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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Il fascetto ''filiforme''
MessaggioInviato: 22/09/2016, 8:14 
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In un recente topic (https://forum.aicpm.net/viewtopic.php?f=26&t=3273) il nostro amico ''ricercatore'' citava l'impronta di affrancatrice meccanica con ''fascetti filiformi''. Si tratta di un pezzo di estrema rarita'; per chi non lo conoscesse mostro un'immagine tratta dal sito AICAM
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ff.png
ff.png [ 18.24 KiB | Osservato 4617 volte ]


La citazione di ''ricercatore'' mi ha fatto tornare in mente un altro oggetto che presenta un fascio , se non filiforme, certamente almeno ''allampanato''...
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saggio rsi...asta.jpg
saggio rsi...asta.jpg [ 137.02 KiB | Osservato 4617 volte ]

Come vedete si tratta di un saggio del biglietto postale definitivo della RSI. E’ comparso in un listino di vendite su offerta della casa d’aste ‘’Gazzi’’ (Firenze) nel luglio 2013. Era accompagnato da un certificato peritale del 1982
Allegato:
segnalazioni 1.jpg
segnalazioni 1.jpg [ 715.74 KiB | Osservato 4617 volte ]
Ed ecco un ingrandimento della testata del biglietto-prova
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segnalazioni 2.jpg
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L’oggetto presenta delle notevoli differenze rispetto al BP effettivamente emesso che vi riproduco qui sotto per memoria
Allegato:
segnalazioni 3.jpg
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Il biglietto postale effettivamente emesso (le cui prime date risalgono al settembre 1944) reca un’impronta di affrancatura con la vignetta del 25 centesimi della seconda serie ‘’monumenti distrutti’’, mentre la presunta prova reca la vignetta del 25 centesimi della prima serie, uno dei due valori realizzati a Roma, che comparve all’inizio del giugno 1944. L’altra caratteristica che salta subito all’occhio e’ il curioso fascio un po’ filiforme stampato al posto dello stemma della RSI che appare invece sui BP effettivamente prodotti. Ho cercato qualche indicazione cronologica: alcuni bozzetti di qualcuno dei valori che poi composero la serie ‘’monumenti distrutti’’ sono datati - ho visto - febbraio 1944; lo stemma ufficiale della RSI e’ stato introdotto con il decreto del duce n.15 datato 23-1-1944 che pero’ venne pubblicato solo il 16 febbraio successivo.

Di questa prova non mi sembra esista traccia nella letteratura filatelica…. Qualcuno ha opinioni o informazioni sulla sua autenticita'?

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Riccardo Bodo


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 Oggetto del messaggio: Re: Il fascetto ''filiforme''
MessaggioInviato: 22/09/2016, 14:06 
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Iscritto il: 12/09/2012, 18:39
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L'affrancatura col fascetto "filiforme" è sicuramente una fra le più rare chicche della meccanofilia italiana.

Con la caduta del fascismo, i fasci littori (fascio con scure laterale) presenti nei punzoni delle affrancature meccaniche vennero eliminati per legge, sulla base di una disposizione che imponeva ai proprietari di affrancatrici meccaniche di rimuovere, a loro spese, ogni simbolo del regime appena caduto.

Con l'instaurazione della RSI, i proprietari di macchine affrancatrici di produzione italiana ebbero la possibilità di utilizzare dei punzoni di nuova realizzazione, dove comparivano al posto dei fasci littori i fasci repubblicani (scure sulla sommità) e, in particolare, due macchine operanti rispettivamente a Aosta (Amministrazione provinciale) e a Cogne (Stabilimenti siderurgici) ricevettero dei punzoni (sperimentali?) in cui i fasci erano simili ad alabarde, per il ridotto diametro del fusto.

Nonostante si dica che siano note un numero ridottissimo di impronte per ciascuna tipologia, in realtà conosco per certo 1 solo esemplare per tipo: quella di Aosta è nella collezione di un amico e iscritto alla nostra associazione, mentre la Cogne è nella mia collezione ed è stata pubblicata anche sul volume edito dall'AICPM, curato da Sirotti, nel capitolo della affrancature meccaniche.

Con l'amico Nino Barberis, il cui ricordo resta indelebile in chi ebbe la fortuna di conoscerlo, discussi a lungo di questo fascio filiforme ed avevamo una sorta di scommessa su chi l'avrebbe trovato per primo.
Ebbi la fortuna di trovarne un esemplare della Cogne ad un mercatino estivo in una località balneare, in mezzo ad un mucchio di documenti vari che erano racchiusi in una valigia e vinsi la scommessa.

