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 Oggetto del messaggio: Espresso in fermo posta?
MessaggioInviato: 03/09/2016, 7:41 
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Iscritto il: 12/09/2012, 18:39
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Sebbene potrebbero sembrare una contraddizione nei termini, tuttavia esistono oggetti spediti per espresso e in fermo posta, regolarmente viaggiati e formalmente in tariffa.

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Secondo qualcuno mi sarei inventato questa tariffa, ma allora, mi chiedo, come mai il volume edito dalla AICPM sulla storia postale RSI quota con valori importanti (pag. 319) proprio la diversa corrispondenza spedita per espresso e in fermo posta, se questa tariffa è una mia invenzione? ;) ;) ;)

Qual è la gerarchia dei servizi fra il recapito espresso ed il fermo posta?

A mio parere il servizio espresso è del tutto ridondante e dovrebbe prevalere il fermo posta, secondo altri, devo dire la maggioranza degli esperti, sarebbe invece il servizio espresso (forse perché più costoso?) a prevalere e ricomprendere la tariffa del fermo posta.

Ma la busta, affrancata per l'espresso e per il fermo posta, dove veniva recapitata?
Ovviamente restava in fermo posta presso l'ufficio postale e quindi era la tariffa di recapito espresso ad essere completamente ridondante; in altre parole, non è la tariffa di recapito espresso a comprendere il fermo posta, che quindi era ridondante, ma l'esatto contrario!

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 Oggetto del messaggio: Re: Espresso in fermo posta?
MessaggioInviato: 03/09/2016, 8:17 
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Iscritto il: 12/09/2012, 18:39
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Alla luce dell'esempio precedente, proviamo a spiegare la tariffa di questo oggetto, di evidente matrice filatelica?

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La mia interpretazione è la seguente:

- primo periodo tariffario RSI, busta imbucata in cassetta delle lettere.
- manoscritti in primo periodo tariffario RSI: 60 cent (nel distretto, per peso superiore a 15 grammi)
- recapito espresso: L. 1,25
- Fermo posta pagato anticipatamente dal mittente: 15 cent

Tariffa totale (0,60+1,25+0,15) Lire = 2 Lire assolta con francobollo isolato da 2 Lire "Imperiale sovrastampato G.N.R. di Verona"
Fermo restando che il recapito espresso ed il fermo posta fossero servizi fra loro incompatibili.

Perché pagare per un servizio che non poteva essere svolto?

La prima risposta è per ignoranza del funzionamento del trasporto postale, per cui l'utente poteva pensare che il recapito espresso si traducesse complessivamente in un trasporto più veloce, mentre in realtà era il solo recapito ad essere diverso da quello ordinario.

Una seconda possibilità è più complessa: la possibilità di documentare la spedizione era sostanzialmente limitata all'uso del recapito espresso e della raccomandazione, ma per spedire una raccomandata era necessario andare fisicamente all'ufficio postale, mentre per spedire un espresso bastava affrancare correttamente e imbucare la busta nella prima cassetta delle lettere.
Nel primo periodo tariffario RSI il costo dell'espresso e della raccomandata chiusa era il medesimo.

Affrancare un espresso e chiedere il fermo posta potrebbe essere stata una "furbata" da filatelista, per avere maggior sicurezza dell'invio della corrispondenza senza doverla andare a spedire presso l'ufficio postale (magari distante) o dover magari pagare tasse aggiuntive per un recapito espresso in condizioini disagiate oltre la cinta daziaria?

