Ciao,

Questa busta, già segnalata a pagina 467 del libro Storia Postale RSI di AICPM, seconda edizione (a.k.a. Sirotti), e' adesso nella mia collezione. Non e' particolarmente importante per monumenti distrutti, ma mi piace per l'affrancatura e l'uso del timbro di censura come annullamento.





Consideravo il bollo di censura sulle marche da bollo come un uso non regolamentare, ma di recente ho acquistato questa busta:





I francobolli annullati all'arrivo, la marca da bollo anche porta il timbro di censura come un annullo. Nessun annullamento dall'ufficio di partenza, che immagino sia Milano (81R)





La seconda busta cambia la mia opinione anche sulla prima busta. Ho cominciato a pensare se esistesse qualche tipo di decreto, regola, ecc. che io ignoro, e chiedo aiuto. Qualcuno saprebbe dirmi di più?

Grazie mille, amici

Ciao

Caro amico di Cincinnati, lo sai che in ogni caso una risposta alle tue domande da me la ricevi, e quindi mi permetto di darti il mio (piccolo) parere in merito, basato solamente sulla mia esperienza.Premesso che non sono in possesso di norme scritte e documentali, che possano affermare se esistevano delle regole, che prevedevano l'annullo di marche da bollo da parte di censori postali, con l'annullo numerico, il mio parere è che si tratti di annullamenti,che non sono assolutamente regolamentati da alcuna disposizione, per non dire dettati dall'improvvisazione del''addetto censore.E riguardo la prima missiva, ipotizzo che probabilmente le marche da bollo, non essendo state annullate in quanto ritenute non valide, al momento della apposizione della fascetta censoria, sono state annullate con il timbro censore al solo fine di azzerarne il loro valore facciale.Anche per la seconda missiva con mittente di Milano e annullata in arrivo a Blevio. penso si tratta di casualità, infatti il numerino (08 oppure 80) oltre a colpire la marca da bollo è ripetuto anche nel retro della busta.Saluti Riccardo.

La tua risposta ha senso.

La spiegazione più plausibile è quella più semplice.

Grazie mille, Riccardo

Saluti