un'alquanto insolita affrancatura: si tratterebbe di un espresso inviato nel 23.03.1944 da Verona, durante la Repubblica Sociale Italiana, verso ....l'Argentina! :shock: :)
L'oggetto, pubblicato a pag.50 del catalogo di vendita, deve esser stato ritenuto sufficientemente pregiato da poi ricomparire pubblicizzato anche nella copertina posteriore: una bella vetrina, no?
La descrizione didascalica è purtroppo incongruente in più punti, ma l'immagine -ahimè!- dovrebbe potersi commentare da sola.

Volendo comunque evitare le impressioni personali e lasciando giudicare i lettori, qui mi limito ai soli dati chiari e comprovabili.

1. Il francobollo da 2.50lire espresso soprastampato fascetto ha un valore facciale, appunto, da 2lire e 50centesimi (e non come indicato 1.20lire), e si distingue con la numerazione Sassone "E22", che è quella impiegata per la stesura del catalogo Quattrobajocchi: nella didascalia si fa invece riferimento al numero 12 Sassone, che dovrebbe corrispondere ad un espresso degli anni '20 di 1.25lire.

2. Io, che non sono un perito e nemmeno un esperto di lungo corso di storia postale di RSI, non ho mai visto quell'impronta di annullamento: la sua foggia e la sua inchiostrazione non mi sono note. le annoterò per imparare.

3. La tariffa assolta resta un mistero, poiché non era possibile comunicare postalmente per i canali dell'RSI con l'Argentina: in tal senso sarebbe l'unico caso noto di corrispondenza destinata a quel paese. L'unica modesta ipotesi che mi viene in mente è la tariffa aerea per i prigionieri di guerra (appunto: 2.50lire!), ma sarebbe da scartare poiché la destinazione non è affatto un ipotetico campo di prigionia, ma l'indirizzo civile di una ditta privata, della quale è possibile anche riconosce un'impronta timbrata sul fronte.

4. Dalla didascalia sembra sia anche presente un bollo di arrivo sul retro: ci sarebbe da chiedersi come abbia potuto effettivamente viaggiare oltre continente in quel frangente storico, ma questa spiegazione sarà magari contenuta nel suo certificato.

5. Ah, già... dimenticavo: la busta è correlata di certificato a maggior garanzia d'originalità. Chissà quali nozioni conterrà il suo certificato, che si menziona allegato all'oggetto: magari il perito Biondi spiegherà l'unicità dell'oggetto, che per pregio meriterebbe (?) di essere menzionato in una pubblicazione specializzata.


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 Oggetto del messaggio: Re: Un espresso per l'Argentina?
MessaggioInviato: 04/12/2018, 18:51 
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rogerbarrett ha scritto:
gentili amici,

nella nuova asta Quattrobajocchi c'è anche una piccola sezione di storia postale di RSI che reca un'alquanto insolita affrancatura: si tratterebbe di un espresso inviato nel 23.03.1944 da Verona, durante la Repubblica Sociale Italiana, verso ....l'Argentina! :shock: :)
L'oggetto, pubblicato a pag.50 del catalogo di vendita, deve esser stato ritenuto sufficientemente pregiato da poi ricomparire pubblicizzato anche nella copertina posteriore: una bella vetrina, no?
La descrizione didascalica è purtroppo incongruente in più punti, ma l'immagine -ahimè!- dovrebbe potersi commentare da sola.

Volendo comunque evitare le impressioni personali e lasciando giudicare i lettori, qui mi limito ai soli dati chiari e comprovabili.

1. Il francobollo da 2.50lire espresso soprastampato fascetto ha un valore facciale, appunto, da 2lire e 50centesimi (e non come indicato 1.20lire), e si distingue con la numerazione Sassone "E22", che è quella impiegata per la stesura del catalogo Quattrobajocchi: nella didascalia si fa invece riferimento al numero 12 Sassone, che dovrebbe corrispondere ad un espresso degli anni '20 di 1.25lire.

