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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 27/11/2016, 19:45 
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rogerbarrett ha scritto:
...
Ricercatore ha scritto:
Si può dire che un oggetto sia filatelico solo perché riporta alti valori, in assenza di qualunque altro indizio?

Questa domanda sottende di una negazione logica, ma vale la pena riflettere senza giungere a conclusione affrettata.
Per quello che si sa (tutto da verificare) sembra che i valori dall’1.25 lire in su non furono distribuiti agli sportelli postali: con questa premessa il fatto che il mittente abbia portato con se il francobollo, per altro comunemente introvabile, dovrebbe essere esemplificativo di una volontà di usarlo proprio su quella busta.
Se pensiamo alla possibilità che quei valori, contro quel che si racconta, possano esser stati almeno in minima parte distribuiti al pubblico, allora sarebbe logico attendersi il rinvenimento di altri usi di quello e di altri alti valori. Al momento, salvo smentite, questi iptetici usi non sono noti: per il momento se ne potrebbe desumere che non esistano.
...


Concordo in toto col tuo intervento precedente, con l'eccezione della parte che evidenzio in blu: a me piace ripetere che l'assenza di prove non è mai prova di assenza, proprio perché dall'assenza di prove non si può dedurre nulla e si deve, sempre, sospendere il giudizio.
E' sbagliato, quindi, dall'assenza di oggetti dedurre che questi non esistano o, peggio, non siano mai esistiti.

Partiamo dal presupposto che non conosciamo tutti gli oggetti che in realtà sono pervenuti fino a noi, che molti sono rimasti chiusi nei cassetti e molti altri rimarranno nei famosi cassetti anche per molto tempo. ;)

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MessaggioInviato: 29/11/2016, 2:06 
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ancaria ha scritto:
Premesso ciò, il problema, a mio avviso, risiede invece nella sua probabile genesi. E' risaputo infatti che gli alti valori GNR siano finiti da subito nelle mani di collezionisti e speculatori, quindi, essendo l'affrancatura composta gioco-forza da un filatelico, ritengo legittimi e fondati i dubbi sulla casualità di una simile affrancatura.
Agostino

rogerbarrett ha scritto:
Per quello che si sa (tutto da verificare) sembra che i valori dall’1.25 lire in su non furono distribuiti agli sportelli postali: con questa premessa il fatto che il mittente abbia portato con se il francobollo, per altro comunemente introvabile, dovrebbe essere esemplificativo di una volontà di usarlo proprio su quella busta.
Se pensiamo alla possibilità che quei valori, contro quel che si racconta, possano esser stati almeno in minima parte distribuiti al pubblico, allora sarebbe logico attendersi il rinvenimento di altri usi di quello e di altri alti valori. Al momento, salvo smentite, questi iptetici usi non sono noti: per il momento se ne potrebbe desumere che non esistano.

Buonasera a tutti
Prendo spunto da questi due interventi di Agostino e Martino per fare alcune considerazioni.
Il fatto che io ho citato l'assicurata da lire 6000 con affrancato il valore da 2,55 lire è dovuto al tentativo, presumo effimero e mal riuscito, di trasmettere dal punto di vista collezionistico che l'emissione di Brescia non può presentare il medesimo concetto di rarità tra lo "storico postale" ed il "collezionista di francobolli". Questo perché come già detto in precedenza se lo "storico postale" vuole le rarità di questa emissione regolarmente viaggiate su busta ed in perfetta tariffa non le troverà mai, per il semplicissimo motivo che non esistono !. Le rarità dell'emissione sono tutti quei valori sovrastampati durante la tiratura di prova in pochissimi fogli. Questo significa che tutti i valori sovrastampati durante la I° e la II° tiratura definitiva, ivi compresi i valori da 1,25 lire i su giunsero regolarmente agli uffici postali.
Facciamo due conti:
il 10 lire ebbe una tiratura, esclusa la prova, di 1200 esemplari
il 5 lire ebbe una tiratura, esclusa la prova, di 1100 esemplari
il 3,70 lire ebbe una tiratura di 1000 esemplari
il 2,55 lire ebbe una tiratura, esclusa la prova, di 5700 esemplari
il 2 lire ebbe una tiratura, esclusa la prova, di 5300 esemplari
Per un valore totale di 46335 lire a fine 1 9 4 3 ... :D
Signori guardate che a Brescia nel 1943 non viveva il banchiere Rothschild ... :D ed ammesso che vi siano astati un certo numero di collezionisti interessati, a quell'emissione, non erano certo in numero sufficiente per coprire quella somma senza contare che venne moltiplicata al momento della speculazione.

Quindi ... che per alcuni valori giunti agli uffici postali vi fu qualcuno o più di uno che accaparrarono un certo quantitativo per poi rivenderli al momento della mancata disponibilità negli uffici postali ad un prezzo maggiorato ad alucuni collezionisti .... sono d'accordo ! Che tutti i valori non giusero mai agli uffici postali mi sembra assolutamente fuor di logica. A me risulta che il valore da 1,25 lire insieme ai valori da 3,70, 5 e 10 lire subirono l'effetto speculativo, ma non in numero totale dei pezzi giunti agli sportelli e non per i valori da 2,55 e 2 lire. Non escludo ma è solo una mia ipotesi ... che essendo valori con nominale alto, questi possano essere stati usati per affrancature filateliche o fuori tariffa o magari siano stati rivenduti a cifre più basse degli speculatori a qualche collezionista che ne faceva richiesta visto che la cosa primaria che mancava era il pane e non il francobollo. Ma è solo una mia ipotesi !

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MessaggioInviato: 30/11/2016, 18:19 
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Gampers ha scritto:
Questo perché come già detto in precedenza se lo "storico postale" vuole le rarità di questa emissione regolarmente viaggiate su busta ed in perfetta tariffa non le troverà mai, per il semplicissimo motivo che non esistono !.

Facciamo un po’ di chiarezza, altrimenti finiamo per cadere in un equivoco.
Venerdì scorso a Verona mi hanno proposto una busta, in servizio espresso, affrancata con il valore isolato da 1.75 lire GNR di Verona: un francobollo insolito in uso non filatelico e raramente
reperibile isolato in tariffa.
Ho serenamente rifiutato :) giacché io considero un oggetto del genere una mera curiosità (tra l’altro proposto ad un prezzo incredibilmente esoso :shock: :shock: :shock: :o :o :o ).
Quali sono, dunque, le rarità? Bhè, se dovesse rispondere uno storico postale difficilmente penserebbe ad usi del genere, ma piuttosto a tariffe insolite o ad oggi irreperibili/irreperite.
Se invece dovesse rispondere un filatelista suppongo preferirà un francobollo raro, proprio come potrebbe esser un alto valore della tiratura di Brescia.
Ti suggerisco amichevolmente di rivedere la fondatezza dell’ipotesi (che proponi) per cui uno storico postale possa esser abbagliato dalla meravigliosa luccicanza di buste di alti valori GNR di Brescia, perché da quanto finora scritto proprio su questo argomento sta emergendo tutt’un’altra sensibilità.

Gampers ha scritto:
Le rarità dell'emissione sono tutti quei valori sovrastampati durante la tiratura di prova in pochissimi fogli. Questo significa che tutti i valori sovrastampati durante la I° e la II° tiratura definitiva, ivi compresi i valori da 1,25 lire in su giunsero regolarmente agli uffici postali.


Perdonami: qui mi sono un po’ perso a causa della mia ignoranza :oops: :oops: :) .
Potresti gentilmente riassumere sommariamente quale materiale fu sovrastampato in tiratura di prova e quanto invece nelle successive due tirature definitive? Mi accontenterei anche di un breve sunto per intenderci, giacché vorrei comprendere il passaggio logico secondo cui affermi che è dimostrabile che il valore da 1,25 lire raggiunse certamente gli sportelli postali.
Io ti credo, ma vorrei anche comprenderti :D

Gampers ha scritto:
Facciamo due conti:
il 10 lire ebbe una tiratura, esclusa la prova, di 1200 esemplari
il 5 lire ebbe una tiratura, esclusa la prova, di 1100 esemplari
il 3,70 lire ebbe una tiratura di 1000 esemplari
il 2,55 lire ebbe una tiratura, esclusa la prova, di 5700 esemplari
il 2 lire ebbe una tiratura, esclusa la prova, di 5300 esemplari
Per un valore totale di 46335 lire a fine 1 9 4 3 ... :D
Signori guardate che a Brescia nel 1943 non viveva il banchiere Rothschild ... :D ed ammesso che vi siano astati un certo numero di collezionisti interessati, a quell'emissione, non erano certo in numero sufficiente per coprire quella somma senza contare che venne moltiplicata al momento della speculazione.

Questo riesco a comprenderlo ed effettivamente sembra un ragionamento valido: (12.000 + 5.500 + 3.700 + 14.535 + 10.600) = 46.335 lire di valore facciale complessivo, che però non mi sembra nemmeno di eccezionale dimensione per il territorio che avrebbe dovuto servire.
Resta, però, che non si riescono a reperire oggetti postali affrancati con questi tali alti valori GNR di Brescia.. che non è un parere, ma un’evidenza concreta.
O ce ne sono e non vengono mostrati, o si vuol supporre che siano esistiti per mera logica, ma oggi son diventati inspiegabilmente irreperibili, forse accidentalmente dispersi, nonostante già allora era chiaro il pregio collezionistico di questi oggetti... bho? :(
Furono o meno sensibilmente diffusi questi alti valori GNR di Brescia agli sportelli? Finora non abbiamo certezze a riguardo, ma solo un’evidenza che dovrebbe ragionevolmente prevalere sulle migliori congetture.
Sia ben inteso: se mi sbaglio... vi prego di correggermi. Ci stiam consultando e confrontando: l'interesse non è cercar di far bella figura, ma solo di comprendere meglio.

