Bei documenti, Roby. Sul retro della prima lettera c’è effettivamente il timbro BAHNHOF LAIBACH, che corrisponde a Lubiana stazione. Qualche nota sui reperti provenienti dalla Croazia. La seconda lettera ha il timbro lineare austriaco JESSENOWAZ, della città croata Jasenovac come precisato dal manoscritto in alto. E’ stata spedita “Escoffo” (vedi in basso a sinistra) che vuol dire Espresso. Talvolta si trova scritto anche Exoffo. Il timbro sul retro è KARLSTADT e non KARLSTAAT, e corrisponde a Karlovac. La città di Jasenovac è diventata tragicamente nota per aver ospitato durante la Seconda Guerra Mondiale il più grande campo di concentramento in Croazia, noto come Auschwitz dei Balcani. La terza è effettivamente da Agram, cioè Zagabria. La quarta è di Otočac e presenta in alto il manoscritto “Ottočaner Granz Regiment n°2”. La parola “Granz” vuol dire confine e il tutto potrebbe essere tradotto come “Secondo regimento Ottociano (mi si perdoni il neologismo) di confine” (quindi non Granatieri!). Il confine di cui si parla è il “confine militare”, una striscia di territorio che separava la Croazia propriamente detta dall’Impero Ottomano prima e la Bosnia poi. Tutta la zona era stata popolata dalla popolazione serba che fuggiva dall’invasore turco e che si è insediata in loco in modo permanente. Tale zona ha preso poi il nome di Krajina ed è stata terreno di grande contesa negli anni ’90 dell’ultimo secolo, con occupazioni serbe inizialmente e il subentro nel 1995 dell’autorità croata. La popolazione serba ha abbandonato le proprie case ripetendo una modalità che si ripete spesso nei Balcani. Anche sull’altro piego da Otočac il mittente è lo stesso. Per quanto riguarda la cartolina da 5 fillér è del tipo bilingue ungherese e croato e quindi proveniente dalla Croazia. Il timbro non è ben leggibile ma potrebbe essere Caska sull’isola di Pago. Un saluto a tutti, Nenad.
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