2. Io, che non sono un perito e nemmeno un esperto di lungo corso di storia postale di RSI, non ho mai visto quell'impronta di annullamento: la sua foggia e la sua inchiostrazione non mi sono note. le annoterò per imparare.

3. La tariffa assolta resta un mistero, poiché non era possibile comunicare postalmente per i canali dell'RSI con l'Argentina: in tal senso sarebbe l'unico caso noto di corrispondenza destinata a quel paese. L'unica modesta ipotesi che mi viene in mente è la tariffa aerea per i prigionieri di guerra (appunto: 2.50lire!), ma sarebbe da scartare poiché la destinazione non è affatto un ipotetico campo di prigionia, ma l'indirizzo civile di una ditta privata, della quale è possibile anche riconosce un'impronta timbrata sul fronte.

4. Dalla didascalia sembra sia anche presente un bollo di arrivo sul retro: ci sarebbe da chiedersi come abbia potuto effettivamente viaggiare oltre continente in quel frangente storico, ma questa spiegazione sarà magari contenuta nel suo certificato.

5. Ah, già... dimenticavo: la busta è correlata di certificato a maggior garanzia d'originalità. Chissà quali nozioni conterrà il suo certificato, che si menziona allegato all'oggetto: magari il perito Biondi spiegherà l'unicità dell'oggetto, che per pregio meriterebbe (?) di essere menzionato in una pubblicazione specializzata.

Ciao Martino, si tratta di un tarocco grande come una casa...che tra l'altro credo possa riconoscerlo anche un principiante.Dispiace constatare che tali buste vengano corredate pure di perizia certificate da Periti.Saluti Riccardo.


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 Oggetto del messaggio: Re: Un espresso per l'Argentina?
MessaggioInviato: 04/12/2018, 20:06 
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ricky1964 ha scritto:
rogerbarrett ha scritto:
gentili amici,

nella nuova asta Quattrobajocchi c'è anche una piccola sezione di storia postale di RSI che reca un'alquanto insolita affrancatura: si tratterebbe di un espresso inviato nel 23.03.1944 da Verona, durante la Repubblica Sociale Italiana, verso ....l'Argentina! :shock: :)
L'oggetto, pubblicato a pag.50 del catalogo di vendita, deve esser stato ritenuto sufficientemente pregiato da poi ricomparire pubblicizzato anche nella copertina posteriore: una bella vetrina, no?
La descrizione didascalica è purtroppo incongruente in più punti, ma l'immagine -ahimè!- dovrebbe potersi commentare da sola.

Volendo comunque evitare le impressioni personali e lasciando giudicare i lettori, qui mi limito ai soli dati chiari e comprovabili.

1. Il francobollo da 2.50lire espresso soprastampato fascetto ha un valore facciale, appunto, da 2lire e 50centesimi (e non come indicato 1.20lire), e si distingue con la numerazione Sassone "E22", che è quella impiegata per la stesura del catalogo Quattrobajocchi: nella didascalia si fa invece riferimento al numero 12 Sassone, che dovrebbe corrispondere ad un espresso degli anni '20 di 1.25lire.

2. Io, che non sono un perito e nemmeno un esperto di lungo corso di storia postale di RSI, non ho mai visto quell'impronta di annullamento: la sua foggia e la sua inchiostrazione non mi sono note. le annoterò per imparare.

3. La tariffa assolta resta un mistero, poiché non era possibile comunicare postalmente per i canali dell'RSI con l'Argentina: in tal senso sarebbe l'unico caso noto di corrispondenza destinata a quel paese. L'unica modesta ipotesi che mi viene in mente è la tariffa aerea per i prigionieri di guerra (appunto: 2.50lire!), ma sarebbe da scartare poiché la destinazione non è affatto un ipotetico campo di prigionia, ma l'indirizzo civile di una ditta privata, della quale è possibile anche riconosce un'impronta timbrata sul fronte.

4. Dalla didascalia sembra sia anche presente un bollo di arrivo sul retro: ci sarebbe da chiedersi come abbia potuto effettivamente viaggiare oltre continente in quel frangente storico, ma questa spiegazione sarà magari contenuta nel suo certificato.