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MessaggioInviato: 01/12/2016, 0:11 
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rogerbarrett ha scritto:
Resta, però, che non si riescono a reperire oggetti postali affrancati con questi tali alti valori GNR di Brescia.. che non è un parere, ma un’evidenza concreta.
O ce ne sono e non vengono mostrati, o si vuol supporre che siano esistiti per mera logica, ma oggi son diventati inspiegabilmente irreperibili, forse accidentalmente dispersi, nonostante già allora era chiaro il pregio collezionistico di questi oggetti... bho? :(
Furono o meno sensibilmente diffusi questi alti valori GNR di Brescia agli sportelli? Finora non abbiamo certezze a riguardo, ma solo un’evidenza che dovrebbe ragionevolmente prevalere sulle migliori congetture.


Concordo con Martino, e aggiungo che a questo punto non abbiamo evidenza concreta della vendita e distribuzione agli uffici postali nemmeno dei bassi valori. Cioè, l'unico documento oggettivo a noi giunto è la direttiva del Governo che ne vieta la vendita. Il fatto che si trovino postalmente usati su corrispondenze filateliche, quasi sempre fuori tariffa, ci suggerisce che i documenti non vennero affrancati da un ufficio postale ma direttamente dai mittenti che si erano procurati tali fb in quei pochissimi giorni successivi all'emissione, oppure più tardi, per vie traverse, nel mercato filatelico.
Per quello che mi riguarda, a questo punto io prendo in considerazione più la storia postale dei GNR Verona; quelli sì che siamo sicuri siano stati distribuiti con una certa regolarità sul territorio (sebbene sempre si tratti di una emissione semi-abusiva). Non me ne vogliano gli appassionati dell'emissione GNR, che filatelicamente rimane molto interessante, però per quanto riguarda la storia postale non la ritengo molto rappresentativa di quell'epoca.

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MessaggioInviato: 01/12/2016, 2:36 
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rogerbarrett ha scritto:
Facciamo un po’ di chiarezza, altrimenti finiamo per cadere in un equivoco.
Venerdì scorso a Verona mi hanno proposto una busta, in servizio espresso, affrancata con il valore isolato da 1.75 lire GNR di Verona: un francobollo insolito in uso non filatelico e raramente
reperibile isolato in tariffa.
Ho serenamente rifiutato :) giacché io considero un oggetto del genere una mera curiosità (tra l’altro proposto ad un prezzo incredibilmente esoso :shock: :shock: :shock: :o :o :o )..

Se vuoi fare un po di chiarezza trovo poco logico il voler mischiare le argomentazioni dell'emissione di Brescia con quelle di Verona, pertanto ti invito ad aprire un apposito argomento anche su questa emissione visto che comunque questo tentativo di comunicazione sta diventando difficile.
rogerbarrett ha scritto:
Quali sono, dunque, le rarità?

L' 1,75 lire di posta ordinaria, sovrastampato G.N.R., emissione di Verona, in uso isolato, che assolve perfettamente la tariffa di servizio espresso, su documento non filatelico ….. risponde perfettamente alla tua domanda. Ma probabilmente qui entra in gioco il modo diametralmente opposto di dare importanza ad un oggetto. Dal punto di vista filatelico ( mio ) è una gemma perché se ne conoscono solo due buste regolarmente viaggiate in tariffa, dal punto di vista storico postale ( tuo ) la stessa tariffa poteva essere assolta con più valori. Trovo comunque riduttivo dal mio punto di vista chiamarla “mera curiosità “.
rogerbarrett ha scritto:
Ti suggerisco amichevolmente di rivedere la fondatezza dell’ipotesi (che proponi) per cui uno storico postale possa esser abbagliato dalla meravigliosa luccicanza di buste di alti valori GNR di Brescia, perché da quanto finora scritto proprio su questo argomento sta emergendo tutt’un’altra sensibilità.

Accetto il tuo suggerimento ma resto della mia idea ! Gli alti valori, 20 – 25 – 50 lire e i valori di prova, sono usati solo su buste puramente filateliche, per cui lo storico postale dovrà basarsi su una scala di valori diametralmente opposta alla mia in quanto filatelica. Se ti riferisci nuovamente all'assicurata da 6000 lire con affrancato il 2,55 posso solo suggerirti che tale affrancatura è e resterà una chicca per quanto concerne l'uso dei valori G.N:R. di Brescia su busta ! Ma anche qui credo sia bene precisare che il mio è un punto di vista filatelico visto le numerose incomprensioni. Credo che un purista storico postale come te debba rivolgersi a valori con un valore nominale più basso per ritenere un documento con tutti i requisiti in regola.
rogerbarrett ha scritto:
Perdonami: qui mi sono un po’ perso a causa della mia ignoranza :oops: :oops: :) .
Potresti gentilmente riassumere sommariamente quale materiale fu sovrastampato in tiratura di prova e quanto invece nelle successive due tirature definitive?

Non si può riassumere sommariamente quale materiale fu sovrastampato durante la tiratura di prova e quale invece nelle tirature successive ! Mi devo mettere, impiegando il tempo che serve, a fare un lungo elenco di tutti i valori di posta ordinaria, aerea, propaganda, espressi e segnatasse. !
rogerbarrett ha scritto:
, giacché vorrei comprendere il passaggio logico secondo cui affermi che è dimostrabile che il valore da 1,25 lire raggiunse certamente gli sportelli postali.
Io ti credo, ma vorrei anche comprenderti  
Questo riesco a comprenderlo ed effettivamente sembra un ragionamento valido: (12.000 + 5.500 + 3.700 + 14.535 + 10.600) = 46.335 lire di valore facciale complessivo, che però non mi sembra nemmeno di eccezionale dimensione per il territorio che avrebbe dovuto servire.

La somma dei valori facciali, solo per quelli che ho indicato, non è di eccezionale dimensione rispetto al territorio che copriva. Diventa di eccezionale dimensione però se si ipotizza la figura di uno o pochissimi speculatori che acquistarono tutti i valori dal'1,25 lire di valore facciale in su per poi immetterli nuovamente sul mercato a cifre maggiorate per assecondare la richiesta di “masse di collezionisti” che non esistevano nel numero per poter assorbire tutto quel materiale a quelle cifre.
rogerbarrett ha scritto:
Resta, però, che non si riescono a reperire oggetti postali affrancati con questi tali alti valori GNR di Brescia.. che non è un parere, ma un’evidenza concreta.

Questo può essere un aspetto interessante che merita di essere discusso ! La mancata reperibilità di documentazione regolarmente viaggiata con affrancati i valori da 10 – 5 – 3,70 e 1,25 lire è dovuta certamente ad un intervento di soggetti che hanno incettato il maggior numero possibile di tali pezzi per fini speculativi. Ma a parer mio si deve tenere conto che la limitata tiratura di alcuni valori non li ha aiutati a raggiungere i giorni nostri. Il valore da 1,25 lire ebbe una tiratura di 900 pezzi e se ipotizziamo anche un solo 20% rimasto indenne alla speculazione vuol dire che rimanevano solo 180 esemplari destinati ad assolvere vari usi. Il problema si pone però nelle effettive rimanenze di tali valori dopo 73 anni, si ipotizza che per tale valore la disponibilità ai giorni nostri arrivi a meno del 50% della tiratura. Pertanto tale valore su documento realmente viaggiato, se giunto fino a noi, si può contare sulle dita di una mano senza usarle neanche tutte.
rogerbarrett ha scritto:
O ce ne sono e non vengono mostrati, o si vuol supporre che siano esistiti per mera logica, ma oggi son diventati inspiegabilmente irreperibili, forse accidentalmente dispersi, nonostante già allora era chiaro il pregio collezionistico di questi oggetti... bho? :(

Che sappia io no ! Al tempo l'unica cosa chiara alle comuni persone era che la Guardia Nazionale aveva immesso sul mercato una propria emissione.
rogerbarrett ha scritto:
(
Furono o meno sensibilmente diffusi questi alti valori GNR di Brescia agli sportelli? Finora non abbiamo certezze a riguardo, ma solo un’evidenza che dovrebbe ragionevolmente prevalere sulle migliori congetture.

Con un elenco dei vari valori delle varie tirature ed un elenco dei numero di valori stampati forse il tutto sarebbe più chiaro ….
andy66 ha scritto:
Per quello che mi riguarda, a questo punto io prendo in considerazione più la storia postale dei GNR Verona; quelli sì che siamo sicuri siano stati distribuiti con una certa regolarità sul territorio (sebbene sempre si tratti di una emissione semi-abusiva). Non me ne vogliano gli appassionati dell'emissione GNR, che filatelicamente rimane molto interessante, però per quanto riguarda la storia postale non la ritengo molto rappresentativa di quell'epoca.

Ne prendo atto però anche tu non ti offendere se dato le conclusioni a cui sei velocemente arrivato la mia partecipazione a questo argomento termina qui e non è mia intenzione proseguire con l'emissione di Verona. Perché se ti è bastato leggere 20 righe sull'AICPM di Sirotti, su segnalazione di Enrico per tirare le conclusioni .... questo non è più argomentare ma processare le intenzioni ed emettere sentenza !

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Parto subito da una premessa: la storia dell'emissione G.N.R. di Brescia è affascinante, perché unica, mentre l'emissione G.N.R. di Verona è interessante non per le origini - cioè sanare l'anomalia dell'emissione di Brescia, che aveva generato fenomeni di accaparramento e speculazione collezionistica - ma per la sua vera data di realizzazione.
Ancora oggi c'è chi sostiene che l'emissione di Verona sia del maggio 1944, mentre sono noti pezzi affrancati con date che vanno da fine gennaio 1944 e, addirittura, c'è chi sostiene che l'emissione di Verona altro non sarebbe che un'emissione...di Novara!

Proprio la mancanza di dati certi rende affascinante l'approfondimento delle vicende di queste due emissioni, apparentemente simili ma completamente diverse per origine e metodo realizzativo.

