In un altra discussione veniva posta la domanda provocatoria se in RSI si potesse o meno spedire per espresso una assicurata.
La domanda mi fornisce la possibilità di presentare agli amici del forum un altro pezzo di cui sono molto orgoglioso, perché acquistato ormai anni fa alla base, davvero esigua per il tipo di oggetto, in un'asta pubblica di una nota casa, fra il disinteresse generale dei collezionisti.

A mio parere è un pezzo fondamentale e di estrema importanza per molti tipi di collezioni, ma lascio parlare le immagini.





Si tratta di una busta di 4 porti in primo periodo tariffario RSI, assicurata per Lire 6.000, spedita per espresso da Volta Bresciana per Acqui in data 25 aprile 1944.
Affrancata per 34,5 Lire in perfetta tariffa, presenta i francobolli da 10 e 20 Lire della serie Imperiale più altri valori sovrastampati G.N.R. di Brescia della serie Imperiale, col valore da 2,55 Lire che è considerato il più alto valore conosciuto su busta commerciale.
Secondo alcuni esperti, questa busta sarebbe la massima rarità della G.N.R. di Brescia, più importante della famosa busta col valore da 1,75 Lire G.N.R.

Probabilmente le condizioni estetiche "vissute" trassero in inganno gli interessati al collezionismo di RSI e di G.N.R., che non fecero offerte, consentendomi così di vincere l'asta con l'offerta minima.

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Enrico, continui a postare dei pezzi incredibili!In poco tempo hai avuto migliaia di visite. Il Forum non poteva trovare un socio e amico migliore per competenza e ricchezza di documenti che sono una gioia per gli occhi e cervello. Quando mai avrei potuto vedere simili pezzi e cosi ben descritti?
Grazie per la tua cortesia e generosità.
Roby

Troppo buono Roby, ti ringrazio.

Conoscevo da tempo l'esistenza di questa busta, la cui descrizione veniva contrapposta dai veri esperti di storia postale RSI alla più conosciuta e blasonata busta con il valore da 1,75 Lire G.N.R. isolato di Brescia, ma non l'avevo mai vista fino alla pubblicazione sulla prima edizione del volume di Sirotti e, soprattutto, non sapevo in quale collezione fosse finché un giorno, quasi per caso, me la sono vista mischiata ai vari lotti in un catalogo d'asta arrivato per posta: non ti dico il tuffo al cuore nel riconoscerla e mai avrei supposto che sarei stato l'unico offerente per un pezzo di tale importanza storico-postale.

L'oggetto era, ovviamente, accompagnato da un po' di certificati peritali fatti in vari anni, ma fra tutti mi colpì per la schiettezza e per il genuino entusiasmo quello a firma di Sorani, sicuramente "a mio parere" con Sirotti il più preparato perito di storia postale per il periodo RSI, oltre che giurato internazionale.



Particolarissimo il bigliettino con questa sua entusiastica dichiarazione, antecedente di poco al certificato già mostrato, sempre allegato al lotto della busta:



Non ti nascondo che per me acquisire questa busta fu una sorta di coronamento di un percorso collezionistico durato anni, o almeno io l'ho vissuto come tale; da allora è trascorso molto tempo, ma ho sempre cercato di collezionare solamente materiale che mi raccontasse qualcosa di realmente rappresentativo di un aspetto storico o sociale del periodo e dei territori di cui colleziono la storia postale.

Aggiungo anche un'altra considerazione che potrà essere oggetto di discussione: tutte le immagini che fornisco per pubblicazioni filateliche riportano il mio riferimento, perché ritengo che sia utile per un collezionista sapere che quel pezzo è presente in una ben determinata collezione.
Per me é una assunzione di responsabilità, un mettersi in gioco in prima persona del collezionista che mostra i propri pezzi.

Così come i periti hanno una loro maggiore o minore autorevolezza, anche i collezionisti devono averla: sapere che un oggetto era nella collezione di un collezionista che stimo, per me vale più di un certificato peritale.

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Il documento è di una importanza estrema, ma prima di dare il mio parere definitivo, mi pare manchi di alcune cose essenziali quali l'indicazione del peso e della corda tra due bolli in ceralacca applicati dalla posta. Inoltre desidererei sapere se la censura in questo periodo di guerra avesse il divieto di intervenire sulle assicurate, perché ancora non ne ho vista una o forse mi è sfuggito il caso. Complimenti comunque per il bel documento.
Saluti Michele Mainenti.