marco lazzerini ha scritto:
rogerbarrett ha scritto:
marco lazzerini ha scritto:
La domanda sorge spontanea : ma quale collezionista/studioso di storia postale acquisterebbe mai i lotti illustrati anche se fossero originali ? Sono smaccatamente filatelici e il loro valore ai miei occhi sarebbe in ogni caso molto , molto basso..
Bhè, la filatelicità non è il male assoluto .
Alcuni oggetti, benchè filatelici, possono anche dire qualcosa di storia postale, come ad esempio alcuni dati (inizio o fine?) dell'uso di un valore, o di un annullo, o di un servizio...
Poi ci sono anche da considerare che anche i filatelici che di buon grado si appassionano ai francobolli su busta... che hanno la loro fetta di mercato.
Mai detto questo. Anche perchè in caso di rarità ben vengano anche i viaggiati filatelici , in mancanza di meglio...
Allora provo a estrapolare il concetto a chiarimento ...e, ti prego, correggimi se sbaglio:
ogni oggetto ha pregio storico postale in funzione della sua capacità probante di uno o più elementi della storia della posta.
In questo senso ad esempio una busta primo giorno, ufficiale o artigianale, indica magari la prima data nota dell'uso di un particolare valore postale.
Può piacere o meno, ma è un fatto che quell'oggetto filatelico dica qualcosa della storia postale del suo tempo.
Personalmente anch'io non li preferisco (motivo per cui i simpatici guasconi
francyphil ed
ancaria si divertono a ridacchiare...), ma anch'io ne posseggo qualcuno in collezione: basta giudicarli nei limiti del loro pregio storico postale, che si presume ne giustifichi la presenza in una collezione del tipo, oppure per mero diletto personale.
Un discorso a parte si dovrebbe, invece, fare per l'uso filatelico di un francobollo raro: in quel caso ho difficoltà a riconoscere pregio storico postale, oltre alla mera curiosità.
Ad esempio, fra tanti vi è il caso degli espressi da 1.25lire soprastampati "fascetto" a Genova di colore nero (e non rosso):
https://espressirsi.wordpress.com/2017/ ... di-genova/Personalmente li vedo come una curiosità, che si può seguire per diletto, in modo correttamente informato e certamente disilluso.
Tornando, ora, ad un tema più prossimo all'argomento iniziale, l'impiego del valore espresso 2.50lire soprastampato "fascetto" si riscontra assai spesso in ambito di spedizioni filateliche: ha senso o meno inserirle in una collezione di storia postale? Dipende!
Sì, se le buste abbiano qualcosa da raccontare ben più della sola presenza di quel valore raro.
In proposito un paio d'anni fa incrociai una busta con quel valore isolato per la Germania, in tariffa 1lira di porto lettera + 1.50lire di raccomandazione: un impiego davvero curioso, sebbene probabilmente architettato dal mittente per ragioni collezionistiche. Non era, dunque, un espresso, ma una raccomandata!
Poichè quel valore non è noto in uso ordinario in franchigia, quello probabilmente resterà l'unico esemplare in uso isolato, sebbene per un'affrancatura d'emergenza... verosimilmente creata!
Come giudicarla in ambito di storia postale?
Ognuno avrà i propri legittimi criteri e gusti, ma se si è correttamente informati in merito questi sarannno certamente più ragionevoli.