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 Oggetto del messaggio: Re: Espresso in fermo posta?
MessaggioInviato: 03/09/2016, 10:45 
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Iscritto il: 13/06/2016, 16:35
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Vede sull'espresso fermo posta da Calci per Calci non ci sono scusanti. Quando l'ho osservato alcuni anni fa sul suo sito, ho pensato subito che all'origine la busta avesse soltanto attaccato il francobollo da 2 lire e che sia stata fatta periziare così. Dopo un ignorante delle norme postali in vigore abbia avuto l'idea di completarla a macchina di indirizzo e di un numero 144 per dare più credibilità al documento e fare di un niente o quasi un documento importante. Lei sarà anche in buona fede e potrebbe essere stato raggirato, ma mi sorprende il fatto che solo quando qualcuno ha affermato solennemente che i due servizi erano incompatibili tra loro, si è fatto vivo con la sua interpretazione illusoria, che non la scagiona, perché si ritiene una persona competente della materia. Chi ne abbia voglia vada a vedere cosa Lei aveva affermato in merito al documento e cioé:
1) Andare su Forum
2) Cliccare "R.S.I."
3) Cliccare "Ricercatore"
4) Cliccare "STORIA POSTALE DELLA R.S.I."
5) Cliccare "Storia postale civille della R.S.I"
6) Scendere fino a trovare "Serie Imperiale soprastampata G.N.R."
7) Scendere fino a trovare il "2 lire sovrastampato G.N.R."
8) Troverete l'assurdo scritto sotto il documento
9) Se non l'ho trovate l'ho pubblicherà il sottoscritto.
Saluti cordiali a tutti e buon lavoro, ne vale la pena. Michele Mainenti. (Temo che non sia partito)


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 Oggetto del messaggio: Re: Espresso in fermo posta?
MessaggioInviato: 03/09/2016, 11:03 
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Iscritto il: 12/09/2012, 18:39
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michele mainenti ha scritto:
Vede sull'espresso fermo posta da Calci per Calci non ci sono scusanti. Quando l'ho osservato alcuni anni fa sul suo sito, ho pensato subito che all'origine la busta avesse soltanto attaccato il francobollo da 2 lire e che sia stata fatta periziare così. Dopo un ignorante delle norme postali in vigore abbia avuto l'idea di completarla a macchina di indirizzo e di un numero 144 per dare più credibilità al documento e fare di un niente o quasi un documento importante. Lei sarà anche in buona fede e potrebbe essere stato raggirato, ma mi sorprende il fatto che solo quando qualcuno ha affermato solennemente che i due servizi erano incompatibili tra loro, si è fatto vivo con la sua interpretazione illusoria, che non la scagiona, perché si ritiene una persona competente della materia. Chi ne abbia voglia vada a vedere cosa Lei aveva affermato in merito al documento e cioé:
1) Andare su Forum
2) Cliccare "R.S.I."
3) Cliccare "Ricercatore"
4) Cliccare "STORIA POSTALE DELLA R.S.I."
5) Cliccare "Storia postale civille della R.S.I"
6) Scendere fino a trovare "Serie Imperiale soprastampata G.N.R."
7) Scendere fino a trovare il "2 lire sovrastampato G.N.R."
8) Troverete l'assurdo scritto sotto il documento
9) Se non l'ho trovate l'ho pubblicherà il sottoscritto.
Saluti cordiali a tutti e buon lavoro, ne vale la pena. Michele Mainenti. (Temo che non sia partito)


Premesso che sul mio sito c'è scritto esattamente quello che qui riporto e non è mai stato cambiato ( link ):

"Manoscritti espresso, inviati in fermo posta (tariffa: manoscritti 60 cent, diritto di recapito espresso Lire 1,25 più diritto di fermo posta pagato dal mittente 15 cent - primo periodo tariffario) spediti da Calci (Pisa) il 21 maggio 1944. Affrancati in tariffa con un francobollo isolato da 2 Lire della serie "Imperiale" sovrastampato G.N.R. dell'emissione di Verona."

Mi spiega cosa ci sarebbe di sbagliato e che tanto la scandalizza?
E' esattamente ciò che penso di questa busta e che ho ribadito anche qui sul forum.

Sottolineo che questa busta non solo è presente sul mio sito ma, con una didascalia che non condivido sull'eccesso di 15 cent per i motivi già spiegati, è stata anche pubblicata a pagina 367 del volume edito dall'AICPM nel 2010; lascio a lei immaginare se l'AICPM e il gruppo di esperti che ha curato il volume avrebbero pubblicato un oggetto viziato dai dubbi che lei espone.
Ovviamente lei è liberissimo di pensare ciò che vuole e rispetto la sua opinione, sebbene non la condivida affatto.