Parlare di Nino mi riempie di gioia e di ricordi piacevoli, che grande persona!

Non appena riesco, posto l'immagine dell'esemplare che ho in collezione.

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 Oggetto del messaggio: Re: Il fascetto ''filiforme''
MessaggioInviato: 22/09/2016, 14:16 
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Iscritto il: 20/09/2012, 9:47
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Caro Enrico,
Vedo che la tua impronta fasci filiformi ''Cogne'' reca la data del 18-10-1944, diversa quindi da quella illustrata dall'AICAM. Quindi dovrebbero esisterne almeno un paio.
E sul saggio/prova di biglietto postale che ho illustrato hai qualche opinione o informazione?

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Riccardo Bodo


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 Oggetto del messaggio: Re: Il fascetto ''filiforme''
MessaggioInviato: 22/09/2016, 15:58 
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Iscritto il: 13/06/2016, 16:35
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Non credo di avere mai visto cose del genere e quindi non posso che congratularmi con chi ce le abbia.
Approfitto dell'occasione per inserire questi quattro interi che acquistai qui a Milano insieme ad un'altra quarantina di pezzi in un maxicambio. Adesso, da qualche parte dovrei averne ancora, dopo averne ceduti diversi ad un venditore che spesso mi telefonava per averne ancora unitamente ad eventuali altre cose che nel frattempo avessi trovato. Purtroppo da un po' di tempo non l'ho più sentito e temo per il peggio, perché era molto anziano.

Il primo riguarda il biglietto normale da c. 50 senza variante apparente:
Allegato:
img066.jpg
img066.jpg [ 697.1 KiB | Osservato 4587 volte ]

Il secondo riguarda sempre il biglietto da c. 50 con la variante di un punto di colore sulla fronte vicino alla scritta Cent.:
Allegato:
img067.jpg
img067.jpg [ 706.08 KiB | Osservato 4587 volte ]

Il terzo riguarda sempre il biglietto da c. 50 con la variante del punto che aveva in testa qui riprodotto nel collo qualche millimetro sotto la "L":
Allegato:
img068.jpg
img068.jpg [ 622.85 KiB | Osservato 4587 volte ]

Il quarto riguarda il biglietto da c. 25 senza variante apparente.
Allegato:
img069.jpg
img069.jpg [ 628.89 KiB | Osservato 4587 volte ]

Cordialmente, Michele Mainenti


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 Oggetto del messaggio: Re: Il fascetto ''filiforme''
MessaggioInviato: 22/09/2016, 16:34 
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Iscritto il: 12/09/2012, 18:39
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somalafis ha scritto:
Caro Enrico,
Vedo che la tua impronta fasci filiformi ''Cogne'' reca la data del 18-10-1944, diversa quindi da quella illustrata dall'AICAM. Quindi dovrebbero esisterne almeno un paio.
E sul saggio/prova di biglietto postale che ho illustrato hai qualche opinione o informazione?


Ciao Riccardo, spesso i collezionisti di "rosse" del passato ritagliavano l'impronta dalla busta, per cui non escludo che possano esistere altre impronte della affrancatrice meccanica di Cogne, ma sia nei volumi sulla storia postale RSI che nelle collezioni specializzate che ho potuto consultare finora, non ho mai visto un documento integro con l'impronta del fascio filiforme di questa macchina.
Ho cercato di contattare dei collezionisti di "rosse" per sapere se erano a conoscenza di altri oggetti presenti in collezioni private, ma finora nulla, anzi, se qualcuno avesse immagini o esemplari in collezione, sarebbe graditissimo vederne le scansioni in questa discussione.

Venendo invece all'intero mostrato, la sensazione è che sia originale, ma non ho davvero elementi oggettivi per poterlo inquadrare.
Mentre sulle sovrastampe è più facile pensare a falsificazioni o a creazioni di fantasia, in questo caso mi sembra che tutto lasci pensare ad una prova del periodo.

Comunque è sempre interessante condividere queste informazioni.

