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MessaggioInviato: 15/01/2020, 15:06 
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Buongiorno a tutti,
mi servirebbe aiuto per capire questo espresso:
spedito da Pesaro il 17/05/1940 per un marittimo imbarcato sul piroscafo "Remo" ad Adelaide, in Australia (il piroscafo Remo il 10 giugno all'atto della dichiarazione di guerra verrà catturato ed i suoi marinai internati);
bollo ambulante Bologna Ancona dello stesso giorno;
bollo ambulante Ancona Roma del 18/05;
bollo Brindisi transiti espressi del 19/05;
bollo di Melbourne del 28/05;
bollo di Adelaide del 29/05, dove, presumo, la lettera fu consegnata al destinatario.
La mia prima domanda è stupida, molto stupida: il servizio espresso venne "consumato" in Australia? Tenuto conto che era un servizio che accelerava la consegna dovrebbe essere così. Accelerava anche la fase per arrivare dall'Ufficio di spedizione a quello di Brindisi per l'imbarco aereo?
La tariffa: lettera I porto 1,25 lire, 3,50 lire di tassa aerea, 2,50 lire di espresso fa 7,25 lire, ma la lettera è affrancata per 7,50. E' sovraaffrancata o è errata la mia ricostruzione della tariffa?
Quale linea aerea e con che rotta?
Grazie


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MessaggioInviato: 15/01/2020, 15:56 
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bhè, è presumibile che le Regie Poste magari marciassero a non voler chiarire agli utenti che il servizio espresso era limitato alla mera accelerazione in fase finale, laddove invece nell'immaginario collettivo gli utenti speravano anche -e sopratutto!- in maggior garanzia di consegna più rapida in virtù di in un trasporto specializzato più celere.
In realtà ora sappiamo che i dispacci con gli espressi viaggiavano serenamente assieme agli altri sacchi di corrispondenza non in espresso :D

Dal punto di vista delle relazione con l'estero, per quel che io ricordi, il servizio godeva di reciprocità per cui come l'Italia consegnava (?) gli espressi affrancati e quindi corrisposti all'estero con mezzi propri utilizzando personale per specifiche consegne (a propria cura e maggior spesa), così i paesi esteri avrebbero fatto con la corrispondenza italiana in espresso che superava il confine patrio.
A volte, in alcuni casi, l'impronta di arrivo usata per gli espressi era di foggia diversa (vedansi: x la Svizzera e x gli Stati Uniti), per cui talvolta riconoscendo quell'impronta si riesce persino ad avere qualche oggettivo riscontro dell'avvenuta considerazione all'estero della presenza di questo servizio aggiunto. Sull'effettivo espletamento (consegna rapida all'apertura dei dispacci) è difficile poter dire di più, ma sarei serenamente ottimista :)

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MessaggioInviato: 17/01/2020, 10:57 
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Grazie Martino.
Nel frattempo ho cercato informazioni circa la rotta.
La lettera dovrebbe (uso il condizionale perché non ho competenze adeguate sulla P.A.) essere stata imbarcata a Brindisi su aereo della linea inglese BOAC, per essere immessa sulla Horseshoe Route, che raggiungeva Sidney con varie tappe. A Singapore terminava il servizio BOAC ed iniziava quello della Quantas fino a Sidney. Durata del viaggio una decina di giorni, quindi, essendo partita da Brindisi il 19 maggio ed essendo arrivata a Melbourne il 28 maggio, prese la coincidenza proprio al volo.
E per la tariffa?


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MessaggioInviato: 17/01/2020, 14:14 
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mariamar ha scritto:
Grazie Martino.
Nel frattempo ho cercato informazioni circa la rotta.
La lettera dovrebbe (uso il condizionale perché non ho competenze adeguate sulla P.A.) essere stata imbarcata a Brindisi su aereo della linea inglese BOAC, per essere immessa sulla Horseshoe Route, che raggiungeva Sidney con varie tappe. A Singapore terminava il servizio BOAC ed iniziava quello della Quantas fino a Sidney. Durata del viaggio una decina di giorni, quindi, essendo partita da Brindisi il 19 maggio ed essendo arrivata a Melbourne il 28 maggio, prese la coincidenza proprio al volo.
E per la tariffa?