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 Oggetto del messaggio: Re: Espresso in fermo posta?
MessaggioInviato: 04/09/2016, 15:28 
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Iscritto il: 11/10/2014, 12:23
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Facciamo chiarezza, qualora ancora servisse :) , in merito a quel che a volte si definisce: tariffa espresso in fermo posta.
Questa non è una tariffa a se stante, ma semplicemente l'accostamento di due singole tariffe, che prevedevano l'espletamento (...impossibile! :D ) di due servizi antitetici.
Le Poste non si degnarono mai di vietare al pubblico l'accesso (leggasi: pagamento) contemporaneo ad entrambi i servizi (forse per mere ragioni di interesse economico), ne gli uffici accettanti evitarono di annullare i 25 cent., qualora fossero stati affrancati con francobollo distinto, quanto affrancati sebbene non dovuti anche per il fermo in posta; esse si limitarono in più occasioni di ricordare ai propri operatori che in presenza del servizio espresso (tra i due il più oneroso) quantomeno non doveva essere attesa affrancatura anche per il servizio in fermo posta, se questo era stato scelto ed indicato dal mittente.

La casistica è varia, tra errori di applicazione dei mittenti o degli uffici di partenza ed arrivo.. ed è divertente tenerne nota.
Non scherzano nemmeno i tariffari di storia postale, che in alcuni casi hanno l'ardire di proporre la tariffa fermo posta per l'estero da parte del mittente :D , cosa impossibile giacché non vigeva reciprocità per il fermo posta per l'estero, per cui questo non poteva esser corrisposto dal mittente ma solo dal destinatario secondo le tariffe a destino: anche noi appassionati a volte scriviamo corbellerie su cui sorridere.
Ad ogni modo, se qualcuno volesse approfondire, può trovar altro anche qui: https://espressirsi.wordpress.com/2015/ ... baeb3533ee

In merito, invece, alla busta affrancata col valore da 2 lire G.N.R., ci sarebbe da chiedersi perché fosse spuntato fuori tale valore in un paesino di 5mila abitanti, usato per giunta nel distretto, se non
arricchire l'album di qualche collezionista...
Visto che nei precedenti interventi si cita il testo del Sirotti, a garanzia di serietà e professionalità, questo autore - nonché esimio perito - definisce la busta come un uso filatelico: de gustibus... ;)

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https://espressirsi.wordpress.com/


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 Oggetto del messaggio: Re: Espresso in fermo posta?
MessaggioInviato: 04/09/2016, 16:04 
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Iscritto il: 12/09/2012, 18:39
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Ottimo articolo sul tuo sito, Martino, esauriente e ben documentato.
Bella anche la carrellata di esempi di oggetti postali regolarmente viaggiati, che ben illustrano le diverse casistiche.

Non saprei davvero cosa aggiungere. ;)

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 Oggetto del messaggio: Re: Espresso in fermo posta?
MessaggioInviato: 05/09/2016, 6:26 
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Iscritto il: 13/06/2016, 16:35
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L'assurdo di quel documento è che qualcuno l'abbia falsificato di proposito e mi ripeto: "Non so chi l'abbia fatto, ma l'assurdo è che una persona che si trovi in un paesetto, anziché fare quattro passi e sia così sicuro della consegna immediata e certa, abbia avuto la brillante idea di andare da un tabaccaio a comprare un francobollo da due lire di fare un espresso e per giunta fermo posta per garantire la tariffa del francobollo applicato, quando ne poteva spendere di meno andando nell'ufficio postale e ed essere certo che venisse consegnata con le medesime garanzie di un espresso.Inoltre quando si pubblica un documento lo si deve fare integralmente, chissà perché qui manchi il retro. In futuro prenderò in esame la faccenda delle assicurate che è un argomento che conosco poco ed in collezione credo di averne solo qualcuna sparsa chi sa dove. Saluti a tutti e preparatevi a citarmi le norme esistenti in proposito o dove poterle trovare. Michele Mainenti.


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 Oggetto del messaggio: Re: Espresso in fermo posta?
MessaggioInviato: 05/09/2016, 7:23 
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Iscritto il: 12/09/2012, 18:39
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michele mainenti ha scritto:
L'assurdo di quel documento è che qualcuno l'abbia falsificato di proposito e mi ripeto: "Non so chi l'abbia fatto, ma l'assurdo è che una persona che si trovi in un paesetto, anziché fare quattro passi e sia così sicuro della consegna immediata e certa, abbia avuto la brillante idea di andare da un tabaccaio a comprare un francobollo da due lire di fare un espresso e per giunta fermo posta per garantire la tariffa del francobollo applicato, quando ne poteva spendere di meno andando nell'ufficio postale e ed essere certo che venisse consegnata con le medesime garanzie di un espresso.Inoltre quando si pubblica un documento lo si deve fare integralmente, chissà perché qui manchi il retro. In futuro prenderò in esame la faccenda delle assicurate che è un argomento che conosco poco ed in collezione credo di averne solo qualcuna sparsa chi sa dove. Saluti a tutti e preparatevi a citarmi le norme esistenti in proposito o dove poterle trovare. Michele Mainenti.