5. Ah, già... dimenticavo: la busta è correlata di certificato a maggior garanzia d'originalità. Chissà quali nozioni conterrà il suo certificato, che si menziona allegato all'oggetto: magari il perito Biondi spiegherà l'unicità dell'oggetto, che per pregio meriterebbe (?) di essere menzionato in una pubblicazione specializzata.

Ciao Martino, si tratta di un tarocco grande come una casa...che tra l'altro credo possa riconoscerlo anche un principiante.Dispiace constatare che tali buste vengano corredate pure di perizia certificate da Periti.Saluti Riccardo.


Dalla foto allegata della pagina illustrativa dell'asta , il tarocco sembra essere anche in buona compagnia... :?


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 Oggetto del messaggio: Re: Un espresso per l'Argentina?
MessaggioInviato: 04/12/2018, 20:14 
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Sherman Street Okron Ohio :lol: :lol: :lol:


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 Oggetto del messaggio: Re: Un espresso per l'Argentina?
MessaggioInviato: 04/12/2018, 20:26 
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Thenewguy ha scritto:
Sherman Street Okron Ohio :lol: :lol: :lol:

Le tre cartoline postali citate da Seref poi veramente...rasentano il ridicolo...bisognerebbe conoscere un minimo di geografia, la località dell'Ohio è AKRON non OKRON!!!Le ho notate anche io precedentemente, ma non volevo infierire ulteriormente.Sono senza Parole.Riccardo.


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 Oggetto del messaggio: Re: Un espresso per l'Argentina?
MessaggioInviato: 04/12/2018, 21:08 
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Ciao.
La firma del perito mi sembra contraffatta.
Ermanno.


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 Oggetto del messaggio: Re: Un espresso per l'Argentina?
MessaggioInviato: 04/12/2018, 21:29 
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È originale. Purtroppo non ha gli occhi di una volta. Co sono alcuni commercianti che preferiscono quel perito, pur sapendo che non è in grado di vedere tutti i dettagli.


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 Oggetto del messaggio: Re: Un espresso per l'Argentina?
MessaggioInviato: 05/12/2018, 9:57 
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arperm48 ha scritto:
Ciao.
La firma del perito mi sembra contraffatta.
Ermanno.


Per il certificato spero si chiaro ai collezionisti che prima si impara ad essere periti di se stessi e più danni si riescono ad evitare :roll: .

Per quanto riguarda le cartoline forse restiamo nell'ambito dei peccati di minore rilevanza: forse gli indirizzi saranno stati (mal)compilati postumi... Ammeto che lì, così compilati senza specifica indicazione nella didascalia, non fanno troppa bella mostra in un catalogo di vendita.

per il resto in vendita, invece, una busta dovrebbe non essere sfuggita a voi dagli occhi aguzzi: è il lotto 3058, ubicato in basso a sinistra dell'immagine della pagina.
E' evidente che, se questa fosse originale in ogni sua parte, saremmo di fronte ad un oggetto valutabile di mercato (nota bene: di mercato ...e non di catalogo :shock: ) un migliaio di euro :shock: :shock: :shock: : certi francobolli, infatti, come l'1.75lire GNR sono particolarmente difficili da reperire.
Un busta simile, mi par di ricordare, è stata anche proposta in discussione altrove in un paio di occasioni... :geek:

(ndr.: intervento corretto)


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 Oggetto del messaggio: Re: Un espresso per l'Argentina?
MessaggioInviato: 05/12/2018, 16:38 
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rogerbarrett ha scritto:
arperm48 ha scritto:
Ciao.
La firma del perito mi sembra contraffatta.
Ermanno.


Per il certificato spero si chiaro ai collezionisti che prima si impara ad essere periti di se stessi e più danni si riescono ad evitare :roll: .