Ciao,
La lettera è sovraffrancata di 25 cent., quindi ricostruzione corretta. C'è da aggiungere che c'erano due instradamenti per l'Australia: via British airways da Brindisi o via KLM da Napoli, stessa sovrattassa.
Per quanto riguarda il discorso "accelerazione espressa", oltre a quanto correttamente scritto da Martino, in effetti c'era anche un'accelerazione in partenza, tramite la posta pneumatica, che funzionava in poche città fornendo un collegamento diretto tra uffici postali e stazione.

PS: bel documento!

Andrea

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Andy66

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MessaggioInviato: 17/01/2020, 15:22 
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Grazie Andy,
i 25 cent. in più più che uno spreco penso si possano spiegare con la difficoltà a fare i 4,25 della tassa aerea più lettera primo porto con un solo francobollo. Era meglio pagare 25 cent. in più che correre il rischio del II porto della tassa aerea.


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MessaggioInviato: 17/01/2020, 16:18 
mariamar ha scritto:
La lettera dovrebbe (uso il condizionale perché non ho competenze adeguate sulla P.A.) essere stata imbarcata a Brindisi su aereo della linea inglese BOAC, per essere immessa sulla Horseshoe Route, che raggiungeva Sidney con varie tappe. A Singapore terminava il servizio BOAC ed iniziava quello della Quantas fino a Sidney. Durata del viaggio una decina di giorni, quindi, essendo partita da Brindisi il 19 maggio ed essendo arrivata a Melbourne il 28 maggio, prese la coincidenza proprio al volo.
La Horseshoe route fu una necessità che insorse solo quando l'attraversamento del mediterraneo non fu più possibile per gli aerei inglesi, quindi solo dopo la nostra entrata in guerra. A quel punto, mentre la rotta dal Cairo all'Australia rimase invariata (almeno fino all'entrata in guerra del Giappone), al Cairo la posta ci arrivava per via aerea da Durban, dove era arrivata via mare. Per la tua lettera quindi situazione standard del periodo prebellico, senza particolari instradamenti e trasporto sicuramente con BOAC visto il passaggio da Brindisi. Come ha scritto Andrea, l'altra possibilità via KLM imponeva il transito da Napoli dove, a quel tempo, la KLM aveva addirittura spostato la sua base di armamento. Infatti allo scoppio dell guerra nel '39 i tedeschi avevano immediatamente imposto il divieto di sorvolo del loro territorio a tutti gli aerei di linea: la KLM si trovò praticamente messa a terra e per mantenere il vitale collegamento con l'Indonesia e l'Australia non esitò a trasferire aerei e personale a Napoli, trasportando i passeggeri in treno da e per l'Olanda. Al momento della nostra entrata in guerra altro trasloco, questa volta ad Haifa, da dove continuò i suoi voli per l'Oriente, finiti solo con l'invasione giapponese dell'Indonesia.
Quello che mi è poco chiaro della tua lettera è perché da Ancona non abbia continuato sulla linea adriatica, ma sia passata da Roma: che abbia fatto anche Roma-Brindisi in aereo? E perché mandarla a Brindisi una volta arrivata a Roma, visto che la BOAC faceva scalo a Roma (o più esattamente a Bracciano, dove c'è ancora la loro aerostazione in riva al lago)?
Michele


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MessaggioInviato: 17/01/2020, 16:42 
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Grazie Michele. Potresti spiegarmi qual'era la normale situazione prebellica? Da Brindisi, quali erano le prime tappe?


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MessaggioInviato: 17/01/2020, 20:41 
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Scusate, c'è un errore di fondo. La lettera non è passata da Roma, in quanto quell'annullo ambulante è un Bologna-Ancona, secondo me. Quindi corretto instradamento via adriatico.

Andrea

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MessaggioInviato: 17/01/2020, 20:59 
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andy66 ha scritto:
Scusate, c'è un errore di fondo. La lettera non è passata da Roma, in quanto quell'annullo ambulante è un Bologna-Ancona, secondo me. Quindi corretto instradamento via adriatico.

Andrea


Mi sembra di vedere che il 17 sia stata instradata sul Messaggere (o anche Ambulante ma con scarse probabilità di esserlo) Bologna Ancona, poi il 18 ha subito il percorso sull'Ambulante Ancona Roma 124 (A) per giungere a Brindisi il 19, quindi il dubbio di Michele me lo pongo anche io.