Certi commenti dicono molto di più di ciò che è fisicamente scritto sul loro autore.

"...
Saluti a tutti e preparatevi a citarmi le norme esistenti in proposito o dove poterle trovare. Michele Mainenti"
:o


Forse non ha ben chiaro che qui non c'è nessuno che prende disposizioni da lei, non è certo con questo tono che invita alla collaborazione disinteressata.

ps:

dato che non conservo nulla in casa, per ovvi motivi di sicurezza, per farle la scansione del retro della busta dovrei prima recuperare l'oggetto, ma in questo periodo non ho tempo. Mi dispiace, ma dovrà pazientare.

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 Oggetto del messaggio: Re: Espresso in fermo posta?
MessaggioInviato: 05/09/2016, 8:29 
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Iscritto il: 20/09/2012, 9:47
Messaggi: 1092
Incuriosito dalla questione del diritto di espresso bizzarramente pagato per una destinazione ''fermo posta'', mi sono fatto un giretto du eBay ed ho visto che oggetti di questo tipo sono inaspettatamente diffusi. Ecco gli esempio che ho trovato:
1937
Allegato:
efp37.JPG
efp37.JPG [ 446.18 KiB | Osservato 6276 volte ]

1941
Allegato:
efp41.jpg
efp41.jpg [ 67.74 KiB | Osservato 6276 volte ]

1945
Allegato:
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efp45.JPG [ 416.8 KiB | Osservato 6276 volte ]
Allegato:
efp45b.JPG
efp45b.JPG [ 416.55 KiB | Osservato 6276 volte ]

1949
Allegato:
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efp49.JPG [ 552.56 KiB | Osservato 6276 volte ]

1950
Allegato:
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efp50.JPG [ 318.12 KiB | Osservato 6276 volte ]
Allegato:
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efp50b.JPG [ 250.75 KiB | Osservato 6276 volte ]


Il ricorso all' ''espresso'' mi sembra assumere in molti casi una funzione ''scaramantica'' e ''magica'' piu' che pratica. Mi e' venuto in mente , quindi, quanto capito' alcuni decenni fa quando il servizio di consegna degli espressi tramite i fattorini del telegrafo entro' in crisi e praticamente venne a cessare. Le proteste e la questione approdarono anche sugli organi di informazione. Allora ricevevo in gran copia posta sul luogo di lavoro, spedita da enti, aziende, uffici stampa, tutti mittenti sicuramente ben informati: eppure moltissime buste continuavano a recare l'affrancatura ''espresso'' anche se poi erano regolarmente colpite dai timbrini ''per posta'' o ''postalizzato'' (che allora appariva anche sui telegrammi); i timbrini indicavano che il servizio ''espresso'' non era stato svolto e che le buste erano state affidate ai normali portalettere e consegnate nel normale giro della posta. La cosa e' andata avanti a lungo senza che i mittenti si scoraggiassero di fronte all'evidente inutilita' di quei supplementi tariffari... Potenza della suggestione legata alla parola ESPRESSO ?
Ecco un esempio del timbro ''postalizzato'' in realta' antecedente al periodo di cui parlavo.
Allegato:
postalizzato.jpg
postalizzato.jpg [ 120.42 KiB | Osservato 6276 volte ]

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Riccardo Bodo


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 Oggetto del messaggio: Re: Espresso in fermo posta?
MessaggioInviato: 05/09/2016, 9:52 
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Iscritto il: 12/09/2012, 18:39
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Ti ringrazio, Riccardo, per i numerosi esempi postati che dimostrano che non mi sono inventato tariffe inesistenti o oggetti "fantasy".

Credo che il pregio del forum sia proprio documentare, come tu hai fatto, fenomeni sociali e storici che i regolamenti postali non riescono a governare compiutamente.

Anche questa, forse soprattutto questa, è storia postale.