Le discussioni fra appassionati devono coinvolgere ed essere il meno "divisive" possibili ed è sempre difficile, se non impossibile, tracciare una linea retta fra le posizioni per cui vorrei sintetizzare alcuni aspetti che si devono tenere ben presenti quando ci si avvicina a questo mondo, difficile tecnicamente ma affascinante, dell'emissione G.N.R. di Brescia:

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- numerose varianti per singola posizione;
- tirature diverse realizzate con caratteri mobili, che vennero reimpiegati per creare tavole e composizioni;
- enormi possibilità di studio ed approfondimento per i cultori di questa serie per approfondimenti su tiratura e plattatura;
- uso reale assolutamente accertato per i valori fino a L.1,25 (esistono buste non filateliche), ma non si possono escludere usi "reali" anche per valori di maggior importo;
- da un punto di vista collezionistico, i francobolli dell'emissione di Brescia hanno una quotazione importante se utilizzati nel dicembre 1943.

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Gli storici-postali possono supportare le analisi degli esperti di questa emissione, ma, a mio parere, dovrebbero restare umilmente al balcone nella discussione perché il loro contributo - sempre a mio parere - è solo quello di salvare i pezzi dalla dispersione.
Io mi colloco fra questi, cioè fra coloro che ammirano la capacità di analisi di chi riesce a fare analisi verticali di approfondimento.

Da collezionista di storia postale, ritengo molto interessanti tutti gli usi su estero, gli usi singoli isolati dei bassi valori (eccezionalmente rari i 5 cent isolati - tariffa ciechi o stampe nel distretto/posta fra podestà - molto rari i valori isolati da 10 cent, interessanti e non comuni i 15 cent e comuni i 25, 30 cent e 50 cent), gli usi dei francobolli ordinari come segnatasse, i G.N.R. tassati dopo la data di fine validità e, a mio parere, bellissimi gli interi postali con sovrastampa G.N.R., soprattutto i biglietti postali.
L'uso su estero della cartolina postale G.N.R. è fra le rarità non solo di questa emissione, ma dell'intera storia postale R.S.I.
Mi piacciono davvero molto i segnatasse sovrastampati G.N.R., utilizzati per di più in affrancature d'emergenza ma reperibili - con qualche possibilità - anche in uso proprio.

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Di questo pezzo - che considero una rarità della storia postale R.S.I. - sono particolarmente orgoglioso, perché acquistato con incredulità fra gli invenduti di un'asta di una nota casa italiana:

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Gampers ha scritto:
andy66 ha scritto:
Per quello che mi riguarda, a questo punto io prendo in considerazione più la storia postale dei GNR Verona; quelli sì che siamo sicuri siano stati distribuiti con una certa regolarità sul territorio (sebbene sempre si tratti di una emissione semi-abusiva). Non me ne vogliano gli appassionati dell'emissione GNR, che filatelicamente rimane molto interessante, però per quanto riguarda la storia postale non la ritengo molto rappresentativa di quell'epoca.

Ne prendo atto però anche tu non ti offendere se dato le conclusioni a cui sei velocemente arrivato la mia partecipazione a questo argomento termina qui e non è mia intenzione proseguire con l'emissione di Verona. Perché se ti è bastato leggere 20 righe sull'AICPM di Sirotti, su segnalazione di Enrico per tirare le conclusioni .... questo non è più argomentare ma processare le intenzioni ed emettere sentenza !


Figurati, io son qui per divertirmi e non per polemizzare :D . Le mie opinioni sono assolutamente personali, ognuno è libero di collezionare ciò che vuole...
Io colleziono francobolli da 35 anni, più di recente sono passato alla storia postale, quindi qualcosa ci mastico...
Sinceramente non sono mai stato un grande appassionato dei GNR (ma questo è un mio problema), semplicemente non trovo l'emissione GNR Brescia rappresentativa della storia postale RSI. Su Verona invece ci si può discutere.
Sono giunto a questa conclusione non solo leggendo le pagine del Sirotti (che mi interessano solo come ricerca di riferimenti storici) ma soprattutto vedendo tutto quello che offre il mercato negli ultimi anni. Io di storia postale GNR Brescia ne vedo molto ma molto poca, parecchia invece di origine filatelica; forse come dice Martino è tutta in mano a persone che non vogliono disfarsene?
Tu stesso scrivi che che i valori da L.1,25 viaggiati e giunti fino a noi si conterebbero sulle dita di una mano; va bene, li vedo magari adatti a qualcuno che vuole fare un investimento, ma non nella mia collezione di storia postale...
Non ho nulla da dire invece riguardo agli appassionati filatelici di questa emissione, studi di tirature, posizioni, varianti, ecc. ecc. Benvengano, li apprezzo molto, ma questa è un'altra storia.

con sincerità
Andrea

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Ciao Andy66, scusami ma francamente non condivido la tua affermazione: come fai a dire che l'emissione G.N.R: di Brescia non sia rappresentativa della storia postale RSI se tale emissione venne ampiamente e diffusamente utilizzata per la normale corrispondenza?
Ci sono centinaia di esempi di corrispondenza, perfettamente in tariffa, affrancati con i valori normalmente disponibili nelle privative e negli uffici postali.

Sarebbe come dire che la serie Imperiale non è rappresentativa della storia postale RSI perché è noto un solo esemplare del francobollo da 50 Lire utilizzato in RSI e pochi esemplari dei francobolli dal valore di 10 Lire in su...
E' del tutto ovvio che gli alti valori siano poco diffusi, non solo per la rarità dei francobolli e del loro costo, ma soprattutto perché non c'erano normalmente le tariffe che richiedevano l'uso di quei valori elevati per la normale corrispondenza ma, dove servivano, questi alti valori venivano utilizzati: ragionando come fai tu (e qualcun altro...) escluderesti dalla storia postale gli oggetti affrancati con alti valori solo perché affrancati... con alti valori e quindi di fattura filatelica.

Liberatevi dal preconcetto che gli alti valori siano stati oggetto di speculazione, perché la speculazione ci fu anche sui bassi valori ed è solo la scarsa numerosità dei francobolli che determinò una minore diffusione e visibilità degli usi reali e non filatelici, che comunque ci furono.

In altre parole, la serie G.N.R. di Brescia è non solo rappresentativa della situazione storica di fine 1943, ma è anche importante perché, attraverso i numeri delle tirature, ci fa capire quale fosse la reale disponibilità dei francobolli della serie Imperiale nel bresciano e nelle zone limitrofe, interessate dall'iniziativa della G.N.R. di raccolta dei francobolli della serie Imperiale da sovrastampare, a dicembre 1943.

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Ricercatore ha scritto:
Ciao Andy66, scusami ma francamente non condivido la tua affermazione: come fai a dire che l'emissione G.N.R: di Brescia non sia rappresentativa della storia postale RSI se tale emissione venne ampiamente e diffusamente utilizzata per la normale corrispondenza?
Ci sono centinaia di esempi di corrispondenza, perfettamente in tariffa, affrancati con i valori normalmente disponibili nelle privative e negli uffici postali.


Ciao Ricercatore,

non so che dire, forse mi sbaglierò, però io questa 'ampia e diffusa utilizzazione' di questa serie proprio non la vedo...
E sì che ho sfogliato decine di cataloghi d'asta, frequentato convegni, ricerco regolarmente su internet, eppure queste centinaia di corrispondenze non filateliche di questa serie faccio veramente fatica a vederle. Forse non vengono cedute o scambiate sui canali consueti, ma solo con trattative private? Tutto può essere, ma dal mio modesto punto di vista trovo già un pò difficoltoso trovare certi GNR Verona...
Poi io faccio delle considerazioni logiche, siccome sono abbastanza pragmatico, e quando leggo che la serie circolò pochi giorni a fine Dicembre e poi ne venne vietata la vendita, articoli di giornale d'epoca dove i filatelisti lamentano l'irreperibilità dell'emissione a causa di 'accaparramenti', allora mi chiedo: ma se nemmeno i filatelisti riuscivano a trovare questa emissione, figuriamoci le persone normali nei luoghi predisposti! Cioè, il mio principale dubbio è che questa serie non venne venduta primariamente attraverso uffici postali e tabacchini ma in un mercato filatelico parallelo (e magari pure con sovrapprezzo!). E d'altronde, perchè mai venne se no creata la tiratura di Verona?
Proprio perchè si stava creando una incredibile speculazione su quella di Brescia (nonostante si fosse in periodo di guerra e con ben altri problemi da risolvere).
Comunque complimenti per i pezzi che hai mostrato!

Andrea

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MessaggioInviato: 02/12/2016, 7:28 
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andy66 ha scritto:
Ricercatore ha scritto:
Ciao Andy66, scusami ma francamente non condivido la tua affermazione: come fai a dire che l'emissione G.N.R: di Brescia non sia rappresentativa della storia postale RSI se tale emissione venne ampiamente e diffusamente utilizzata per la normale corrispondenza?
Ci sono centinaia di esempi di corrispondenza, perfettamente in tariffa, affrancati con i valori normalmente disponibili nelle privative e negli uffici postali.


Ciao Ricercatore,

non so che dire, forse mi sbaglierò, però io questa 'ampia e diffusa utilizzazione' di questa serie proprio non la vedo...
E sì che ho sfogliato decine di cataloghi d'asta, frequentato convegni, ricerco regolarmente su internet, eppure queste centinaia di corrispondenze non filateliche di questa serie faccio veramente fatica a vederle. Forse non vengono cedute o scambiate sui canali consueti, ma solo con trattative private? Tutto può essere, ma dal mio modesto punto di vista trovo già un pò difficoltoso trovare certi GNR Verona...
Poi io faccio delle considerazioni logiche, siccome sono abbastanza pragmatico, e quando leggo che la serie circolò pochi giorni a fine Dicembre e poi ne venne vietata la vendita, articoli di giornale d'epoca dove i filatelisti lamentano l'irreperibilità dell'emissione a causa di 'accaparramenti', allora mi chiedo: ma se nemmeno i filatelisti riuscivano a trovare questa emissione, figuriamoci le persone normali nei luoghi predisposti! Cioè, il mio principale dubbio è che questa serie non venne venduta primariamente attraverso uffici postali e tabacchini ma in un mercato filatelico parallelo (e magari pure con sovrapprezzo!). E d'altronde, perchè mai venne se no creata la tiratura di Verona?
Proprio perchè si stava creando una incredibile speculazione su quella di Brescia (nonostante si fosse in periodo di guerra e con ben altri problemi da risolvere).
Comunque complimenti per i pezzi che hai mostrato!