Per quanto riguarda le cartoline forse restiamo nell'ambito dei peccati di minore rilevanza: forse gli indirizzi saranno stati (mal)compilati postumi... Ammeto che lì, così compilati senza specifica indicazione nella didascalia, non fanno troppa bella mostra in un catalogo di vendita.

per il resto in vendita, invece, una busta dovrebbe non essere sfuggita a voi dagli occhi aguzzi: è il lotto 3058, ubicato in basso a sinistra dell'immagine della pagina.
E' evidente che, se questa fosse originale in ogni sua parte, saremmo di fronte ad un oggetto valutabile di mercato (nota bene: di mercato ...e non di catalogo :shock: ) alcune migliaia di euro :shock: :shock: :shock: : certi francobolli, infatti, come l'80cent. di posta aerea e l'1.75lire GNR sono particolarmente difficili da reperire.
Quella busta, mi par di ricordare, è stata anche proposta in discussione altrove in un paio di occasioni... :geek:

Ciao Martino, sono d'accordo sulla tua iniziale affermazione, ma volevo anche ricordare che, fortunatamente, esistono Periti di oggi e anche del passato, i quali essendo grandi appassionati di Filatelia e Storia Postale, a cui hanno dedicato gran parte della loro vita, e talvolta anch'essi collezionisti, ci hanno insegnato (almeno parlo personalmente) grazie alla loro esperienza molto riguardo la disamina di un documento postale o una affrancatura.Riccardo.


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 Oggetto del messaggio: Re: Un espresso per l'Argentina?
MessaggioInviato: 05/12/2018, 17:51 
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ricky1964 ha scritto:
Ciao Martino, sono d'accordo sulla tua iniziale affermazione, ma volevo anche ricordare che, fortunatamente, esistono Periti di oggi e anche del passato, i quali essendo grandi appassionati di Filatelia e Storia Postale, a cui hanno dedicato gran parte della loro vita, e talvolta anch'essi collezionisti, ci hanno insegnato (almeno parlo personalmente) grazie alla loro esperienza molto riguardo la disamina di un documento postale o una affrancatura.Riccardo.


Sì, Riccardo.. ti invito a riflessioni più mature ed anon buttarla sul politicamente corretto: io non avevo nessuna intenzione di additare l'intera classe peritale, la quale non ha bisogno nè di detrattori nè di difensori d'ufficio, e sinceramente mi secca :roll: che tu abbia letto quel che lì invece non era scritto.
Se hai sentito la necessità di correre a far da pompiere :) ad un'incendiabile polemica, ti assicuro che nel mio dire non bruciava e non arde nemmeno un cerino :D :D :D
Io asserisco fermamente, e qui lo ribadisco, che ognuno debba imparare facendo forza sulle proprie risorse (capacità intellettuali, riscontri, esperienze, confronti, etc..) e, prima impara, meno errori commetterà nel corso del suo collezionare. E' un concetto (spero) chiaro, pulito, onesto ed assai pratico, che non non attacca nessuno, ma mira a responsabilizzare noi appassionati all'acquisto di ciò che sappiamo, vogliamo e riusciamo a comprendere.
I periti, qui, non c'entrano nulla: io stesso, benchè saltuariamente, ne contatto all'esigenza.

Ti saluto cordialmente :)

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 Oggetto del messaggio: Re: Un espresso per l'Argentina?
MessaggioInviato: 05/12/2018, 18:04 
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La domanda sorge spontanea : ma quale collezionista/studioso di storia postale acquisterebbe mai i lotti illustrati anche se fossero originali ? Sono smaccatamente filatelici e il loro valore ai miei occhi sarebbe in ogni caso molto , molto basso..


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 Oggetto del messaggio: Re: Un espresso per l'Argentina?
MessaggioInviato: 05/12/2018, 19:48 
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marco lazzerini ha scritto:
La domanda sorge spontanea : ma quale collezionista/studioso di storia postale acquisterebbe mai i lotti illustrati anche se fossero originali ? Sono smaccatamente filatelici e il loro valore ai miei occhi sarebbe in ogni caso molto , molto basso..


Bhè, la filatelicità non è il male assoluto :) .
Alcuni oggetti, benchè filatelici, possono anche dire qualcosa di storia postale, come ad esempio alcuni dati (inizio o fine?) dell'uso di un valore, o di un annullo, o di un servizio...
Poi ci sono anche da considerare che anche i filatelici che di buon grado si appassionano ai francobolli su busta... che hanno la loro fetta di mercato.