Ciao

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 Oggetto del messaggio: Re: Espresso in fermo posta?
MessaggioInviato: 05/09/2016, 10:59 
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Iscritto il: 12/09/2012, 18:39
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michele mainenti ha scritto:
L'assurdo di quel documento è che qualcuno l'abbia falsificato di proposito e mi ripeto: "Non so chi l'abbia fatto, ma l'assurdo è che una persona che si trovi in un paesetto, anziché fare quattro passi e sia così sicuro della consegna immediata e certa, abbia avuto la brillante idea di andare da un tabaccaio a comprare un francobollo da due lire di fare un espresso e per giunta fermo posta per garantire la tariffa del francobollo applicato, quando ne poteva spendere di meno andando nell'ufficio postale e ed essere certo che venisse consegnata con le medesime garanzie di un espresso.Inoltre quando si pubblica un documento lo si deve fare integralmente, chissà perché qui manchi il retro. In futuro prenderò in esame la faccenda delle assicurate che è un argomento che conosco poco ed in collezione credo di averne solo qualcuna sparsa chi sa dove. Saluti a tutti e preparatevi a citarmi le norme esistenti in proposito o dove poterle trovare. Michele Mainenti.


Perchè secondo lei a Calci, in provincia di Pisa, il francobollo da 2 Lire sovrastampato G.N.R. di Verona era normalmente in vendita dal tabaccaio... :roll:

Solo per informazione, gli alti valori della G.N.R., sia dell'emissione di Brescia che di quella di Verona, non furono mai distribuiti agli uffici postali periferici per la vendita diretta al pubblico, si immagini se potevano essere reperibili nelle privative.
Questi francobolli erano disponibili per la vendita, in numero limitato per ciascun collezionista e commerciante, negli uffici filatelici delle grandi città.

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 Oggetto del messaggio: Re: Espresso in fermo posta?
MessaggioInviato: 05/09/2016, 16:13 
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E allora peggio ancora. Vorrebbe dire che il personaggio aveva già affrancato la busta e poi era andato a Calci, magari partendo da chissà dove, ad imbucarla? Mi sembra di assistere a una comica di Fantozzi e non se ne abbia a male, se mi sembra di assistere ad una cosa già vista e rimuginata per altra missiva, sorella gemella di questa, per l'assurdità del fatto. A mio parere Lei è stato truffato almeno due volte da un birbante. Mi creda non è il solo e si tranquillizzi. Anche il sottoscritto, a suo tempo, c'è cascato in cose del genere. E così penso sia successo a tutti noi collezionisti di aver preso abbagli. Mi ripeto, si ricordi bene una cosa, quando si posta un documento, lo si deve pubblicare integralmente. Di questo c'è solo il davanti. Il retro potrebbe far cambiare opinione.
Saluti e bene ed alla prossima. Michele Mainenti.


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 Oggetto del messaggio: Re: Espresso in fermo posta?
MessaggioInviato: 05/09/2016, 16:31 
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Iscritto il: 12/09/2012, 18:39
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michele mainenti ha scritto:
E allora peggio ancora. Vorrebbe dire che il personaggio aveva già affrancato la busta e poi era andato a Calci, magari partendo da chissà dove, ad imbucarla? Mi sembra di assistere a una comica di Fantozzi e non se ne abbia a male, se mi sembra di assistere ad una cosa già vista e rimuginata per altra missiva, sorella gemella di questa, per l'assurdità del fatto. A mio parere Lei è stato truffato almeno due volte da un birbante. Mi creda non è il solo e si tranquillizzi. Anche il sottoscritto, a suo tempo, c'è cascato in cose del genere. E così penso sia successo a tutti noi collezionisti di aver preso abbagli. Mi ripeto, si ricordi bene una cosa, quando si posta un documento, lo si deve pubblicare integralmente. Di questo c'è solo il davanti. Il retro potrebbe far cambiare opinione.
Saluti e bene ed alla prossima. Michele Mainenti.


Partiamo da una premessa, così ci capiamo e eliminiamo ogni possibile fraintendimento.

Io non attribuisco alcun particolare valore storico-postale a quella busta affrancata con un 2 Lire GNR, per il semplice fatto che ritengo sia stata creata da un filatelico a suo specifico uso e consumo.