Andrea


Andrea, abbi pazienza, ma sono in circolazione quantità importanti di corrispondenze del tutto originali affrancate con G.N.R. di Brescia in aste e su siti online e non più tardi di un paio di settimane fa mi sono state proposte scansioni di una settantina di buste in vendita.

Ma chi ti dice che la serie G.N.R. di Brescia circolò per pochi giorni?
Trovi corrispondenze con G.N.R. di Brescia da dicembre 1943 a ben oltre la data di fine validità del 15 agosto 1944.
La serie circolò senza limitazioni per almeno 8 mesi e poi tollerata fuori data di validità.


Ebbe uso all'interno e verso l'estero, vennero affrancati praticamente tutti i tipi di oggetti postali, sia come affrancature ordinarie che per servizi aggiuntivi (raccomandazione, espresso, assicurazione) e persino per tassazioni d'emergenza (uso sicuramente non filatelico).
La tiratura di Verona venne creata dall'autorità postale solamente per ammortizzare il colpo di una emissione di Brescia fatta senza il permesso del ministero delle poste e, guarda caso, venne chiesto alla tipografia che fosse il più simile possibile per inchiostro e carattere, all'emissione di cui avrebbe dovuto far perdere le tracce presso la gente comune.

Fidati, collezionare storia postale e approfondire lo studio filatelico della serie G.N.R. di Brescia sono attività belle ed intriganti e ti assicuro che chi si avvicina a questo collezionismo non la abbandona più, se non per raggiunti limiti di età.

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MessaggioInviato: 02/12/2016, 12:54 
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Iscritto il: 11/10/2014, 12:23
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Nel seguente elenco provo a riassumere le preziose nozioni emerse per la GNR di Brescia, altrimenti l'avvicendarsi degli interventi potrebbe farle disperdere.

1. E' stata rivista ed assodata la genesi delle sovrastampe: un atto politico d'intraprendenza fascista, ardimentosamente concepito e realizzato da una corrente interna al partito.
2. La legittimazione ufficiale (o meno) di questa sovrastampa rimane un atto formale e non incide effettivamente nel suo giudizio storico postale, in quanto di fatto fu riconosciuta ed adoperata ordinariamente, divenendo parte integrale (e fondamentale) del suo tempo.
3. Il carattere filatelico di una gran quantità dei documenti rinvenuti è dovuto alle note speculazioni ordite solo successivamente alla loro distribuzione in posta: questo ebbe maggior impatto in relazione agli alti valori (dall'1.25 lire in sù) in quanto sovrastampati in minor tiratura.
4. Fonti credibili ma indisponibili hanno riferto che gran parte dei valori della GNR di Brescia (5-10-15-20-25-30-35-50-75cent. ed 1-1.25-1.75-2-2.55-3.70-5 e 10lire), sebbene in relativamente in scarso numero di tiratura, furono distribuiti presso gli uffici postali di Brescia, quindi ivi compresi anche i vituperati alti valori (ad eccezione del 20 - 25 e 50 lire).
5. La mancanza di oggetti attendibili che documenterebbero l'uso ordinario degli alti valori dovrebbe ascriversi alla scarsità delle tirature prodotte e distribuite.
6. La GNR di Brescia per le sue caratteristiche è rappresentativa della storia postale del suo tempo, sia negli affascinanti pregi (genesi, scarsa reperibilità, incertezze storiche e tecniche, etc...) che ne difetti (sfacciate speculazioni economiche, mancato rispetto delle norme postali per fini collezionistici, etc..).


Riassunto e preso atto di quanto emerso (anche da lunghi ed accesi confronti telefonici notturni… :D :D :D ), ognuno continui ad esser libero di credere cosa preferisce: resta però ben inteso il mio invito diffuso ad esprimersi in un contesto pubblico per confrontarci, ossia motivando le proprie argomentazioni, così che ogni lettore possa poi trarre le proprie ragioni e persino rispondere con le proprie.
E' normale che si possano manifestare, anche appassionatamente, opinioni diverse sull'interpretazione di oggetti: per questo spero non me ne vogliano coloro che non sono d'accordo con me. Li chiamo, piuttosto, ad intervenire ed a proporsi.
Ora vorrei scherzare un po’ con la volontà di distendere i toni e tornare ad un più piacevole clima sull’argomento: se un forumer ragionasse, invece, con la logica del “il pallone è mio e se vado via voi smettere tutti di giocare” :D , allora il posto a lui più adatto non sarebbe un forum pubblico in cui ci si confronta, ma una silenziosa biblioteca o una piazza a predicare ad ogni Piccione.
Detto ciò, ora dal mio modesto “balcone” (posizione di mera osservazione, come l’intende Ricercatore) segnalo che potrebbe esser utile rileggere le ragioni originarie di questo post: chiara e manifestata volontà di "rinnovare e codificare nuove regole" per cercare di definire la storia postale nella sua più attuale sensibilità degli appassionati.
Ecco perché è nato questo post: per parlare assieme di storia postale. Benvengano, però, anche gli appassionati di francobolli.
Ed ecco perché dovrebbero esprimersi anche gli storici postali, seppur confinati dai vari rispettivi "balconi" :D .

Può esser utile l’intervento di uno studioso appassionato e competente come l’amico gampers? Sì, certo: molti di noi lo consultano spesso per ragioni inerenti ai GNR perché gli riconosciamo innegabile competenza e serietà per quei francobolli. Poi io lo considero un amico, quindi..

Può un filatelista aiutarci a ridefinire un più moderno giudizio della storia postale? Certo. La ricerca della più probabile realtà storica assai spesso prevede di attraversare territori senza strade già tracciate, per cui ogni indicazione potrebbe essere preziosa e va opportunamente considerata per orientarsi.

Può un filatelista esprimere il suo giudizio in tema di storia postale? Sì, può farlo e va ascoltato e valutato, ma nel momento in cui evita il contraddittorio esternando la propria volontà ad abbandonare il confronto, allora si pone automaticamente al di fuori dello spirito di collettiva cooperazione originaria di questo post e, in senso lato, anche del forum.
Ovviamente il suo abbandono dispiace :roll: perché è innegabilmente una perdita, ma rispetto la sua scelta fino in fondo e gli mando un abbraccio, sebbene spero si chiarisca giungendo a più mite consiglio e magari -chissà?- ci ripensi.

Ora, dulcis in fundo (latinismo per somalafis), mi preme chiarire un altro aspetto: la natura educativa e formativa dei post.
Oltre alla letteratura da acquistare in commercio, tutti gli eventuali interessati possono gratuitamente accedere alle nozioni disponibili sui vari forum che trattavano l’RSI. Nel nostro ambito questa preziosa disponibilità di informazioni ha dato vita ad una vera rivoluzione culturale: se oggi è possibile accrescere più velocemente la nostra cultura nozionistica, resta comunque lenta e complessa la formazione di una propria coscienza, che continua a fondarsi sull’esperienza diretta, non surrogabile con lo studio delle mere nozioni ed con brevi confronti su un forum.
Questa premessa è per far ricordare che le nostre liberissime opinioni affermate su un forum pubblico hanno incidenza educativa e formativa per coloro che ci leggono. A maggior ragione laddove costoro non ancora non possiedono una propria solida esperienza nell’ambito.
Nell’esprimerci, quindi, dovremmo farci carico di motivare e rendere chiare le nostre ragioni ed ecco perché tra tesi diverse è necessario si sviluppi un argomentato contraddittorio in perfetta netiquette.
E’ il caso delle affermazioni in merito all’assicurata (viewtopic.php?f=27&t=3243) gentilmente postata da Ricercatore (anch’egli un amico e che ringrazio del suo prezioso intervento) in un altro post (), in cui nessuno ha mosso pensieri critici di natura storico-postali, giacché in quell’occasione ci si complimentava per i pregi dell’oggetto secondo diversi punti di vista.
Quando questa assicurata è stata citata come rarità dell’RSI in un contesto di storia postale, allora sono intervenuto proponendo di far opportune distinzioni, visto che in quell’occasione si stava cercando di riflettere e confrontarci sui parametri che dovrebbero definire la nostra branca di ricerca.
Fermo restando che il forum si arricchisce di contenuti anche con la pubblicazione delle opinioni dei forumers, queste devono poter esser espresse in modo da non dar adito a possibili equivoci: ecco, quindi, che ho commentato proponendo il mio giudizio critico motivato in merito all’oggetto.
Il tema del post era la scelta dei criteri di giudizio: quale migliore occasione per far chiarezza e trattarne alcuni?
Nell’intento originale, ridefinire tali parametri potrebbe non coincidere con la volontà di rivalutare anche quell’oggetto di storia postale, ma è un invito a fare una cernita delle caratteristiche incidenti da circoscrivere assieme.
E’ evidente, come già ebbi a scrivere, che questa operazione non potrà giungere mai a limiti fissi e certezze inoppugnabili, ma potrebbe pur sempre risultare un valido tentativo di rivalutare -che so?- l’autenticità della volontà comunicativa di un mittente a scapito della creativa sensibilità filatelica del tempo.
Entrambe, sia chiaro, nei limiti delle loro caratteristiche fanno parte della storia della posta, ma ad esempio è la prima che riesce a restituire dignità storico-postale all’ingiustamente vituperata GNR di Brescia, mentre io non confiderei troppo sulla seconda.

Concludo proponendo uno scorcio appena preso dal balcone di casa mia: qui è sereno e, nonostante gli altri balconi fronteggianti, si intravede il massiccio del Gran Sasso. Spero possiate godere e sorridere di questa serena visuale.