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Ultima modifica di Ricercatore il 25/09/2016, 12:08, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Il fascetto ''filiforme''
MessaggioInviato: 22/09/2016, 19:37 
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Iscritto il: 12/09/2012, 18:39
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Ecco i vari tipi di punzone di affrancature meccaniche utilizzati per la posta civile in RSI, dal più raro al più comune


IMPRONTA CON FASCI REPUBBLICANI "FILIFORMI" (rarissima)

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IMPRONTA CON FASCI REPUBBLICANI (non comune/rara)

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IMPRONTA CON FASCI LITTORI O IMPERIALI (comune)

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IMPRONTA CON FASCI SCALPELLATI (comune)

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infine, un esempio di impronta sperimentale del 1926:

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 Oggetto del messaggio: Re: Il fascetto ''filiforme''
MessaggioInviato: 23/09/2016, 8:26 
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Iscritto il: 20/09/2012, 9:47
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Ricercatore ha scritto:
Venendo invece all'intero mostrato, la sensazione è che sia originale....

Anch'io ritengo la prova originale e per questo ho voluto inserirla nel forum.

PS: carina la prova di macchina affrancatrice Audion con i fasci sormontati dalla scure.

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 Oggetto del messaggio: Re: Il fascetto ''filiforme''
MessaggioInviato: 24/09/2016, 7:02 
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Iscritto il: 12/09/2012, 18:39
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Mettendo un po' d'ordine nelle immagini su disco fisso, ieri sera ho ritrovato la prima lettera di Nino Barberis che mi inviò dopo esserci conosciuti all'edizione autunnale di Veronafil 2002.

Immagine

In quell'occasione ebbi l'opportunità di parlare con Nino delle "rosse" come io le intendevo, cioè come di un oggetto di storia postale RSI e mi chiese di mandargli copia dei documenti che avevo in collezione, in particolare di una variante che lo entusiasmò e su cui scrisse in una pubblicazione dell'AICAM.
Questa cartolina, con un'impronta praticamente unica, è pubblicata sul volume edito dall'AICPM a cura di Sirotti.

Immagine

Sempre in questa lettera, si parla anche del fascetto "filiforme" e del comune desiderio di trovarne un esemplare, con la promessa che un eventuale secondo ritrovamento sarebbe stato condiviso per soddisfare la nostra comune passione collezionistica.
Vinsi quella scommessa per caso ad un mercatino in Abruzzo e Nino ne fu felicissimo, gli mandai un fax da Atri la sera stessa in cui trovai la busta col fascio filiforme.

Non potrò mai ringraziare a sufficienza Nino per l'amicizia di cui mi volle onorare e per i saggi consigli con cui mi guidò come collezionista.

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Ultima modifica di Ricercatore il 24/09/2016, 10:39, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Il fascetto ''filiforme''
MessaggioInviato: 24/09/2016, 7:36 
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Condivido in pieno le espressioni di Enrico su Nino Barberis: era una persona eccezionale e un grande maestro.

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 Oggetto del messaggio: Re: Il fascetto ''filiforme''
MessaggioInviato: 24/09/2016, 8:22 
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L'argomento è molto interessante, ma c'è così poco materiale e scarsi riscontri in letteratura, che pur volendo è quasi impossibile intervenire per aggiunger qualcosa.
L'unica cosa che sò, come ebbi già a dire privatamente a Ricercatore, è che a breve dovrebbe comparire sul mercato un'altra impronta dell'affrancatrice filiforme:
appena questa dovesse giungermi disponibile in scansione, la proporrò qui, nell'argomento. La cifra richiesta sarà già al di là di un acquisto per mera curiosità :shock: .

Colgo l'occasione per farvi notare che se le impronte affrancatrici filiformi sono davvero numericamente assai contenute (forse si contano su una sola mano? ;) ), il biglietto proposto
da somalafis è addirittura unico: c'è da chiedersi che capacità testimoniale quest'ultimo dovrebbe avere nel racconto della storia postale del suo tempo.
Ovviamente è oggetto di gran pregio, ma trattandosi (verosimilmente) di un saggio non adottato è rimasto in embrione, piuttosto che realizzarsi per l'uso per cui era stato concepito.
Questa mia non vuol essere una critica all'oggetto, ma si propone come spunto di riflessione sull'interpretazione che intediamo dare alla nostra passione (di ricerca e raccolta).
Tempo fa in vendita in blocco apparsero dei notissimi saggi, molto preziosi e altrettanto "prezzolati" :D, di RSI. Allora fui tentato di acquisirli, ma non ne venni a capo,
visto che non trovai altri 1-2 amici disposti a dividere con me la spesa. Da allora mi son sempre chiesto quale rilievo dare a questo tipo di oggetti.
Io son giunto a stabilire che si dovrebbe trattare di interessanti oggetti nel campo di studio e di mere curiosità in quello collezionistico; tuttavia quando questi saggi sono noti e ne esiste già diffusa scansione, dovrebbe pressochè cadere la necessità di acquisizione per studio, per rimanere solo la mera curiosità (...forse "avidità"? :D ) collezionistica.