Se l'ho postata in questo ambito, è solo perché so che lei, invece, su questa busta ha costruito una sua ipotesi che aveva già in parte espresso in un altro commento qui sul forum.
Voglio che sia chiaro che io non ho inventato alcuna tariffa, cosa di cui lei mi ha accusato, e gli esempi postati da Somalafis ne sono la prova, così come il fatto che il libro pubblicato dall'AICPM attribuisca un valore a questa tipologia di oggetti che, ripeto, non sono una mia creazione.

Non sono stato truffato da nessuno, perché per me quello è semplicemente un francobollo su busta e come tale l'ho a suo tempo acquistato.

Nel mio sito è pubblicato nella sezione dedicata alla serie dei francobolli sovrastampati GNR, perché questo è.

Concordo in generale sul discorso di mostrare fronte e retro dei documenti, ma siccome a suo tempo non feci la scansione del retro della busta in questione perché non mi interessava per i motivi che ho appena ribadito, ora non sono in grado di postarla e dovrà pazientare che recuperi la busta.

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 Oggetto del messaggio: Re: Espresso in fermo posta?
MessaggioInviato: 05/09/2016, 17:26 
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La ringrazio per l'intervento ed ho tutta la pazienza che vuole. La capisco perché anch'io spesso non riesco a ritrovare cose che so di avere, ma che non ricordo dove le abbia messe. Mi ero fatto uno scadenzario abbastanza preciso sul vecchio computer che mi si è rotto e non hanno potuto recuperarmi tutto quello che c'era dentro e certi documenti non so più in quale raccoglitore li abbia messi.
Saluti Michele Mainenti.


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 Oggetto del messaggio: Re: Espresso in fermo posta?
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A completamento della piccola rassegna di espressi in fermo posta che ho mostrato sopra con pezzi in vendita sul web, aggiungo adesso un pezzo piu' ''vecchio'' che ho visto sul catalogo dell'asta ''Auctiongallery'' di Firenze in scadenza il 26 settembre prossimo. E' un BLP da Milano a Spinazzola del 12-3-1923, affrancato per 1,20 lire: secondo me l'affrancatura corretta, se si puo' parlare di affrancatura corretta per un'iniziativa bizzarra come un espresso per fermo posta, sarebbe stata da 1,30 lire. Ma come ricordava il bollettino postale n.22 del 1922 ''si dispone che gli espressi diretti a fermo posta per i quali non sia stato soddisfatto il diritto fisso di centesimi 20, non siano sottoposti all'arrivo alla soprattassa di centesimi 30, essendo da ritenersi tale diritto come gia' compreso nella tassa di espresso. E cio' nella considerazione che in detti casi viene precisamente a mancare la parte principale e piu' costosa del servizio di espresso, quella del recapito a domicilio per mezzo di appositi fattorini''.
Allegato:
716.jpg
716.jpg [ 451.59 KiB | Osservato 6204 volte ]


Riguardando la normativa, ho ritrovato un'altra disposizione sugli espressi per fermo posta, piu' recente e piu' fiscale e strampalata: il bollettino postale n.4 del 1966 infatti abroga l'utilizzo della soprattassa espresso ai fini del pagamento del fermo posta: ''per la corrispondenza per espresso recante l'indicazione di 'fermo in posta' dovra' d'ora in avanti farsi corrispondere il diritto fisso previsto per tale servizio'', cioe' quello di fermo-posta. Se l'utente ha applicato un'inutile diritto di espresso, cavoli suoi! Ma la soprattassa di fermo posta va regolarmente pagata....

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Riccardo Bodo


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 Oggetto del messaggio: Re: Espresso in fermo posta?
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Interessante questa normativa del 1922, che certifica come l'amministrazione postale si approfittasse del fatto che gli utenti non fossero a conoscenza che i due servizi erano incompatibili tra di loro. Forse pensavano di 'pareggiare' le carte con l'abbuono del fermoposta, ma in realtà erano gli uffici di partenza che non avrebbero dovuto affrancare questi due servizi abbinati. Non è questo il caso, ma i fermoposta espressi pagati in partenza sono numerosi, ben più numerosi del caso in questione.
Poi nel '66 si arrivò anche a certificare tale abuso a totale carico del mittente...