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MessaggioInviato: 03/12/2016, 13:55 
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Iscritto il: 27/11/2016, 14:35
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Cari amici :)
Leggendo l'articolo di G. Marchese m'è sembrata quanto mai puntuale e calzante la frase di Luca quando afferma testualmente :
"non posso far altro che notare una certa approssimazione nel arrivare a delle conclusioni.
Inserire nell'articolo qualche prefazione di autorevoli pubblicazioni e la mancata reperibilità di un documento richiesto non possono portare a conclusioni........"

e non può essere che così, anzi , a quanto sopra, io avrei aggiunto, di mio, che quell'articolo difetta di un preciso riferimento al contesto storico
all'interno del quale Marchese doveva necessariamente andare ad attingere prima e collocarsi coerentemente poi.

Perché la storia della RSI ,ovviamente, non è rappresentabile e tanto meno riassumibile attraverso la storia postale, pure se di quel periodo.

Ogni considerazione o ricerca documentale deve necessariamente fare i conti col quel che è stato quel drammatico periodo del Paese e quest'ultimo , a sua volta, non può essere letto
con un approccio burocratico-amministrativo; se commettessimo questa ingenuità, saremmo portati a definire la soprastampa GNR di Brescia
come un atto di insubordinazione politica o peggio come una operazione truffaldin-filatelica.

In fondo tutta la storia della RSI è costellata da atti d'imperio non ortodossi che anticipano o addirittura si sostituiscono (a volte) ai formalismi burocratici.

Primo esempio?; torniamo al clima di quei tempi; torniamo per un istante a Mussolini che a Berlino in veste di evaso "dagli arresti domiciliari" senza cariche istituzionali fa diramare il 16 settembre
(a soli 8 giorni dall'armistizio di Badoglio) ben sei fogli d'ordini dalla Deutsches Nachrichten-Büro - (agenzia di stampa tedesca).
Quindi niente decreti, non era capo di governo, perchè non presiedeva un governo, non aveva uno Stato giuridicamente parlando (territorio e cittadini sui quali esercitare la "sovranità") ,
non aveva un partito (da poco sciolto con regio decreto) eppure con quegli ordini del giorno, da "latitante" , impartì le future linee politiche da seguire.
Ridisegnò la struttura di un nuovo Stato! per ripristinare da subito "istituzioni" che in realtà non potevano essere ripristinate perché inesistenti!.
Nominò Pavolini segretario provvisorio di un partito il PFR che in verità ancora non esisteva e tanto meno poteva denominarsi "repubblicano" perchè non c'era una Repubblica,
(il primo congresso del PFR si tenne a Verona soltanto il 15 novembre ,ben due mesi dopo)
con l'obiettivo di esaminare il progetto di nuova costituzione repubblicana fascista ovvero i 18 punti di Verona).

Infine Il quinto ed il sesto foglio d'ordini che sono quelli più interessanti per noi. Con questi, Mussolini ricostituisce la MVSN e ne nomina Renato Ricci comandante generale.
Anche in questo caso ,pur senza un minimo appiglio giuridico che legittimasse le scelte, Mussolini intese ribadire (urbi et orbi)
la supremazia della milizia, che restava la guardia armata della rivoluzione (così si usava chiamare la MVSN nel ventennio) anche in assenza di governi e stato
e Ricci un punto fermo nella nuova galassia fascista che ,nel frattempo, si andava disordinatamente riposizionando.
A chi ha studiato quel doloroso periodo, non può sfuggire la genesi della MVSN nata soprattutto per riunificare le "ribelli" galassie di camicie nere agli ordini dei ras locali - 28/12/1922-;
ebbene anche in quel 1943 tra i primi pensieri di Mussolini , neanche sbarcato in Germania, albergava quello di governare da subito le "intemperanze" dei vecchi dignitari di regime
(Farinacci che tirava la giacca ad hitler per scalzare Mussolini stesso,Buffarni Guidi, Pavolini, Preziosi) solo a citarne alcuni ,
che poi i parte ritroveremo nel futuro governo repubblicano,
ed i nuovi che si affacciavano alla ribalta per la prima volta (terze e quarte fila dell'ex regime), ma per questo non meno velleitari e desiderosi di apparire.

Eppoi, questo va detto, la milizia aveva molto da farsi perdonare e Ricci risultava essere l'uomo fedele e giusto al posto giusto ( e non guastava neanche la simpatia, ricambiata con Himmler).
Dal 26 luglio (all'indomani della seduta del gran consiglio) il partito con Scorza
e la milizia con Galbiati diedero il peggio che due istituzioni fasciste potessero esprimere.

Galbiati - capo di stato maggiore della milizia- che pure aveva votato contro l'ordine del giorno Grandi, convocò i suoi generali
per informarli che Badoglio aveva assunto la carica di Capo del governo
I presenti si aspettavano che venisse dato l'ordine di agire subito. A Roma non erano presenti truppe scelte regie
e soprattutto la milizia poteva contare anche sulla divisione corazzata "M" acquartierata a pochi km dalla capitale,
con effettivi e materiale al completo ed in fase finale di addestramento.
Una divisione d' elite potentemente armata esclusivamente con mezzi corazzati tedeschi; essa doveva rappresentare per Mussolini
quello che la La 1ª Divisione Panzer "Leibstandarte SS Adolf Hitler" rappresentava per il Führer.
Inoltre Kesselring aveva già collocato il suo comando a Frascati e la 2 divisione paracadutisti a Pratica di mare
(da questa unità vennero in seguito scelti gli uomini che liberarono Mussolini).
Ad onor del vero il comandante della divisione "M" console generale Lusana aveva invano chiesto d'intervenire.
In seguito Galbiati inviò un telegramma a Badoglio in cui giurava fedeltà al Re ed al nuovo governo.
La stessa cosa fece il segretario del partito Scorza (senza telegramma), per la parte di sua competenza, diramando direttive analoghe a tutti i federali.
Il regime si dissolse così poco gloriosamente in poche ore.

Tornando a Ricci, egli era uno squadrista della prima ora, uomo d'azione, in grado di riabilitare la milizia
mentre Liverani era un vecchio organizzatore sindacale estraneo ai rudi modi squadristici.
Inoltre va chiarito che Liverani fu soltanto una seconda scelta; a cui venne affidato il dicastero delle comunicazioni dopo che Pevarelli (il prescelto)
avvocato milanese, fascistissimo della prima ora e già geracarca e ministro si era reso latitante.
E queste cose, in politica, ma soprattutto in quel clima torpido, non ancora assestato, da resa dei conti, contano eccome se contano. Con Mussolini ancora in Germania,
con i fascisti e neo fascistelli che già scalpitano ben orchestrati da Farinacci ma non solo da lui.
Si vuole abrogare la monarchia, condannare a morte il re (in contumacia) e fucilare i 19 traditori del 25 luglio
ma soprattutto far sparire da subito l'immagine del re traditore da ogni luogo e logo,carta, documento pubblico
ed ovviamente dai francobolli che proprio nei valori più usati, ahimè mostrano il profilo reale.
Insomma una sorta di catarsi in grado di riabilitare il fascismo ed i suoi leaders agli occhi del Popolo (... e degli ex alleati tedeschi).
Ma poco accade di significativo almeno sino all'insediamento del primo governo presieduto da Mussolini tornato in Italia.
E Ricci solo allora, fresco di nomina alla guida della GNR che sostituiva la MVSN, e con il nuovo governo finalmente operante, da squadrista qual'era, stanco ,
meglio, insofferente alle lungaggini burocratiche di Liverani, finalmente assume l'iniziativa, impartendo il famoso ordine di requisire i francobolli ovunque disponibili,
e di stampigliarli con la sigla GNR. Alcuni, anche all'epoca, paventarono che con l'acronimo GNR, Ricci intendesse in realtà indicare "Governo Nazionale Repubblicano".
Ma in merito non ci sono prove atte a giustificare questa interpretazione, neanche verbali se non chiacchiericci da caserma.
A mio avviso, "GNR" rimane a significare (Guardia Nazionale Repubblicana) e non può essere altrimenti; ma ve lo immaginate voi
un fedelissimo come Ricci che anticipa anzi scavalca il Duce circa il nome da dare alla nuova Repubblica fascista?.
Allora altro che atto di insubordinazione politica!!! qui ci troveremmo di fronte ad un vero e proprio atto di tradimento!!!.
Così come appare risibile, fuori dal contesto e da ogni logica che Ricci, fascista devoto prima ed anche militare, appena confermato alla guida della GNR
assuma come primo atto una iniziativa di tale portata, autonomamente, senza informarne preventivamente il Duce! o addirittura a sua insaputa (impensabile).
Forse avrebbe potuto farlo prima (magari con la sigla della rinata MVSN) in solitario, con Mussolini in Germania
ed il governo fascista ancora in gestazione nelle segrete stanze dell'ambasciata tedesca a Roma; ma nonostante la maggiore autonomia e mani libere non lo fece: perchè?.

D'accordo, Liverani venuto a conoscenza del colpo di mano, sbraita, si lamenta presso il Duce ( Verba volant, scripta manent),
rivendica il suo ruolo di ministro competente; ma nella sostanza cosa accade? Ricci viene destituito? arrestato per insubordinazione?
eppure al netto dell'imbarazzo politico (Liverani) il solo mero danno erariale per francobolli non più vendibili ammontava a diversi milioni di vecchie lire!!; no, semplicemente
ci si limita ad ordinare la cessazione delle attività che avvenne il 23 dicembre, la riconsegna dei francobolli non ancora stampigliati alle poste
ed il ritiro "momentaneo" dei francobolli soprastampati ,certamente mai avvenuto; badate bene comunque si parla di ritiro, non distruzione degli stessi!.

Cosa potrebbe essere realmente accaduto nelle segrete stanze!
Su questo avrei una mia ipotesi, non suffragata da atti formali, ma che poggia su ricerche e scritti di protagonisti dell'epoca e vorrei esporla ugualmente.
Penso che Mussolini, possa aver davvero temuto , in un primo momento, che la sigla "GNR" sottopostagli da Ricci,
potesse essere interpretata da qualcuno come celebrazione di un generico "governo nazionale repubblicano" piuttosto che della nascente GNR
e solo questo rischio fu alla base del perentorio ordine di sospendere il tutto ed alla quasi sconfessione dell'operato del fedele Ricci.

