Cari amici
Leggendo l'articolo di
G. Marchese m'è sembrata quanto mai puntuale e calzante la frase di
Luca quando afferma testualmente :
"non posso far altro che notare una certa approssimazione nel arrivare a delle conclusioni.
Inserire nell'articolo qualche prefazione di autorevoli pubblicazioni e la mancata reperibilità di un documento richiesto non possono portare a conclusioni........"
e non può essere che così, anzi , a quanto sopra, io avrei aggiunto, di mio, che quell'articolo difetta di un preciso riferimento al contesto storico
all'interno del quale
Marchese doveva necessariamente andare ad attingere prima e collocarsi coerentemente poi.
Perché la storia della RSI ,ovviamente, non è rappresentabile e tanto meno riassumibile attraverso la storia postale, pure se di quel periodo.
Ogni considerazione o ricerca documentale deve necessariamente fare i conti col quel che è stato quel drammatico periodo del Paese e quest'ultimo , a sua volta, non può essere letto
con
un approccio burocratico-amministrativo; se commettessimo questa ingenuità, saremmo portati a definire la soprastampa
GNR di
Brescia come
un atto di insubordinazione politica o peggio come
una operazione truffaldin-filatelica.
In fondo tutta la storia della RSI è costellata da atti d'imperio non ortodossi che anticipano o addirittura si sostituiscono (a volte) ai formalismi burocratici.
Primo esempio?; torniamo al clima di quei tempi; torniamo per un istante a Mussolini che a Berlino in veste di evaso "dagli arresti domiciliari" senza cariche istituzionali fa diramare il 16 settembre
(a soli 8 giorni dall'armistizio di Badoglio) ben sei fogli d'ordini dalla Deutsches Nachrichten-Büro - (agenzia di stampa tedesca).
Quindi niente decreti, non era capo di governo, perchè non presiedeva un governo, non aveva uno
Stato giuridicamente parlando (territorio e cittadini sui quali esercitare la "sovranità") ,
non aveva un partito (da poco sciolto con regio decreto) eppure con quegli ordini del giorno, da "latitante" , impartì le future linee politiche da seguire.
Ridisegnò la struttura di un nuovo Stato! per ripristinare da subito "istituzioni" che in realtà non potevano essere ripristinate perché inesistenti!.
Nominò Pavolini segretario provvisorio di un partito il
PFR che in verità ancora non esisteva e tanto meno poteva denominarsi "repubblicano" perchè non c'era una Repubblica,
(il primo congresso del
PFR si tenne a
Verona soltanto il 15 novembre ,ben due mesi dopo)
con l'obiettivo di esaminare il progetto di nuova costituzione repubblicana fascista ovvero i 18 punti di
Verona).
Infine Il
quinto ed il
sesto foglio d'ordini che sono quelli più interessanti per noi. Con questi, Mussolini ricostituisce la
MVSN e ne nomina Renato Ricci comandante generale.
Anche in questo caso ,pur senza un minimo appiglio giuridico che legittimasse le scelte, Mussolini intese ribadire (urbi et orbi)
la supremazia della milizia, che restava la guardia armata della rivoluzione (così si usava chiamare la
MVSN nel ventennio) anche in assenza di governi e stato
e Ricci un punto fermo nella nuova galassia fascista che ,nel frattempo, si andava disordinatamente riposizionando.
A chi ha studiato quel doloroso periodo, non può sfuggire la genesi della
MVSN nata soprattutto per riunificare le "ribelli" galassie di camicie nere agli ordini dei ras locali - 28/12/1922-;
ebbene anche in quel 1943 tra i primi pensieri di Mussolini , neanche sbarcato in Germania, albergava quello di governare da subito le "intemperanze" dei vecchi dignitari di regime
(Farinacci che tirava la giacca ad hitler per scalzare Mussolini stesso,Buffarni Guidi, Pavolini, Preziosi) solo a citarne alcuni ,
che poi i parte ritroveremo nel futuro governo repubblicano,
ed i nuovi che si affacciavano alla ribalta per la prima volta (terze e quarte fila dell'ex regime), ma per questo non meno velleitari e desiderosi di apparire.
Eppoi, questo va detto, la milizia aveva molto da farsi perdonare e Ricci risultava essere l'uomo fedele e giusto al posto giusto ( e non guastava neanche la simpatia, ricambiata con Himmler).
Dal 26 luglio (all'indomani della seduta del gran consiglio) il partito con Scorza
e la milizia con Galbiati diedero il peggio che due istituzioni fasciste potessero esprimere.