Voi che ne pensate?

P.s.: scusate se ho generalizzato, ma temo che altrimenti -pur volendo- il tema originale sia pressochè impossibile da proseguire.

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 Oggetto del messaggio: Re: Il fascetto ''filiforme''
MessaggioInviato: 24/09/2016, 10:11 
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Iscritto il: 20/09/2012, 9:47
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rogerbarrett ha scritto:
... tuttavia quando questi saggi sono noti e ne esiste già diffusa scansione, dovrebbe pressochè cadere la necessità di acquisizione per studio, per rimanere solo la mera curiosità (...forse "avidità"? :D ) collezionistica.


E' un'interessante considerazione che vale in genere per tutti i materiali preparatori di qualunque emissione filatelica. E' chiaro, infatti, che i collezionisti che approfondiscono in modo specialistico una determinata emissione possono impegnarsi economicamente per procurarsi - se disponibile - questo tipo di materiale che mostra i passi che hanno poi condotto all'emissione vera e propria. Dal punto di vista dello studio, invece, e' vero che buone scansioni possono supplire al mancato possesso fisico (anche se l'esame diretto degli esemplari puo' sempre rivelare qualcosina in piu').

Invece io ho un'altra curiosita': nel caso delle prove di emissioni rotocalcografiche, quanti esemplari e' immaginabile siano stati stampati? Le prove - immagino - sono ottenuto con stampa in piano fotocalcografica: ma e' immaginabile che ne sia ''tirato'' un solo esemplare? Il discorso vale per prova del biglietto postale, ma anche per i classici cartoncini neri sui quali al Poligrafico venivano applicate le prove dei francobolli su sagome dentellate. C'e' qualche esperto di stampa e tipografia che possa spiegare qualcosa in merito? Faccio alcuni esempi riguardanti la Somalia AFIS (che io colleziono). Il primo cartoncino e' mio, gli altre due invece non lo sono
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 Oggetto del messaggio: Re: Il fascetto ''filiforme''
MessaggioInviato: 24/09/2016, 12:23 
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somalafis ha scritto:
E' un'interessante considerazione che vale in genere per tutti i materiali preparatori di qualunque emissione filatelica. E' chiaro, infatti, che i collezionisti che approfondiscono in modo specialistico una determinata emissione possono impegnarsi economicamente per procurarsi - se disponibile - questo tipo di materiale che mostra i passi che hanno poi condotto all'emissione vera e propria. Dal punto di vista dello studio, invece, e' vero che buone scansioni possono supplire al mancato possesso fisico (anche se l'esame diretto degli esemplari puo' sempre rivelare qualcosina in piu').
Credo che vada fatta una distinzione tra chi si occuopa, come me, prevalentemente di filatelia tradizionale (e quindi dei francobolli) e chi invece (come la maggior parte dei partecipanti a questo forum) di storia postale: nel primo caso tutto il matreriale preparatorio (bozzetti, prove di colore, saggi ecc,) ha, a mio parere, una valenza fondamentale e io farei (quasi) qualunque cosa per aggiungere qualche pezzo alla mia collezione; nel secondo caso l'interesse è piuttosto limitato (forse nullo per una collezione da esposizione) e, come ha detto Martino è più una curiosità che può essere soddisfatta anche da una scansione.

somalafis ha scritto:
Invece io ho un'altra curiosita': nel caso delle prove di emissioni rotocalcografiche, quanti esemplari e' immaginabile siano stati stampati?
Non posso generalizzare, ma nel mio campo ho fatto una interessante scoperta: una nota casa d'aste americana ha proposto i cartoncini delle prove di colore (16 ciascuna) di 7 degli 8 soggetti della serie pittorica di Somalia. Del soggetto che manca io possiedo 8 prove di colore, forse staccate dal cartoncino originale. Unitamente al fatto che non ho mai visto altri cartoncini, questo mi farebbe pensare che le prove di colore (almeno quelle montate su cartoncino) fossero in unico esemplare.

Del resto, prima della riproduzione multipla e la creazione del cilindro di stampa, è verosimile che fosse realizzata una lastrina di un solo esemplare che potesse essere impiegata per la stampa delle prove di colore con il sistema calcografico tradizionale, così come in tipografia si facevano le prove di conio.