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Rjkard


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MessaggioInviato: 17/01/2020, 21:22 
mariamar ha scritto:
Grazie Michele. Potresti spiegarmi qual'era la normale situazione prebellica? Da Brindisi, quali erano le prime tappe?
La situazione prebellica si era consolidata nel 1938, dopo vari "dispetti" italiani che avevano visto ad un certo punto le Imperial Airways fare la tratta Parigi-Brindisi in treno e per un periodo saltare del tutto l'Italia andando ad Atene via Germania, Austria e Balcani. Quando i problemi dei permessi di sorvolo dell'Italia furono finalmente risolti e decisero di impiegare solo idrovolanti, la loro rotta ripristinò gli scali in Italia, ma quello di Roma fu spostato dall'aeroporto del Littorio a Bracciano, dove appunto fu costruita una nuova aerostazione. Gli scali europei erano: Southampton, Marsiglia, Roma, Brindisi e Atene, dove terminava la prima giornata di volo (iniziata a Southampton alle 05:15, dove i passeggeri arrivavano in treno da Londra la sera prima) e i passeggeri passavano la notte in albergo; la successiva era Alessandria, seguita dal lago di Tiberiade, poi un altro lago: quello di Habbaniya, nei pressi di Bagdad, infine Basrha (o Bassora) dove finiva la seconda giornata di volo. Seguivano Bahrein, Dubai e Karachi. Se ti servono quelli successivi posso elencarli tutti.
Michele


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MessaggioInviato: 18/01/2020, 11:22 
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Grazie Michele, mi bastano i primi.


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MessaggioInviato: 18/01/2020, 18:08 
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Ciao Maria

Bel documento inviato qualche settimana prima del sequestro del piroscafo Remo nelle acque vicino all'isola di Rottnest in Western Australia.

Solo a completamento riporto un documento spedito da un internato "ex Remo" dal campo n.11 di Harvey


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MessaggioInviato: 19/01/2020, 20:44 
Torno sui miei dubbi circa la lettera postata da Maria. Il fatto che la lettera non sia stata imbarcata sull'aereo inglese già a Roma è molto verosimilmente dovuto al fatto che il contratto delle Regie Poste con gli inglesi prevedeva solo trasporto internazionale e la lettera, anche se diretta in Australia, da Roma a Brindisi avrebbe fatto una tratta nazionale. Non riesco a immaginare una ragione plausibile per aver fatto passare la lettera da Roma benché fin dalla partenza fosse sulla linea adriatica. Riguardando poi i bolli di transito, quello di Brindisi, la cui iscrizione è "BRINDISI TRANSITI * ESPRESSI *" mi fa pensare che l'esistenza di un bollo apposito per gli espressi in transito indichi che qualche attenzione in più gli espressi la ricevessero anche prima della fase di consegna.

E se c'è qualche curioso che vuol saperne di più sullo scalo inglese di Bracciano ecco qualche immagine:
Allegato:
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Bracciano2.jpg [ 114.09 KiB | Osservato 4572 volte ]
L'aerostazione vista dal lago
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e vista da terra
Allegato:
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Bracciano7.jpg [ 178.11 KiB | Osservato 4572 volte ]
il pontile usato per lo sbarco ed imbarco dei passeggeri. L'aereo veniva accostato al pontile dai barcaioli, rimorchiandolo con il motoscafo che si vede in foto. In alto, una vista parziale del castello Odescalchi.
Allegato:
Bracciano8.jpg
Bracciano8.jpg [ 147.23 KiB | Osservato 4572 volte ]
La contemporanea presenza di due idrovolanti, uno alla fonda e l'altro al decollo e che suppongo uno in andata, proveniente dalla Gran Bretagna, l'altro in ritorno, proveniente dall'Australia, è poco spiegabile in base agli orari schedulati: quello in andata partiva da Bracciano alle 13:35 del giovedì, sabato e domenica, quello di ritorno partiva alle 07:00 degli stessi giorni, arrivando da Brindisi la sera del giorno precedente. L'unica possibilità che mi sembra plausibile è che quello di ritorno in forte ritardo (pienamente giustificabile al nono giorno di viaggio!) non sia potuto partire da Brindisi nella sera e sia partito l'indomani, incrociandosi così con quello da Marsiglia che, essendo appena al secondo volo del primo giorno, doveva essere sostanzialmente in orario.
E a questo link : https://www.google.com/maps/@42.1078125 ... 312!8i6656 una vista odierna dell'aerostazione e del pontile, oggi usato dai battelli che fanno il giro turistico del lago.
Michele


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MessaggioInviato: 20/01/2020, 15:28 
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Mi vengono in mente altre domande:
il percorso era misto, parte in idrovolante e parte con aereo?
Quando nel tempi gli idrovolanti uscirono di scena e perché?