Galbiati - capo di stato maggiore della milizia- che pure aveva votato contro l'ordine del giorno Grandi, convocò i suoi generali
per informarli che Badoglio aveva assunto la carica di Capo del governo
I presenti si aspettavano che venisse dato l'ordine di agire subito. A Roma non erano presenti truppe scelte regie
e soprattutto la milizia poteva contare anche sulla divisione corazzata "M" acquartierata a pochi km dalla capitale,
con effettivi e materiale al completo ed in fase finale di addestramento.
Una divisione d' elite potentemente armata esclusivamente con mezzi corazzati tedeschi; essa doveva rappresentare per Mussolini
quello che la La 1ª Divisione Panzer "Leibstandarte SS Adolf Hitler" rappresentava per il Führer.
Inoltre Kesselring aveva già collocato il suo comando a Frascati e la 2 divisione paracadutisti a Pratica di mare
(da questa unità vennero in seguito scelti gli uomini che liberarono Mussolini).
Ad onor del vero il comandante della divisione "M" console generale Lusana aveva invano chiesto d'intervenire.
In seguito Galbiati inviò un telegramma a Badoglio in cui giurava fedeltà al Re ed al nuovo governo.
La stessa cosa fece il segretario del partito Scorza (senza telegramma), per la parte di sua competenza, diramando direttive analoghe a tutti i federali.
Il regime si dissolse così poco gloriosamente in poche ore.
Tornando a Ricci, egli era uno squadrista della prima ora, uomo d'azione, in grado di riabilitare la milizia
mentre Liverani era un vecchio organizzatore sindacale estraneo ai rudi modi squadristici.
Inoltre va chiarito che Liverani fu soltanto una seconda scelta; a cui venne affidato il dicastero delle comunicazioni dopo che Pevarelli (il prescelto)
avvocato milanese, fascistissimo della prima ora e già geracarca e ministro si era reso latitante.
E queste cose, in politica, ma soprattutto in quel clima torpido, non ancora assestato, da resa dei conti, contano eccome se contano. Con Mussolini ancora in Germania,
con i fascisti e neo fascistelli che già scalpitano ben orchestrati da Farinacci ma non solo da lui.
Si vuole abrogare la monarchia, condannare a morte il re (in contumacia) e fucilare i 19 traditori del 25 luglio
ma soprattutto far sparire da subito l'immagine del re traditore da ogni luogo e logo,carta, documento pubblico
ed ovviamente dai francobolli che proprio nei valori più usati, ahimè mostrano il profilo reale.
Insomma una sorta di catarsi in grado di riabilitare il fascismo ed i suoi leaders agli occhi del Popolo (... e degli ex alleati tedeschi).Ma poco accade di significativo almeno sino all'insediamento del primo governo presieduto da Mussolini tornato in Italia.
E Ricci solo allora, fresco di nomina alla guida della
GNR che sostituiva la
MVSN, e con il nuovo governo finalmente operante, da squadrista qual'era, stanco ,
meglio, insofferente alle lungaggini burocratiche di Liverani, finalmente assume l'iniziativa, impartendo il famoso ordine di requisire i francobolli ovunque disponibili,
e di stampigliarli con la sigla
GNR. Alcuni, anche all'epoca, paventarono che con l'acronimo
GNR, Ricci intendesse in realtà indicare "Governo Nazionale Repubblicano".
Ma in merito non ci sono prove atte a giustificare questa interpretazione, neanche verbali se non chiacchiericci da caserma.
A mio avviso, "
GNR" rimane a significare (
Guardia Nazionale Repubblicana) e non può essere altrimenti; ma ve lo immaginate voi
un fedelissimo come Ricci che anticipa anzi scavalca il Duce circa il nome da dare alla
nuova Repubblica fascista?.
Allora altro che atto di insubordinazione politica!!! qui ci troveremmo di fronte ad un vero e proprio atto di tradimento!!!.
Così come appare risibile, fuori dal contesto e da ogni logica che Ricci, fascista devoto prima ed anche militare, appena confermato alla guida della
GNRassuma come primo atto una iniziativa di tale portata, autonomamente, senza informarne preventivamente il Duce! o addirittura a sua insaputa (
impensabile).
Forse avrebbe potuto farlo prima (magari con la sigla della rinata MVSN) in solitario, con Mussolini in Germania
ed il governo fascista ancora in gestazione nelle segrete stanze dell'ambasciata tedesca a Roma; ma nonostante la maggiore autonomia e mani libere non lo fece:
perchè?.
D'accordo, Liverani venuto a conoscenza del colpo di mano, sbraita, si lamenta presso il Duce ( Verba volant, scripta manent),
rivendica il suo ruolo di ministro competente; ma nella sostanza cosa accade? Ricci viene destituito? arrestato per insubordinazione?
eppure al netto dell'imbarazzo politico (Liverani) il solo mero danno erariale per francobolli non più vendibili ammontava a diversi milioni di vecchie lire!!; no, semplicemente
ci si limita ad ordinare la cessazione delle attività che avvenne il 23 dicembre, la riconsegna dei francobolli non ancora stampigliati alle poste
ed
il ritiro "momentaneo" dei francobolli soprastampati ,certamente mai avvenuto; badate bene comunque si parla di ritiro, non distruzione degli stessi!.