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 Oggetto del messaggio: Re: Il fascetto ''filiforme''
MessaggioInviato: 24/09/2016, 22:05 
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Scusate se continuo l'O.T.
Ho consultato un amico che studia ad al to livello tutto cià che riguarda saggi e prove ed ecco la risposta:
Cita:
Ma la questione di quanti siano gli esemplari per preparare le prove, a me risultano sempre tre nel caso di prove di colore.
Cioè tre per ogni colore.
Le tavole o i cilindri non erano ancora stati preparati.
In genere alle prove di colore si accorpava la prova per la scelta definitiva del valore facciale.
Quindi le tavole o i cilindri, nel caso dei roto, venivano approntati dopo il definitivo “visto si approva”.
Dico solo tre esemplari per colore perchè, finora, ho solo visto sempre tre cartoncini dello stesso tipo e di cui solo uno riportava la scritta “visto si approva” e/o con l’aggiunta di note.
Per quello che ricordo mi disse un perito, una finiva in archivio del Ministero, una riportava la scritta che ho detto ed andava al responsabile della preparazione delle stampe (OCV o Zecca) ed una rimaneva nell’archivio dell’artista.

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 Oggetto del messaggio: Re: Il fascetto ''filiforme''
MessaggioInviato: 25/09/2016, 7:00 
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Caro Vittorio, grazie davvero per le tue informazioni sui cartoncini delle prove

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Riccardo Bodo


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 Oggetto del messaggio: Re: Il fascetto ''filiforme''
MessaggioInviato: 26/09/2016, 0:37 
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Bella panoramica
Voglio aggiungere una curiosità ovvero le impronte con fascio normale ma con lo stemma nel logo che viene cancellato tipo questa
( con un tampone in gomma in questo caso penso )

Allegato:
stemma cancellato 1944 2.jpg
stemma cancellato 1944 2.jpg [ 255.5 KiB | Osservato 4407 volte ]

ciao
Umberto


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 Oggetto del messaggio: Re: Il fascetto ''filiforme''
MessaggioInviato: 26/09/2016, 15:29 
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Iscritto il: 21/09/2012, 15:22
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Ciao a tutti
Ormai Enrico (Ricercatore) ci ha abituati ad "interventi col botto e controbotto" tanto che anche quando ci presenta qualche un pezzo comune potete star quasi certi che vi è sempre qualcosa di particolare o, quantomeno, controverso.
In questo caso particolare mi riferisco all'intervento in cui elenca i vari tipi di punzoni meccanici utilizzati in RSI. Intervento in cui ci ha estasiato con i "Fascetti Filiformi", ma ha proposto pure due esempi, a suo dire, piuttosto comuni di affrancatura meccanica come le buste con il punzone a "Fasci Littori" e a "Fasci Scalpellati", ma che a ben guardare non sono poi così "normali" come lui indica.

La busta con i Fasci Littori infatti risulta spedita nel 2° periodo tariffario ma affrancata in tariffa stampe raccomandate aperte primo periodo (70 centesimi). Trattandosi di una raccomandata doveva essere presentata e controllata allo sportello postale, pertanto se accettata anche sottoaffrancata non poteva essere Tassata per il doppio del porto mancante (come invece appare scritto a matita) ma bensì il preposto al controllo (in genere il Verificatore Postale) doveva integrarla sino a raggiungere l'esatta affrancatura (cosa questa che non compare) e redigere poi un verbale di "irregolarità" a carico dell'impiegato responsabile dell'accettazione.

La busta invece con i "Fasci scalpellati" è piuttosto singolare perché l'affrancatura risulterebbe integrata con francobolli a Tavernelle Vicentina mentre l'affrancatura Meccanica risulta apposta a Vicenza (vedi datario). Quale mai sarà il motivo ????? forse a seguito di uno spostamento della sede aziendale in periferia - luogo più al riparo dai bombardamenti - e mancato aggiornamento della macchina affrancatrice ?????

Il testimone ora lo passo a te carissimo Enrico.
Ciao Agostino

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Colleziono Storia Postale d'Italia dal 1943 al 1946.
Mi diverto inoltre a collezionare "Annulli a Targhetta" e Chiudilettera Antitubercolari.

Continuo ad aggiornare, anche con gli ultimi anni, la mia collezione di Francobolli d'Italia.


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