Questione questa di primaria importanza. E' vero che il nuovo governo Mussolini aveva assunto da subito la denominazione di "Governo Nazionale Repubblicano"
ma nelle intenzioni di Mussolini ,solo un formalismo,solo una tappa di un percorso più ambizioso.
Era imperativo, per lui, che si approdasse, quanto prima, ad un progetto di Repubblica che accentuasse il carattere sociale del fascismo ben oltre la vecchia riforma corporativa.
Tra le risoluzioni che la Costituente (fortemente voluta da Mussolini) avrebbe dovuto approvare, appena insediata,
al punto 3) così recitava: "proclamazione della Repubblica Sociale Italiana , libera, indipendente e sovrana.........."

(in politica le parole sono pietre) e non si poteva vanificare così la ben più lungimirante dizione "Repubblica Sociale Italiana".
Mussolini riteneva che meglio interpretasse il nuovo corso e fondamentale per ricostituire l'humus politico del regime e di un Paese in macerie, con parole d'ordine dirompenti e pure invise ad alcune frange del partito (socializzazione, scelte dal basso, volontà popolare etc etc.) .
Le vicende della guerra, impedirono la nascita della Costituente e la nuova dicitura dello Stato fu deliberata direttamente dal consiglio dei ministri.

Motivazioni politiche più che valide, per ordinarne l'annullamento senza punire Ricci e cogliendo
anche l'occasione per dare magari un contentino allo scalpitante quanto poco influente Liverani.

A questo punto non si può non tirare in ballo la tiratura GNR di Verona che ci viene in aiuto per meglio comprendere storicamente quella ben più blasonata di Brescia.
Sempre nella terza decade di dicembre, Liverani, viste le inevitabili manovre speculative che già insistevano sulla emissione appena sconfessata, subi pressioni e
fu costretto ad ordinare alla direzione generale delle poste di provvedere alla stampigliatura di nuovi e più consistenti quantità di francobolli.
Oramai anche le "zucchine" avevano capito il reale significato dell'acronimo ed erano cessati i rischi di fraintendimenti.
Ai primi di gennaio del 1944, unitamente alla soprastampa dei provvisori (fascetti) vennero prodotte ed emesse le nuove tirature,
a Verona e non più a Brescia visto che gli impianti erano già stati smantellati dalla stessa GNR.

Non mi soffermo oltre sulla emissione Verona, perchè da un punto di vista collezionistico mi interessa meno
ma la cito perchè credo che paradossalmente è proprio la necessità di porre in essere la tiratura di Verona,
che conferma, oggettivamente, la piena legittimazione all'emissione di Brescia anche se questo non era certo nelle intenzioni di Liverani.
E' innegabile poi che i GNR di Brescia come quelli di Verona ebbero regolare corso nel territorio della RSI, anche in affrancatura miste sino al 15 Agosto del 1944 ed oltre.
Piaccia o non piaccia, la tiratura di Brescia rappresenta la prima emissione di francobolli della RSI, con o senza un supporto cartaceo coevo o successivo all'emissione
che la certifichi per via burocratica.

Definiamola pure di origini squisitamente militari piuttosto che ministeriali ma definirla una emissione filatelica e/o speculativa,
utilizzando una visione meramente amministrativistica di tutta la vicenda, è sinceramente un puro esercizio dietrologico.

Maurizio :)

p.s. Volevo anche parlare di collezionismo per spiegare il perché , il mio intendere il collezionare francobolli e buste in genere, collimi decisamente con le visioni espresse da somalafis , Ricercatore e Gampers.
Mi sono però dilungato troppo sia pure sommariamente solo per titoli ed allora mi riprometto di farlo in un secondo momento.

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Ottimo intervento di contestualizzazione storica, Maurizio.

Segnalo solamente un elemento coevo del nostro "mondo filatelico", preso dal mio sito di divulgazione (link) che ci fornisce un indizio in più in merito al significato della sigla G.N.R., così come era intesa all'epoca della sua stampa.

Dal catalogo Landmans del 1944:

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Ricercatore ha scritto:
Ottimo intervento di contestualizzazione storica, Maurizio.

Segnalo solamente un elemento coevo del nostro "mondo filatelico", preso dal mio sito di divulgazione (link) che ci fornisce un indizio in più in merito al significato della sigla G.N.R., così come era intesa all'epoca della sua stampa.

Dal catalogo Landmans del 1944:

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Ciao Ricercatore, grazie per la segnalazione...........dannazione :o mi era sfuggito eppure conosco bene ed apprezzo il tuo sito.
Avrei tranquillamente potuto citarlo prima.

Nella fretta di concludere il mio precedente intervento, mi sono dimenticato di sottolineare un ulteriore indizio che poteva ancor di più dimostrare da un lato che, GNR stava davvero per "guardia nazionale repubblicana" e non per "governo nazionale repubblicano" e che questa emissione venisse accettata dal gennaio del 44 come emissione della RSI a tutti gli effetti.
L'indizio è che i Verona (che oggettivamente legittimano i cugini di Brescia) vennero emessi contestualmente ai "provvisori" che in alcuni dei valori di largo consumo avevano in sovrastampa " Fascetto e Repubblica Sociale Italiana" ; quindi nessun fraintendimentol. D'accordo che i tempi erano confusi :) :) ma neanche Starace :) :) si sarebbe sognato di emettere due tirature che glorificassero due diverse interpretazioni di Stato.

Maurizio

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rogerbarrett ha scritto:
4. Fonti credibili ma indisponibili hanno riferto che gran parte dei valori della GNR di Brescia (5-10-15-20-25-30-35-50-75cent. ed 1-1.25-1.75-2-2.55-3.70-5 e 10lire), sebbene in relativamente in scarso numero di tiratura, furono distribuiti presso gli uffici postali di Brescia, quindi ivi compresi anche i vituperati alti valori (ad eccezione del 20 - 25 e 50 lire).

Tutti i valori della GNR di Brescia, tranne i pochi fogli di prova ed i valori da 20 lire – 25 lire – 50 lire, raggiunsero e furono distribuiti agli uffici postali di Brescia, l'1,75 lire era di prova quindi non raggiunse mai gli uffici postali. Una volta giunti agli sportelli, per alcuni valori a bassa tiratura vi fu un accaparramento da parte degli speculatori che approvvigionarono il maggior numero di pezzi ( tra questi i valori da 1,25L – 3,70L – 5L – 10L di posta ordinaria, 80c – 2L – 2L AE di posta aerea, 2,50L espressi ), lasciando un relativamente scarso numero di esemplari a disposizione del reale uso postale
rogerbarrett ha scritto:
5. La mancanza di oggetti attendibili che documenterebbero l'uso ordinario degli alti valori dovrebbe ascriversi alla scarsità delle tirature prodotte e distribuite.

Fino al 10 Lire !
rogerbarrett ha scritto:
Ora vorrei scherzare un po’ con la volontà di distendere i toni e tornare ad un più piacevole clima sull’argomento: se un forumer ragionasse, invece, con la logica del “il pallone è mio e se vado via voi smettere tutti di giocare” :D , allora il posto a lui più adatto non sarebbe un forum pubblico in cui ci si confronta, ma una silenziosa biblioteca o una piazza a predicare ad ogni Piccione.

Io capisco anche la battuta ma sinceramente non mi fa ridere …. se hai qualche problema con Piccione vai nell'altro forum e sbrigatela con lui !
rogerbarrett ha scritto:
Può un filatelista esprimere il suo giudizio in tema di storia postale? Sì, può farlo e va ascoltato e valutato, ma nel momento in cui evita il contraddittorio esternando la propria volontà ad abbandonare il confronto, allora si pone automaticamente al di fuori dello spirito di collettiva cooperazione originaria di questo post e, in senso lato, anche del forum.

Io partecipo a questa discussione non perché “ il pallone è mio “, ma perché su questo forum si è aperta questa discussione ! Probabilmente in altre realtà non si è mai voluto approfondire l'argomento o magari ci si aspettava che lo facessi io, ed i potenziali interessati preferivano restare seduti in “pantofole” in attesa o semplicemente l'argomento non interessava. Di sicuro però il mio intento non è certo di ripetere e ripetere e ripetere sempre le stesse cose. Se uno non vuole capirle e si “trincera” dietro ad i suoi 35 anni di esperienza e pone domande alle quali sono già state date risposte, pur se a titolo personale, la cosa diventa noiosa.

Io sono un collezionista, se si preferisce richiedere una voce autorevole e riconosciuta potreste invitare Luigi Sirotti alla partecipazione della discussione, se poi si stanca di ripetervi le stesse cose, sarei curioso di vedere se venisse invitato ad andare a parlare ai “piccioni” oppure venisse invitato ad abbandonare il forum e a rintanarsi in una biblioteca, dal momento che decidesse di non intervenire più in suddetto argomento. Pertanto se vedo che non si fanno progressi e la cosa diventa polemica e noiosa non mi può interessare nulla di cosa ne pensi tu o il forum … resto libero di decidere se partecipare o meno ad un argomento !.

Le informazioni riguardanti questa emissione sono molteplici, la base delle argomentazioni sono le reciproche domande e le reciproche risposte che implicano una gran quantità di informazioni che poi ognuno le assimila o utilizza come meglio crede. Ho trovato più empatia riguardo questa emissione con Mariamar che non è mai intervenuta in suddetto argomento e probabilmente gli interessa marginalmente di quanta ne ho trovata con voi che ne “siete interessati”
Pertanto se vogliamo andare avanti ben venga, limitiamoci ad esternare le battute quando ci si sente in forma privata e cerchiamo di mettere giù delle basi dalla quale voi storici postali potete trarne beneficio se lo volete.

