Thenewguy ha scritto:
A me sembra che l'amministrazione delle poste l'abbia visto dal punto di visto burocratico, che e' raramente razionale.
Domanda: che fare se qualcuno vuole espresso fermo posta?
Risposta razionale: Ma chi vorrebbe qualcosa di simile?
Risposta burocratica: Possono pagare se vogliono, ma pagheranno per un servizio che, secondo le normative, non si può provvedere. Noi facciamo una regola, cosi tutti sapranno che c'e' una regola per tutto e tutti.
Sai da cosa nasce tutto questo equivoco? Dal fatto che la gente pensava che L'Espresso viaggiasse 'espressamente' per
tutto il tragitto, e non solo a destino come invece avveniva.
Anche io, che ho vissuto i tempi in cui vigeva questo servizio, la pensavo così...nonostante fossi un filatelico! Solo quando iniziai a interessarmi e studiare la storia postale capii la 'sottile' differenza.
Quindi figuratevi voi se a quei tempi un utente fosse al corrente della cosa (forse qualcuno sì, ma stiamo facendo un discorso generale): semplicemente affrancava per espresso quando la corrispondenza era urgente (ricordo che nacque anche un servizio espresso urgente!) e doveva arrivare subito a destino, normale o fermoposta.
In teoria stava all'impiegato postale spiegare all'utente come funzionava il servizio espresso, comunicandogli l'inutilità del pagamento supplementare.nel caso del fermoposta. Ma conoscendo il funzionamento dell'amministrazione pubblica in questo paese, ritengo che ciò sia pura utopia.