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Andy66

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La cosa molto interessante è proprio la stesura della normativa:

"...
come ricordava il bollettino postale n.22 del 1922 ''si dispone che gli espressi diretti a fermo posta per i quali non sia stato soddisfatto il diritto fisso di centesimi 20, non siano sottoposti all'arrivo alla soprattassa di centesimi 30, essendo da ritenersi tale diritto come gia' compreso nella tassa di espresso. E cio' nella considerazione che in detti casi viene precisamente a mancare la parte principale e piu' costosa del servizio di espresso, quella del recapito a domicilio per mezzo di appositi fattorini''.


Non si dice che il servizio espresso sia incompatibile con il servizio fermo posta, come si continua erroneamente a ripetere anche sul forum, anzi, si dice proprio l'esatto contrario, cioé che nel caso di espresso indirizzato a fermo posta, laddove "non sia stato soddisfatto il diritto fisso di centesimi 20", non si proceda a tassazione.
Dal 1966, invece, nonostante fosse pagato il recapito espresso, nel caso di fermo posta non pagato dal mittente in anticipo, avrebbe sempre dovuto pagarlo il destinatario: questa precisazione è la pietra tombale del concetto di incompatibilità dei due servizi, comunque mai enunciata nella normativa.

In altre parole, io non ho mai visto una normativa che facesse divieto di accettare o inoltrare corrispondenza per espresso a fermo posta, sebbene col buon senso sappiamo che di fatto i due servizi potevano avere alcuni aspetti (non tutti!) fra loro in contrasto.

Comunque sia, la tariffa "espresso a fermo posta" esisteva di fatto già nel 1922 e venne sancita a tutti gli effetti ulteriormente nel 1966!

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 Oggetto del messaggio: Re: Espresso in fermo posta?
MessaggioInviato: 07/09/2016, 15:13 
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Ricercatore ha scritto:
In altre parole, io non ho mai visto una normativa che facesse divieto di accettare o inoltrare corrispondenza per espresso a fermo posta, sebbene col buon senso sappiamo che di fatto i due servizi potevano avere alcuni aspetti (non tutti!) fra loro in contrasto.


Ricordo un caso labilmente simile per gli espressi diretti a militari mobilitati della Grande Guerra: le Regie Poste in quel caso invitarono a non affrancare per espresso la corrispondenza a loro diretta, arrivando , nel caso, a chiedere agli uffici postali di non annullarne il francobollo per espresso.
Manco a dirlo :) si trovano diversi esempi di cartoline simili affrancate per espresso e con i relativi francobolli annullati, sebbene in evidente spregio sia alla acclarata irrealizzabilità del servizio che alle direttive imposte. W l'Italia! :D

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 Oggetto del messaggio: Re: Espresso in fermo posta?
MessaggioInviato: 07/09/2016, 20:26 
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Ricercatore ha scritto:

Non si dice che il servizio espresso sia incompatibile con il servizio fermo posta, come si continua erroneamente a ripetere anche sul forum, anzi, si dice proprio l'esatto contrario, cioé che nel caso di espresso indirizzato a fermo posta, laddove "non sia stato soddisfatto il diritto fisso di centesimi 20", non si proceda a tassazione.
Dal 1966, invece, nonostante fosse pagato il recapito espresso, nel caso di fermo posta non pagato dal mittente in anticipo, avrebbe sempre dovuto pagarlo il destinatario: questa precisazione è la pietra tombale del concetto di incompatibilità dei due servizi, comunque mai enunciata nella normativa.

In altre parole, io non ho mai visto una normativa che facesse divieto di accettare o inoltrare corrispondenza per espresso a fermo posta, sebbene col buon senso sappiamo che di fatto i due servizi potevano avere alcuni aspetti (non tutti!) fra loro in contrasto.

Comunque sia, la tariffa "espresso a fermo posta" esisteva di fatto già nel 1922 e venne sancita a tutti gli effetti ulteriormente nel 1966!


Evidentemente la norma era studiata proprio perché nessuno potesse avere nulla da ridire su questo tipo di doppio servizio, che comunque per me rimane incompatibile. A meno che, per assurdo, uno dei fattorini espressi a destino venisse mandato ad avvisare il destinatario che c'era una lettera espressa da ritirare in fermo posta... :?

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Andy66

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 Oggetto del messaggio: Re: Espresso in fermo posta?
MessaggioInviato: 07/09/2016, 21:13 
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Cosa aggiungere a quanto detto da AndY66. Mi ha lasciato senza fiato. Complimenti per l'avvenuta soluzione dell'enigma.
Saluti, Michele Mainenti.


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