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Cordiali saluti

Andreoni Luca

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MessaggioInviato: 04/12/2016, 11:09 
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Ciao Luca, ho una curiosità che tu potresti chiarirmi sui numeri estremamente ridotti di alcuni francobolli dell'emissione G.N.R. di Brescia e sulla loro reperibilità collezionistica.

Il francobollo da 35 cent è sicuramente quello meno diffuso fra i bassi valori della serie Imperiale sovrastampati a Brescia, con una tiratura di 4.600 esemplari (inferiore a quello del francobollo da L.2,55): come mai?
Devo pensare che mancassero proprio i francobolli da sovrastampare?
Si vede pochissimo in giro, soprattutto su busta anche filatelica si possono contare gli oggetti affrancati con questo valore sulle dita di una mano per la mia esperienza, per cui mi chiedo che fine abbiano fatto questi francobolli: esistono, che tu sappia, fogli interi magari in collezioni mai esposte o comunque in mano a commercianti?
Fu oggetto di accaparramento?

Altro francobollo che mi ha sempre colpito per la difficoltà di vederlo utilizzato su busta in collezioni e/o cataloghi d'asta è il valore da 80 cent di posta aerea: è vero che la tiratura di Brescia fu di solo 480 esemplari, contro i 3.900 del valore da 5 Lire e i 900 del francobollo per aeroespresso da 2 Lire?
Della serie di posta aerea il francobollo da 80 cent sembra essere il più raro in assoluto a vedersi.

Ti posso chiedere se si capisce di che emissione (Brescia o Verona) siano questi francobolli?

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Ciao e grazie,
enrico

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MessaggioInviato: 05/12/2016, 10:22 
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Ricercatore ha scritto:
Ciao Luca, ho una curiosità che tu potresti chiarirmi sui numeri estremamente ridotti di alcuni francobolli dell'emissione G.N.R. di Brescia e sulla loro reperibilità collezionistica.

Il francobollo da 35 cent è sicuramente quello meno diffuso fra i bassi valori della serie Imperiale sovrastampati a Brescia, con una tiratura di 4.600 esemplari (inferiore a quello del francobollo da L.2,55): come mai?
Devo pensare che mancassero proprio i francobolli da sovrastampare?
Si vede pochissimo in giro, soprattutto su busta anche filatelica si possono contare gli oggetti affrancati con questo valore sulle dita di una mano per la mia esperienza, per cui mi chiedo che fine abbiano fatto questi francobolli: esistono, che tu sappia, fogli interi magari in collezioni mai esposte o comunque in mano a commercianti?
Fu oggetto di accaparramento?

Altro francobollo che mi ha sempre colpito per la difficoltà di vederlo utilizzato su busta in collezioni e/o cataloghi d'asta è il valore da 80 cent di posta aerea: è vero che la tiratura di Brescia fu di solo 480 esemplari, contro i 3.900 del valore da 5 Lire e i 900 del francobollo per aeroespresso da 2 Lire?
Della serie di posta aerea il francobollo da 80 cent sembra essere il più raro in assoluto a vedersi.

Ti posso chiedere se si capisce di che emissione (Brescia o Verona) siano questi francobolli?

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Ciao e grazie,
enrico


Ciao , provo a risponderti io, salvo sconfessione di Gampers :) :) :) :) :) :) :)

Per me sono della tiratura di Brescia e..................complimentoni per la lettera!!
Maurizio

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colleziono Repubblica e Regno usati,francobolli, frammenti,buste (annulli originali).
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Mi interessa la storia postale del periodo 1943-1946 ma con un legame indissolubile al francobollo


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MessaggioInviato: 05/12/2016, 22:53 
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Iscritto il: 20/11/2016, 21:14
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Ricercatore ha scritto:
Ciao Luca, ho una curiosità che tu potresti chiarirmi sui numeri estremamente ridotti di alcuni francobolli dell'emissione G.N.R. di Brescia e sulla loro reperibilità collezionistica.

Il francobollo da 35 cent è sicuramente quello meno diffuso fra i bassi valori della serie Imperiale sovrastampati a Brescia, con una tiratura di 4.600 esemplari (inferiore a quello del francobollo da L.2,55): come mai?
Devo pensare che mancassero proprio i francobolli da sovrastampare?
Si vede pochissimo in giro, soprattutto su busta anche filatelica si possono contare gli oggetti affrancati con questo valore sulle dita di una mano per la mia esperienza, per cui mi chiedo che fine abbiano fatto questi francobolli: esistono, che tu sappia, fogli interi magari in collezioni mai esposte o comunque in mano a commercianti?
Fu oggetto di accaparramento?

Ciao Enrico

Il valore da 35 cent giunse a più riprese presso la tipografia per la sovrastampa, la prima provvista fu disponibile fin da subito dal prelievo da parte della Milizia nelle giacenza di Brescia per un totale di 600 esemplari. Questi vennero utilizzati durante la prova per stabilire l'utilizzo dei caratteri Metastasio e Roma ( II° e III° tipo ) e dal momento che facenti parte della tiratura di prova non giunsero mai agli uffici postali per la vendita. La seconda provvista giunse invece da Milano è venne sovrastampata allestendo una composizione specifica per i valori di piccolo formato verticale e con questa vennero sovrastampati i restanti 4000 valori. Qui c'è un punto di riflessione che va discusso: in base alla pubblicazione di Sirotti i valori da Milano giunsero la mattina successiva ( 18 dicembre ), l'arrivo era previsto per le ore 8, ma vennero prelevati da ufficiali della GNR alle ore 7, la comunicazione venne data dal sottocapo Innocenzo Micheli all'Ispettore Principale presso la Direzione delle Poste di Brescia Giuseppe Gatto, pertanto Gatto pote verbalizzare le assicurate solo negli uffici del Comando della Milizia e non al momento della consegna in ferrovia. Dal momento che la partita delle risme di fogli giunse da Milano il giorno successivo l'inizio dei lavori e dal momento che erano in uso già le composizioni per approntare la prima tiratura definitiva e tra questi vi erano valori di piccolo formato verticale, che motivo c'era di comporre una nuova composizione per sovrastampare gli stessi valori ?
Non ha senso ! L'unico motivo per allestire una nuova composizione per tale formato poteva essere dovuto solo al fatto che questa era stata smantellata, quindi era già giunto l'ordine di smantellamento in maniera ufficiale o non ufficiale. Pertanto i valori giunsero a più riprese e quindi anche nei giorni del 20 o 21 dicembre 43. Una volta giunti i nuovi quantitativi venne allestita nuovamente la composizione, precedentemente smantellata, invertendo le sezioni ( non si capisce se volontariamente o involontariamente ) e procedendo in tal modo alla stampigliatura dei caratteri, dando origine cosi alla seconda tiratura definitiva. Il valore da 35 cent. per un totale di 4000 esemplari, insieme ad altri valori, non pote giungere la mattina del 18 dicembre ma arrivò successivamente, dal momento che venne sovrastampato solo durante la tiratura di prova e la II° tiratura definitiva con la nuova composizione allestita. A tale conferma potrebbe essere opportuno menzionare sempre la pubblicazione del Sirotti dove descrive che Gatto al momento della consegna dei valori di prova verificò un ammanco di 24000 lire di facciale che contabilizzò con il versamento in contanti. A parer mio, ma è solo una mia supposizione, tale cifra è troppo elevata per essere imputata solo ai valori di prova, pertanto non è escluso che la verbalizzazione effettuata dallo stesso, presso gli uffici del comando della Milizia, era comprensiva anche dei valori che giunsero in seguito.

Non escludo che anche il valore da 35 cent, vista la bassa tiratura possa essere stato incettato a fini speculativi, posso dirti però che esistono pochissimi fogli interi, tra questi, fogli doppi riproducenti tutta la composizione H utilizzata per la sovrastampa durante la II° tiratura definitiva e parti sinistra o destra della composizione o parti di queste in mano a collezionisti e commercianti. Il numero limitato di queste attuali giacenze però è talmente limitato che non giustifica la mancanza di materiale storico postale, in perfetta tariffa o filatelico. Vi è un numero non esiguo di esemplari nuovi sciolti ma anche in questo caso non ho idea di quanto possa inficiare sulla tiratura di 4000 esemplari. Mi viene a tal proposito da suggerire l'esempio del valore da 20 cent. di posta ordinaria, che con una tiratura di 347.900 esemplari, tra prova, I° e II° tiratura definitiva, ad oggi si stima una rimanenza ben inferiore ai 40.000 esemplari, quindi non è escluso che tanto è andato perduto.

Il valore da 2,55 lire merita anch'egli una menzione apposita, perché dai 5700 esemplari menzionati 4000 vennero sovrastampati in fogli doppi durante la I° tiratura definitiva e 1700 vennero utilizzati durante la “II° tiratura definitiva”, ma anche qui c'è qualcosa che non torna. E' sicuro che durante la II° tiratura definitiva vennero sovrastampati valori di piccolo formato verticale ma non vi è assolutamente traccia di una nuova composizione allestita anche per i valori formato “Lupa”, l'unico passaggio possibile avvenuto per la sovrastampa di questi 1700 esemplari è durante la tiratura di prova. Vi è da dire che durante la prova venne allestita una composizione per il formato “Lupa” ove furono stampigliati, 4 fogli da 100 del valore da 5 cent., 4 fogli da 100 del valore da 2,55 lire e 2 fogli da 100 del valore da 5 lire, con sovrastampa a 17,5 mm. Ma è anche certo che la misura venne uniformata a quella impressa negli altri valori a 15 mm, pertanto fu necessario allestire una nuova composizione, con la nuova misura, con la quale vennero sovrastampati 19.900 valori da 5 cent. in fogli da 100 e 1700 valori da 2,55 lire sempre in fogli da 100. Questi valori essendo stati sovrastampati durante la tiratura di prova è certo che furono reperiti dalla Milizia durante il “rastrellamento” negli uffici di Brescia, ma non è certa la quantità successivamente distribuita con il resto dei valori presso gli uffici postali. E' sicuro che vi fu una distribuzione di tali valori perché se ne conoscono nuovi ed usati ma il numero di 5700 esemplari per il valore da 2,55 lire è puramente indicativo e potrebbe attestarsi ad un numero approssimativo a quello del 35 cent. in fatto di reperibilità.
Ricercatore ha scritto:
Altro francobollo che mi ha sempre colpito per la difficoltà di vederlo utilizzato su busta in collezioni e/o cataloghi d'asta è il valore da 80 cent di posta aerea: è vero che la tiratura di Brescia fu di solo 480 esemplari, contro i 3.900 del valore da 5 Lire e i 900 del francobollo per aeroespresso da 2 Lire?
Della serie di posta aerea il francobollo da 80 cent sembra essere il più raro in assoluto a vedersi.

