Grazie ad
Andy che fa la somma precisa dei vari francobolli affrancati sappiamo che su 1.90 lire applicate (a fronte delle 1.75 lire dovute) abbiamo un eccesso di 15 cent.
Grazie all'osservazione di
michele.caso sappiamo che questo eccesso non poteva esser di necessità (per carenza di valori precisi), ma piuttosto inspiegabile: o un errore di somma (proprio come ho mal computato anch'io nottetempo!
) o una precisa volontà al momento non spiegabile.
Se volete approfondire per piacere e gioco si potrebbe provare a guardar la busta attraverso:
- luce radente, per verificare la pressione degli annulli, visto che i timbri metallici in uso del tempo lasciano un'impronta di pressione sulla carta;
- forte luce con il fronte in trasparenza, per cercare eventuali segni sotti il gruppo di francobolli così accostati tra loro;
- luce di Wood, per cercare eventuali tracce di colla non originarie.
Volendo giocare con le ipotesi, si potrebbe osservare se l'impronta "T" (imprimibile in partenza) sia stata impressa con lo stesso inchiostro dell'annullo di Bergamo.
In ultimo un'accorata annotazione per quanto affermato dall'amico
Andy, che fa di tutt'erba in fascio
in un contesto in cui anche i fasci avevano tutt'altro significato.
andy66 ha scritto:
Per quanto riguarda l'espresso, non hanno molto interesse i vari annulli di transito e consegna, in quanto gli espressi viaggiavano insieme alla posta ordinaria fino all'ufficio di destinazione. Solo qui veniva incaricata 'espressamente' una persona (ad es. delle agenzie di recapito) che portasse immediatamente il plico in consegna al destinatario. Quasi sempre questa consegna espressa è accompagnata da un numerino progressivo posto sulla busta tramite timbrino (in genere per le grandi città) o manoscritto.
Precisiamo il concetto, sennò rischiamo di dar un'informazione mal interpretabile. Come
Andy stesso ben sa e ci ricorda, il trasporto della corrispondenza in espresso avveniva alla stessa velocità perchè negli stessi mezzi (tram, treni, natanti, astronavi? etc..), sebbene all'interno di sacchi (non Arrigo) diversi. Dispacci diversi, insomma.
Questa differenziazione è per significare che, per quel che leggo dalle norme postali, tale corrispondenza per espresso veniva registrata ed avrebbe dovuto recare l'apposita relativa impronta di transito.
Per far un esempio, se possiam credere che un piccolo ufficio postale (
Francavilla al Mare?) potesse non aver disponibile l'apposito annullo postale per gli espressi, quando la busta fosse stata trasportata attraverso un centro di smistamento provinciale (
Pescara?
Chieti?) lì avrebbe certamente dovuto ricevere l'apposita impronta
Pescara ESPRESSI o
Chieti ESPRESSI, per poi giungere a destinazione.
E' impossibile dire con certezza quanto possa esser stata seguita in modo solerte questa differenziazione di applicazione di specifiche impronte a tergo: da quel che ho visto gran parte della corrispondenza recante bolli di transito li aveva relativi al servizio espresso.
Stessa sorte per le timbrature in arrivo a destinazione: mi risultano ancor meno corrispondenze con bolli non del recapito espresso.
Torno all'oggetto proposto.
Quel che si può dire per la fattispecie è che le loro assenze non costituiscono elementi probanti, ma due validi indizi concomitanti che (assieme alla "T" senza gli attesi segnatasse) avvalorano la tesi di non avvenuta consegna per espresso dell'oggetto, in luogo della tassazione non riscossa... in modo opinabile.
Quel che non si può dire è che quel bolli i vari annulli di transito e consegna non abbiano interesse per individuarne la più probabile interpretazione del percorso postale dell'oggetto, giacchè invece forniscono elementi indiziari, che -guarda caso! (non guardate
Michele) suggeriscono la già citata malaconsuetudine di degradare la posta impostata in espresso in posta ordinaria.