Cosa potrebbe essere realmente accaduto nelle segrete stanze!
Su questo avrei una mia ipotesi, non suffragata da atti formali, ma che poggia su ricerche e scritti di protagonisti dell'epoca e vorrei esporla ugualmente.
Penso che Mussolini, possa aver davvero temuto , in un primo momento, che la sigla "
GNR" sottopostagli da Ricci,
potesse essere interpretata da qualcuno come celebrazione di un generico "
governo nazionale repubblicano" piuttosto che della
nascente GNRe solo questo rischio fu alla base del perentorio ordine di sospendere il tutto ed alla quasi sconfessione dell'operato del fedele Ricci.
Questione questa di primaria importanza. E' vero che il nuovo governo Mussolini aveva assunto da subito la denominazione di "
Governo Nazionale Repubblicano"
ma nelle intenzioni di Mussolini ,solo un formalismo,solo una tappa di un percorso più ambizioso.
Era imperativo, per lui, che si approdasse, quanto prima, ad un progetto di
Repubblica che accentuasse il
carattere sociale del fascismo ben oltre la vecchia riforma corporativa.
Tra le risoluzioni che la Costituente (fortemente voluta da Mussolini) avrebbe dovuto approvare, appena insediata,
al punto 3) così recitava: "
proclamazione della Repubblica Sociale Italiana , libera, indipendente e sovrana.........."
(in politica le parole sono
pietre) e non si poteva vanificare così la ben più lungimirante dizione "
Repubblica Sociale Italiana".
Mussolini riteneva che meglio interpretasse il nuovo corso e fondamentale per ricostituire l'humus politico del regime e di un Paese in macerie, con parole d'ordine dirompenti e pure invise ad alcune frange del partito (socializzazione, scelte dal basso, volontà popolare etc etc.) .
Le vicende della guerra, impedirono la nascita della Costituente e la nuova dicitura dello Stato fu deliberata direttamente dal consiglio dei ministri.
Motivazioni politiche più che valide, per ordinarne l'annullamento senza punire Ricci e cogliendo
anche l'occasione per dare magari un contentino allo scalpitante quanto poco influente Liverani.
A questo punto non si può non tirare in ballo la tiratura
GNR di
Verona che ci viene in aiuto per meglio comprendere storicamente quella ben più blasonata di
Brescia.
Sempre nella terza decade di dicembre, Liverani, viste le inevitabili manovre speculative che già insistevano sulla emissione appena sconfessata, subi pressioni e
fu costretto ad ordinare alla direzione generale delle poste di provvedere alla stampigliatura di nuovi e più consistenti quantità di francobolli.
Oramai anche le "zucchine" avevano capito il reale significato dell'acronimo ed erano cessati i rischi di fraintendimenti.
Ai primi di gennaio del 1944, unitamente alla soprastampa dei provvisori (fascetti) vennero prodotte ed emesse le nuove tirature,
a
Verona e non più a
Brescia visto che gli impianti erano già stati smantellati dalla stessa
GNR.
Non mi soffermo oltre sulla emissione
Verona, perchè da un punto di vista collezionistico mi interessa meno
ma la cito perchè credo che paradossalmente è proprio la necessità di porre in essere la tiratura di
Verona,
che conferma, oggettivamente,
la piena legittimazione all'emissione di Brescia anche se questo non era certo nelle intenzioni di Liverani.E' innegabile poi che i
GNR di
Brescia come quelli di
Verona ebbero regolare corso nel territorio della RSI, anche in affrancatura miste sino al 15 Agosto del 1944 ed oltre.
Piaccia o non piaccia, la tiratura di
Brescia rappresenta
la prima emissione di francobolli della RSI, con o senza un supporto cartaceo coevo o successivo all'emissione
che la certifichi per via burocratica.
Definiamola pure di origini squisitamente
militari piuttosto che
ministeriali ma definirla una emissione filatelica e/o speculativa,
utilizzando una visione meramente amministrativistica di tutta la vicenda, è sinceramente un puro esercizio dietrologico.
Maurizio
p.s. Volevo anche parlare di collezionismo per spiegare il perché , il mio intendere il collezionare francobolli e buste in genere, collimi decisamente con le visioni espresse da somalafis , Ricercatore e Gampers.
Mi sono però dilungato troppo sia pure sommariamente solo per titoli ed allora mi riprometto di farlo in un secondo momento.