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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 10/06/2017, 11:42 
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Iscritto il: 11/10/2014, 12:23
Messaggi: 713
Ammetto che questo argomento mi ha sempre dato qualche grattacapo ogni volta che ho provato ad interpretare le norme regolanti l'applicazione delle tariffe postali, in raffronto all'effettivo rispetto (? :) ) delle stesse per le affrancature delle corrispondenze tra i miliari mobilitati e le rispettive loro famiglie.
Limitatamente al servizio postale nel territorio della R.S.I., osservando l’avvicendamento delle norme recuperate a confronto con il materiale rinvenuto, ho provato a desumere le seguenti considerazioni riassuntive:

1. Era permesso l’invio di corrispondenza in espresso solo dai militari verso l’interno, e non viceversa (ossia l’espresso era proibito per l’invio dall’Italia verso i militari all’estero), fatta eccezione per i militari di Marina imbarcati, anche perchè appare logica l’impossibilità di assolvimento di un servizio di pronto recapito a destino per i militari mobilitati; l’adozione di questo criterio, vigente anche durante il precedente conflitto mondiale, non impedì che alcuni mittenti comunque riuscissero ad inviare corrispondenza in espresso in tal senso, talvolta persino con la corresponsabilità delle Poste per insipienza o mancata vigilanza.

2. Le cartoline ed i biglietti in franchigia usati dai militari, che avrebbero dovuto recare il bollo del reparto di appartenenza anche quando direttamente imbucate per posta civile, se in espresso potevano esser affrancate per il solo servizio di recapito, ossia al netto del porto che restava in franchigia quando l'invio avveniva attraverso il canale militare.

3. Fino al 19.03.1944 la corrispondenza tra i “militari di bassa forza” e le relative famiglie poteva esser inviata in posta ordinaria con il costo dei porti ridotto alla metà, a patto che non fosse gravata di servizi aggiuntivi, quali quello espresso: in tal caso il servizio aggiuntivo ed i porti dovevano essere corrisposti integralmente; successivamente tutta la corrispondenza ordinaria da o per militari di qualunque grado divenne in franchigia di porto, fermo restante che per la posta da militari restava la prescrizione della presenza il bollo militare del reparto o dell'annullo/indirizzo di Posta da Campo o Feldpost. Anch’essa, qualora in espresso, avrebbe dovuto perdere il diritto di franchigia di porto.

Qui di seguito ho ricostruito in senso cronologico le norme rivenute relative a questo argomento: https://espressirsi.wordpress.com/2017/ ... -famiglie/

Se gentilmente mi confermaste la validità delle considerazioni in premessa, non resta che cominciare a proporre di seguito qualche quesito che può nascere dall'osservazione, caso per caso, della corrispondenza presa in esame.
Ad esempio, mi son sempre chiesto: se esisteva un'apposita tariffa scontata per i militari di bassa forza, manifestando la chiara volontà del Legislatore che gli ufficiali dovessero pagare l'intera affrancatura della propria corrispondenza, avevano questi ultimi diritto a comunicare servendosi anche dei biglietti e cartoline in franchigia di porto?

_________________
https://espressirsi.wordpress.com/


Ultima modifica di rogerbarrett il 16/06/2019, 18:12, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 11/06/2017, 10:25 
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Iscritto il: 19/05/2015, 19:41
Messaggi: 2759
Località: COLLEGNO (TORINO)
Ciao Martino, hai fatto bene a fare un prospetto riassumendo ed elencando in senso temporale i vari regi decreti inerenti al thread trattato. A mio avviso mi sento di confermare quanto da te espresso nella tua premessa, e per quanto riguarda il discorso inerente ai militari (di cosiddetta) bassa forza, anche io mi sono in passato domandato quanto da te sottolineato,(quesito che sorge seguendo la storia della P.M. e le sue tariffe, agevolazioni e quant'altro), ma purtroppo non ho mai approfondito il tema e non saprei, per il momento, darti una spiegazione esaustiva e verificabile con testimonianze postali e documentali. Saluti Riccardo.


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