La tiratura che hai menzionato per il valore da 80 cent. di posta aerea si riferisce al numero totale, quindi va decurtata la quantità usata nella tiratura di prova, la rimanenza che è giunta agli uffici postali ha subito l'influenza degli speculatori. Per il 5 lire va decurtata la quantità di 600 valori usati durante la prova e vanno scalati dalla quantità che hai riportato ( 3300 ). Dell'aereo-espresso da 2 lire, 150 esemplari vennero usati nella prova con carattere del I° tipo e non giunsero mai agli uffici postali, 750 valori vennero sovrastampati con caratteri del II° e III° tipo durante la I° tiratura definitiva, giunsero agli sportelli ma furono soggetti ad accaparramento.

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Ricercatore ha scritto:
Ciao Luca,
Ti posso chiedere se si capisce di che emissione (Brescia o Verona) siano questi francobolli?
Ciao e grazie,
enrico

L'immagine è grande ma poco dettagliata ... direi Brescia entrambi i valori, ma su un documento come questo sarebbe da fare ben altre verifiche ed esprimersi solo con assoluta certezza.

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Gampers ha scritto:
Ricercatore ha scritto:
Ciao Luca, ho una curiosità che tu potresti chiarirmi sui numeri estremamente ridotti di alcuni francobolli dell'emissione G.N.R. di Brescia e sulla loro reperibilità collezionistica.

Il francobollo da 35 cent è sicuramente quello meno diffuso fra i bassi valori della serie Imperiale sovrastampati a Brescia, con una tiratura di 4.600 esemplari (inferiore a quello del francobollo da L.2,55): come mai?
Devo pensare che mancassero proprio i francobolli da sovrastampare?
Si vede pochissimo in giro, soprattutto su busta anche filatelica si possono contare gli oggetti affrancati con questo valore sulle dita di una mano per la mia esperienza, per cui mi chiedo che fine abbiano fatto questi francobolli: esistono, che tu sappia, fogli interi magari in collezioni mai esposte o comunque in mano a commercianti?
Fu oggetto di accaparramento?

Ciao Enrico

Il valore da 35 cent giunse a più riprese presso la tipografia per la sovrastampa, la prima provvista fu disponibile fin da subito dal prelievo da parte della Milizia nelle giacenza di Brescia per un totale di 600 esemplari. Questi vennero utilizzati durante la prova per stabilire l'utilizzo dei caratteri Metastasio e Roma ( II° e III° tipo ) e dal momento che facenti parte della tiratura di prova non giunsero mai agli uffici postali per la vendita. La seconda provvista giunse invece da Milano è venne sovrastampata allestendo una composizione specifica per i valori di piccolo formato verticale e con questa vennero sovrastampati i restanti 4000 valori. Qui c'è un punto di riflessione che va discusso: in base alla pubblicazione di Sirotti i valori da Milano giunsero la mattina successiva ( 18 dicembre ), l'arrivo era previsto per le ore 8, ma vennero prelevati da ufficiali della GNR alle ore 7, la comunicazione venne data dal sottocapo Innocenzo Micheli all'Ispettore Principale presso la Direzione delle Poste di Brescia Giuseppe Gatto, pertanto Gatto pote verbalizzare le assicurate solo negli uffici del Comando della Milizia e non al momento della consegna in ferrovia. Dal momento che la partita delle risme di fogli giunse da Milano il giorno successivo l'inizio dei lavori e dal momento che erano in uso già le composizioni per approntare la prima tiratura definitiva e tra questi vi erano valori di piccolo formato verticale, che motivo c'era di comporre una nuova composizione per sovrastampare gli stessi valori ?
Non ha senso ! L'unico motivo per allestire una nuova composizione per tale formato poteva essere dovuto solo al fatto che questa era stata smantellata, quindi era già giunto l'ordine di smantellamento in maniera ufficiale o non ufficiale. Pertanto i valori giunsero a più riprese e quindi anche nei giorni del 20 o 21 dicembre 43. Una volta giunti i nuovi quantitativi venne allestita nuovamente la composizione, precedentemente smantellata, invertendo le sezioni ( non si capisce se volontariamente o involontariamente ) e procedendo in tal modo alla stampigliatura dei caratteri, dando origine cosi alla seconda tiratura definitiva. Il valore da 35 cent. per un totale di 4000 esemplari, insieme ad altri valori, non pote giungere la mattina del 18 dicembre ma arrivò successivamente, dal momento che venne sovrastampato solo durante la tiratura di prova e la II° tiratura definitiva con la nuova composizione allestita. A tale conferma potrebbe essere opportuno menzionare sempre la pubblicazione del Sirotti dove descrive che Gatto al momento della consegna dei valori di prova verificò un ammanco di 24000 lire di facciale che contabilizzò con il versamento in contanti. A parer mio, ma è solo una mia supposizione, tale cifra è troppo elevata per essere imputata solo ai valori di prova, pertanto non è escluso che la verbalizzazione effettuata dallo stesso, presso gli uffici del comando della Milizia, era comprensiva anche dei valori che giunsero in seguito.

Non escludo che anche il valore da 35 cent, vista la bassa tiratura possa essere stato incettato a fini speculativi, posso dirti però che esistono pochissimi fogli interi, tra questi, fogli doppi riproducenti tutta la composizione H utilizzata per la sovrastampa durante la II° tiratura definitiva e parti sinistra o destra della composizione o parti di queste in mano a collezionisti e commercianti. Il numero limitato di queste attuali giacenze però è talmente limitato che non giustifica la mancanza di materiale storico postale, in perfetta tariffa o filatelico. Vi è un numero non esiguo di esemplari nuovi sciolti ma anche in questo caso non ho idea di quanto possa inficiare sulla tiratura di 4000 esemplari. Mi viene a tal proposito da suggerire l'esempio del valore da 20 cent. di posta ordinaria, che con una tiratura di 347.900 esemplari, tra prova, I° e II° tiratura definitiva, ad oggi si stima una rimanenza ben inferiore ai 40.000 esemplari, quindi non è escluso che tanto è andato perduto.

Il valore da 2,55 lire merita anch'egli una menzione apposita, perché dai 5700 esemplari menzionati 4000 vennero sovrastampati in fogli doppi durante la I° tiratura definitiva e 1700 vennero utilizzati durante la “II° tiratura definitiva”, ma anche qui c'è qualcosa che non torna. E' sicuro che durante la II° tiratura definitiva vennero sovrastampati valori di piccolo formato verticale ma non vi è assolutamente traccia di una nuova composizione allestita anche per i valori formato “Lupa”, l'unico passaggio possibile avvenuto per la sovrastampa di questi 1700 esemplari è durante la tiratura di prova. Vi è da dire che durante la prova venne allestita una composizione per il formato “Lupa” ove furono stampigliati, 4 fogli da 100 del valore da 5 cent., 4 fogli da 100 del valore da 2,55 lire e 2 fogli da 100 del valore da 5 lire, con sovrastampa a 17,5 mm. Ma è anche certo che la misura venne uniformata a quella impressa negli altri valori a 15 mm, pertanto fu necessario allestire una nuova composizione, con la nuova misura, con la quale vennero sovrastampati 19.900 valori da 5 cent. in fogli da 100 e 1700 valori da 2,55 lire sempre in fogli da 100. Questi valori essendo stati sovrastampati durante la tiratura di prova è certo che furono reperiti dalla Milizia durante il “rastrellamento” negli uffici di Brescia, ma non è certa la quantità successivamente distribuita con il resto dei valori presso gli uffici postali. E' sicuro che vi fu una distribuzione di tali valori perché se ne conoscono nuovi ed usati ma il numero di 5700 esemplari per il valore da 2,55 lire è puramente indicativo e potrebbe attestarsi ad un numero approssimativo a quello del 35 cent. in fatto di reperibilità.
Ricercatore ha scritto:
Altro francobollo che mi ha sempre colpito per la difficoltà di vederlo utilizzato su busta in collezioni e/o cataloghi d'asta è il valore da 80 cent di posta aerea: è vero che la tiratura di Brescia fu di solo 480 esemplari, contro i 3.900 del valore da 5 Lire e i 900 del francobollo per aeroespresso da 2 Lire?
Della serie di posta aerea il francobollo da 80 cent sembra essere il più raro in assoluto a vedersi.

La tiratura che hai menzionato per il valore da 80 cent. di posta aerea si riferisce al numero totale, quindi va decurtata la quantità usata nella tiratura di prova, la rimanenza che è giunta agli uffici postali ha subito l'influenza degli speculatori. Per il 5 lire va decurtata la quantità di 600 valori usati durante la prova e vanno scalati dalla quantità che hai riportato ( 3300 ). Dell'aereo-espresso da 2 lire, 150 esemplari vennero usati nella prova con carattere del I° tipo e non giunsero mai agli uffici postali, 750 valori vennero sovrastampati con caratteri del II° e III° tipo durante la I° tiratura definitiva, giunsero agli sportelli ma furono soggetti ad accaparramento.


Caspita Luca!
Spero che si riesca ad apprezzare la miniera di informazioni necessarie per apprezzare un documento affrancato con un francobollo della serie G.N.R. di Brescia, anche se di natura filatelica, visto che, comunque, documenta l'esistenza di una vicenda storica e postale tanto intrigante!

A leggere la tua spiegazione fai venir voglia di collezionare G.N.R.

Un salutone e grazie,
enrico

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