Biagio Montesano ha scritto:
Il timbro che annulla il francobollo posto sul retro in transito a Roma è stato apposto per una dimenticanza dell'ufficio di partenza?
Certamente sì, visto che l'ufficiale postale doveva essere quantomeno distratto.
L'affrancatura è colorita, varia e fantasiosa, come spesso accadeva per le lettere inviate da militari o operai in AOI, ma in questo caso è anche decisamente deficitaria: abbiamo in totale 1 x 2 cent. + 5 x 5 cent. + 3 x 10 cent. + 1 x 30 cent = 87 centesimi, mentre l'affrancatura necessaria, se la lettera pesava meno di 5 grammi, era di 1,50 lire (50 centesimi di porto ordinario e 1 lira per il primo porto aereo).
Eppure la lettera, che avrebbe dovuto essere inoltrata via mare (affrancatura inferiore al solo porto aereo) ha viaggiato regolarmente per via aerea, visto che è stata spedita il 12 luglio ed è arrivata il 17.
In effetti durante la campagna di Etiopia era d'uso chiudere un occhio (o anche due) e molti uffici di P.M. conservarono l'abitudine anche a guerra finita.
Per quanto riguarda l'erinnofilo della campagna antitubercolare, non è il primo che mi capita di vedere usato su buste in partenza dall'AOI, ma sicuramente il loro utilizzo non è stato diffuso.
Quello che mi incuriosisce di più di questa busta è il timbro "NATANTE NAPOLI PALEREMO * D *".
Non solo non l'avevo mai visto, ma noto che l'annullo è stato apposto il giorno 17, lo stesso di Roma Ferrovia, dove la lettera era transitata alle 20!
In pratica la lettera è stata inoltrata a Napoli in 4 ore al massimo per essere imbarcata e timbrata prima della mezzanotte e il giorno seguente è stata consegnata al destinatario in un piccolo paese sulle colline dell'entroterra palermitano.
Proprio come oggi!