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 Oggetto del messaggio: Re: Un espresso per l'Argentina?
MessaggioInviato: 05/12/2018, 20:00 
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Spe che immortalo questo momento :-D :D


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MessaggioInviato: 05/12/2018, 22:48 
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francyphil ha scritto:
Spe che immortalo questo momento :-D :D

:D :D :D
Hai ragione Francesco ........ è un momento da incorniciare.
E dai, e dai, e dai .................... hai visto che anche la mente di un Talebano come quella di Martino si è aperta alla realtà dei fatti ;) ;) ;)

Bando alle amichevoli battute, non tutto ciò che è filatelico è insignificante, ad esempio guardate bene questa busta smaccatamente filatelica e, conoscendo la storia dell'ufficio PM 412, ditemi se vi sembra insignificante.

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Colleziono Storia Postale d'Italia dal 1943 al 1946.
Mi diverto inoltre a collezionare "Annulli a Targhetta" e Chiudilettera Antitubercolari.

Continuo ad aggiornare, anche con gli ultimi anni, la mia collezione di Francobolli d'Italia.


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 Oggetto del messaggio: Re: Un espresso per l'Argentina?
MessaggioInviato: 06/12/2018, 6:58 
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Agostino mi fa piacere questa tua attiva partecipazione e mi complimento per i documenti che hai presentato.
(soprattutto per una bella cartolina spedita da Genova :D).

Ora perdonami ma ti chiedo di specificare perché la busta souvenir con timbro della posta militare 412 sia così significativa.
Per i francobolli?
Per la data?
Pet la triste storia del reparto?

Come sempre la mia domanda è posta senza intenti polemici ma per meglio comprendere altri punti di vista diversi dai miei ;)


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MessaggioInviato: 06/12/2018, 8:43 
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rogerbarrett ha scritto:
marco lazzerini ha scritto:
La domanda sorge spontanea : ma quale collezionista/studioso di storia postale acquisterebbe mai i lotti illustrati anche se fossero originali ? Sono smaccatamente filatelici e il loro valore ai miei occhi sarebbe in ogni caso molto , molto basso..


Bhè, la filatelicità non è il male assoluto :) .
Alcuni oggetti, benchè filatelici, possono anche dire qualcosa di storia postale, come ad esempio alcuni dati (inizio o fine?) dell'uso di un valore, o di un annullo, o di un servizio...
Poi ci sono anche da considerare che anche i filatelici che di buon grado si appassionano ai francobolli su busta... che hanno la loro fetta di mercato.


Mai detto questo. Anche perchè in caso di rarità ben vengano anche i viaggiati filatelici , in mancanza di meglio...


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 Oggetto del messaggio: Re: Un espresso per l'Argentina?
MessaggioInviato: 06/12/2018, 10:00 
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marco lazzerini ha scritto:
rogerbarrett ha scritto:
marco lazzerini ha scritto:
La domanda sorge spontanea : ma quale collezionista/studioso di storia postale acquisterebbe mai i lotti illustrati anche se fossero originali ? Sono smaccatamente filatelici e il loro valore ai miei occhi sarebbe in ogni caso molto , molto basso..


Bhè, la filatelicità non è il male assoluto :) .
Alcuni oggetti, benchè filatelici, possono anche dire qualcosa di storia postale, come ad esempio alcuni dati (inizio o fine?) dell'uso di un valore, o di un annullo, o di un servizio...
Poi ci sono anche da considerare che anche i filatelici che di buon grado si appassionano ai francobolli su busta... che hanno la loro fetta di mercato.


Mai detto questo. Anche perchè in caso di rarità ben vengano anche i viaggiati filatelici , in mancanza di meglio...


