Seguito sul tema della corrispondenza trasportata privatamente dalla della Banca Commerciale Italiana segnalando che i limiti regionali riportati dalla stampa specializzata dovrebbero comprendere anche l'Emilia Romagna, dato che l'insolito inoltro che propongo in immagine pare dare un'opportunità ad ampliarli...
La ricostruzione della sua più probabile vicenda postale dovrebbe poter essere la seguente, per cui la busta:
1. è stata originariamente inviata aperta, in corso particolare e, quindi, regolarmente affrancata con un valore per pacchi per il solo porto (non annullato postalmente?!), dalla sezione della B.C.I. di Ravenna: dato -ahimè!- reperibile dalla sola intestazione sul fronte;
2. risulta verificata dalla censura provinciale ravennate il 15.05.1944, che nel restituirla per l'inoltro ha involontariamente sporcato il francobollo (senza annullarlo!) con il numero (2) ed ha volontariamente chiuso la missiva (com'è giusto che fosse!) con la bandella;
3. è passata in transito per la B.C.I. di Bologna il 18.05.1944 (vedi retro);
4. è transitata al "CENTRO CONTABILE"(magari un ufficio di smistamento?) il 21.04.1944 (vedi fronte);
5. è giunta a destinazione agli uffici della B.C.I. di Torino il 23.05.1944 (vedi retro).
Può essere utile fermarsi magari a riflettere sull'insolita assenza dell'annullamento postale del francobollo prescritto per il corso particolare, laddove la presenza della censura di Ravenna chiarisce ogni dubbio circa la genuinità dell'oggetto.
Chissà poi perché il francobollo non sia stato annullato postalmente: non so spiegarlo, se non con l'ipotesi di una svista, cui nemmeno la censura abbia tentato di porre rimedio.
Per quanto io abbia potuto consultare non mi risultano, inoltre, altri invii di posta in corso particolare passati per censura, salvo gradite smentite di più fortunati possessori di informazioni in merito.
Certo è che questa busta mi fa sorridere: è un po' malconcia (è aperta su tre lati), esteticamente bruttina (è di carta gialla pesante), priva di francobolli rari... eppure è vicina al mio personale orientamento collezionistico della storia postale, che mi fa preferire oggetti postali generati per mera necessità comunicativa ed del tutto comuni in origine, ma trasmessi in situazioni eccezionali.
Non è un espresso, altrimenti non ci avrei pensato due volte!!