L'argomento è molto interessante, ma c'è così poco materiale e scarsi riscontri in letteratura, che pur volendo è quasi impossibile intervenire per aggiunger qualcosa.
L'unica cosa che sò, come ebbi già a dire privatamente a
Ricercatore, è che a breve dovrebbe comparire sul mercato un'altra impronta dell'affrancatrice filiforme:
appena questa dovesse giungermi disponibile in scansione, la proporrò qui, nell'argomento. La cifra richiesta sarà già al di là di un acquisto per mera curiosità
.
Colgo l'occasione per farvi notare che se le impronte affrancatrici filiformi sono davvero numericamente assai contenute (forse si contano su una sola mano?
), il biglietto proposto
da
somalafis è addirittura unico:
c'è da chiedersi che capacità testimoniale quest'ultimo dovrebbe avere nel racconto della storia postale del suo tempo.Ovviamente è oggetto di gran pregio, ma trattandosi (verosimilmente) di un saggio non adottato è rimasto in embrione, piuttosto che realizzarsi per l'uso per cui era stato concepito.
Questa mia non vuol essere una critica all'oggetto, ma si propone come spunto di riflessione sull'interpretazione che intediamo dare alla nostra passione (di ricerca e raccolta).
Tempo fa in vendita in blocco apparsero dei notissimi saggi, molto preziosi e altrettanto "prezzolati"
, di RSI. Allora fui tentato di acquisirli, ma non ne venni a capo,
visto che non trovai altri 1-2 amici disposti a dividere con me la spesa. Da allora mi son sempre chiesto quale rilievo dare a questo tipo di oggetti.
Io son giunto a stabilire che si dovrebbe trattare di interessanti oggetti nel campo di studio e di mere curiosità in quello collezionistico; tuttavia quando questi saggi sono noti e ne esiste già diffusa scansione, dovrebbe pressochè cadere la necessità di acquisizione per studio, per rimanere solo la mera curiosità (...forse "avidità"?
) collezionistica.
Voi che ne pensate?
P.s.: scusate se ho generalizzato, ma temo che altrimenti -pur volendo- il tema originale sia pressochè impossibile da proseguire.