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MessaggioInviato: 20/01/2020, 23:08 
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mariamar ha scritto:
Mi vengono in mente altre domande:
il percorso era misto, parte in idrovolante e parte con aereo?
Quando nel tempi gli idrovolanti uscirono di scena e perché?


in che senso misto? Gli idrovolanti erano aerei come tutti gli altri, solo che anzichè le ruote per la pista avevano i pattini per l'acqua :D

L'idrovolante fu un aereo molto utilizzato almeno fino alla seconda guerra mondiale. Il motivo? La carenza di piste asfaltate, infatti ai tempi i campi d'atterraggio erano quasi sempre su terra. L'acqua offriva inoltre grandi spazi per le manovre di decollo e atterraggio, inoltre le zone portuali erano già servite da tutti i servizi logistici necessari.

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MessaggioInviato: 20/01/2020, 23:13 
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michele.caso ha scritto:
Riguardando poi i bolli di transito, quello di Brindisi, la cui iscrizione è "BRINDISI TRANSITI * ESPRESSI *" mi fa pensare che l'esistenza di un bollo apposito per gli espressi in transito indichi che qualche attenzione in più gli espressi la ricevessero anche prima della fase di consegna.


Michele


per la posta estera non ne sono sicuro, ma per la posta interna gli espressi viaggiavano sicuramente in sacchi dedicati. Infatti all'ufficio postale di arrivo dovevano essere subito smistati e gestiti diversamente dalla posta ordinaria. Sarebbe stata un'inutile perdita di tempo fare la selezione all'arrivo. Questo vale ovviamente per le città, può essere che per i piccoli paesi non servisse tale distinzione.

Andrea

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MessaggioInviato: 20/01/2020, 23:17 
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michele.caso ha scritto:
La contemporanea presenza di due idrovolanti, uno alla fonda e l'altro al decollo e che suppongo uno in andata, proveniente dalla Gran Bretagna, l'altro in ritorno, proveniente dall'Australia, è poco spiegabile in base agli orari schedulati: quello in andata partiva da Bracciano alle 13:35 del giovedì, sabato e domenica, quello di ritorno partiva alle 07:00 degli stessi giorni, arrivando da Brindisi la sera del giorno precedente. L'unica possibilità che mi sembra plausibile è che quello di ritorno in forte ritardo (pienamente giustificabile al nono giorno di viaggio!) non sia potuto partire da Brindisi nella sera e sia partito l'indomani, incrociandosi così con quello da Marsiglia che, essendo appena al secondo volo del primo giorno, doveva essere sostanzialmente in orario.

Michele


Ma sei certo che si tratti di due aerei inglesi? Se per quello in decollo non ci sono dubbi, l'altro non mi risulta un modello di aereo inglese. Potrei sbagliarmi, sono un pò arrugginito con la storia dell'aviazione e non ho con me i volumi per controllare

Andrea

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MessaggioInviato: 21/01/2020, 1:54 
mariamar ha scritto:
il percorso era misto, parte in idrovolante e parte con aereo?
Quando nel tempi gli idrovolanti uscirono di scena e perché?
Nel caso della linea per l'Australia gli inglesi dal 1938 la facevano per intero con gli idrovolanti: in questo caso si trattava di "alberghi volanti", con ampi spazi per i passeggeri. Negli stessi anni l'olandese KLM, che per prima aveva gestito collegamenti regolari con l'Australia, usava per l'intero percorso aerei terrestri. I francesi per i collegamenti con l'Indocina (che fino a Bangkok usavano rotte pressoché identiche sia a quelle degli olandesi che a quelle degli inglesi) inizialmente usarono idrovolanti da Marsiglia a Beirut e aerei terrestri da Beirut a Saigon (e oltre). L'uscita di scena degli idrovolanti per i trasporti di medio e lungo raggio in pratica coincise con la fine della guerra, con qualche sporadico caso di breve durata. Una compagnia inglese, la Aquila Airways, nel 1955 inaugurò una linea "turistica" da Southampton a Santa Margherita Ligure, sospesa e poi cancellata del tutto dopo che nella notte del 27 settembre 1956 un idrovolante alla fonda nella baia di Santa Margherita ruppe gli ormeggi durante un fortunale e finì spiaggiato sul lungomare. Nel 1955 qualche volo di prova fu fatto anche per Capri. Questo il volo inaugurale:
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Solent a Santa Margherita Ligure1.jpg [ 492.06 KiB | Osservato 4531 volte ]
e questo l'ultimo:
Allegato:
Solent a Santa Margherita Ligure.jpg
Solent a Santa Margherita Ligure.jpg [ 10.64 KiB | Osservato 4531 volte ]