Allora provo a estrapolare il concetto a chiarimento ...e, ti prego, correggimi se sbaglio:
ogni oggetto ha pregio storico postale in funzione della sua capacità probante di uno o più elementi della storia della posta.
In questo senso ad esempio una busta primo giorno, ufficiale o artigianale, indica magari la prima data nota dell'uso di un particolare valore postale.
Può piacere o meno, ma è un fatto che quell'oggetto filatelico dica qualcosa della storia postale del suo tempo.
Personalmente anch'io non li preferisco (motivo per cui i simpatici guasconi francyphil ed ancaria :D :D :D si divertono a ridacchiare...), ma anch'io ne posseggo qualcuno in collezione: basta giudicarli nei limiti del loro pregio storico postale, che si presume ne giustifichi la presenza in una collezione del tipo, oppure per mero diletto personale.

Un discorso a parte si dovrebbe, invece, fare per l'uso filatelico di un francobollo raro: in quel caso ho difficoltà a riconoscere pregio storico postale, oltre alla mera curiosità.
Ad esempio, fra tanti vi è il caso degli espressi da 1.25lire soprastampati "fascetto" a Genova di colore nero (e non rosso):
https://espressirsi.wordpress.com/2017/ ... di-genova/
Personalmente li vedo come una curiosità, che si può seguire per diletto, in modo correttamente informato e certamente disilluso.

Tornando, ora, ad un tema più prossimo all'argomento iniziale, l'impiego del valore espresso 2.50lire soprastampato "fascetto" si riscontra assai spesso in ambito di spedizioni filateliche: ha senso o meno inserirle in una collezione di storia postale? Dipende! :) Sì, se le buste abbiano qualcosa da raccontare ben più della sola presenza di quel valore raro.
In proposito un paio d'anni fa incrociai una busta con quel valore isolato per la Germania, in tariffa 1lira di porto lettera + 1.50lire di raccomandazione: un impiego davvero curioso, sebbene probabilmente architettato dal mittente per ragioni collezionistiche. Non era, dunque, un espresso, ma una raccomandata! :D
Poichè quel valore non è noto in uso ordinario in franchigia, quello probabilmente resterà l'unico esemplare in uso isolato, sebbene per un'affrancatura d'emergenza... verosimilmente creata!
Come giudicarla in ambito di storia postale? :D Ognuno avrà i propri legittimi criteri e gusti, ma se si è correttamente informati in merito questi sarannno certamente più ragionevoli.

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 Oggetto del messaggio: Re: Un espresso per l'Argentina?
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Sottoscrivo quello che dici. Certo è che ognuno ha il suo punto di vista e i propri criteri valutativi dettati dall'attrattiva personale , quindi il criterio di valutazione è sicuramente molto soggettivo. Personalmente preferirei avere in collezione qualcosa che abbia un significato
documentativo storico postale reale e non qualcosa di creato volutamente per..indipendentemente dallo stato di conservazione , un qualcosa che documenti , che illustri e che chiarisca.


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Io colleziono Posta Militare e la busta la guardo dal punto di vista storico : la data 9.9.43 è l'ultimo giorno di attività dell'ufficio P.M. 412 della Divisione Acqui a Corfù di ben tragica memoria. Per me è un importante documento di storia . L'affrancatura filatelica penso sia stata un ricordino (così credevano) dell'armistizio e della fine della guerra. Purtroppo il peggio iniziava dal 9.9.43. Se collochi la busta seppur filatelica, nel contesto degli avvenimenti di quei giorni, assume un valore ben più alto dell'affrancatura: è una testimonianza a memoria delle migliaia di soldati fucilati.
Ciao a tutti
Roby


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Di questi "souvenir" o "ricordini" se ne trovano anche per altri uffici di P.M., e il valore del documento in oggetto, secondo me, è dovuto principalmente dal guller del 9 Settembre 1943, ultimo giorno del funzionamento dell'Ufficio di P.M. (tra l'altro valutato 13 punti).Successivamente il 25 Settembre del 1943 vengono distrutti il denaro,le carte valori ed i bolli di tale ufficio, mentre gli stampati soggetti a controllo, i materiali e gli atti si sono dovuti abbandonare ai Tedeschi e il personale viene fatto prigioniero ed internato in Germania.Riccardo.


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