Gli idrovolanti finirono anche sulle cartoline di Santa Margherita Ligure:
Allegato:
1.idro.jpg
1.idro.jpg [ 52.02 KiB | Osservato 4531 volte ]
mentre si sposta al largo per iniziare la corsa di decollo.

Gli idrovolanti comunque sono ancora abbondantemente usati per linee civili in aree poco edificate ma ricche di laghi e fiumi (come in Canada e Alaska) o ad elevata insularità come le Maldive e molti arcipelaghi del Pacifico. Ma non si usano più grandi idrovolanti a scafo (flying boats per gli anglofoni), bensì idrovolanti a scarponi (floatplanes, sempre per gli anglofoni), piuttosto piccoli e quindi con ridotta capacità di passeggeri.
Allegato:
Trans Maldivian Airways ridotta.jpg
Trans Maldivian Airways ridotta.jpg [ 265.11 KiB | Osservato 4531 volte ]
A me è già venuta voglia di partire, ma ...

andy66 ha scritto:
L'idrovolante fu un aereo molto utilizzato almeno fino alla seconda guerra mondiale. Il motivo? La carenza di piste asfaltate, infatti ai tempi i campi d'atterraggio erano quasi sempre su terra. L'acqua offriva inoltre grandi spazi per le manovre di decollo e atterraggio, inoltre le zone portuali erano già servite da tutti i servizi logistici necessari.
Non del tutto esatto: il fattore fondamentale per l'iniziale successo degli idrovolanti non fu tanto per la scarsa disponibilità di piste asfaltate, non indispensabili perché il carico per ruota si poteva tenerlo abbastanza basso da poter atterrare anche su piste non asfaltate, quanto per l'indisponibilità di piste abbastanza lunghe per consentire decolli ad aerei pesanti e senza ipersostentatori, ovvero quei dispositivi (flap e slat) che consentono alle ali di un aereo di sviluppare una portanza sufficiente a sollevarlo in aria anche a velocità piuttosto ridotte, raggiungibili quindi anche dopo corse di decollo relativamente brevi. Fin quando questi dispositivi non vennero adeguatamente sviluppati, complice la relativamente bassa potenza disponibile che causava una bassa accelerazione in partenza, occorrevano corse di decollo (e di atterraggio) lunghissime quindi più facilmente attuabili su una superficie piana e molto estesa, come quella del mare o di un lago. In più, quando si cominciò a fare lunghe tratte sul mare, si pensò che un idrovolante fosse più sicuro in caso di avarie che costringessero ad un ammaraggio, piuttosto che un aereo terrestre, con limitate capacità di galleggiamento. La cosa era vera con mare calmo, ma con mare agitato la capacità di galleggiamento dell'idrovolante non lo trasformava di certo in un buon mezzo nautico e quindi si sarebbe trovato in ogni caso senza alcuna capacità di manovra che gli consentisse di "navigare" nei marosi.

andy66 ha scritto:
Ma sei certo che si tratti di due aerei inglesi? Se per quello in decollo non ci sono dubbi, l'altro non mi risulta un modello di aereo inglese. Potrei sbagliarmi, sono un pò arrugginito con la storia dell'aviazione e non ho con me i volumi per controllare
Andrea
Purtroppo la foto è di piccolo formato e di scarsa qualità, ma i due aeri sono identici: su quello alla fonda si legge anche l'inizio della registrazione civile G-????, che lo qualifica immediatamente come un aereo inglese. L'aereo usato era di questo tipo (la foto non è di Bracciano):
Allegato:
Bracciano3.jpg
Bracciano3.jpg [ 94.21 KiB | Osservato 4531 volte ]
Inoltre tieni presente che in quel periodo in Italia non c'era nessun idrovolante quadrimotore a scafo, né civile né militare, e che l'unica compagnia che faceva scalo a Bracciano era la Imperial Airways.

Michele


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MessaggioInviato: 21/01/2020, 9:26 
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Grazie a tutti per la preziosa partecipazione


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